Anatema!
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Anatema!

I copisti medievali e la storia delle maledizioni nei libri

Marc Drogin, Simona Inserra, Simona Inserra

  1. 154 Seiten
  2. Italian
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I copisti medievali e la storia delle maledizioni nei libri

Marc Drogin, Simona Inserra, Simona Inserra

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"Spegne la luce negli occhi, piega la schiena, schiaccia le viscere e le costole, provoca dolore ai reni e l'esaurimento a tutto il corpo".Scrivere non era affatto un passatempo rilassante per i monaci medievali, ma un mestiere faticoso e usurante che contribuiva al valore dei libri in un'epoca in cui erano oggetti rari. Non stupisce quindi che una volta terminata la copia di un manoscritto, si ricorresse a tutte le tecniche conosciute per garantirne l'integritĂ : cosĂŹ i manoscritti medievali contengono anche numerosi anatemi (maledizioni, minacce di sventura, invocazioni a demoni e forze oscure), rivolti a quanti potrebbero maneggiare l'oggetto senza la dovuta cura o – peggio – provare a sottrarlo al legittimo proprietario.Anatema! di Marc Drogin, uscito nel 1983 e mai tradotto prima in Italia, Ăš a oggi lo studio piĂč completo di questo particolare aspetto dei libri e della scrittura nel Medioevo; un lavoro originale e illuminante, per studiosi e bibliofili, che dimostra soprattutto come l'amore per i libri sia una costante delle diverse epoche della storia umana.

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Information

Anatema!

