1. Lâiceberg organizzativo: lâuomo nellâorganizzazione e lâesperienza soggettiva
Abbiamo voluto usare la metafora dellâiceberg (a dire il vero prima di noi lâaveva giĂ utilizzata Sigmund FreudâŠ) perchĂ© spiega bene la realtĂ della vita aziendale. Ogni azienda Ăš composta infatti da:
  unâorganizzazione
formale, definita da strutture e funzionigrammi, in grado di spiegare quello che viene fatto, i prodotti, il mercato e cosĂŹ via;
  una parte âinvisibileâ,
informale, emotiva, fatta di persone, di attitudini, caratteri, regole non scritte, che tuttavia hanno una parte importantissima nel determinare lâefficacia e il successo dellâazienda stessa.
Figura 1: organizzazione visibile e invisibile; lâiceberg organizzativo
Lâimportanza dellâorganizzazione âinformaleâ deriva dal fatto che essa descrive il âclimaâ, lâaria che si respira, il modo di relazionarsi, le cose che sono ritenute giuste o sbagliate. Insomma essa descrive lâazienda dal punto di vista degli esseri umani.
Figura 2: lâuomo e le sue relazioni
Nella nostra vita di lavoro abbiamo avuto la possibilitĂ di osservare come tale clima, in unitĂ organizzative simili, potesse essere estremamente diverso. PerchĂ© erano diverse le persone, le relazioni, il modo di gestire i conflitti e quindi la parte âinvisibileâ. Ă questo che fa la differenza in unâazienda, a paritĂ di efficienza produttiva.
LA DIFFERENZA LA FA LA PERSONA.
Parlando di persone entra in gioco la dimensione soggettiva, unica e distintiva, che caratterizza ogni essere vivente.
  Ricordiamo ad esempio una volta in cui siamo andati al cinema con un gruppo di amici e abbiamo osservato lo spettacolo proiettato sullo schermo. Il film era lĂ , uguale per tutti e tutti abbiamo visto le stesse immagini e ascoltato le stesse parole. Ma ognuno di noi, al termine dello spettacolo, ne ha ricavato unâopinione diversa. A qualcuno non Ăš piaciuto per nulla. Ad altri Ăš piaciuto moltissimo.
Questo perchĂ© in tali circostanze noi facciamo riferimento a quella che puĂČ essere definita come lâesperienza soggettiva.
Cosa succede quando diverse persone assistono allo stesso evento? Esse ne traggono unâimpressione, una valutazione soggettiva, che daranno il via a un processo di associazioni mentali, dialoghi interni e sensazioni. Quando smettiamo di osservare la realtĂ esterna in modo oggettivo e consapevole, il nostro inconscio interpreta quello che vediamo e fornisce una sua specifica valutazione. CosĂŹ facendo, qualcosa âentraâ nella nostra dimensione soggettiva, a causa dellâosservazione della realtĂ esterna. E ciĂČ che entra non Ăš sempre qualcosa di logico o razionale, che possiede un legame reale e diretto con lâoggetto o la situazione osservata.
PuĂČ accadere, e spesso avviene, che il pensiero che si origina internamente non abbia alcun legame di tipo razionale e sfugga alla logica. Questo tipo di processo si innesta, ad esempio, anche quando sogniamo ad occhi aperti o lasciamo vagare i nostri pensieri.
  Quando guidiamo lâautomobile, per usare una esperienza semplice, comune a tutti noi, spesso creiamo questo tipo di legami mentali con il panorama che osserviamo. Un colore, unâauto che sfreccia accanto alla nostra, un paesaggio, una canzone che ascoltiamo alla radio fungono da stimolo per dare il via a un processo di associazioni mentali continuo, che Ăš in grado di produrre determinati stati dâanimo (positivi o negativi, dipende dal caso e dal momento).
Figura 3: individuo, ambiente, ereditarietĂ
Noi percepiamo soggettivamente il mondo che ci circonda. Si tratta della nostra reazione individuale a quello che âpercepiamoâ ed Ăš proprio questa interpretazione, unica, distintiva e soggettiva del mondo esterno che dĂ forma ai nostri comportamenti quotidiani. Una certa immagine puĂČ divertire una persona o rattristarne unâaltra. Il complesso dei nostri comportamenti e, di conseguenza, le nostre relazioni con il contesto, i nostri successi o insuccessi dipendono dallâesperienza soggettiva.
Figura 4: la nostra storia; il sistema umano di elaborazione delle informazioni
Lâesperienza soggettiva comprende sia quello che succede dentro di noi, sia quello che avviene nel mondo esterno. Nessuno di noi Ăš veramente in grado di sapere âcomeâ unâaltra persona pensa e, soprattutto, cosa sta pensando. Questo perchĂ© la cosiddetta esperienza differisce moltissimo da persona a persona.
