La fattoria degli animali
eBook - ePub

La fattoria degli animali

George Orwell, Michele Mari

Buch teilen
  1. 156 Seiten
  2. Italian
  3. ePUB (handyfreundlich)
  4. Über iOS und Android verfĂŒgbar
eBook - ePub

La fattoria degli animali

George Orwell, Michele Mari

Angaben zum Buch
Buchvorschau
Inhaltsverzeichnis
Quellenangaben

Über dieses Buch

«I particolari concreti della vicenda mi vennero in mente il giorno in cui (allora vivevo in un piccolo villaggio) vidi un bambino sui dieci anni che spingeva per un angusto viottolo un enorme cavallo da tiro, frustandolo ogni volta che cercava di voltarsi. Mi colpÏ l'idea che se animali come quello riuscissero ad acquistare coscienza della propria forza saremmo impotenti contro di loro, e che gli uomini sfruttano gli animali in modo analogo a come i ricchi sfruttano i proletari. Presi allora ad analizzare la teoria marxista dal punto di vista degli animali.

Per la simmetria del racconto, i vari episodi, pur essendo tratti da fatti reali della Rivoluzione russa, vengono presentati in modo schematico e secondo un diverso ordine cronologico.

Alcuni lettori possono riportare l'impressione che il libro termini con la completa riconciliazione fra i maiali e gli esseri umani. Non intendevo dire questo: al contrario, io volevo che finisse con una stridente nota di discordia, poiché ho scritto quella parte immediatamente dopo la Conferenza di Teheran, che tutti pensavano avesse stabilito le migliori relazioni possibili fra l'URSS e l'Occidente. Personalmente non credevo che tali rapporti sarebbero rimasti buoni a lungo; e, come i fatti hanno poi dimostrato, non sbagliavo di molto.» George Orwell (1945)

HĂ€ufig gestellte Fragen

Wie kann ich mein Abo kĂŒndigen?
Gehe einfach zum Kontobereich in den Einstellungen und klicke auf „Abo kĂŒndigen“ – ganz einfach. Nachdem du gekĂŒndigt hast, bleibt deine Mitgliedschaft fĂŒr den verbleibenden Abozeitraum, den du bereits bezahlt hast, aktiv. Mehr Informationen hier.
(Wie) Kann ich BĂŒcher herunterladen?
Derzeit stehen all unsere auf MobilgerĂ€te reagierenden ePub-BĂŒcher zum Download ĂŒber die App zur VerfĂŒgung. Die meisten unserer PDFs stehen ebenfalls zum Download bereit; wir arbeiten daran, auch die ĂŒbrigen PDFs zum Download anzubieten, bei denen dies aktuell noch nicht möglich ist. Weitere Informationen hier.
Welcher Unterschied besteht bei den Preisen zwischen den AboplÀnen?
Mit beiden AboplÀnen erhÀltst du vollen Zugang zur Bibliothek und allen Funktionen von Perlego. Die einzigen Unterschiede bestehen im Preis und dem Abozeitraum: Mit dem Jahresabo sparst du auf 12 Monate gerechnet im Vergleich zum Monatsabo rund 30 %.
Was ist Perlego?
Wir sind ein Online-Abodienst fĂŒr LehrbĂŒcher, bei dem du fĂŒr weniger als den Preis eines einzelnen Buches pro Monat Zugang zu einer ganzen Online-Bibliothek erhĂ€ltst. Mit ĂŒber 1 Million BĂŒchern zu ĂŒber 1.000 verschiedenen Themen haben wir bestimmt alles, was du brauchst! Weitere Informationen hier.
UnterstĂŒtzt Perlego Text-zu-Sprache?
Achte auf das Symbol zum Vorlesen in deinem nÀchsten Buch, um zu sehen, ob du es dir auch anhören kannst. Bei diesem Tool wird dir Text laut vorgelesen, wobei der Text beim Vorlesen auch grafisch hervorgehoben wird. Du kannst das Vorlesen jederzeit anhalten, beschleunigen und verlangsamen. Weitere Informationen hier.
Ist La fattoria degli animali als Online-PDF/ePub verfĂŒgbar?
Ja, du hast Zugang zu La fattoria degli animali von George Orwell, Michele Mari im PDF- und/oder ePub-Format sowie zu anderen beliebten BĂŒchern aus Letteratura & Classici. Aus unserem Katalog stehen dir ĂŒber 1 Million BĂŒcher zur VerfĂŒgung.

