1. Di che cosa stiamo parlando?
Come sorvolando un pianeta inesplorato per la prima volta non tutto potrĂ subito essere chiaro nei dettagli, eppure il fascino della visione dâinsieme Ăš unâesperienza irresistibile e privartene sarebbe un sacrilegio.
Dal finestrino del tuo velivolo quello che ti appare subito evidente Ăš che tutte le strane â e talvolta oscure â parole che descrivono gli oggetti del criptomondo delineano qualcosa che non hai mai visto prima: sei al cospetto di una rivoluzione culturale.
Di Bitcoin hai certo sentito parlare e probabilmente sai che si tratta di una valuta digitale decentralizzata. Anche se definire il Bitcoin (btc) una valuta potrebbe ricevere qualche obiezione. Per ora ci puĂČ bastare e certo la moneta digitale non Ăš una grande novitĂ . Infatti, bancomat e carte di credito, ormai da molti anni, ci hanno reso estremamente familiare lâaccesso digitale al denaro. Anche se da noi resiste il fascino del caro (nel senso che ci costa molto), vecchio contante, che ci fa fare ancora brutte figure nel confronto con i nostri concittadini europei.
Nellâultimo termine â decentralizzata â sta invece la rivoluzione.
Che Bitcoin sia una valuta decentralizzata significa in pratica che non câĂš un âsignor Bitcoinâ.
Non esiste, infatti, alcun governo o organizzazione o istituzione, tipo Banca Centrale, che produca, gestisca, sostenga o sponsorizzi il btc ed Ăš letteralmente la prima volta che qualcosa di simile accade nella storia dellâumanitĂ . Con il bitcoin non câĂš il signoraggio, cioĂš il potere esclusivo di qualche autoritĂ di battere moneta e di obbligare ad accettarla, per compiere pagamenti.
Nonostante questa apparente mancanza, Bitcoin Ăš in grado di consentire transazioni abbastanza veloci, soprattutto sicure, senza alcun bisogno di riferirsi a terze parti nel ruolo di garanti, con costi bassi ed accesso disponibile ovunque sia presente internet.
Dopo che la posta Ăš diventata elettronica â e alla fine degli anni â80 non ci avrebbe creduto nessuno â dopo che la musica e i film si sono trasferiti dai nastri e dai cd al cloud e allo streaming, Ăš davvero fantascientifico pensare che il prossimo futuro vedrĂ la digitalizzazione anche del denaro e del sistema bancario?
Se stiamo facendo questo viaggio insieme probabilmente sei giĂ dâaccordo con questa prospettiva â o almeno non la ritieni impossibile â ma ti scontri spesso con scettici profeti di sventura che dallâalto della loro superba disinformazione sanciscono la fallacia di un sistema di cui ignorano praticamente tutto. Non ti curar di loro, ma guarda e passa... magari hanno ragione, dopotutto chi mai potrebbe essere interessato ad uno strumento per trasferire valore dai costi marginali pressochĂ© nulli, disponibile 24 ore al giorno e 7 giorni a settimana senza bisogno di alcun intermediario?
In questa direzione oggi Bitcoin Ăš sicuramente in testa alla classifica tra i vari progetti che mirano a configurarsi come infrastrutture digitali per lo scambio di valore.
Ricapitoliamo i suoi punti di forza:
âą decentralizzato â non sottosta ad una autoritĂ ;
âą permissionless (senza autorizzazione) â nessuno puĂČ venir escluso dalla partecipazione al suo network, come dire che Ăš impossibile qualsiasi forma di discriminazione;
âą resistente alla censura;
âą accesso aperto ed illimitato â Ăš sempre possibile interagire con la rete;
âą quasi gratuito;
âą senza confine â arriva ovunque arrivi una qualsiasi connessione internet;
âą sovranazionale â vedremo nellâultima parte che ancora non esiste una specifica giurisdizione;
âą sicuro â Ăš impossibile falsificare o alterare in qualunque maniera una transazione in btc;
âą resiliente â per quanto in molti ci abbiano provato, a tuttâoggi btc Ăš stato inarrestabile.
Cripto storie
Proprio sulla resilienza di Bitcoin vogliamo condividere la storia di uno dei primi attentati ai quali esso Ăš sapientemente sopravvissuto.
Correva lâanno 2013, Bitcoin era poco piĂč che bambino allâepoca (il suo creatore aveva pubblicato il primo libro nel 2008), quando a dicembre la Peopleâs Bank of China si pronunciĂČ improvvisamente contro qualsiasi utilizzo di Bitcoin e in generale di criptovalute.
Allâepoca quasi nessun occidentale aveva mai sentito neppure nominare questi oggetti, mentre nel lontano oriente si muoveva giĂ lâ80% del criptomercato che allâepoca valeva appena una decina di miliardi di dollari. Poco dopo, il 19 gennaio del 2014 fu caldamente consigliato ad Alibaba (lâAmazon cinese, anchâesso quasi sconosciuto ai piĂč, allâepoca dei fatti) di rimuovere dalle sue pagine web i prezzi delle merci in Bitcoin.
Il colpo ebbe, come si puĂČ immaginare, un impatto notevole e btc vide dimezzare il suo valore, che scese in poche settimane da quota 1200$ a circa 600$. Ma non finisce qui.
Infatti a febbraio la principale istituzione finanziaria che permette lo scambio tra Bitcoin e dollari: Mt Gox, fallisce lasciando un buco del valore di 450 milioni di dollari, tutti sulle spalle dei suoi utenti. Una cifra non enorme rispetto ad altri e ben piĂč dannosi scandali finanziari che la Grande Recessione ci ha messo davanti agli occhi e alle âtascheâ. Ma basta il fallimento Mt Gox per gettare altri dubbi sui pericoli del Bitcoin.
A tuttâoggi non Ăš ancora stata chiarita la natura della frode. In compenso, come vedremo piĂč avanti, abbiamo raffinato semplici, ma piĂč sofisticati e vorremmo dire infallibili, strumenti per tutelarci da analoghi eventi [vedi capitolo sulla sicurezza].
Eppure Bitcoin, ribadiamo senza alcun supporto organizzato, non solo Ăš sopravvissuto ai primi scossoni, ma ha raggiunto livelli di prezzo e di interesse che tutti conosciamo.
Attenzione pe...