Pensieri lenti e veloci
eBook - ePub

Pensieri lenti e veloci

Daniel Kahneman, Laura Serra

Buch teilen
  1. 560 Seiten
  2. Italian
  3. ePUB (handyfreundlich)
  4. Über iOS und Android verfĂŒgbar
eBook - ePub

Pensieri lenti e veloci

Daniel Kahneman, Laura Serra

Angaben zum Buch
Buchvorschau
Inhaltsverzeichnis
Quellenangaben

Über dieses Buch

Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalitĂ , siasufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotivitĂ per essere in grado di valutare in modoobiettivo le situazioni che deve affrontaree di scegliere, tra varie alternative, quellaper sĂ© piĂč vantaggiosa. Gli studi sul processodecisionale condotti ormai da molti annidal premio Nobel Daniel Kahneman hannomostrato quanto illusoria sia questa convinzionee come, in realtĂ , siamo sempre espostia condizionamenti - magari da parte delnostro stesso modo di pensare - che possonoinsidiare la capacitĂ  di giudicare e di agirelucidamente.
Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'affascinanteesplorazione della mente umana e ci spiegacome essa sia caratterizzata da due processidi pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo(sistema 1), e uno piĂč lento ma anche piĂčlogico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiedeall'attivitĂ  cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quandodobbiamo svolgere compiti che richiedonoconcentrazione e autocontrollo. Efficiente eproduttiva, questa organizzazione del pensieroci consente di sviluppare raffinate competenzee abilitĂ  e di eseguire con relativa facilitĂ operazioni complesse. Ma puĂČ ancheessere fonte di errori sistematici (bias), quandol'intuizione si lascia suggestionare daglistereotipi e la riflessione Ăš troppo pigra percorreggerla.
L'effetto profondo dei bias cognitivi si manifestain tutti gli ambiti della nostra vita, dai progetti per le vacanze al gioco in borsa, e le questioni poste da Kahneman si rivelanospesso spiazzanti: Ăš vero che il successodei trader Ăš del tutto casuale e che l'abilitĂ  finanziariaĂš solo un'illusione? PerchĂ© la pauradi perdere Ăš piĂč forte del piacere di vincere?Come mai gli ultimi anni un po' meno felicidi una vita felice abbassano di molto la felicitĂ totale?Nel rispondere a queste e ad altre domandeanaloghe, affrontate in un vivace e serratodialogo con il lettore, Kahneman componeuna mappa completa della struttura e dellemodalitĂ  di funzionamento del pensiero, fornendocinel contempo preziosi suggerimentiper contrastare i meccanismi mentali «veloci», che ci portano a sbagliare, e sollecitarequelli piĂč «lenti», che ci aiutano a ragionare.

HĂ€ufig gestellte Fragen

Wie kann ich mein Abo kĂŒndigen?
Gehe einfach zum Kontobereich in den Einstellungen und klicke auf „Abo kĂŒndigen“ – ganz einfach. Nachdem du gekĂŒndigt hast, bleibt deine Mitgliedschaft fĂŒr den verbleibenden Abozeitraum, den du bereits bezahlt hast, aktiv. Mehr Informationen hier.
(Wie) Kann ich BĂŒcher herunterladen?
Derzeit stehen all unsere auf MobilgerĂ€te reagierenden ePub-BĂŒcher zum Download ĂŒber die App zur VerfĂŒgung. Die meisten unserer PDFs stehen ebenfalls zum Download bereit; wir arbeiten daran, auch die ĂŒbrigen PDFs zum Download anzubieten, bei denen dies aktuell noch nicht möglich ist. Weitere Informationen hier.
Welcher Unterschied besteht bei den Preisen zwischen den AboplÀnen?
Mit beiden AboplÀnen erhÀltst du vollen Zugang zur Bibliothek und allen Funktionen von Perlego. Die einzigen Unterschiede bestehen im Preis und dem Abozeitraum: Mit dem Jahresabo sparst du auf 12 Monate gerechnet im Vergleich zum Monatsabo rund 30 %.
Was ist Perlego?
Wir sind ein Online-Abodienst fĂŒr LehrbĂŒcher, bei dem du fĂŒr weniger als den Preis eines einzelnen Buches pro Monat Zugang zu einer ganzen Online-Bibliothek erhĂ€ltst. Mit ĂŒber 1 Million BĂŒchern zu ĂŒber 1.000 verschiedenen Themen haben wir bestimmt alles, was du brauchst! Weitere Informationen hier.
UnterstĂŒtzt Perlego Text-zu-Sprache?
Achte auf das Symbol zum Vorlesen in deinem nÀchsten Buch, um zu sehen, ob du es dir auch anhören kannst. Bei diesem Tool wird dir Text laut vorgelesen, wobei der Text beim Vorlesen auch grafisch hervorgehoben wird. Du kannst das Vorlesen jederzeit anhalten, beschleunigen und verlangsamen. Weitere Informationen hier.
Ist Pensieri lenti e veloci als Online-PDF/ePub verfĂŒgbar?
Ja, du hast Zugang zu Pensieri lenti e veloci von Daniel Kahneman, Laura Serra im PDF- und/oder ePub-Format sowie zu anderen beliebten BĂŒchern aus Psicologia & Psicologia cognitiva e cognizione. Aus unserem Katalog stehen dir ĂŒber 1 Million BĂŒcher zur VerfĂŒgung.

