Holmes si trattiene spesso a letto fino a tardi. Altre volte si alza alle prime luci dellâalba, ben prima che io abbia dato una sbirciata con gli occhi gonfi di sonno allâorologio e al mondo esterno attraverso la finestra. In tali, non infrequenti occasioni sceglie dalla sua collezione un soprabito con la stessa cura con cui sceglie una pipa e discende in modo agile e veloce la scala che collega il primo piano alla porta dâingresso del nostro alloggio al 221B di Baker Street. A volte sta via tutto il giorno, lasciando dietro di sĂŠ un libro sulla sua poltrona, la pipa con il bocchino rappezzato, e in generale lâimpronta della sua presenza. I bassifondi di East London sono il suo terreno di caccia preferito, anche se la rapida e selvaggia industrializzazione sta modificando quella zona. Nellâarea intorno al fiume Lea agitatori slavi in fuga dalle persecuzioni politiche hanno trasformato le comunitĂ che lĂŹ vivono in centrali del crimine. Pochi londinesi osano avventurarsi, se non è proprio necessario, oltre la chiesa di St George-in-the-East, una delle sei della capitale progettata da Hawksmoor, a parte quelli che sperano di conquistare la loro bella con i filtri dâamore cinesi, in cui si mescolano hashish, gerani, petali di rosa, foglie di limone, zucchero e miele. Ogni tanto facciamo una capatina in Narrow Street, nella zona di Limehouse, per indagare sulla Lega Hong, la societĂ segreta cinese, quello strano gruppo di uomini che comunicano tra loro solo dopo avere indicato il cielo, la terra e infine il proprio cuore.
Navi della Marina mercantile portano i loro carichi dalle regioni equatoriali fino agli scali a ciò dedicati lungo il Tamigi. In quellâarea brulica una variegata umanitĂ : cuochi dellâisola di Hainan, ricettatori del popolare mercato di Petticoat Lane, nostromi di Canton, cambusieri di Ningpo, uomini dalle barbe appuntite con una lobbia sulla testa, poliziotti in incognito, artisti del gruppo di Bloomsbury in cerca di curiositĂ , propagandisti della riforma morale.
Holmes inizia in genere le sue esplorazioni partendo dal cosiddetto Poverty Corner, per poi percorrere molti chilometri lungo il Tamigi, infilandosi negli squallidi vicoli intorno ai moli sulla riva settentrionale, a est del London Bridge. Se il tempo è piovoso, come il giorno di cui mi accingo a parlare, si rivolge a un ragazzo di strada perchĂŠ gli procuri un calessino da usare per i suoi giri. I moli di St Katharine, Victoria, South West India, Albert e Tilbury gli sono noti come le sue tasche, tanto quanto i paraggi di Regentâs Park. Le splendide navi lĂŹ ormeggiate imbarcano carichi per San Francisco o per gli antipodi, e la zona è piena di schiamazzanti creole della Sierra Leone e santoni con turbanti e lunghe tuniche, che si spacciano per guaritori.
Era il 27 maggio 1904, quando gli straordinari e inquietanti eventi di questa storia ebbero luogo, distogliendo Holmes dai suoi terreni di caccia prediletti. Riguardando i miei appunti vedo che, anche se in quel periodo abitavo in un appartamento situato sopra il mio studio medico, tornai a passare una notte, come facevo talvolta, nel mio vecchio e familiare alloggio in Baker Street, dove tenevo ancora la maggior parte del mio vestiario e dei miei effetti personali. Quando mi alzai, alle otto di mattina, trovai che Holmes era giĂ tornato da una delle sue sortite e stava finendo di fare colazione. Mi rivolse un cenno di saluto mentre prendevo anchâio posto a tavola.
Le colazioni della signora Hudson erano commisurate piĂš al mio appetito che a quello di Holmes. Difatti, dopo che ebbe mangiato frettolosamente le uova, non fece molto onore al resto dei piatti da lei preparati, costituiti da rognoni alla griglia, pollo alla diavola, prosciutto e galantina. I rognoni, e la galantina in particolare, furono da lui sospinti attraverso il tavolo verso il mio posto.
