L'ereditĂ  degli antenati. Il lascito ancestrale di Italici, Romani e Longobardi nel Folklore di Salerno tra religiositĂ  popolare e sopravvivenze pagane
eBook - ePub

L'ereditĂ  degli antenati. Il lascito ancestrale di Italici, Romani e Longobardi nel Folklore di Salerno tra religiositĂ  popolare e sopravvivenze pagane

Francesco Maria Morese

  1. Italian
  2. ePUB (adapté aux mobiles)
  3. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

L'ereditĂ  degli antenati. Il lascito ancestrale di Italici, Romani e Longobardi nel Folklore di Salerno tra religiositĂ  popolare e sopravvivenze pagane

Francesco Maria Morese

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

I nostri Antenati sono ancora tra noi. Vivono in noi. Le loro credenze, i loro riti, le loro usanze, la loro religiositĂ , il loro linguaggio sopravvivono ancora oggi, dopo millenni, nelle nostre tradizioni popolari.
Il Folklore della cittĂ  di Salerno e dei suoi territori, con il suo carattere marinaresco che si fonde con quello tipicamente delle campagne e delle montagne, Ăš un chiaro esempio di come il lascito ancestrale dei nostri predecessori sia ancora vivo e vitale in Italia ed in generale in tutta Europa.
Le popolazioni italiche prima, i Romani poi e, successivamente il popolo germanico dei Longobardi, hanno plasmato il nostro modo di essere odierno: il loro tributo, sia a Salerno che in tutta la Penisola, Ăš ancora fortemente tangibile e continua ad essere tramandato nonostante esso sia occultato da una coltre che questo libro si prefigge coraggiosamente di dipanare.
Le feste dell'anno, il ciclo della vita, le superstizioni, la credenza nel malocchio, nelle fatture, negli amuleti, in esseri soprannaturali come janare (streghe), diavoli, spiriti, munacielli e mazzamurelli (gnomi e folletti) costituiscono quel "Mondo Magico" delle tradizioni popolari nel quale confluiscono e si confondono elementi precristiani e religiositĂ  popolare.
L'ereditĂ  dei nostri Antenati Ăš ancora viva in noi: scorre nelle nostre vene. L'augurio Ăš che questo testo possa ridestare nel lettore il nobile spirito degli antichi Italici, dei Romani e dei Longobardi che in lui ancora alberga.

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que L'eredità degli antenati. Il lascito ancestrale di Italici, Romani e Longobardi nel Folklore di Salerno tra religiosità popolare e sopravvivenze pagane est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  L'ereditĂ  degli antenati. Il lascito ancestrale di Italici, Romani e Longobardi nel Folklore di Salerno tra religiositĂ  popolare e sopravvivenze pagane par Francesco Maria Morese en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans Scienze sociali et Saggi in sociologia. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Année
2019
ISBN
9788868227838

IL MONDO MAGICO SALERNITANO
Magia e superstizione tra religiositĂ  popolare e sopravvivenze pagane

L’insieme di credenze e pratiche rituali tramandate nei secoli che affondano le proprie radici nella religiositĂ  precristiana, vengono generalmente definite “superstizioni”. Il termine “superstizione” deriva dalle parole latine super (sopra) e stitio (stare), “stare sopra”, “sopravvivere”; superstizione Ăš quindi ciĂČ che sopravvive, ciĂČ che ha origini remotissime ma che, nonostante i cambiamenti ed il “progresso”, continua ancora oggi, dopo millenni, ad essere presente, il piĂč delle volte celato ed occultato, avendo assunto una moltitudine di forme che sono mutate e che hanno subito modifiche con lo scorrere del tempo.
Il cristianesimo iniziĂČ a diffondersi e a fare proseliti nei centri urbani: Roma, la capitale del mondo civilizzato e del paganesimo fu l’obiettivo primario della nuova religione. Lo stesso termine “pagano” fu coniato dai primi cristiani delle cittĂ : infatti deriva da pagus, villaggio, paese. Luoghi piccoli e spesso isolati dove le tradizioni e le usanze degli antenati resistevano strenuamente contro ogni “elemento” esterno in quanto considerate patrimonio irrinunciabile tramandato alla propria famiglia e alla comunitĂ  tutta attraverso il sangue. Coloro che “portavano la parola” del dio cristiano e che indefessamente cercavano di convertire i “paesani/pagani” dovettero perciĂČ fare i conti con credenze, usanze e tradizioni fortemente radicate, cosa che non era accaduta, almeno con tale intensitĂ , nelle cittĂ , da sempre aperte a nuove influenze, anche di tipo religioso. Ne Ăš la dimostrazione l’introduzione di svariati culti “non autoctoni” che a Roma avevano trovato terreno fertile ben prima dell’avvento del monoteismo cristiano. DivinitĂ  di origine egizia o mediorientale presero posto di fianco agli dei italici e romani, spesso fondendosi con loro ed assumendo le caratteristiche peculiari di questi. Il cristianesimo dei primordi subĂŹ la stessa sorte di questi culti “esotici”: lo stesso GesĂč Cristo assorbĂŹ le caratteristiche di divinitĂ  preesistenti o contemporanee come ad esempio quelle del Sole Invitto e del dio indo-iranico Mithra.
Col passare dei secoli la Chiesa cattolica dovette “arrendersi” al fatto che alcuni aspetti della religiositĂ  pagana non potevano essere distrutti o eliminati con la violenza e quindi si decise, accettando un compromesso, ad assorbirli, a modificarli e ad eseguire un’ operazione di “maquillage” in chiave cristiana. La religiositĂ  pagana dei nostri antenati Ăš ancora oggi viva e vegeta sotto la patina piĂč o meno spessa del cristianesimo. La dimostrazione piĂč lampante Ăš quella relativa alle festivitĂ  popolari, dove i culti tributati ai cicli naturali (Solstizi ed Equinozi) e all’alternanza delle stagioni sono stati in sostanza conservati operando una semplice “sostituzione” delle varie divinitĂ  ad essi connesse. Il Sole Ăš stato sostituito dal Cristo, le varie dee madri della natura e del raccolto hanno ceduto il passo alla Vergine Maria e tutte le altre divinitĂ  sono state rimpiazzate dai santi; il nuovo culto ha perĂČ anche assorbito e lasciato pressochĂ© inalterato il valore simbolico e le caratteristiche peculiari della figure della religiositĂ  preesistente. Per questo motivo GesĂč Bambino nasce il 25 Dicembre, data in cui si celebrava la nascita del Sol Invictus, il quale, proprio nei giorni piĂč bui dell’anno, quelli del Solstizio d’Inverno, ricomincia a ritrovare pian piano vigore e a “rinascere”; per lo stesso motivo un santo importante come San Giovanni Battista Ăš festeggiato nel giorno del Solstizio d’Estate, quando il sole tocca il suo zenith e sconfigge le tenebre. Anche la Madonna ha mantenuto molte delle caratteristiche e degli attributi delle divinitĂ  femminili che precedevano il suo avvento: Maggio, il mese a lei dedicato, era ad esempio il mese in cui si festeggiava la dea italica Maia, madre delle messi e dei raccolti che rappresentava la primavera, la rinascita della natura. La stessa resurrezione di Cristo avviene in un periodo in cui la natura torna alla vita dopo l’oscuritĂ , il freddo e la “morte” invernale.
Dunque le realtĂ  rurali sono sempre state un baluardo di difesa delle tradizioni ed il cristianesimo popolare presente oggi nei nostri borghi e paesi, nelle nostre campagne, colline e montagne, conserva questo fascino genuino che fa trasparire una devozione ed una spiritualitĂ  ben piĂč antica di 2000 anni.

