eBook - ePub
Innovatori
Come pensano le persone che cambiano il mondo (Breve storia del futuro)
Massimo Temporelli
This is a test
Partager le livre
- 144 pages
- Italian
- ePUB (adapté aux mobiles)
- Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub
Innovatori
Come pensano le persone che cambiano il mondo (Breve storia del futuro)
Massimo Temporelli
DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations
Ă propos de ce livre
"Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, alla fine, lo cambiano davvero." Questa frase rappresenta la perfetta sintesi del mondo dell'innovazione e di chi lo rappresenta.Spesso giovanissimi e impertinenti, in ogni campo del sapere, gli innovatori sono un perfetto mix di razionale luciditĂ e folle lungimiranza. Nel campo della scienza e della tecnologia queste caratteristiche assumono connotati estremi e generano personalitĂ capaci davvero di cambiare il corso delle storia.Questo libro racconta la loro storia e prova a tracciare il profilo di questi straordinari personaggi, da James Watt a Thomas Alva Edison, da Guglielmo Marconi fino a Steve Jobs.
Foire aux questions
Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier lâabonnement ». Câest aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via lâapplication. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă la bibliothĂšque et Ă toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode dâabonnement : avec lâabonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă 12 mois dâabonnement mensuel.
Quâest-ce que Perlego ?
Nous sommes un service dâabonnement Ă des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă celui dâun seul livre par mois. Avec plus dâun million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce quâil vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Ăcouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez lâĂ©couter. Lâoutil Ăcouter lit le texte Ă haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, lâaccĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Innovatori est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă Innovatori par Massimo Temporelli en format PDF et/ou ePUB ainsi quâĂ dâautres livres populaires dans TecnologĂa e ingenierĂa et IngenierĂa civil. Nous disposons de plus dâun million dâouvrages Ă dĂ©couvrir dans notre catalogue.
Informations
Sous-sujet
IngenierĂa civilCapitolo 1
LâETĂ DEGLI INNOVATORI
I piĂč anziani fra noi hanno al massimo trentâanni: ci rimane dunque non piĂč di un decennio, per compier lâopera nostra. Quando avremo quarantâanni, altri uomini piĂč giovani e piĂč validi di noi ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo!
Il manifesto futurista, âLe Figaroâ, 1909
Farsi crescere i baffi per camuffare la propria giovane etĂ . Lo fece il venticinquenne Guglielmo Marconi allâinizio del Novecento, mentre si preparava a comunicare al mondo che la sua tecnologia senza fili (wireless) era pronta a unire il Vecchio con il Nuovo continente. E lo fece, alla fine degli anni Settanta, un altro venticinquenne, lâimprenditore Steven Jobs (detto Steve), in occasione della promozione commerciale del suo Apple II, primo vero personal computer della storia.
Lâinaugurazione dei collegamenti radio transoceanici e la nascita dellâinformatica moderna, due eventi destinati a segnare indissolubilmente il XX secolo, necessitavano di espressioni credibili e volti maturi da innovatori autorevoli e, cosĂŹ, i due giovanissimi inventori si prestarono al gioco, invecchiando, dietro baffi âposticciâ, la propria immagine.
In fondo, si trattava di convincere lâintero pianeta di avere i âconnotatiâ di chi puĂČ cambiare il corso della storia e spesso Ăš opinione comune che quei connotati corrispondano a quelli dellâesperienza e della maturitĂ intellettuale.
A ben pensarci, noi tutti abbiamo lâidea di una scienza e di una tecnologia che progrediscono grazie ai contributi di scienziati e di tecnici maturi e autorevoli. Se dovessimo scegliere unâimmagine rappresentativa di uno scienziato o di un inventore, molto probabilmente sceglieremmo un signore attempato, in camice da laboratorio, con capelli bianchi (magari arruffati) e con grossi occhiali.
Per quanto caricaturale, questa idea Ăš molto diffusa e non regna solo nei romanzi e nei film di fantascienza, ma anche nellâiconografia che correda la narrazione della storia ufficiale dellâinnovazione.
Facciamo una prova, partendo dal Web: interroghiamo Google Immagini, scrivendo il nome del primo scienziato o del primo inventore che ci salta in mente, per esempio, Albert Einstein, lo scienziato della teoria della relativitĂ che allâinizio del Novecento sconvolse il pensiero scientifico occidentale. Ecco apparire sul nostro monitor capelli bianchi, baffi, rughe e sguardo da luminare.
