Parte 1
DAL BLUES PRIMITIVO AL BOOGIE WOOGIE.
LE ORIGINI DI TUTTO
RACE RECORDS
Il lungo viaggio della musica afroamericana verso la redenzione
QUI Ă DOVE Ă NATO TUTTO. âQUIâ NON Ă NĂ UN LUOGO GEOGRAFICO (CE NE SONO TANTI), NĂ UN ANNO PRECISO (IL BLUES, SE VOGLIAMO, Ă NATO NELLA NOTTE DEI TEMPI).
Quiâ Ăš un concetto metafisico, Ăš una categoria dello spirito. Ă il blues dellâanima, prima che della vita. Ă il vero, assoluto, originatore. Ă la musica senza la quale solo Iddio sa cosa staremmo ascoltando oggi. Cominciamo con Robert Johnson perchĂ© Ăš il primo esplicito riferimento di coloro che hanno fatto la storia del rock. Johnson incide tutta la sua musica nel 1936-1937; Ăš chiaro che ci sono stati molti bluesman fondamentali prima, come ce ne saranno a seguire, prima che esploda il rockânâroll quasi ventâanni dopo. Come Ăš chiaro che il blues stesso subirĂ diverse mutazioni, prima e dopo la guerra, snodandosi in tanti filoni diversi.
La musica del delta del Mississippi (nelle cui piantagioni di cotone nascono il blues, i canti di lavoro, gli spiritual) diventa il country blues. Va al nord, Chicago in primis, si elettrifica, e si trasforma in blues elettrico. Quando prende ritmo diventa boogie-woogie e jump blues e rhythm and blues, ed Ăš questo il filone che si fonde con il country per dare forma al rockânâroll. Lâaltro grande luogo originatore sono le migliaia di chiese, dove quasi tutti gli artisti neri del periodo crescono, e imparano a cantare quella parola di Dio, il Godspell, Gospel, che rimarrĂ la base di quel cantare passionale, che porta alla redenzione, allâelevazione, a uno stato di trance in cui lasciare indietro guai e peccati di ogni genere.
Ă la musica della black nation, la colonna sonora della segregazione prima e delle lotte per i diritti civili poi in cui gli artisti avranno un ruolo determinante. Ă musica per la comunitĂ , e allâinizio prospera in un mercato totalmente separato da quello bianco. Quei 78 giri degli anni â20 al â40 li chiamano Race Records, blues e jazz e gospel dai neri per i neri. Chiameranno queste chart prima Harlem Hit Parade, poi Race Records dal â45 al â49, poi Jerry Wexler convincerĂ lâindustria a definirli Rhythm and Blues Records (dal â69 Soul, Black dallâ82, RânâB dal â90, âRânâB/Hip Hopâ dal 1999).
Agli artisti di questo primo periodo abbiamo aggiunto anche la musica nera dei primi â60, come quella della Tamla Motown, Stax, Atlantic, Motown e leggende come James Brown e Sam Cooke, tutti eredi di quei primi âoriginatorâ. Gli artisti che trovate in questo primo capitolo sono una selezione ristretta di un mondo molto piĂč vasto, ma ci fanno capire come il rockânâroll (di Presley, per dire) sia venuto a maturazione quando parecchi artisti di rhythm and blues lâavevano giĂ creato, come ritmo, come sequenza di accordi, come ballabilitĂ , come attitudine. Un giorno, quando le superstar inglesi riconosceranno le origini, molti di loro, che erano spariti o messi in un angolo, diventeranno a loro volta superstar (postume, come nel caso di Johnson, o vive e vegete, come i vari King, Muddy e il Lupo ululante). Tutto si riconnetterĂ , tutti i crediti saranno resi espliciti. E si accetterĂ universalmente che il rock originale sia molto piĂč nero di quello che molti pensano. Amen.
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| SWEET HOME CHICAGO ROBERT JOHNSON |
1936 | Tutti prendono una musica giĂ conosciuta e poi la reinterpretano col proprio stile, Ăš una delle regole non scritte del blues. |
La cosa piĂč sorprendente di Robert Johnson, e del mito che si Ăš creato intorno a lui, Ăš che questa figura misteriosa, che aveva una popolaritĂ ai tempi ristrettissima, sia al centro di un genere musicale e di unâindustria che sposta milioni, sia di persone sia di dollari.
Di Johnson non si sa quasi nulla, a parte i ventinove brani che incide, nel 1936 e nel 1937. Esistono solo due fotografie, un primo piano con sigaretta in bocca e un altro seduto, sempre chitarra in mano, col vestito della festa, doppiopetto a rever larghi e cappello. Ma chiedete a qualunque fan, anche poco informato, e vi dirĂ subito della leggenda che lo circonda, quella di aver fatto un patto col diavolo: lâanima in cambio di unâabilitĂ sovrumana alla chitarra. E vi dirĂ che questo patto Ăš stato siglato al crossroad, uno di quei centinaia di incroci dove le lunghe strade dellâinfinito delta del Mississippi si intersecano. Quale sia lâincrocio giusto nessuno lo sa, ma per celebrare la mitologia, un bel cartello turistico Ăš lĂŹ, a Clarksdale, allâincrocio fra la 61 e la 49, due delle autostrade piĂč celebrate della storia.