Information

Parte quarta

SCELTE

XXV

Gli errori di Bernoulli

Un giorno dei primi anni Settanta, Amos mi diede la copia mimeografata di un articolo dell’economista svizzero Bruno Frey, nel quale si parlava degli assunti psicologici della teoria economica. Ricordo vividamente il colore della copertina, rosso scuro. Bruno Frey quasi non si ricorda nemmeno di aver scritto quel pezzo, ma io sono ancora in grado di recitare a memoria la prima frase: «L’agente della teoria economica Ăš razionale ed egoista, e i suoi gusti non cambiano».
Ero sbalordito. I miei colleghi economisti lavoravano nell’edificio accanto, ma non avevo compreso fino allora la profonda differenza tra i nostri mondi intellettuali. Per uno psicologo, Ăš lapalissiano che le persone non sono nĂ© perfettamente razionali nĂ© del tutto egoiste, e che i loro gusti sono tutto fuorchĂ© stabili. Le nostre due discipline parevano studiare due specie diverse, tanto che in seguito l’economista comportamentale Richard Thaler le soprannominĂČ Â«gli Econ» e «gli Umani».
Diversamente dagli Econ, gli Umani che gli psicologi conoscono hanno un sistema 1. Essi hanno una visione del mondo limitata dalle informazioni disponibili in quel momento (WYSIATI), e quindi non possono essere così logici e coerenti come gli Econ. A volte sono generosi e spesso sono disposti a dare un proprio contributo al gruppo al quale sono legati. Inoltre, non hanno quasi mai idea di che cosa ameranno l’anno prossimo o addirittura domani. Si presentava l’occasione di un interessante dialogo interdisciplinare. Non previdi, allora, che la mia carriera sarebbe stata segnata da quel dialogo.
Poco dopo avermi mostrato l’articolo di Frey, Amos propose che ci concentrassimo, nel nostro progetto successivo, sullo studio del processo decisionale. Non sapevo praticamente nulla dell’argomento, ma lui era un esperto e una star in quel campo, e disse che mi avrebbe istruito. Mentre studiava ancora per la laurea di secondo grado, disse, aveva scritto con un altro autore un manuale, Introduzione alla psicologia matematica,1 e mi invitĂČ a leggerne alcuni capitoli che riteneva costituissero una buona preparazione all’argomento.
Presto appresi che il tema del nostro studio sarebbero stati gli atteggiamenti della gente verso le opzioni di rischio e che avremmo cercato di rispondere a un quesito specifico: quali regole governano le scelte delle persone quando devono decidere tra vari tipi di azzardi semplici e tra azzardi e cose sicure?
Gli azzardi o opzioni di rischio semplici (come «il 40 per cento di probabilitĂ  di vincere 300 dollari») sono per gli studiosi del processo decisionale quello che il moscerino della frutta Ăš per i genetisti. Le scelte tra essi costituiscono un semplice modello che ha alcune importanti caratteristiche in comune con i processi decisionali piĂč complessi, di cui i ricercatori cercano di capire la dinamica. Gli azzardi rappresentano il fatto che le conseguenze delle scelte non sono mai certe. Anche i risultati apparentemente sicuri sono incerti: quando si firma un rogito per acquistare un appartamento, non si sa a quale prezzo si potrĂ  eventualmente venderlo in seguito, nĂ© se il figlio del nostro vicino comincerĂ  presto a studiare la tuba. Tutte le scelte significative che facciamo nella vita recano con sĂ© un elemento di incertezza, ed Ăš per questo che gli studiosi del processo decisionale sperano che alcune delle lezioni apprese nella situazione modello siano applicabili a problemi quotidiani piĂč interessanti. Ma naturalmente il principale motivo per cui quei teorici del processo decisionale studiano gli azzardi semplici Ăš che lo fanno gli altri teorici del processo decisionale.
