Le prime confraternite si trovano in Francia nel VII secolo (il Concilio di Nantes dellâanno 895, le menziona). Il primo documento storico Ăš comunque dellâ852, di Hincmaro, arcivescovo di Reims, che nei Capitula presbyteri dellâ852, parla di associazioni denominate â Geldonie o ConfraternitĂšâ , e ne elenca le attivitĂ : raccolta di offerte per la chiesa, mutua assistenza tra gli associati, distribuzione di aiuti ai poveri e pratiche di pietĂ cristiana e devozioni da svolgersi insieme in assemblea. Tra il â400 e il â500 in Italia le confraternite costruiscono ospedali e oratori, oltre a dedicarsi alla perfezione spirituale, realizzati speso con pratiche di ascesi, talvolta pubbliche: digiuni, astinenza, impegno ad assistere giornalmente alla Santa Messa, proibizione di portare armi, abbigliamento sobrio e pratiche penitenziali pubbliche.
Il secolo XVI va considerato decisivo nella storia delle confraternite. Il Concilio di Trento nella sessione ventiduesima del 1562, sancisce il diritto dellâautoritĂ ecclesiastica di visitare e controllare i bilanci di ospedali, confraternite ed enti caritativi: non solo, nel 1604 si stabilisce con Papa Clemente VIII, che le confraternite debbano essere sempre previamente riconosciute dallâautoritĂ ecclesiastica, pur rimanendo con connotazione laicale. Diminuisce lo spontaneismo nella loro nascita, ma Ăš un riconoscimento esplicito della Chiesa della validitĂ di questa forma di perfezionamento della vita cristiana e un incentivo a divenire un mezzo â ora ufficialmente riconosciuto â come valido strumento di diffusione del culto.
Nel â700 nascono le Arciconfraternite: si tratta di quelle confraternite che si erano distinte per lo svolgimento di opere di pietĂ che vengono elevate dallâautoritĂ ecclesiastica al rango di Arci-confraternita, titolo onorifico, che comportava:
â godimento di speciali privilegi, come indulgenze e benefici;
â autorizzazione allo svolgimento di cerimonie particolarmente solenni;
â attribuzioni di privilegi sociali, come addirittura quello di poter chiedere la liberazione di un condannato a morte o di un prigioniero;
â autorizzazione a costituire âsodaliziâ aggregati a quello dâorigine, da cui prendevano nome e connotazioni.
Lâaspetto piĂč rilevante era comunque rappresentato dal âdiritto di aggregareâ: diveniva una sorta di casa madre per tutti gli altri sodalizi, sparsi nel mondo. Questo privilegio otteneva lâeffetto positivo di uniformare lâattivitĂ devozionale e caritativa, dando una linea comune con la confraternita caput di tutte le altre.
Dopo secoli fiorenti, lâ800 sarĂ invece un periodo molto negativo per le confraternite italiane. LâunitĂ dâItalia portĂČ alla famosa âlegge sulle Opere Pieâ, del 3 agosto 1862, n. 753, che cercĂČ di mettere ordine tra i vari enti di assistenza, tra cui rientravano molte confraternite e opere pie. Lunghe controversie e materia complessa che portĂČ, dopo lâunitĂ dâItalia, alla famosa legge Crispi, del 17 luglio 1890, n. 6972.
Rimanevano confraternite solo quelle di puro culto, mentre le altre divenivano opere di beneficenza e come tali assoggettate alla legge civile. Si contavano in quellâanno circa 11.707 confraternite in Italia (cfr. Luigi Huettre, storico delle confraternite). A Roma, inoltre, unâaltra legge, sempre del 20 luglio 1890, decretĂČ allâart. 11 che i beni delle confraternite romane fossero indemaniati, quindi espropriati.
Con lo stato fascista nascerĂ la figura delle IPAB, Istituti di pubblica assistenza e beneficenza; solo nel 1988, una storica sentenza della Corte Costituzionale, del 7 aprile 1988, sentenziĂČ lâillegittimitĂ costituzionale dellâart. 1 della legge Crispi, perchĂ© in contrasto con lâart. 38 ultimo comma della Costituzione, che garantisce la tutela dellâattivitĂ privata, dando cosĂŹ il riconoscimento a quegli enti privati che possono continuare la loro opera privatamente senza dover divenire a tutti i costi âenti pubbliciâ.
Pertanto numerose confraternite riacquisirono la loro funzione di assistenza e beneficenza, purché enti con fine prevalente di culto, divenendo un anello di congiunzione prezioso tra la società civile e la Chiesa.
