III. TANTO SANGUE PER LA PROPRIA TERRA
14. Leningrado, 31 dicembre 1941. Cittadini in coda per lâacqua nella cittĂ assediata.(Archivio commons Ria Novosti)
15. Stalingrado, 2 febbraio 1943. Soldati sovietici nella cittĂ appena liberata. (Archivio commons Ria Novosti)0
16. 26 marzo 1943, Lipnicki, Polonia orientale.Identificazione delle salme dopo la strage compiutadalle formazioni delâOun-Upa di Stepan Bandera. Lâeccidio fu perpetrato nel corso dellâoperazione di pulizia etnica contro la popolazione polacca, conosciuta come massacro di Volinia.
III.I. la crociata contro lâurss
GUERRA AL COMUNISMO
[Il comunismo] non Ăš nientâaltro che una forma patologica e criminale di follia, creata e
promossa dagli ebrei, che mirano a distruggere i popoli civili dellâEuropa.
Joseph Goebbels1, Sul bolscevismo
Con lâinizio della Guerra fredda, storici, giornalisti e uomini politici occidentali promossero lâidea di una presunta equivalenza tra Hitler e Stalin. Per molto tempo, questa tesi raccolse scarso successo presso lâopinione pubblica europea, ma dopo il crollo dellâUrss si Ăš affermata, divenendo un assioma comunemente accettato in molti paesi. A mio giudizio, equiparare Stalin a Hitler Ăš come mettere sullo stesso piano lo sceriffo e il bandito; entrambi impugnano una pistola, ma i loro ruoli e i loro fini sono completamente diversi. Potrei dilungarmi oltre, ma in questa sede Ăš importante rilevare come lâidea dellâequivalenza politica e morale tra Stalin e Hitler sia usata per accreditare la tesi che la guerra tra Urss e Terzo Reich sarebbe stata un conflitto eminentemente ideologico.
«Non fu una vittoria del Bene sul Male, non si trattĂČ della difesa della libertĂ della Russia e nemmeno della liberazione dellâEuropa. Fu la vittoria, ottenuta a prezzo di sacrifici immani, di un regime tirannico su un altro simile, anzi per certi versi perfino migliore»2. Questa citazione, tratta da un sito internet molto seguito, esprime bene il senso di questa tendenza interpretativa. Voglio citare anche un altro episodio. Nel 2009 il giornalista Aleksandr Podrabinek, tanto critico della Russia di oggi quanto lo fu dellâUrss, suscitĂČ lo sdegno dei veterani. «Voi siete convinti che il vostro riposo sia meritato e onorevole, siete convinti di godere della stima di tutti, ma il vostro tempo Ăš finito. La vostra patria non Ăš la Russia, ma lâUrss, voi siete veterani sovietici e sono giĂ 18 anni che il vostro Paese, per fortuna, non esiste piĂč». Podrabinek si spinse oltre: «NellâUrss oltre a voi câerano altri veterani, dei quali non si voleva parlare, veterani della lotta contro il potere sovietico, contro il vostro potere. Essi [âŠ] lottarono contro i comunisti nei boschi della Lituania e dellâUcraina occidentale, sui monti della Cecenia e nelle sabbie dellâAsia centrale». Dunque, i veri eroi sarebbero le Waffen SS del Baltico, le SS ucraine della divisione Galizia (Dyviziya Halychyna), i seguaci di Bandera3, i basmaÄ4 e i membri dei reparti collaborazionisti.
Il presupposto di questa tesi Ăš che non fu una guerra tra due paesi, ma una guerra tra nazisti e comunisti. Tale lettura ideologica fu promossa inizialmente da Goebbels. Il ministro della propaganda sapeva quanto fosse importante confondere le idee e disse che lâinvasione tedesca non era contro la Russia, ma solo contro il suo governo, cioĂš contro il comunismo. Insomma, si trattava di una guerra di liberazione del popolo sovietico, Berlino non aveva secondi fini. «Questa guerra non Ăš solo una lotta armata, Ăš lo scontro tra due visioni del mondo»5. Questa citazione del piano Barbarossa Ăš diventata un luogo comune, ripetuto da molti, perfino in Russia. Le conclusioni sono ovvie; se si trattĂČ dello scontro tra due ideologie, egualmente inumane, la vittoria spetta di diritto alla terza ideologia, quella giusta, la democrazia rappresentata dagli Usa e dallâEuropa occidentale. Tale vittoria ha dovuto attendere, ma nel 1991, con la disgregazione dellâUrss, Ăš stata finalmente conseguita. Questo revisionismo storico ha un obiettivo concreto ed evidente: riversare sulla Russia di oggi le âcolpeâ dellâUnione Sovietica, per legittimare le ambizioni egemoniche di Usa, Ue e Nato.