Esisteva, nel settore, una teoria, la «teoria dell’utilitĂ  attesa», che era alla base del modello dell’agente razionale e che Ăš ancora oggi la piĂč importante teoria delle scienze sociali. La teoria dell’utilitĂ  attesa non si proponeva quale modello psicologico, bensĂŹ come una logica della scelta basata su elementari regole (assiomi) di razionalitĂ . Consideriamo questo esempio:
Se preferiamo una mela a una banana, allora preferiremo anche un 10 per cento di probabilitĂ  di vincere una mela a un 10 per cento di probabilitĂ  di vincere una banana.
La mela e la banana rappresentano qualsiasi oggetto di scelta (comprese le opzioni di rischio), e il 10 per cento di probabilitĂ  rappresenta qualsiasi probabilitĂ . Il matematico John von Neumann, uno dei giganti intellettuali del XX secolo, e l’economista Oskar Morgenstern avevano ricavato la loro teoria della scelta razionale tra opzioni di rischio da una manciata di assiomi. Gli economisti adottarono la teoria dell’utilitĂ  attesa facendole assolvere un duplice ruolo: quello di logica che prescrive come si debbano prendere le decisioni, e quello di descrizione di come gli Econ compiano le loro scelte. Amos e io, perĂČ, eravamo psicologi e ci proponemmo di capire come gli Umani operassero in concreto le loro scelte rischiose, senza fare alcuna assunzione in merito alla loro razionalitĂ .
Mantenemmo la nostra abitudine di passare molte ore al giorno facendo conversazione, a volte in ufficio, altre al ristorante, spesso durante lunghe passeggiate per le quiete strade della bella Gerusalemme. Come avevamo fatto all’epoca in cui studiavamo il giudizio, ci impegnammo in un’attenta analisi delle nostre preferenze intuitive. Ci dedicammo a inventare semplici problemi decisionali e a chiederci in che modo avremmo scelto. Per esempio:
Che cosa preferite?
A. Lanciare una moneta: se viene testa vincete 100 dollari, se viene croce non vincete niente.
B. Ricevere sicuramente 46 dollari.
Non stavamo cercando di capire la scelta piĂč razionale e vantaggiosa: volevamo solo scoprire qual era la scelta intuitiva, quella che appariva istantaneamente allettante. Scegliemmo quasi sempre la stessa opzione. In questo esempio, entrambi avremmo scelto la cosa sicura e anche tu probabilmente faresti lo stesso. Quando convenivamo senza ombra di dubbio su una scelta, ritenevamo (e il giudizio si rivelĂČ quasi sempre corretto) che la maggior parte della gente avrebbe condiviso la nostra preferenza e procedevamo a controllare se disponessimo di prove concrete. Naturalmente sapevamo che avremmo dovuto verificare, in seguito, le nostre intuizioni, ma svolgendo il ruolo sia degli sperimentatori sia delle «cavie» riuscimmo a procedere in fretta.