Non basta? Proviamo con Isaac Newton e Galileo Galilei, gli scienziati padri fondatori della teoria gravitazionale, con Michael Faraday e James Clerk Maxwell, padri dellâelettromagnetismo o, infine, con Charles Darwin, il biologo e zoologo che formalizzĂČ la teoria della selezione naturale. In tutti questi casi, barbe, capelli bianchi e parrucconi da accademici fanno capolino sul nostro monitor.
Adesso proviamo a pescare anche nella magica scatola degli inventori. Scriviamo il nome di James Watt, lâinventore della prima macchina a vapore e padre della prima rivoluzione industriale, o quello dei piĂč contemporanei Antonio Meucci e Alexander Bell, inventori del telefono.
Il nostro monitor si riempirĂ ancora una volta di stempiature, capelli bianchi, rughe e pose da luminari. Ma il Web non câentra: il medium digitale, attraverso i suoi motori di ricerca, non fa altro che riproporre quello che giĂ succedeva sulla carta stampata, mostrandoci lâidea predominante e piĂč diffusa che la nostra cultura ha della figura dello scienziato, dellâinventore e dei grandi innovatori della storia.
Tutte queste immagini, insomma, sembrano sottintendere e supportare la tesi secondo cui le scoperte della scienza e le conquiste della tecnologia siano state compiute solo da persone mature e da grandi luminari.
Nulla di piĂč sbagliato. In realtĂ , questo Ăš un grande e grave errore di percezione. Infatti, la maggior parte delle piĂč rivoluzionarie teorie scientifiche o delle piĂč importanti conquiste tecnologiche della storia sono state il frutto dei sogni visionari di giovani innovatori di etĂ compresa tra i venti e i trentâanni. Menti giovani, traboccanti di energia che, senza timore reverenziale, non si accontentarono di assecondare le idee e le teorie in auge nella loro epoca, ma con azzardo provarono a immaginare nuove soluzioni per vecchi problemi.
Naturalmente, questo vale in moltissimi campi disciplinari, non solo in quello tecnologico o scientifico, come ha dimostrato in una bella ricerca di statistica, apparsa sul blog Che Futuro, lâamico economista Luciano Canova. Lâarticolo, per chi volesse cercarlo in rete, si intitola Scienziati, imprenditori, politici. Ecco lo studio che ci dice a che etĂ si Ăš un genio. Anche in questa ricerca si dimostra come lâetĂ degli innovatori sia davvero molto bassa, con una sola eccezione:
Ă facile notare come, per i politici (e non sorprende, data anche la complessitĂ della questione âpotereâ), la produzione sia quella piĂč spalmata sullâintera distribuzione. Viceversa, scienziati, artisti e, soprattutto, imprenditori, mostrano una maggiore creativitĂ da giovanissimi.
Insomma, dalla legge della giovinezza dellâinnovazione non si salva nessuno se non la politica e non solo in Italia, ma torniamo alla scienza e alla tecnologia.
Solo per fare alcuni esempi, il giĂ citato Albert Einstein (1879-1955) concepĂŹ e scrisse la sua teoria della relativitĂ allâetĂ di 25 anni, mentre Charles Darwin (1809-1882) formulĂČ la sua celebre teoria della selezione naturale addirittura allâetĂ di 24 anni, anche se la pubblicĂČ trentâanni dopo (1859), ben conscio delle conseguenze che avrebbe avuto sul pensiero âcreazionistaâ dellâepoca.
La stessa considerazione si puĂČ fare per i fisici Michael Faraday, James Klerk Maxwell, Heinrich R. Hertz e per molti altri grandissimi scienziati della storia. Nelle loro biografie scopriamo che la genesi delle idee piĂč rivoluzionarie della loro opera risale a quando ancora erano studenti o giovani dottorandi.
Tra i tecnologi e gli inventori, la media sembra addirittura abbassarsi. Lâitaliano Guglielmo Marconi, per esempio, inventĂČ la radio nel 1894, quando ancora non aveva compiuto 20 anni, mentre lo statunitense Philo Farnsworth, considerato lâinventore della televisione elettronica, immaginĂČ questa tecnologia mentre ancora era studente delle scuole superiori, costruendo il suo primo prototipo funzionante allâetĂ di 20 anni.