GERARCHIE RAZZIALI
Oggi gli estremisti islamici che combattono contro di noi in Iraq sono
convinti del proprio obiettivo proprio come lo erano i nazisti, gli imperialisti
giapponesi o i comunisti sovietici. Li aspetta la stessa sorte.
George Bush jr., Discorso alla Conferenza dei veterani di guerra, 2007
Per smentire lâidea che si trattĂČ di una guerra puramente ideologica, basterebbe ricordare che ai soldati tedeschi sul fronte orientale veniva consegnato Lâaddestramento al combattimento delle truppe, un manuale in cui si sosteneva:
Ricordati della grandezza della Germania, abbi sempre davanti agli occhi la vittoria. Per la tua gloria personale devi uccidere almeno 100 russi. Non hai né cuore né nervi: in guerra non servono. Annulla in te la pietà e la compassione, uccidi tutti i russi. Non fermarti, anche se di fronte a te troverai un vecchio, una donna, una ragazza o un bambino. Uccidi! CosÏ ti salverai dalla rovina, darai un futuro alla tua famiglia e ti assicurerai la gloria nei secoli.
Questo libretto esortava a uccidere non solo i commissari politici, per i quali era prevista lâimmediata fucilazione6, ma tutti i russi, donne, vecchi o bambini che fossero. Non era destinato alle SS, nĂ© a reparti specializzati nella repressione, ma a normali soldati. Berlino pianificĂČ la guerra sul fronte orientale su linee diverse rispetto a quelle adottate sul fronte occidentale. Quando un soldato tedesco entrava in una cittĂ francese o danese si doveva attenere a disposizioni rigide, comportarsi in modo corretto nei confronti degli abitanti. Sul territorio sovietico, invece, era ufficialmente sollevato dalla responsabilitĂ per qualunque atto contro la popolazione. Ad esempio stuprare una donna, una ragazza o una bambina sovietica non era considerato reato.
A Ovest vivevano popolazioni civili, quasi germaniche, quindi si evitava di uccidere sul posto perfino gli ebrei, che venivano deportati a Est. I sovietici, invece, erano Untermenschen, âsubumaniâ. Il comandante delle SS, Himmler, lo disse chiaramente: «Un popolo di 180 milioni di persone, una commistione di razze e popoli, i cui nomi sono impronunciabili e la cui essenza fisica Ăš tale che lâunica cosa che ci si puĂČ fare Ăš sparargli, senza nessuna pietĂ e misericordia». Lâobiettivo dei nazisti era dunque lâeliminazione dei sovietici come popolo, fossero russi, slavi, tatari, o uzbechi, erano tutti subumani, portatori per giunta di una sindrome di origine occidentale, il comunismo.
Nel sistema del ânuovo ordine mondialeâ, agli europei erano assegnati ruoli differenti, in conformitĂ alla teoria delle razze. Per la categoria A, quella dei popoli nordici, si prevedeva una germanizzazione progressiva, con successiva assimilazione al popolo tedesco. La teoria del nazismo considerava quasi ariani scandinavi, danesi e olandesi. Quegli stessi popoli forse non erano dâaccordo, ma sotto occupazione riconoscersi âsemiarianiâ offriva garanzie di salvezza. Con alcune riserve, invece, i nazisti sopportavano i soggetti di categoria B+, cioĂš gli anglosassoni (erano comunque sassoni, quindi di origine germanica) e quelli di categoria B-, ossia i francesi (gli antichi franchi risalivano a una stirpe germanica).
Le cose andavano diversamente per la categoria C, considerata geneticamente diversa dagli âarianiâ. Quanti appartenevano a questa categoria erano destinati a essere servi, bestie da soma. Dunque, dire che Hitler combatteva il comunismo Ăš quantomeno riduttivo. La Polonia era un normale Stato borghese, privo di tentazioni comuniste, eppure lâoccupazione per il popolo polacco fu molto piĂč dura che per i francesi e i danesi. Tutto questo era stato pianificato chiaramente e âscientificamenteâ. I polacchi dovevano essere servi della gleba, ai cechi veniva invece offerto di germanizzarsi, o di essere relegati nelle campagne, senza istruzione. Degli ebrei suppongo sia superfluo parlare. Per loro câera un programma, teorizzato e praticato con precisione teutonica.
IL PIANO GENERALE OST
Se parliamo di guerra, noi dobbiamo uccidere dai 3 ai 4 milioni di russi allâanno.
Hitler7
Konrad Meyer era un impiegato del Commissariato per il consolidamento della nazionalitĂ tedesca, fece carriera nelle SS, giungendo fino al grado di OberfĂŒhrer. Dopo la disfatta della Germania, fu imputato al processo di Norimberga, d...