Cinque anni dopo avere cominciato i nostri studi sulle opzioni di rischio, finalmente portammo a termine un articolo che intitolammo Prospect Theory: An Analysis of Decision under Risk. La nostra teoria era rigorosamente modellata sulla falsariga della teoria dell’utilitĂ  attesa, ma il nostro modello era puramente descrittivo e il suo scopo era di documentare e spiegare le sistematiche violazioni degli assiomi della razionalitĂ  nella scelta tra opzioni di rischio. Sottoponemmo il nostro saggio a «Econometrica», una rivista che pubblica importanti articoli teorici di economia e teoria delle decisioni. La scelta della testata risultĂČ importante: se avessimo pubblicato lo stesso articolo su una rivista di psicologia, avrebbe avuto con tutta probabilitĂ  ben poca influenza in campo economico. Tuttavia la nostra decisione non fu ispirata dal desiderio di influenzare gli economisti: semplicemente, «Econometrica» era la rivista che aveva pubblicato in passato i saggi piĂč autorevoli sul processo decisionale, e noi aspiravamo a essere inclusi in quel novero. In quella e in molte altre scelte, fummo fortunati. La prospect theory si rivelĂČ il lavoro piĂč importante che avessimo mai fatto, e il nostro articolo diventĂČ uno dei piĂč citati nell’ambito delle scienze sociali. Due anni dopo, pubblicammo su «Science» un resoconto degli effetti framing, in cui si esaminavano gli ampi cambiamenti di preferenze causati a volte da variazioni anche minime nella formulazione di un problema di scelta.
Nei primi cinque anni che passammo a studiare il processo decisionale delle persone, appurammo una dozzina di cose riguardo alle scelte tra opzioni di rischio. Parecchi di quei dati sono in netta contraddizione con la teoria dell’utilità attesa. Alcuni erano già stati osservati in precedenza, mentre altri erano nuovi. Poi elaborammo una teoria che modificava la teoria dell’utilità attesa quel tanto da spiegare la nostra serie di osservazioni. Si trattava della prospect theory.
Affrontammo il problema nello spirito della «psicofisica», un settore della psicologia fondato e cosĂŹ denominato dallo psicologo e mistico tedesco Gustav Fechner (1801-1887). Fechner era ossessionato dalla relazione tra mente e materia. Da un lato, egli diceva, vi Ăš una quantitĂ  fisica variabile, come l’intensitĂ  di una luce, la frequenza di un suono, la quantitĂ  di una somma di denaro; dall’altro vi Ăš un’esperienza soggettiva di luminositĂ , tonalitĂ  e valore. Misteriosamente, le variazioni della quantitĂ  fisica provocano variazioni dell’intensitĂ  o qualitĂ  dell’esperienza soggettiva. Fechner si proponeva di scoprire le leggi psicofisiche che collegano la quantitĂ  soggettiva nella mente dell’osservatore con la quantitĂ  oggettiva nel mondo materiale. IpotizzĂČ che per molte dimensioni la funzione fosse logaritmica, ovvero che in pratica l’aumento di un dato fattore (poniamo di 1,5 o 10 volte) dell’intensitĂ  dello stimolo desse sempre lo stesso incremento sulla scala psicologica. Se aumentare la potenza del suono da 10 a 100 unitĂ  di energia fisica aumenta l’intensitĂ  psicologica di 4 unitĂ , un ulteriore incremento dell’intensitĂ  dello stimolo da 100 a 1000 aumenterĂ  l’intensitĂ  psicologica di altre 4 unitĂ .