Information

Verlag
Mondadori
Jahr
2019
ISBN
9788852021701

VIII

Qualche giorno dopo, scemato il terrore provocato dalle esecuzioni, alcuni animali si ricordarono – o credettero di ricordare – che il Sesto Comandamento diceva: “Nessun animale ucciderĂ  un altro animale”. E benchĂ© nessuno ci tenesse a farne parola in presenza dei maiali o dei cani, sentivano che le esecuzioni non si conciliavano con quel principio. Trifoglio chiese a Beniamino di leggerle il Sesto Comandamento, e quando Beniamino, al suo solito, disse che non voleva immischiarsi in tali faccende, si rivolse a Muriel. Muriel le lesse il Comandamento. Diceva: “Nessun animale ucciderĂ  un altro animale senza motivo”. In un modo o nell’altro le ultime due parole erano svanite dalla memoria degli animali. Ma ora essi presero atto che il Comandamento non era stato violato, perchĂ© evidentemente c’erano dei buoni motivi per uccidere i traditori alleati a Palla di Neve.
Durante quell’anno gli animali lavorarono ancora piĂč duramente di quanto avessero lavorato l’anno precedente. Ricostruire il mulino a vento, con muri spessi il doppio rispetto a prima, e terminarlo entro la data stabilita, unitamente al regolare lavoro della fattoria, costĂČ una fatica tremenda. C’erano delle volte in cui agli animali sembrava di lavorare piĂč a lungo e di non mangiare piĂč di quanto facessero all’epoca di Jones. La domenica mattina Squillo, tenendo nella zampa una lunga striscia di carta, leggeva loro liste di cifre secondo le quali la produzione di ogni genere alimentare era cresciuta del duecento per cento, del trecento per cento, o a seconda del caso anche del cinquecento per cento. Gli animali non vedevano ragioni per non credergli, tanto piĂč che non ricordavano molto bene come si vivesse prima della Rivoluzione. E tuttavia, c’erano giorni in cui avrebbero preferito avere meno cifre e piĂč cibo.
Ora tutti gli ordini venivano diramati attraverso Squillo o uno degli altri maiali. Napoleone non si faceva vedere in pubblico piĂč di una volta ogni due settimane. Quando compariva era accompagnato non solo dalla sua scorta di cani, ma anche da un galletto nero che marciava davanti a lui e faceva da trombettiere, emettendo un forte “chicchirichì” prima che Napoleone parlasse. Anche nella casa colonica, si diceva, Napoleone abitava in un appartamento separato dagli altri. Mangiava da solo, con due cani che lo servivano, e usava sempre il servizio da tavola Crown Derby che era stato esposto nella credenza del salotto. Fu anche annunciato che ogni anno il fucile avrebbe fatto fuoco nel giorno del compleanno di Napoleone, cosĂŹ come negli altri due anniversari.
Ora non si parlava piĂč di Napoleone semplicemente come di “Napoleone”. Ci si riferiva a lui in stile formale, con espressioni come “il nostro Capo, il Compagno Napoleone”, e ai maiali piaceva inventare per lui titoli come Padre di Tutti gli Animali, Terrore dell’UmanitĂ , Protettore dell’Ovile, Amico degli Anatroccoli, eccetera. Nei suoi discorsi Squillo, con le lacrime che gli rigavano le guance, parlava della saggezza di Napoleone, della sua bontĂ  d’animo, e del profondo amore che aveva per tutti gli animali di ogni dove, anche e specialmente per i miseri animali che vivevano ancora nell’ignoranza e nella schiavitĂč in altre fattorie.
Si era presa l’abitudine di dare a Napoleone il merito di ogni impresa compiuta con successo e di ogni caso propizio. Si udiva spesso una gallina dire all’altra: «Sotto la guida del nostro Capo, il Compagno Napoleone, ho deposto cinque uova in sei giorni»; o due mucche, mentre si abbeveravano allo stagno, esclamare: «Grazie all’autoritĂ  del Compagno Napoleone, quant’ù buona quest’acqua!». Il sentimento generale alla fattoria venne espresso in una poesia intitolata Compagno Napoleone; composta da Minimus, recitava cosĂŹ:
Tu grande amico dell’orfanità,
vera fontana di felicitĂ !
Signore del secchio schiumoso,
quando io vedo il tuo occhio imperioso