Il Malocchio

Gli antichi Romani definivano Fascinum la capacitĂ  soprannaturale (consapevole o inconsapevole) che alcune persone avevano di “irradiare” negativitĂ  ed “inviare” influssi maligni attraverso il semplice sguardo. “L’occhio malvagio” o “malocchio” era considerato un influsso negativo molto potente dal quale bisognava preservarsi con amuleti, specifici gesti e rituali. Uno degli amuleti piĂč efficaci contro le influenze malefiche del Fascinum prendeva lo stesso nome di ciĂČ che contrastava: fascinum, per l’appunto. Come vedremo meglio nel paragrafo dedicato all’amuleto a forma di corno, il fascinum consisteva in un pendente metallico a forma di fallo, simbolo beneaugurante apportatore di fertilitĂ  e prosperitĂ , creatore di vita e donatore di piacere, il quale avrebbe tenuto lontana la sfortuna, l’invidia ed il malocchio. Un altro amuleto protettivo contro le negativitĂ  e l’invidia molto popolare tra i nostri antenati Italici e Romani era la bulla.[1]
L’antropologo Ernesto De Martino introduce in modo efficace l’argomento, riferendosi ai suoi approfonditi studi in Basilicata: “Il tema fondamentale della bassa magia cerimoniale lucana Ăš la fascinazione. Con questo termine si indica una condizione psichica di impedimento e di inibizione, un senso di dominazione da parte di una forza occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona, la sua capacitĂ  di decisione e di scelta. La fascinazione comporta un agente fascinatore e una vittima. Nel malocchio, l’influenza negativa provocata dallo sguardo invidioso Ăš piĂč o meno involontaria. Se chi agisce lo fa invece volontariamente, puĂČ servirsi di oggetti di vario tipo con i quali, mediante un preciso cerimoniale, elabora fatture. La piĂč temibile delle fatture Ăš quella a morte.”[2]
A Salerno e nelle vicine zone di campagna il malocchio aveva un doppio significato: “maluocchio” o “malocchia” erano chiamati l’uomo o la donna capaci di “scagliare” influssi malefici; “Maluocchio” significava l’essere stato vittima della negatività lanciata da queste persone. Si pensava che chiunque potesse avere questa capacità, “l’uocchjo sicc” (l’occhio secco), anche un parente o un caro amico.
Spesso il pigliĂ  a uocchio, il trasmettere il maleficio, poteva anche essere un’azione fatta in maniera involontaria da qualcuno: infatti, mentre la fattura, come vedremo, era ritenuta un maleficio volutamente procurato, il malocchio, denominato in alcune zone del salernitano anche occhiatura, il quale si manifestava con un malessere, per lo piĂč mal di testa, poteva essere anche un accidente involontario.[3]
Il rituale popolare necessario al fine di neutralizzare il malocchio veniva definito fare l’uocchio o incarmĂ  l’uocchio.[4] Nelle nostre zone si usavano e si usano ancora oggi svariati amuleti per proteggersi dal malocchio: dal breve o abitino, cucito addosso e sotto i vestiti, al cornetto rosso, al ferro di cavallo, alla manina che fa il gesto delle corna, al gobbetto, etc, etc. Spesso perĂČ il potere soprannaturale dei soggetti che “vuttavano l’uocchio” era talmente elevato che l’amuleto protettivo da solo risultava poco efficace.

Gesti contro il Malocchio

In caso ci si fosse resi conto del preciso momento in cui l’occhio invidioso incrociava il proprio, la prima azione che veniva eseguita al fine di scongiurarlo e di prevenirlo consisteva nel prendere in mano e stringere l’amuleto protettivo che si portava sempre con...

Table des matiĂšres