L’errore di Bernoulli

Come Fechner sapeva bene, non era stato lui il primo a cercare una funzione che collegasse l’intensitĂ  psicologica con la grandezza fisica dello stimolo. Nel 1738, lo scienziato svizzero Daniel Bernoulli aveva anticipato il suo ragionamento applicandolo alla relazione tra il valore psicologico o la desiderabilitĂ  del denaro (oggi chiamata «utilità») e la quantitĂ  concreta di denaro. Egli sosteneva che un dono di 10 ducati avesse per una persona giĂ  in possesso di 100 ducati la stessa utilitĂ  di un dono di 20 ducati per una persona la cui ricchezza corrente consistesse in 200 ducati. Bernoulli aveva ragione, naturalmente: noi di norma parliamo delle variazioni di reddito in termini di percentuali, come quando diciamo «ha avuto un aumento del 30 per cento». L’idea Ăš che un aumento del 30 per cento induca una reazione psicologica abbastanza simile nei ricchi e nei poveri, cosa che un aumento di 100 dollari non farebbe.2 Come nella legge di Fechner, la reazione psicologica alla variazione di ricchezza Ăš inversamente proporzionale alla quantitĂ  iniziale di ricchezza, e porta alla conclusione che l’utilitĂ  Ăš una funzione logaritmica della ricchezza. Se tale funzione Ăš esatta, la stessa distanza psicologica separa 100.000 dollari da un milione di dollari, e 10 milioni di dollari da 100 milioni di dollari.3
Bernoulli attinse alla sua intuizione psicologica sull’utilità della ricchezza per proporre un metodo radicalmente nuovo di valutare gli azzardi, un argomento importante per i matematici della sua epoca. Prima di lui, i matematici avevano assunto che le opzioni di rischio fossero valutate in base al valore atteso, una media ponderata dei possibili risultati dove ciascun risultato ù ponderato in base alla sua probabilità. Per esempio, il valore atteso di:
L’80 per cento di probabilità di vincere 100 dollari e il 20 per cento di vincerne 10
ù 82 dollari (0,8 × 100 + 0,2 × 10)
Ora prova a chiederti che cosa preferiresti ricevere in dono, questa opzione di rischio o 80 dollari sicuri? Quasi tutti preferiscono la cosa sicura. Se le persone valutassero le prospettive incerte in base al loro valore atteso, sceglierebbero di scommettere, perchĂ© 82 dollari sono piĂč di 80. Bernoulli sottolineĂČ che la gente in realtĂ  non valuta le opzioni di rischio in questo modo.
Egli osservĂČ che le persone in genere detestano il rischio (la probabilitĂ  di ricevere il risultato piĂč basso possibile), e se viene loro offerta la scelta tra una scommessa e una somma uguale al suo valore atteso, scelgono la cosa sicura. Anzi, un decisore avverso al rischio sceglierĂ  una cosa sicura che Ăš inferiore al valore atteso, pagando di fatto un premio per evitare l’incertezza. Un secolo prima di Fechner, Bernoulli inventĂČ la psicofisica per spiegare questa avversione al rischio. La sua idea era semplice: le scelte della gente non si basano su valori in dollari, ma sui valori psicologici dei risultati, le loro utilitĂ . Il valore psicologico di un azzardo non Ăš quindi la media ponderata dei suoi possibili risultati in dollari, ma Ăš la media delle utilitĂ  di questi risultati, ciascuna ponderata in base alla sua probabilitĂ .
La tabella 25.1 mostra una versione della funzione di utilità calcolata da Bernoulli, e presenta l’utilità di diversi livelli di ricchezza, da uno a dieci milioni.
Tabella 25.1.
Ricchezza (milioni) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
UnitĂ  di utilitĂ  10 30 48 60 70 78 84 90 96 100
Come si vede, aggiungere un milione a una ricchezza di un milione dĂ  un incremento di venti punti di utilitĂ , mentre aggiungere un milione a una ricchezza di nove milioni aggiunge solo quattro punti. Bernoulli ipotizzĂČ che il valore marginale decrescente della ricchezza (nel gergo moderno) spiegasse l’avversione al rischio, la comune preferenza che la gente di solito mostra per le cose sicure rispetto alle opzioni di rischio favorevoli di valore atteso uguale o leggermente superiore. Consideriamo questa opzione:
Uguale probabilitĂ  di avere 1 o 7 milioni UtilitĂ : (10 + 84) : 2 = 47
oppure
Avere sicuramente 4 milioni UtilitĂ : 60
Il valore atteso dell’azzardo e la «cosa sicura» sono uguali sotto il profilo del denaro (4 milioni), ma le utilitĂ  psicologiche delle due opzioni sono diverse, a causa dell’utilitĂ  decrescente della ricchezza: l’incremento di utilitĂ  da 1 a 4 milioni Ăš 50 u...

Inhaltsverzeichnis