oh non sai come mi accendono l’alma
la sua forza il suo ardor la sua calma
quali in ciel son d’un sole raggiante,
Napoleone mio gran comandante!
Alla tua gente tu dai con amore
quello che piĂč le sta dentro al cuore:
due volte al giorno lo stomaco pieno
e rotolarsi in tanto bel fieno.
Ogni animale sia grosso o pusillo
nella sua stalla si dorme tranquillo.
Su ogni cosa tu poni il tuo sguardo
Napoleone mio gran baluardo.
E se un lattonzolo poi mi nascesse,
prima che ancor grandicello si fesse
piĂč d’un boccale o di un mattarello,
stampata giĂ  avrebbe nel suo cervello
fedeltĂ  a te fin quando egli viva,
e il primo suo strillo suoni ad evviva
per Napoleone, evviva ed evviva!
Napoleone approvĂČ la poesia, e la fece trascrivere sulla parete del grande granaio opposta ai Sette Comandamenti. Era sormontata da un suo ritratto di profilo, eseguito da Squillo con la vernice bianca.
Nel frattempo, grazie alla mediazione di Whymper, Napoleone era in complesse trattative con Frederick e con Pilkington. La catasta di legno doveva ancora essere venduta. Dei due, Frederick era il piĂč impaziente di impossessarsene, ma non offriva un prezzo ragionevole. Al contempo si rinnovarono le voci per cui Frederick e i suoi uomini stessero progettando di attaccare la Fattoria degli Animali e distruggere il mulino, la cui costruzione aveva suscitato in lui una furiosa gelosia. E si sapeva che Palla di Neve era ancora nascosto nella fattoria Pinchfield.
Nel pieno dell’estate gli animali si allarmarono udendo che tre galline si erano presentate per confessare che, ispirate da Palla di Neve, avevano preso parte a una congiura per uccidere Napoleone. Furono immediatamente giustiziate, e si presero nuove misure per la sicurezza di Napoleone. Di notte quattro cani facevano la guardia al suo letto, uno ad ogni angolo, e un giovane maiale di nome Occhiorosa ricevette l’incarico di assaggiare tutto il suo cibo prima che lo mangiasse lui, a scanso che fosse avvelenato.
Circa nel medesimo periodo risultĂČ che Napoleone si era accordato per vendere la catasta di legno al signor Pilkington; si accingeva anche a entrare in un accordo permanente per lo scambio di certi prodotti fra la Fattoria degli Animali e Foxwood. I rapporti fra Napoleone e Pilkington, sebbene si svolgessero solo per il tramite di Whymper, erano ora quasi amichevoli. Gli animali non si fidavano di Pilkington, in quanto essere umano, ma lo preferivano di gran lunga a Frederick, che temevano e odiavano.
Quando l’estate volgeva al termine, e il mulino si avviava a compimento, le voci di un imminente attacco a tradimento si fecero sempre piĂč forti. Frederick, si diceva, voleva guidare contro di loro venti uomini armati di fucile, e aveva giĂ  corrotto i magistrati e la polizia in modo che, una volta impossessatosi dei titoli di proprietĂ  della Fattoria degli Animali, non facessero troppe domande. PerdipiĂč, fuoriuscivano da Pinchfield storie terribili sulle crudeltĂ  praticate da Frederick sui suoi animali: aveva frustato a morte un cavallo, fatto morir di fame le sue mucche, ucciso un cane gettandolo nella fornace, e la sera si divertiva a far combattere i galli con schegge di lamette fissate ai loro artigli. Il sangue degli animali ribolliva di rabbia all’udire che ai loro compagni venivano fatte queste cose, e a volte chiedevano a gran voce di poter uscire in massa e attaccare la fattoria Pinchfield, cacciarne gli umani e liberare gli animali. Ma Squillo consigliava di evitare azioni avventate e di avere fiducia nella strategia del Compagno Napoleone.
Tuttavia il risentimento contro Frederick rimaneva alto. Una domenica mattina Napoleone apparve nel granaio e spiegĂČ che mai, in nessun momento, aveva pensato di vendere la catasta di legno a Frederick; riteneva al di sotto della sua dignitĂ , disse, avere a che fare con lestofanti di quella risma. Ai piccioni, che venivano ancora inviati a diffondere notizie della Rivoluzione, fu vietato di posarsi su qualsiasi punto di Foxwood; e ricevettero l’ordine di abbandonare il vecchio slogan “Morte all’umanità” per sostituirlo con “Morte a Frederick”.
