Milano, maggio 1940. Tra poche settimane l‘Italia entrerà in guerra.
Sul sagrato del Duomo le legioni femminili della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) ricevono i labari dei reparti. La cerimonia è presenziata dal ministro degli Esteri, Galeazzo Ciano.
Estate 1941. Un gruppo di bagnanti a Riccione, la spiaggia preferita da Mussolini
Per risparmiare il cuoio si confezionano sandali con suola di sughero e tomaia in stoffa. Il sandalo della foto ha la tomaia in pizzo macramé.
La Regina Elena (prima a destra nella foto) presenzia una cerimonia nell’Istituto Germanico di Roma. A fianco della Regina, tra due signore non identificate, il Governatore della città, principe Gian Giacomo Borghese. Sullo sfondo un gonfalone con la svastica nazista.
Ragazze in bicicletta a Forte dei Marmi. La campagna contro gli abiti sconvenienti raggiungerà il culmine quando verrà vietato e punito l’uso dei pantaloni.
Giovani attrici a una festa. Si riconoscono, da sinistra, Laura Solari e Luisella Beghi.
Di gusto vagamente militare la redingote avvitata, con decorazioni di pelliccia sulle spalle e all’orlo
Una rara fotografia di Claretta Petacci, con una princesse di lamé dorato. Claretta, la sorella e la madre si vestivano presso una celebre sartoria di Milano.
Si lavora per i soldati al fronte.
Riconoscimenti, premi e agevolazioni sono previsti per le famiglie numerose. Qui una polizza di assicurazione offerta dal Duce.
I primi richiamati partono in un clima quasi di festa.
Anche le organizzazioni femminili vengono mobilitate per la difesa antiaerea. In realtà il paese era del tutto impreparato ai bombardamenti; i rifugi erano pochi e malsicuri. Nella foto grande: una sfilata a Roma; in basso: due ragazze dell’U.N.P.A.
Si mettono a coltura tutti gli spazi verdi nelle città. Due giovani donne lavorano un’aiuola trasformata in Orto di guerra.
I giardini del piazzale della stazione di Milano vengono arati prima della semina.
La pasta, il riso, il pane, l’olio, lo zucchero, il sapone, tutto viene progressivamente sottoposto a tesseramento. Le razioni sono insufficienti e la distribuzione è irregolare. Per questo quando viene annunciato l’arrivo della pasta si formano lunghe file di fronte ai negozi.
Un negoziante taglia il bollino che corrisponde alla razione.
Una carta annonaria per generi alimentari. A ogni tagliando corrispondeva una certa quantità di riso, di pasta, di olio. Alla fine del 1941 venne introdotto il tesseramento anche per gli abiti, la stoffa, il filo da cucire.
Una donna fascista controlla i prezzi in un mercato di Roma.
Distribuzione di un pranzo agli sfollati al Circolo di S. Pietro di Roma.
Napoli. I bombardamenti hanno danneggiato l’acquedotto. Ci si mette in fila con fiaschi e recipienti per ricevere una razione d’acqua dalle autobotti.
(Foto di Robert Capa)
Due donne preparano una minestra in una cucina improvvisata, nel corridoio di uno stabile che ospita gli sfollati.
Distribuzione di maschere antigas.
Una famiglia trasporta su un carretto le sue masserizie recuperate dopo un bombardamento.
Donne alla ricerca dell’acqua a Roma.
Una donna fruga tra le macerie alla ricerca di qualcosa che possa ancora esserle utile.
Una sosta dopo un bombardamento: prima di raccogliere le proprie cose, si mangia un boccone per la strada.
Con la guerra cadono le misure fasciste di scoraggiamento al lavoro delle donne. Le donne chiedono di essere impiegate al posto degli uomini che partono militari.
Da sinistra a destra: allieve in una scuola per autisti a Treviso, una scuola di taglio a Firenze, donne addette alla motoaratura in provincia di Milano.
Le donne vengono largamente impiegate nei servizi pubblici, ma sempre con contratti a termine che ne consentiranno alla fine della guerra il licenziamento. A Milano una ragazza tranviera manovra gli scambi. Sopra: una giovane prende le consegne da un bigliettaio su un tram di Roma.
Una giovane prende le consegne da un bigliettaio su un tram di Roma.
L’8 settembre: una giovane donna accompagna un soldato sbandato.
Signore e signorine della comunità italiana di Berlino confezionano indumenti per la Croce Rossa.
Milano, 26 luglio, si festeggia la fine del fascismo. A sinistra: l’8 settembre: una giovane donna accompagna un soldato sbandato.
Partigiani prigionieri vengono fatti sfilare con un cartello che li definisce banditi. In testa c’è una donna. Tra breve verranno fucilati. Nella foto piccola in alto: una staffetta a colloquio con il suo comandante.
Prime immagini dell’Italia liberata. Un soldato di colore USA con due ragazze romane.
Il mercato nero è ormai uscito allo scoperto. Qui bancarelle per la vendita di sigarette americane.
Il pianto delle donne napoletane ai funerali dei morti delle 4 giornate. (Foto di Robert Capa)
La guerra è finita. Un gruppo di partigiane e partigiani nel pistoiese ancora in armi.
Sfilano a Bologna le donne che hanno preso parte alla lotta partigiana.