â Holmes â provai a dire, per vedere se era in vena di chiacchierare â come è andata la sua sortita?
â Watson, la ringrazio sentitamente per il suo interesse e la sua premura. Ă stata molto piacevole.
â E quali avventure â gli chiesi, senza lasciarmi scoraggiare dalla sua laconica risposta â tra le modeste botteghe, le rivendite di gin, le trappole mortali celate in strade di uno squallore indicibile, le sono piombate addosso come meteore risucchiate dal campo gravitazionale del pianeta Giove? Ha obbedito alle ordinanze contro il fumo, le risse, le bestemmie e gli sputi? â E aggiunsi: â Vorrei che avessimo cento ghinee per ogni poveraccio che è morto a furia di frequentare quelle infernali bettole.
â Niente avventure, solo stimolanti discussioni al Blackwall Basin â rispose Holmes, con tono compiaciuto. Si alzò da tavola e si sprofondò in una poltrona. â Trovo molte cose di grande interesse nella zona dei moli, i bompressi di lunghezza regolabile e le vele di seta dei bastimenti australiani che approfittano della prima marea per discendere il fiume e iniziare il loro lungo viaggio di ritorno. La ricchezza dei prodotti che ci vengono dai tropici e dai possedimenti spagnoli nel Nuovo Mondo, le montagne di noci di cocco, indaco, spezie, salnitro e tè. Quale posto migliore della birreria Steam Packet per comprare un esemplare di pesce pipa o di rospo del Suriname?
â GiĂ , dove? â dissi.
Una volta avevo accompagnato Holmes facendo insieme a lui la tipica sauna russa da Schewzikâs e recandomi successivamente nella birreria Steam Packet, dove mi avevano servito una pinta di tiepida brodaglia marroncina, al prezzo di due penny, sotto un calendario delle corse dei cavalli costellato di mosche morte. Ricordo ancora il tanfo che stagnava lĂ dentro, quale è possibile che si produca solo cucinando aringhe sulla griglia a gas per molti anni di seguito.
â Se Darwin avesse passato piĂš tempo a Rotherhithe o dalle parti di Tower Hill â disse ancora Holmes â invece che andando per mare a bordo del Beagle, avrebbe scoperto che è possibile comprare tartarughe e fringuelli delle Galapagos in uno dei moli lungo il Tamigi, e sarebbe arrivato in un attimo a teorizzare la selezione naturale, risparmiandosi un lungo viaggio e un anno o piĂš di mal di mare.
â Non è da escludere che sia davvero come dice lei, Holmes.
Il mio amico si dimostrò piĂš loquace del solito. â Watson, proverò un grande rimpianto quando non vedrò piĂš attraccare ai moli di Londra quelle splendide navi che sono le golette, con le loro eleganti, aeree armature: lâalbero di trinchetto con i suoi pennoni trasversali bilancia e integra in modo perfetto la velatura dellâalbero maestro e di quello di mezzana. Una grazia incredibile, come la vita sottile di una snella fanciulla, dal fine portamento, sicura di se stessa di profilo. Ahimè, ne vedo sempre meno, di golette, ogni volta che torno.
Annotai scrupolosamente i dettagli relativi alle golette sul taccuino che tenevo pronto accanto al mio piatto, aggiungendo un piccolo disegno schematico.
â Holmes â dissi, indicando la copia del âTimesâ lasciata aperta alla pagina che parlava di astronomia â non è affascinante sapere che ad agosto del 2003 Marte sarĂ cosĂŹ vicino al nostro pianeta come non lo era stato da sessantamila anni? Percival Lowell pensa che lâuomo potrĂ sfruttare lâoccasione per andare lassĂš a stringere la mano ai costruttori dei canali marziani.