Sul finire dell’estate fu smascherata un’altra macchinazione di Palla di Neve. Tutto il raccolto era pieno di erbacce, e si appurĂČ che in una delle sue visite notturne Palla di Neve aveva mischiato ai semi di frumento semi di gramigna. Un papero coinvolto nella congiura aveva confessato il suo crimine a Squillo, dopodichĂ© si suicidĂČ immediatamente ingoiando delle bacche velenose di belladonna. Gli animali appresero anche che Palla di Neve non aveva mai ricevuto (come molti di loro avevano creduto fino a quel momento) l’ordine di Eroe Animale di Prima Classe: era solo una leggenda diffusa dallo stesso Palla di Neve poco dopo la Battaglia della Stalla. Anzi: ben lungi dal ricevere una decorazione, era stato biasimato per essersi mostrato un codardo in battaglia. Ancora una volta alcuni animali udirono ciĂČ con un certo smarrimento, ma Squillo riuscĂŹ presto a convincerli che la loro memoria aveva preso un abbaglio.
In autunno, grazie a un tremendo ed estenuante sforzo – poichĂ© quasi contemporaneamente bisognava fare il raccolto – il mulino a vento fu terminato. I macchinari dovevano ancora essere installati, e Whymper ne stava trattando l’acquisto, ma la struttura era completata. A dispetto di ogni difficoltĂ , dell’inesperienza, degli strumenti rudimentali, della cattiva sorte e del tradimento di Palla di Neve, l’opera era stata compiuta puntualmente nel giorno stabilito. Stremati ma orgogliosi, gli animali camminavano tutt’intorno al loro capolavoro, che ai loro occhi sembrava ancora piĂč bello di quando era stato edificato la prima volta. PerdipiĂč, i muri erano spessi il doppio di prima. Questa volta nulla, fuorchĂ© l’esplosivo, li avrebbe abbattuti! E quando pensarono a come avevano lavorato, a quanti scoramenti avevano superato, e all’enorme differenza che ci sarebbe stata nella loro vita quando le pale si fossero messe a girare e le dinamo a funzionare – quando pensarono a tutto questo la stanchezza li abbandonĂČ e si misero a saltare tutt’attorno al mulino lanciando grida di trionfo. Seguito dai suoi cani e dal suo galletto, Napoleone venne a osservare l’opera compiuta; si congratulĂČ personalmente con gli animali per la loro impresa, e annunciĂČ che il mulino si sarebbe chiamato Mulino Napoleone.
Due giorni dopo gli animali furono convocati per un’assemblea straordinaria nel granaio. Rimasero senza parole dallo stupore quando Napoleone annunciĂČ che aveva venduto la catasta di legno a Frederick: il giorno dopo sarebbero arrivati i suoi carri e avrebbero incominciato il trasporto. Durante tutto il periodo della sua apparente amicizia con Pilkington, Napoleone aveva in realtĂ  condotto trattative segrete con Frederick. Ogni rapporto con Foxwood era stato interrotto, e si erano mandati a Pilkington dei messaggi offensivi. Ai piccioni era stato detto di evitare la fattoria Pinchfield e di cambiare il loro slogan da “Morte a Frederick” in “Morte a Pilkington”.
Allo stesso tempo Napoleone assicurĂČ gli animali che le storie di un imminente attacco alla loro fattoria erano del tutto prive di fondamento, e che i racconti sulla crudeltĂ  di Frederick verso i propri animali erano stati di molto ingigantiti. Probabilmente tutte quelle voci erano state diffuse da Palla di Neve e dai suoi agenti. Era ora evidente che Palla di Neve, dopo tutto, non era nascosto alla fattoria Pinchfield, anzi che di fatto non ci era mai stato in vita sua: da diversi anni viveva invece – in un notevole lusso, si diceva – a Foxwood, ospite di Pilkington.