2.1 Perché nascono
Queste aggregazioni sorgono, come detto, per garantire un cammino spirituale ai loro membri, ma molto spesso anche perchĂ© lâassoluta mancanza di assistenza pubblica e la necessitĂ di soccorrere â in qualunque modo â i bisognosi, altrimenti abbandonati a sĂ© stessi (persino dopo morti, nella sepolturaâŠda qui le numerose confraternite c.d. âdella Buona morteâ), spinge persone di fede e di buona volontĂ ad organizzarsi in associazione.
Quindi lâesigenza di tradurre in opere la fede cristiana professata.
Nelle confraternite si mettono cosĂŹ in pratica le opere di caritĂ corporale: quando nel 1244 a Firenze nascono tra le confraternite anche le Misericordie, che si dedicheranno specificatamente alla cura e al soccorso dei malati, per realizzare le opere di misericordia corporale della fede cristiana, lâaspetto caritativo viene molto accentuato.
Le 7 opere di misericordia corporale, si esprimono cosĂŹ attraverso le confraternite ad esse dedicate:
1. Dar da mangiare agli affamati (le confraternite che distribuivano cibo agli affamati, quasi tutte);
2. Dar da bere agli assetati;
3. Vestire gli ignudi (i primi centri di accoglienza per ragazze trovatelle o senza dimora);
4. Alloggiare i pellegrini (cfr. confraternita di Ss. TrinitĂ dei Pellegrini, legata a San Filippo Neri);
5. Visitare gli infermi (confraternita dello Spirito Santo, legata allâOspedale di Santo Spirito);
6. Visitare i carcerati;
7. Seppellire i morti (le confraternite citate della Buona morte).
Ogni confraternita ha un nome che Ăš tratto dagli attributi di Dio, dai misteri della Religione cattolica, oppure dalle feste del Signore, della Vergine Maria, dei Santi o da un nome che si rifĂ alle opere pie, come ad esempio le confraternite di âorazione e morteâ, che si dedicavano alla settima opera di misericordia corporale.
Queste opere pietose vengono svolte con vestiti caratteristici e spesso con cappucci che rendono irriconoscibili i confratelli, per mostrare che la caritĂ si fa senza farsi riconoscere, « non sappia la tua mano destra quello che fa la sinistra» come ci invita a fare GesĂč nel Vangelo di Matteo.
Questa umiltĂ Ăš ancora oggi presente nel modo di operare di molte confraternite, come vedremo nellâultimo punto: cambiate spesso le opere, ma rimane lo stesso spirito di nascondimento e umiltĂ .
Ma non manca, come accennato, il fine spirituale, imprescindibile poichĂ© trattasi di associazioni che si fondano sulla fede dei propri aderenti (in gergo tecnico sodali): tutte prevedono un cammino spirituale, una formazione alcune volte di tipo quasi âvocazionaleâ, con un tempo di prova prima dellâammissione definitiva alla confraternita.
Cammini di formazione spirituale legati perĂČ ai tempi in cui nascono molte confraternite, e di cui rimangono ancora oggi tracce molto folcloristiche: si pensi ai flagellatori, di molte confraternite del Sud Italia o di alcune Regioni della Spagna, in cui i membri si infliggono pene corporali ad espiazioni dei peccati commessi, durante lunghe e talvolta cruente celebrazioni pubbliche (movimenti mistici dei battenti e dei disciplinati).
CosĂŹ appare spesso nellâimmaginario collettivo soltanto questo anacronistico e pittoresco aspetto delle confraternite, mentre vi sono ben altre attivitĂ meno appariscenti.
A queste nascoste ma preziose attivitĂ accenniamo brevemente, per dimostrare come ancora questa forma di associazione nella Chiesa sia ricca di frutti.
2.2 Un volontariato che oggi si attualizza
Oggi le confraternite non hanno esaurito la loro funzione.
Papa Francesco parla nellâEsortazione apostolica Evangelii Gaudium del valore della pietĂ popolare e della devozione di cui le confraternite sono depositarie. Il Santo Padre vi dedica un intero paragrafo, intitolato la « Forza evangelizzatrice della pietĂ popolare» (nn. 122-126), in cui si legge tra lâaltro « Siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla..le espressioni della pietĂ popolare hanno molto da insegnarci e, per chi Ăš in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione» [1] .
Testimonianza di fede che si esprime nelle confraternite oggi attraverso tre specifici carismi:
â depositarie della devozione popolare;
â custodi di meravigliosi luoghi di culto, costruiti nei secoli dal popolo di Dio;...