Purtroppo, Holmes non ebbe modo di esprimere uno dei suoi soliti commenti sarcastici, perchĂŠ in quel momento la signora Hudson venne su a sparecchiare, piĂš esattamente a ârimuovere gli avanzi del pasto dei coccodrilliâ, come le piaceva dire; avanzi che poi destinava a un gatto randagio di nome Marmaduke, da lei spesso lodato come il miglior cacciatore di topi che ci fosse mai stato in Baker Street.
Dopo che la signora se ne fu andata, Holmes lasciò la stanza per tornare di lÏ a poco con una giacca da camera di velluto verde.
â Watson â mi disse, con tono imperioso â ho in ballo un nuovo esperimento chimico per indagare sulle sostanze organiche. Prima di cominciare, però, la pregherei di andare alla finestra... con cautela, mi raccomando.
Incuriosito, mi avvicinai alla finestra e scrutai fuori, piegandomi sotto le preziose tende di pizzo della signora Hudson, che erano state scostate solo a metĂ .
â Cosa devo guardare, Holmes? Sto per assistere a qualche crimine di misteriosa natura? â domandai, in tono scherzoso.
â Niente di strano, mio caro amico? Non vede niente di strano?
Osservai la strada sottostante, brulicante di vita. Una diligenza trainata da una quadriglia di candidi Boulonnais stava iniziando il suo lungo viaggio, con destinazione Glasgow e i porti di fronte alle Ebridi Esterne. Piccoli straccioni noti a Holmes e a me come gli Irregolari di Baker Street smisero di giocare sul marciapiede con cerchi fatti da loro in modo artigianale per correre appresso alla diligenza, chiedendo una moneta o un frutto ai passeggeri ben vestiti che si riparavano dalla polvere con teli di lino color crema, e che risposero alle loro richieste gettando qualche monetina di infimo valore, finchĂŠ il cocchiere li disperse agitando minacciosamente la frusta.
â No, Holmes, niente di strano attira la mia attenzione â risposi.
â E quellâuomo dagli occhi color ambra, un poâ piĂš alto della media, piazzato in un punto da cui può osservare la nostra porta dâingresso?
â Beâ, sĂŹ, câè questo tipo, ma da lĂŹ dove si è messo può osservarne parecchie, di porte, non solo la nostra. PerchĂŠ dovrebbe interessargli proprio questa?
â La prego, me lo descriva piĂš in dettaglio, Watson. Io ho evitato di guardarlo troppo a lungo quando sono rientrato, stamattina.
â Camicia di cotone senza collo, pantaloni di velluto a coste e una lunga palandrana che gli arriva quasi fino alle ginocchia, se è lo stesso uomo che lei ha notato.
â E vende lepri?
â Proprio cosĂŹ. Ne ha una in entrambe le mani.
â E ha un fazzolettone multicolore attorno al collo?
â Ha questo tipo di fazzoletto, Holmes, sĂŹ.
â Cosâha in testa? Mi aiuti a ricordare, dal suo favorevole punto di osservazione. Un cappello di feltro di forma arrotondata, o una bombetta?
â Una bombetta, Holmes. Che cosa le suggerisce, il vestiario di quellâuomo?
â Che la camicia senza colletto, i pantaloni di velluto a coste e la palandrana non sono lâabbigliamento piĂš consueto di un abitante di Baker Street. Il che avrebbe dovuto attirare subito la sua attenzione. Uno che è vestito cosĂŹ è ovviamente appena arrivato dalla campagna.
â E il fazzolettone?
â Tipico di chi lavora nei campi. Protegge il collo dalla vampa del sole estivo, al tempo del raccolto, e dal freddo dâinverno, piĂš o meno la stessa funzione che svolge per noi la cravatta.
â E cosa deduce dal fatto che abbia in testa una bombetta?
â Che lavora in una tenuta di grande estensione. La bombetta non alligna tra i contadini poveri. Chi la porta è in genere relativamente benestante.