I maiali erano entusiasti dell’astuzia di Napoleone: simulando amicizia con Pilkington aveva costretto Frederick ad alzare la sua offerta di dodici sterline! Ma la qualità superiore della mente di Napoleone, diceva Squillo, era dimostrata dal fatto che non si fidasse di nessuno, nemmeno di Frederick. Questi aveva preteso di pagare il legname con una cosa chiamata assegno, che sembrava essere un pezzo di carta con una promessa di pagamento scritta sopra. Ma Napoleone era troppo intelligente per lui: aveva preteso un pagamento in vere banconote da cinque sterline, da consegnarsi prima che il legno fosse spostato. Frederick aveva già pagato; e la somma versata era appunto sufficiente ad acquistare i macchinari per il mulino. Intanto il legname venne portato via di gran carriera. Terminata l’operazione, ci fu una speciale assemblea nel granaio in modo che gli animali potessero vedere le banconote di Frederick con i propri occhi.
Con un sorriso beato, ed esibendo entrambe le sue onorificenze, Napoleone se ne stava sopra una lettiera di paglia sulla piattaforma, con il denaro al suo fianco, accuratamente posato su un piatto di porcellana proveniente dalla cucina della casa colonica. Gli animali sfilarono lentamente, e ognuno poté osservare a suo agio. Gondrano protese il naso per annusare le banconote, e quelle cose bianche e fragili ondeggiarono e frusciarono sotto il suo fiato.
Tre giorni dopo ci fu un tremendo strepito. Whymper, mortalmente pallido in volto, venne su per il sentiero correndo sulla sua bicicletta, la gettĂČ a terra nell’aia e si precipitĂČ alla casa colonica. Un attimo dopo, dall’appartamento di Napoleone, risuonĂČ un ruggito soffocato. La notizia di cos’era successo si sparse per la fattoria come un incendio: le banconote erano false! Frederick si era preso il legno senza pagare!
Subito Napoleone radunĂČ gli animali, e con una voce spaventosa pronunciĂČ la sentenza di morte per Frederick. Una volta catturato, disse, Frederick doveva essere bollito vivo. Allo stesso tempo garantĂŹ che dopo quell’azione sleale ci si doveva attendere il peggio, perchĂ© Frederick e i suoi uomini potevano effettuare in qualsiasi momenti l’attacco atteso da tempo. A tutti gli accessi alla fattoria vennero piazzate delle sentinelle. In aggiunta, vennero inviati quattro piccioni a Foxwood con un messaggio conciliante, che si sperava potesse ristabilire buoni rapporti con Pilkington.
Proprio il mattino seguente ci fu l’attacco. Gli animali stavano facendo colazione quando arrivarono di corsa le vedette riferendo che Frederick e i suoi seguaci avevano già varcato il cancello. Con non poco coraggio gli animali si slanciarono in avanti per affrontarli, ma questa volta non riportarono una vittoria così facile come quella della Battaglia della Stalla. C’erano quindici uomini, con una mezza dozzina di fucili fra tutti, e appena furono a una distanza di cinquanta iarde aprirono il fuoco. Gli animali non poterono far fronte alle terribili esplosioni e ai pallini brucianti, e nonostante gli sforzi di Napoleone e di Gondrano per mantenere le fila furono presto respinti. Molti di loro erano già feriti. Si rifugiarono nei fabbricati della fattoria e sbirciarono prudentemente dalle fessure e dagli spiragli nel legno.
Tutto il grande pascolo, compreso il mulino, era nelle mani del nemico. Per il momento nemmeno Napoleone sembrava saper cosa fare: camminava su e giĂč senza parlare, con la coda rigida che si muoveva a scatti. Sguardi di desiderio furono indirizzati alla volta di Foxwood: se Pilkington e i suoi uomini fossero venuti ad aiutarli, la battaglia poteva ancora essere vinta. Ma proprio in quel momento i quattro piccioni inviati il giorno prima fecero ritorno: uno di loro portava un pezzo di carta da parte di Pilkington; sopra c’erano scritte le parole “Ben vi sta!”.
Nel frattempo Frederick e i suoi uomini si erano fermati attorno al mulino. Gli animali li osservavano, e un mormorio di costernazione corse fra di loro. Due uomini avevano tirato fuori un palanchino e una mazza: si accingevano ad abbattere il mulino a vento.
«Impossibile!» esclamĂČ Napoleone. «Abbiamo costruito muri troppo spessi perchĂ© ci ries...

Inhaltsverzeichnis