Lo stesso si puĂČ dire per i due pilastri della prima e della seconda rivoluzione industriale, citati in precedenza, rispettivamente James Watt e Thomas Alva Edison, che ottennero le loro prime importanti conquiste nel mondo del vapore e dellâelettricitĂ mentre ancora erano giovani ventenni.
Anche le innovazioni piĂč recenti, legate alla rivoluzione digitale, che repentinamente stanno ridisegnando il nostro mondo, sembrano non sfuggire alla regola della giovinezza: Steve Jobs e Bill Gates avevano solo ventâanni quando fondarono, a metĂ degli anni Settanta, rispettivamente Apple e Microsoft. Anche Google e Facebook hanno giovanissimi protagonisti: Larry Page e Sergey Brin hanno fondato Google durante la loro ricerca di tesi quando avevano 23 anni, mentre Mark Zuckerberg ha âaccesoâ il suo primo Facebook qualche mese prima di compierne 20.
Il primo tratto della figura dellâinnovatore Ăš ora palesato: dobbiamo pensare a una persona giovane, anagraficamente giovane, perchĂ© quello Ăš il periodo della nostra vita dove Ăš piĂč facile partorire idee e teorie rivoluzionarie.
Riportiamo in questo box un documento storico per la cultura italiana, il Manifesto del Futurismo del 1909, apparso sul quotidiano âLe Figaroâ di Parigi. Questo documento esalta con forza lâinnovazione e lâaudacia dei giovani nel pensare al futuro.
1. Noi vogliamo cantare lâamor del pericolo, lâabitudine allâenergia e alla temeritĂ .
2. Il coraggio, lâaudacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltĂČ fino ad oggi lâimmobilitĂ pensosa, lâestasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, lâinsonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si Ăš arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocitĂ . Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dallâalito esplosivo⊠un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, Ăš piĂč bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo inneggiare allâuomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare lâentusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non vâĂš piĂč bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo puĂČ essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti allâuomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!⊠PerchĂ© dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dellâImpossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo giĂ nellâassoluto, poichĂ© abbiamo giĂ creata lâeterna velocitĂ onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie dâogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltĂ opportunistica o utilitaria.
11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano lâorizzonte, le locomotive dallâampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli dâacciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
Ă dallâItalia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il «Futurismo», perchĂ© vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, dâarcheologhi, di ciceroni e dâantiquarii.
GiĂ per troppo tempo lâItalia Ăš stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla daglâinnumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.
Musei: cimiteri!⊠Identici, veramente, per la sinistra promiscuità di tanti corpi che non si conoscono. Musei: dormitori pubblici in cui si riposa per sempre accanto ad esseri odiati o ignoti! Musei: assurdi macelli di pittori e scultori che varino trucidandosi ferocemente a colpi di colori e di linee, lungo le pareti contese!
Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta allâanno, come si va al Camposanto nel giorno dei morti⊠ve lo concedo. Che una volta allâanno sia deposto un omaggio di fiori davanti alla Gioconda, ve lo concedo⊠Ma non ammetto che si conducano quotidianamente a passeggio per i musei le nostre tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. PerchĂ© volersi avvelenare? PerchĂ© volere imputridire?
E che mai si puĂČ vedere, in un vecchio quadro, se non la faticosa contorsione dellâartista, che si sforzĂČ di infrangere le insuperabili barriere opposte al desiderio di esprimere interamente il suo sogno?⊠Ammirare un quadro antico equivale a versare la nostra sensibilitĂ in unâurna funeraria, invece di proiettarla lontano, in violenti getti di creazione e di azione. Volete dunque sprecare tutte le forze migliori, in questa eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti?
In veritĂ io vi dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie (cimiteri di sforzi vani, calvarii di sogni crocifissi, registri di slanci troncati!⊠) Ăš, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontĂ ambiziosa. Per i moribondi, per glâinfermi, pei prigionieri, sia pure: lâammirabile passato Ăš forse un balsamo ai loro mali, poichĂ© per essi lâavvenire Ăš sbarrato⊠Ma noi non vogliamo piĂč saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi!
E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!⊠Suvvia! date fuoco agli scaffali delle biblioteche!⊠Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!⊠Oh, la gioia di veder galleggiare alla deriva, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!⊠Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite senza pietà le città venerate!
I piĂč anziani fra noi, hanno trentâanni: ci rimane dunque almeno un decennio, per compier lâopera nostra. Quando avremo quarantâanni, altri uomini piĂč giovani e piĂč validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo!
Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutand...