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Uomo e mondo vegetale
Le piante come risorse per lâuomo
Quattro miliardi e trecento milioni di anni Ăš lâetĂ della Terra, uno dei tanti corpi celesti rotanti in un universo in espansione.
La storia evolutiva del nostro pianeta ci rimanda quindi a una dimensione temporale di miliardi di anni, nel corso della quale le attivitĂ di selezione, adattamento e trasformazione hanno permesso la comparsa dapprima di microrganismi e poi delle piante. Era la notte dei tempi rispetto alla nostra comparsa sulla Terra. Le prime forme di vita pluricellulare pare risalgano a 800 milioni di anni fa e la presenza delle piante sulla terraferma a circa 400 milioni di anni; si ritiene che lâHomo erectus si sia messo in cammino dallâAfrica verso lâAsia e poi verso lâEuropa circa un milione di anni fa, mentre lâHomo sapiens, nostro antenato, apparve circa 300.000 anni fa.
La diffusione delle piante Ăš stata un evento di estrema importanza per la storia del pianeta. Le piante, infatti, hanno colonizzato la terra emersa utilizzando e rimuovendo parte del biossido di carbonio (CO2) dallâatmosfera e hanno liberato ossigeno (O2). Inoltre, la presenza di estese coperture vegetali ha favorito la piovositĂ portando il clima a un andamento delle temperature e a una composizione dellâaria adatti alla presenza dellâuomo. Il mondo vegetale Ăš sempre stato il grande colonizzatore del pianeta, costituendo circa il 99% della biomassa, tutto ciĂČ che ha una componente organica, presente sulla terra (Mancuso, 2017).
Gli studi sui fossili ritrovati indicano che nel susseguirsi delle diverse ere geologiche la maggior parte delle specie vegetali oggi esistenti ha avuto origine circa trenta milioni di anni fa e le angiosperme riconosciute e viventi sono circa 350.000 specie. Il numero di specie Ăš molto piĂč elevato se consideriamo gli altri gruppi botanici che insieme costituiscono quellâenorme capitale che Ăš la biodiversitĂ . Un aspetto peculiare Ăš la loro elevatissima diversitĂ : le piante possono avere cicli di vita annuale o poliennale, foglie caduche o sempreverdi, possono galleggiare sulle superfici dâacqua come le ninfee o avere forme ben radicate e possenti come i baobab o le sequoie.
Lo studio del rapporto tra uomo e piante, incluso in un sistema dinamico in cui coesistono fattori sociali e naturali, evidenzia come gli usi delle piante e le relazioni uomo-pianta siano stati modellati dalla storia, dallâambiente sociale e fisico e dalle caratteristiche intrinseche degli stessi vegetali (Jain, 1986). Le piante sono sempre state fondamentali per lâuomo, non solo per la loro influenza sullâambiente e sul clima, ma anche perchĂ© sono sempre state fonte di nutrimento, di cura e di apporto di materiali utili per la sua sussistenza.
Il rapporto dellâuomo con il mondo vegetale Ăš cambiato nel tempo e da cultura e cultura, ma le piante sono sempre state una risorsa economica, sociale e culturale.
Risorse economiche. Circa diecimila anni fa in diverse aree della Terra si cominciarono ad addomesticare e a coltivare le piante. Questo fenomeno, insieme allâaddomesticazione degli animali, Ăš stato lâinizio del processo di produzione alimentare che ha permesso un grande sviluppo demografico in Medio Oriente, Sud Est asiatico e Messico. Lo sfruttamento localizzato delle risorse naturali, e in particolar modo di quelle vegetali, diede inizio allâeconomia agropastorale che permise lo sviluppo di fiorenti civiltĂ e lâespansione demografica. Specie come il mais, il cotone, la canna da zucchero, il caffĂš o il tĂš nella storia piĂč recente sono diventate merce di scambio a livello mondiale, fino a diventare commodities scambiate nelle borse e per la loro importanza economica hanno accompagnato lo sviluppo o, in alcuni casi, il declino di intere nazioni.