Leggenda quindi Ăš la parola giusta, e un numero cospicuo di riviste, libri, dvd e film hanno provato negli anni a cercare la soluzione. Molto difficile, proprio per la mancanza di indizi precisi sulla sua vita. Che inizia (forse) lâ8 maggio del 1911, a Hazlehurst, Mississippi. Figlio illegittimo di Julia Dodds e Noah Johnson, crescerĂ con la madre, i suoi due mariti, e unâinfinitĂ di spostamenti. Il primo documento che abbiamo di Johnson Ăš il certificato del primo matrimonio, nel 1929, con la sedicenne Virginia Travis, morta poi di parto. Abbiamo anche le testimonianze di alcuni bluesmen che ne incrociano il percorso: Son House, uno dei primi grandi del blues, lo conosce da ragazzo, dice che suona una buona armonica e una pessima chitarra. Ă lui che involontariamente dĂ il via alla leggenda del patto faustiano: quando due anni dopo lo rincontra, quella chitarra la suona da maestro. Come ha fatto? Quello che si sa Ăš che il ragazzo sta sicuramente con orecchie e occhi ben aperti: frequenta musicisti locali, in particolare tal Isaiah Zimmerman, che gli insegna tecnica e trucchi, suonando la notte nei cimiteri, posti sicuramente tranquilli, dove nessuno ti disturba, anche se certamente questo aggiunge un altro elemento allâaura di mistero. Poi ci sono i race record, che cominciano a girare, e consentono a Johnson di conoscere e studiare altri musicisti: Lonnie Johnson, il cui stile arriva fino al jazz, tanto da permettergli di suonare con King Oliver, Louis Armstrong, Duke Ellington. Poi ci sono i due padri del delta blues, Charlie Patton (la cui spettacolaritĂ con la chitarra e con il pubblico, sarĂ una grande influenza su tutta la generazione seguente) e Son House stesso, che molto insegnerĂ a Johnson sullâintensitĂ vocale e delle performance. Oppure Hambone Willie Newbern, il primo a incidere un inno del delta, quella Roll and Tumble che nelle mani di Muddy Waters, Johnny Winter e altri diventerĂ un classico. Johnson ne usa la musica per la base del suo Travelling Riverside Blues (che nelle mani di Clapton diventerĂ una strofa di Crossroads), e questo Ăš normale: tutti prendono una musica giĂ conosciuta, o il testo o solo delle parti, e poi le reinterpretano col proprio stile, spesso cambiandole completamente; Ăš una delle regole non scritte del blues.
Johnson quindi Ăš un anello di congiunzione fra brani ancora precedenti e artisti e brani che verranno dopo: per dire, la sua Sweet Home Chicago Ăš ripresa da Kokomo Arnold (KoKoMo Blues), che a sua volta lâha presa da Scrapper Blackwell. Rimane una delle canzoni piĂč famose sulla cittĂ , la terra promessa dei musicisti del delta che salgono al Nord in cerca di fortuna e opportunitĂ , sia come musicisti che come lavoratori in genere. Anche se, nella sua idea, probabilmente Ăš piĂč un luogo ideale che la capitale del Michigan, tanto che nella canzone Ăš descritta come in the land of California. Forse in metafora Johnson vuole intendere lâandare via dalla terra di origine e migrare con la sua donna verso luoghi âesoticiâ, che contengano in sĂ© la promessa di un miglioramento della vita in generale.
In cerca di Robert Johnson
In molti hanno tentato si sollevare il velo di mistero che avvolge Robert Johnson, a partire dalle uniche due foto che ci tramandano il suo volto. Ma unâavventura alquanto straordinaria Ăš quella di Steven Schein, come racconta un bellissimo articolo sul Vanity Fair americano dellâottobre 2008. Schein lavora in un negozio di strumenti e trova su eBay una vecchia chitarra, che viene venduta insieme a una fotografia. Quella foto Ăš il motivo per cui la compra ed Ăš lĂŹ che parte un film a metĂ fra un documentario sul blues e un giallo. La foto seppiata ritrae due giovanotti, uno dei quali con un occhio sinistro piĂč stretto dellâaltro, le lunghe dita poggiate su una chitarra. Schein Ăš appassionato di Delta blues e quel volto gli sembra familiare. Mette un programma automatico di rilancio e si porta a casa chitarra e foto per duemiladuecento dollari. Analizza la chitarra e pensa sia stata prodotta nel 1935. LâetĂ coinciderebbe. Pensa che lâaltro ragazzo nella foto sia Johnny Shines, chitarrista, amico e spesso partner musicale di Johnson. Schein comincia a investigare, seguendo notizie incerte, certificati mortuari, bloccato da una disputa legale fra gli eredi. Infine incontra lungo la strada il supposto figlio ed erede universale di Johnson, Claud Johnson, certificato tale dalla Suprema Corte americana sulla base della testimonianza di unâamica dâinfanzia della madre di Claud, che conferma che la madre e il bluesman un giorno fecero allâamore in un bosco. Poi ci sarĂ anche il parere positivo di una esperta legale forense che analizza il volto. Ă la terza foto di Johnson? Probabilmente, ma non avendo certezze assolute, Schein non la puĂČ usare ufficialmente.