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Corpi tra spazio e progetto
Cristina Bianchetti
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Corpi tra spazio e progetto
Cristina Bianchetti
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Il corpo Ăš canale di transito tra lo spazio e il progetto: il tramite con il quale il progetto manipola lo spazio. Questa Ăš la tesi del libro che sviluppa una lettura critica del progetto urbanistico osservando il modo in cui tocca il corpo. E cosĂŹ facendo acquista una dimensione che va oltre il singolo corpo malato, sano, aperto, misurato, scrutato, liberato, emancipato. Acquista una dimensione pubblica, politica.
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ArquitecturaSous-sujet
Arquitectura general1.
Il corpo malato: terapisti, medici, curatori, stregoni
Il corpo malato: terapisti, medici, curatori, stregoni
The idea of purity and impurity must be yielded.
R. Neutra 1954: 117
California anni â50
La prima metĂ degli anni â50 Ăš, negli Stati Uniti, attraversata da molte paure. Ovunque se ne trovano indizi: nei ripetuti allarmi per avvistamenti di oggetti non identificati nello spazio; nellâincubo nucleare gettato sul mondo dal fungo di Hiroshima; nei fantasmi dellâinquinamento ambientale; nella convinzione che lâambiente stesso possa essere una minaccia reale per la salute fisica e mentale dellâuomo. Ovunque fobie e nevrosi variamente descritte e manifestate. La stagione dâoro del noir americano che alcuni fanno iniziare con Il falcone maltese36, riflette bene lâatmosfera di paura e di infatuazione per la psicoanalisi e lâonirismo espressionista. La metropoli e il deserto sono gli opposti spazi geografici, non solo metaforici, sui quali si proiettano inquietudini, fobie, ossessioni e sperimentazioni. Scenari, entrambi, di un mondo civilizzato37 nel quale, in un caso come nellâaltro, si tratta di sopravvivere. Survival Through Design di Richard Neutra38, racconta bene le angosce di quegli anni, la convinzione che âLâuomo [possa] anche perire, vittima delle sue stesse invenzioni esplosive e insidioseâ39. Con enorme anticipo Ăš posta molta insistenza sullâenvironmental design40. Sembra tutto molto vicino e sono i lontani anni â50.
Lâarchitetto austriaco Richard Neutra Ăš uno dei protagonisti del modernismo in architettura: allievo di Otto Wagner e collaboratore di Adolf Loos, assistente di Mendelsohn a Berlino fino al 1923, quando si trasferisce negli Stati Uniti dove conosce Frank Lloyd Wright e Rudolf Schindler41. Dei rapporti tra Neutra e Freud si sa molto, amico del figlio (che diventerĂ anchâegli architetto), frequenta il padre fino a fare della psicanalisi strumento della propria introspezione e poi professione42. Di tutto questo molto ha lasciato intuire lui stesso43, anche nel lungo commento scritto per un libro curioso, divagante e anticipatore, di Edward Hall: The Hidden dimension unâindagine psico-antropologica, scritta nel 1966 sul significato dello stare nello spazio. O meglio, sui modi con i quali percepiamo lo spazio attraverso i nostri sensi44.
Lâambiente in cui Neutra lavorerĂ negli Stati Uniti del dopoguerra Ăš permeato da una attenzione evidente alla psicanalisi da parte di una clientela colta, dotata di molti mezzi, preoccupata di sĂ©, del proprio corpo e dei propri incubi. Qui piĂč che altrove, per riprendere unâespressione di Deleuze, âla psicanalisi funziona allâaria apertaâ, non Ăš rinchiusa negli studi o negli ospedali e, lo psicanalista assume: âla posizione che ha il mercante nella societĂ feudale secondo Marx, funziona nei pori liberi della societĂ : non solo a livello dello studio privato, ma a livello delle scuole, delle istituzioni, delle settorializzazioni [âŠ]â45.
E, aggiungiamo, delle professioni. Neutra cerca lĂŹ, nellâinterazione tra psicanalisi e architettura, le condizioni di un nuovo progetto che utilizzi come materiali emozioni, paure, traumi. Che riconosca lâinconscio, ne insegua i desideri. Mi sembra piĂč fertile leggere la sua architettura entro questa direzione (non inedita46), che privilegiare le due piĂč frequentate della critica. La prima, giĂ ben delineata nel testo che Bruno Zevi dedica a Neutra nel 1954, costruita sulla contrapposizione tra fare architettura in Europa e negli Stati Uniti, sintetizzabile nellâaffermazione: âemigrare Ăš difficile per tutti [âŠ] o si resta fondamentalmente europei [âŠ] o ci si assimilaâ47. La seconda costruita sul lusso e il glamour, bene riassunta nelle poche sferzanti parole che gli Smithson dedicano allâarchitetto, o meglio alle fotografie delle sue case che a loro paiono segnate da â[âŠ] a kind of de-materialised glamour, almost that of soap and toilet paper advertisementsâ48. Di queste due direzioni, la prima mette in gioco tradizioni, e assimilazioni, la seconda i circuiti della comunicazione e del mercato. Le strade non sono separate, ma divergenti.
Neutra Ăš figura affascinante e magnetica. Per Manfred Sack Ăš: âModernist, Missionary, Lover of Nature, Philantrophistâ49. Lui amerĂ piuttosto definirsi âArchitectural Therapistâ. Figura carismatica Ăš certo stata per i suoi studenti, ritratti in foto in cui lo circondano e gli rivolgono sguardi estatici50. Attentissimo allâimmagine pubblica: le foto che lo ritraggono sono accurate messe in scena, come quella pubblicata sul Times il 15 agosto del 194951 in cui Neutra Ăš con un cliente, seduto in un interno curato al dettaglio. Una fotografia che riproduce una sceneggiatura hitchcockiana o, se si preferisce, una scena confessionale. In fondo la psicanalisi non Ăš stata, come giĂ sosteneva Foucault, anche il risultato della proliferazione e istituzionalizzazione delle procedure di confessione proprie della nostra civiltĂ ?52 Fotografie come questa mostrano bene lâattitudine di Neutra a modellare il suo ruolo di architetto sulla seduta terapeutica: il suo orientamento a formulare risposta ai bisogni psicologici del cliente; a immaginare e realizzare unâarchitettura nella quale la con...