Il contributo delle piante allo sviluppo dellâeconomia non riguarda solo la loro importanza per la nutrizione, ma si estende alla cura della salute. La conoscenza degli effetti benefici o nocivi presenti nelle diverse specie vegetali che popolavano lâambiente naturale Ăš molto antica. Ci sono notizie che in Oriente, giĂ attorno al 3000 a.C., sia stato compilato il piĂč antico erbario medico e anche nellâAntico Egitto vi era una profonda conoscenza delle piante curative; lo stesso per la civiltĂ greca che, nel 500 a.C., utilizzava rimedi vegetali per la cura delle malattie. Le successive conoscenze biochimiche permisero di riconoscere i principi attivi e di isolare molecole da queste piante dando origine allo sviluppo di quella che oggi Ăš lâindustria farmaceutica.
Il gruppo specialista delle piante medicinali dellâIUCN (International Union For Conservation of Nature) stima che vi siano tra 50.000 e 70.000 piante medicinali e aromatiche utilizzate industrialmente. Alcune di queste sono fondamentali per lâindividuazione di medicinali e potrebbero esserlo anche nella scoperta del prossimo farmaco di successo. Almeno il 70% delle nuove molecole introdotte in tutto il mondo negli ultimi venticinque anni proviene o Ăš stato ispirato da una fonte naturale e gli scienziati temono che la perdita di biodiversitĂ diminuisca la fornitura di materie prime per la scoperta di nuovi farmaci.
Risorse sociali. Le piante in natura vivono raramente da sole, infatti solitamente formano insiemi denominati âpopolazioniâ e popolazioni di specie diverse convivono allâinterno di insiemi di piĂč specie chiamate âcomunitĂ â. Possiamo dire che lâinsieme delle comunitĂ vegetali che colonizzano una superficie costituisce la componente principale della vita di quel territorio.
Un altro aspetto interessante riguarda il fatto che le specie vegetali che compongono la flora di una determinata area emergono in seguito a una successione di rapporti di competizione o mutualismo che portano alla costituzione di raggruppamenti che sono lâespressione delle esigenze delle diverse specie. Le caratteristiche della vegetazione di quella determinata area sono in parte anche lâespressione delle caratteristiche ambientali di quel territorio.
Basandosi sui primi studi di Josias Braun-Blanquet, fondatore della fitosociologia, ora i ricercatori osservano e rilevano per ogni singolo aggruppamento il numero di individui, il grado di copertura, il grado di aggregazione, la vitalitĂ , lo stadio fenologico,1 i caratteri genetici, solo per citare alcuni aspetti. Lâassociazione vegetale, definita da Blanquet come âaggruppamento vegetale piĂč o meno stabile in equilibrio col mezzo ambiente caratterizzato da una composizione floristica determinata in cui certi elementi esclusivi o quasi (specie caratteristiche) rivelano con la loro presenza unâecologia particolare e autonomaâ, Ăš di estrema importanza per decidere interventi di ripristino di un certo habitat, pur sapendo che lâassociazione Ăš una fase piĂč o meno stabile in un divenire continuo che, come dimostrato dalla paleontologia, contraddistingue la vita vegetale. Infatti, lâevoluzione del mondo vegetale Ăš avvenuta in risposta a costrizioni ambientali che hanno determinato un cambiamento profondo nellâorganizzazione delle piante e nel loro metabolismo, nonchĂ© nella struttura dei loro apparati. Lâaspetto interessante riguarda la capacitĂ delle piante di adattarsi ai diversi habitat presenti sulla Terra, qualitĂ che ha permesso loro di imporsi nellâarea del pianeta dove si sono adattate grazie probabilmente allo sviluppo di una fitta rete di relazioni tra loro e simbiotiche con funghi e batteri. Va ricordato a sostegno di questa loro capacitĂ che le piante arboree, per esempio, hanno una vita media dellâordine di centinaia di anni. Numerosi sono gli esemplari di circa 4000 anni divenuti monumenti naturali (per esempio, Cupressus Sempervirens).
Risorse culturali. Le piante, anche se nella scala della natura di origine aristotelica hanno rivestito un ruolo secondario rispetto agli animali, sono sempre state compagne dellâuomo e contrariamente al mondo animale non hanno mai rappresentato un pericolo. Anzi, il mondo delle piante ha sempre accompagnato lo sviluppo delle civiltĂ e della cultura, in quanto risorsa di alimenti e di cure da un lato, risorsa per il benessere psicologico e mentale dallâaltro. Le piante, infatti, hanno contribuito a stimolare la parte piĂč impercettibile e nascosta dellâuomo favorendo lâespressione artistica ed estetica. Ecco quindi che anche i primi giardini possono essere considerati come il frutto di una collaborazione tra lâuomo e il mondo vegetale.
Se poi volgiamo lo sguardo alla produzione artistica, possiamo osservare come il paesaggio, i giardini o i fiori abbiano toccato la sensibilitĂ di numerosi artisti e poeti. Pensiamo allâespressione di sentimenti veicolati attraverso un fiore, come nel caso dei tulipani o delle rose come dichiarazione dâamore. I fiori o un insieme di alberi sono sempre stati dâispirazione per lâarte e sono stati oggetto di sentimenti profondi che hanno toccato la sensibilitĂ creativa di numerosi pittori. Pensiamo ai giardini di Monet, ai famosi girasoli di Van Gogh, alle opere di Degas o a La grande zolla di DĂŒrer, in cui il pittore osservando la natura riproduce ciĂČ che vede e lo eleva a capolavoro artistico. Anche nella storia della letteratura vediamo il richiamo al mondo vegetale come allegoria della fasi della vita in numerose poesie.
Le piante hanno sempre suscitato lâinteresse dellâuomo, che nel corso della storia le ha trasportate da un continente allâaltro (dopo la scoperta dellâAmerica la patata e il pomodoro si diffusero in Europa), le ha selezionate per renderle piĂč produttive e le ha ammirate per la loro bellezza. Il mondo vegetale costituisce un patrimonio di valore incalcolabile anche per la molteplicitĂ di servizi che garantisce allâambiente. Infatti, con lâattivitĂ fotosintetica le piante non solo continuano a trasferire dal Sole alla Terra energia che trasformano in preziose molecole organiche, ma ripuliscono lâaria e con le loro radici combattono i dissesti idrogeologici.
Pertanto il mondo vegetale, che Ăš stato il precursore della nostra vita e ha supportato e supporta la nostra esistenza, probabilmente con la sua evoluta organizzazione biologica puĂČ esserci dâaiuto e insegnarci come utilizzare le risorse naturali rispettando lâambiente.
Non a caso, infatti, la ricerca di sistemi produttivi âsostenibiliâ Ăš il nuovo paradigma del sistema economico. Lo studio delle piante, nella loro molteplicitĂ di specie e di organizzazione complessa che interagisce con lâambiente abbinato alle innovazioni tecnologiche a nostra disposizione, ci fornirĂ nuovi modi di âprodurreâ e di âessereâ, e lo sfruttamento unidirezionale e incondizionato delle risorse diventerĂ qualcosa del passato.
Lâinterazione uomo-ambiente: dalla nascita dellâagricoltura allâecologia
Se osserviamo la natura, innumerevoli sono gli esempi di interrelazioni tra microrganismi e piante, piante e insetti, insetti e mammiferi, tutti legati da unâaffascinante rete di relazioni, regolate spesso da un reciproco scambio di aiuto e di adattamento. La ricerca scientifica si sta progressivamente interessando a questi fenomeni evolutivi di interconnessione tra le diverse forme viventi. Le scoperte scientifiche nel campo della fisica, della biologia, della matematica e il costante aumento di dati e osservazioni rielaborati e tradotti in possibili modelli di sviluppo ci consegnano una maggiore conoscenza dellâambiente in cui viviamo. Come viene riportato da Fritjof Capra nel suo interessante libro Vita e Natura, lâorganismo vivente Ăš caratterizzato da una sua autonomia biologica, ma per la sua sopravvivenza Ăš al tempo stesso strettamente dipendente dallâambiente esterno.
Lâuomo primitivo era del tutto integrato nella natura poi, con lâevoluzione, ha incominciato a cambiare il suo rapporto con il mondo vegetale e animale che lo circonda. La nascita dellâagricoltura ha comportato una vera e propria rivoluzione economico-sociale che ha reso possibile il passaggio dallâorganizzazione sociale dellâuomo cacciatore-raccoglitore alla costruzione di civiltĂ stanziali, con connotazioni e specificitĂ diverse nelle varie parti del mondo.
Lo sviluppo dellâera agropastorale ha portato lâuomo a intervenire sullâambiente modificando il paesaggio naturale; infatti lâaumento della popolazione conseguente alla maggiore disponibilitĂ di cibo ha portato alla necessitĂ di rendere coltivabili maggiori superfici. Pertanto lâuomo ha cominciato a creare aree coltivabili sempre piĂč ampie, come pascoli e campi e poi terrazzamenti sulle sponde di colline e montagne. Inoltre Ăš intervenuto sul suolo per permettere la coltivazione dei primi campi di cereali diffusi dallâAsia allâEuropa, dallâIndia fino allâAfrica, con la coltivazione della tapioca e poi del miglio e del sorgo o del mais in America Latina. Gli interventi sullâambiente hanno sempre segnato il corso della nostra storia. Nella stessa Europa, per esempio, nel periodo tra il 1000 e il 1400 vi fu unâintensa attivitĂ di disboscamento e la superficie dei boschi scese dal 90% del territorio al 20%, molte paludi furono rese coltivabili e, per il continuo aumento della popolazione e la necessitĂ di cibo, superfici sempre piĂč estese furono recuperate soprattutto nelle pianure centro-settentrionali del continente. Nelle Fiandre (odierni Belgio, Olanda e Francia nord-orientale) furono messi a coltura migliaia di ettari di terra fertile mediante la costruzione di dighe contro gli allagamenti. La Francia del Nord, fitta di foreste naturali, fu in gran parte disboscata e messa a coltura.
Si svilupparono anche le prime aziende agricole e questo portĂČ giĂ allâepoca alla specializzazione nello sfruttare e valorizzare i terreni rendendoli agricoli con bonifiche e lavorazioni, come testimonia lâopera dei frati cistercensi in Europa.
Nel corso della storia si sono dunque sempre verificati mutamenti dellâambiente, ai quali hanno concorso anche le variazioni climatiche che ciclicamente hanno fatto registrare significativi cambiamenti delle aree coltivate e dei cicli dei raccolti. Pensiamo allâabbassamento della vegetazione arborea avvenuto attorno al XVI secolo o alla riduzione delle produzioni di erba dei pascoli o ai periodi di carestia, spesso legati a cambiamenti climatici che hanno avuto anche ripercussioni sullâambiente.
Nel periodo tra il 1600 e il 1700 le produzioni agricole e le condizioni economiche della popolazione erano ancora tali che lâaspettativa di vita in Europa era intorno ai 30 anni (Burger, 2012). Il lavoro agricolo era poco produttivo e questo determinava malnutrizione e suscettibilitĂ alle malattie. Solo verso la fine dellâOttocento e i primi del Novecento, con lo sviluppo della chimica e lâintroduzione della concimazione minerale, seguita da sistemi di lavorazione del terreno innovativi e dallâuso di piante selezionate piĂč adatte ai diversi ambienti, si arrivĂČ allâintensificazione delle produzioni. La meccanizzazione e lâuso di concimi chimici, in alternativa a quelli naturali organici, permise la coltivazione di superfici sempre piĂč estese con minori tempi di lavoro e con maggiori rese.
Lâaumentata disponibilitĂ di cibo e le relativamente migliori condizioni igieniche continuarono a favorire le condizioni di vita e lâincremento demografico, che si tradusse in maggior forza lavoro, in una fase in cui le scoperte scientifiche e lo sviluppo della tecnologia vedevano il consolidarsi dellâindustria. Questo nuovo modello produttivo portĂČ a un cambiamento epocale e dalla societĂ agricola si passĂČ alla societĂ industriale, determinando una maggior richiesta di energia con un incremento dei consumi di carbone.
Con lâindustrializzazione aumentarono anche gli scambi internazionali che portarono alla costruzione di ferrovie, strade e nuove vie dâacqua. Nel frattempo, si stava diffondendo lâuso del petrolio e della sua raffinazione in benzina, che raggiunse estrema popolaritĂ con lâinvenzione dei motori a scoppio e dellâautomobile. Lâimpiego del petrolio superĂČ quello del carbone verso gli anni Cinquanta del Novecento e la sua popolaritĂ continuĂČ grazie anche allo sviluppo del settore petrolchimico, che portĂČ alla produzione di materiali sintetici sempre piĂč utilizzati anche nella vita quotidiana.
Da questo momento iniziĂČ il progredire dellâattuale societĂ dei consumi. Lâutilizzo di energia nei paesi industrializzati subĂŹ un balzo in avanti a partire dagli anni Sessanta, con lâaumento dei consumi di beni in modo diffuso nella societĂ .
Nel contempo, lâaumento demografico stava portando anche a un incremento della cementificazione con...