Ognuno di noi percepisce il mondo in cui vive in un modo unico e soggettivo. Persino vivendo sotto lo stesso tetto per anni, genitori e figli hanno valutazioni soggettive (e in taluni casi diversissime) della realtĂ che li circonda. E se questo Ăš vero nelle famiglie, figuriamoci nelle organizzazioni, dove ogni persona porta vissuti ed esperienze soggettive molto differenti e, a volte, persino discordanti.
Di fronte alla realtĂ , ciascuno di noi dispone di attitudini, valori e opinioni che costituiscono, nel loro complesso, il proprio personale âscenario mentaleâ. Se osserviamo quanto possano essere differenti le interpretazioni di un determinato evento organizzativo, possiamo renderci conto della grande importanza che riveste la soggettivitĂ nella valutazione dellâesperienza. Possiamo giungere a conclusioni sorprendentemente differenti, partendo apparentemente dagli stessi dati.
CiĂČ Ăš molto evidente, di solito, nelle riunioni di lavoro. Possiamo rilevare la soggettivitĂ , valutando in che modo i partecipanti alla riunione possano giungere a valutazioni opposte partendo dagli stessi dati. In realtĂ noi interpretiamo soggettivamente persino âfattiâ in apparenza oggettivi.
Tutte queste differenze, naturalmente, hanno origine e si sviluppano solo nelle nostre menti. Le esperienze personali che caratterizzano la vita di ciascuno, agiscono come un filtro inconscio su gran parte di quello che osserviamo, ascoltiamo e percepiamo. Esse costituiscono una barriera, in certi casi insormontabile, tra la persona e il âterritorioâ che la circonda. Possono persino giungere a distorcere lâesperienza provocando vissuti emotivi negativi e sofferenza.
Uno degli scopi della PNL Ăš quello di far sĂŹ che le persone diventino consapevoli di questa limitazione auto-imposta (a livello inconscio) allo scopo di comprendere la possibilitĂ di esercitare nuove scelte e cogliere diverse opportunitĂ per gestire le situazioni difficoltose. Per comprendere meglio questa realtĂ possiamo fare un piccolo esercizio:
  Scegliamo una nostra normale giornata di lavoro ed esercitiamoci a osservare le grandi differenze di opinioni esistenti tra le persone. Limitiamoci a osservare, senza giudicare, e prendiamo consapevolezza delle Mappe, della loro diversità , della loro originalità e della loro unicità .
In tale modo arricchiremo la nostra esperienza, osservando il mondo aziendale da altre prospettive. Ricordiamo, a questo proposito, uno dei presupposti base della PNL, âLA MAPPA NON Ă IL TERRITORIOâ, e tentiamo di osservare almeno un paio di situazioni del nostro lavoro in cui esso sembra essere valido. Un ulteriore esercizio puĂČ esserci di aiuto.
  Pensiamo a una persona con cui siamo spesso in disaccordo o con cui di solito facciamo una certa fatica ad andare dâaccordo. Elenchiamo alcuni dei filtri che di solito applichiamo ai fatti; per esempio i nostri valori, le nostre credenze, lâinfluenza dei nostri
genitori e della nostra educazione. Osserviamo come, in tale modo, possiamo creare
mappe differenti della medesima realtĂ . Poi valutiamo come ci sentiamo ancora rispetto a quella persona, se magari qualcosa puĂČ essere cambiato nella nostra percezione.
LâESPERIENZA SOGGETTIVA
Lâesperienza soggettiva comprende ciĂČ che succede sia nella nostra mente che nel mondo esterno.
Nessuno sa veramente come un altro pensa e nemmeno sa cosa pensa. La cosiddetta âesperienzaâ differisce enormemente da persona a persona. Ognuno di noi percepisce il mondo in cui vive in un modo unico e soggettivo, ciĂČ che costituisce il nostro âscenario mentaleâ.
2. I sistemi rappresentazionali e il processo di calibrazione
La nostra esperienza ci insegna ogni giorno che ognuno di noi vede, sente e percepisce le cose in modo personale. Gli stimoli esterni passano attraverso un complesso sistema di âfiltriâ mentali formati da ricordi, sensazioni, percezioni del passato. Dato che questi filtri sono di natura soggettiva (ognuno ne attiva alcuni piĂč di altri) entriamo in contatto solo con la nostra limitata interpretazione di quello che comunemente chiamiamo ârealtĂ â.
Il modo con c...