Osservai di nuovo lâuomo giĂš in strada. â Holmes, cosa bisogna concludere? Ă vestito come uno che lavora in campagna, probabilmente in una grande tenuta... perchĂŠ no? PerchĂŠ le sembra cosĂŹ importante la sua presenza? Ă qui per vendere le sue lepri.
â Allora risponda a unâaltra domanda che le porrò, dopodichĂŠ potrĂ smettere di tenere dâocchio quellâuomo. La palandrana appare rigonfia su ambo i lati?
â SĂŹ, Holmes, sĂŹ, ma solo perchĂŠ si è messo in un paio di tasche interne altre lepri, che tra lâaltro sembrano ancora vive, a giudicare da come si agitano.
â Ebbene, amico mio â disse Holmes, prendendo una pipa â quelle tasche erano rigonfie e si muovevano nello stesso modo giĂ stamattina allâalba, quando sono rientrato. E lui è sempre incollato nello stesso punto, ma quando una donna gli si rivolge per comprare la sua merce, le fa segno di andar via. PerchĂŠ?
â Dal che deduce...?
â Quel che avrĂ giĂ compreso anche lei. Le lepri sono solo una scusa.
Holmes accese la pipa. A giudicare dal livello di fumo acre che giĂ ristagnava nella stanza era la seconda della giornata. Con affetto lo guardai tirare boccate per far bruciare a dovere lâeconomico trinciato che era solito fumare. Ebbi la sensazione che niente nella vita avrebbe mai potuto spezzare la catena che ci univa in quel momento.
â Non è il caso di preoccuparsi, Watson â disse ancora, sorridendo. â Continueremo a tenerlo dâocchio per tutta la mattina. Sono sicuro che scopriremo presto se si prepara finalmente qualche nuova avventura.
Indugiai ancora per un poâ alla finestra, osservando lâanimazione che regnava in strada. Il fatto che il mio amico si fosse messo la giacca da camera significava che si sarebbe dedicato agli esperimenti chimici. Dal suo laboratorio di alchimista erano giĂ comparsi crogioli, alambicchi e un microscopio. Il nostro appartamento era sempre pieno di sostanze chimiche, residui catramosi e frammenti trovati sulla scena di qualche delitto, con il rischio che finissero nei posti piĂš impensati, magari nel piatto con il burro che veniva messo in tavola.
Holmes preferiva il soggiorno, specialmente di mattina, che con le due grandi finestre rivolte a est offriva uno spazio gradevole e ben illuminato, anche se invaso dai libri che lui lasciava in giro ammucchiati alla rinfusa. La scelta di quella stanza era anche una conseguenza del caos che regnava nel suo studio. Del tutto vuoto quando ci eravamo trasferiti lÏ, adesso traboccava di memorie di una vita intensa: stecche da biliardo, guantoni da boxe, punching-ball, toilette per il trucco con le pinzette che gli servivano ad arricciare i falsi baffoni da tricheco, un dente velenifero di una specie estinta di serpenti giganti del Sudafrica. Ritratti incorniciati ricavati da giornali o foto originali di criminali tappezzavano due delle pareti, compresa quella del celebre e tuttora imprendibile cambrioleur Arsène Lupin. In un armadio era stipato tutto ciò che occorreva per i nostri travestimenti: perfino due paia di scarpe scalcagnate in pelle di focena, complete di fettucce per agevolare la calzata, comprate da uno spazzino, e un altro paio di scarpe da lavoro piÚ leggere, cedute, dietro adeguato compenso, da un lattaio impegnato nel suo consueto giro di consegne.
Nella prima parte dellâanno avevamo avuto una quantitĂ di casi pubblici e privati pari a quella dellâannus mirabilis del 1895, ma gli ultimi tre mesi erano stati pieni di tedio. Sia Holmes che io soffrivamo quando câerano periodi cosĂŹ inconcludenti. Era come guardare una farfalla ripiegare ...