Sono il guardiano delle lettere... Tieniti alla larga.
I secolo d.C.95
I libri nel Medioevo erano cosĂŹ preziosi da dover essere protetti con ogni mezzo. Una volta che un libro era stato prodotto, veniva scrupolosamente catalogato e conservato in un posto sicuro, le cui chiavi venivano poi tenute da un funzionario particolarmente responsabile.
I regolamenti dei monasteri specificavano nel dettaglio che i libri dovevano essere tenuti al sicuro, chi ne era responsabile, in che modalitĂ  dovevano avvenire il prestito e la restituzione dopo un determinato lasso di tempo.
Prestare un libro a una persona estranea al monastero era considerato, da qualcuno, come gettarlo via. Se un libro doveva essere prestato, occorreva, in garanzia, un pegno consistente. Secondo molte comunitĂ , perĂČ, nessuna garanzia poteva compensare l’eventuale perdita di un libro e quindi esse emanavano leggi molto severe che proibivano il prestito in qualsiasi circostanza.
Fuori dalle mura del monastero, i libri erano considerati altrettanto preziosi. Con la diffusione delle università e dell’alfabetizzazione durante il tardo Medioevo, i concetti classici di scuola e biblioteca pubblica cominciarono a ridefinirsi. I pochi libri presenti in ogni collezione libraria erano così importanti da essere tutelati da apposite regole e restrizioni.
Nonostante conoscesse fin troppo bene i rischi che un libro poteva correre, Richard de Bury ne donĂČ alcuni all’UniversitĂ  di Oxford ma richiese che, in cambio, nessun libro fosse dato in prestito a meno che una copia non fosse custodita al sicuro sugli scaffali96.
Per molte persone queste precauzioni erano comunque insufficienti e diventĂČ abitudine di molte biblioteche incatenare i libri agli scaffali o ai banchi con pesanti catene97. L’idea di una biblioteca che effettuasse il prestito era per lo piĂč inconcepibile.
Come si poteva trovare una protezione del tutto sicura per un libro? Qualsiasi libro poteva essere rubato e, anche se era incatenato al banco, cosa impediva che macchie, sbavature, annotazioni non gradite o, peggio, furti di singole pagine lo rovinassero per sempre?
L’uomo medievale trovĂČ la soluzione definitiva: coloro che avevano affidato la propria esistenza all’Altissimo, decisero che anche i libri andavano affidati alla Sua tutela. CosĂŹ li posero sotto la protezione di Dio, un bibliotecario che pochi avrebbero avuto il coraggio di affrontare.
L’idea di mettere un oggetto inanimato sotto la protezione divina ù vecchia quanto il rapporto stesso dell’uomo con la divinità. Questo rapporto stabilisce che gli dùi hanno poteri superiori a quelli dell’uomo, che si rivolge a loro per aiuto e protezione.
Certamente una delle prime richieste dell’uomo ai suoi dĂši fu quella di essere difeso non solo dalla Natura e dal Fato, ma anche dal piĂč pericoloso dei suoi nemici, ossia gli altri uomini.
Un uomo religioso era forte quanto la divinitĂ  che venerava e poteva minacciare gli altri o essere tutelato grazie ai poteri divini; di conseguenza, anche il concetto di maledizione Ăš antico quanto la religione stessa. Basta vedere, infatti, i mezzi con cui l’uomo cercava di proteggere le sue spoglie una volta defunto: le maledizioni contro i profanatori di tombe esistono fin dai tempi piĂč antichi. Quelle dei faraoni d’Egitto sono tra le piĂč famose, ma sono molto eloquenti anche quelle meno note di un re di Sidon, che morĂŹ all’incirca nel 350 a.C. e fece porre sopra la sua bara, ora custodita al Museo archeologico di Istanbul, l’iscrizione seguente:
I, Tabnith, priest of Astarte, king of the Sidonians, son of Eshmunazar, priest of Astarte, king of the Sidonians, am lying in this coffin. Whoever are you, do not open my cover and disturb me, for no silver is gathered with me and no gold is gathered with me or any kind of riches. I alore am lying in this coffin. Do no, do not open my cover and disturb me, for such a thing would be an abomination to Astarte! And if you do open my cover and disturb me, may you have no offspring among the living under the sun or a resting place with the shades.98
Duemila anni dopo, William Shakespeare fece incidere sulla sua tomba:
Good friend for Jesus’s sake forbear,
to dig the dust enclosed here.
Blessed the man that spares these stones,
and cursed be he that moves my bones99.
Naturalmente, anche se non si trattava delle proprie spoglie, l’idea di proteggere i propri beni piĂč preziosi con una vendetta divina non era nuova quando l’uomo iniziĂČ a possedere libri e a preoccuparsi per la loro sicurezza.
Gli storici ipotizzano che l’idea di porre maledizioni sui libri ebbe origine con i manoscritti orientali. I requisiti necessari all’intervento divino, ovviamente, esistevano fin dall’origine della scrittura. Forse senza alcuna eccezione, ogni civiltà che abbia mai sviluppato una forma di scrittura la interpretava come un dono elargito da una forza superiore. Noi moderni, così abituati a leggere, non possiamo davvero comprendere la riverenza che gli uomini provavano verso questa arte, che consentiva di rendere la comunicazione orale visibile, in grado di essere conservata e ripetibile nel tempo.
Dato che l’arte della scrittura era un dono divino e che solo i piĂč colti tra gli uomini, come i sacerdoti, la padroneggiavano, le prime opere scritte furono religiose, i beni piĂč sacri di quella civiltĂ  che, in virtĂč della loro importanza, erano conservati nei templi e protetti dagli dĂši.
La maledizione piĂč antica finora conosciuta, probabilmente, ha piĂč di 6000 anni. Ho scritto che probabilmente lo Ăš, perchĂ© protegge la biblioteca del tempio solo indirettamente. La maledizione Ăš stata incisa in una cavitĂ  della porta del tempio (che ora si trova nel Museo dell’UniversitĂ  della Pennsylvania) per ordine di Sargon I, che regnĂČ su Nippur, a Babilonia, all’incirca nel 3800 a.C.:
Shargani-shar-ali, son of Itti-Bel, the mighty King of Accad and the dominion of Bel, the builder of Ekur, the Temple of Bel in Nippur. Whoever removes this inscribed stone, may Bel and Shamash tear out his foundation and e...

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Zitierstile fĂŒr Anatema!

APA 6 Citation

Drogin, M. (2022). Anatema! ([edition unavailable]). Ledizioni. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3267195/anatema-i-copisti-medievali-e-la-storia-delle-maledizioni-nei-libri-pdf (Original work published 2022)

Chicago Citation

Drogin, Marc. (2022) 2022. Anatema! [Edition unavailable]. Ledizioni. https://www.perlego.com/book/3267195/anatema-i-copisti-medievali-e-la-storia-delle-maledizioni-nei-libri-pdf.

Harvard Citation

Drogin, M. (2022) Anatema! [edition unavailable]. Ledizioni. Available at: https://www.perlego.com/book/3267195/anatema-i-copisti-medievali-e-la-storia-delle-maledizioni-nei-libri-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Drogin, Marc. Anatema! [edition unavailable]. Ledizioni, 2022. Web. 15 Oct. 2022.