AndrĂ© Louf, da poco deceduto, Ăš autore abbastanza noto nel campo della teologia spirituale (lâespressione latina optanda infirmitas, che gli era molto cara, significa letteralmente «desiderabile debolezza», e corrisponde al cuore dellâintuizione spirituale di Louf, come cercheremo di spiegare). Lâabate di Mont-des-Cats Ăš soprattutto molto conosciuto â e spesso anche citato â per il suo contributo nella riflessione postconciliare circa il tema dellâaccompagnamento spirituale.
Non intendo tuttavia â se non sporadicamente â fare unâanalisi di natura teologica o storica e neppure un confronto con altri autori che nel corso dei secoli o nel dibattito contemporaneo si sono misurati con gli aspetti della vita spirituale maggiormente frequentati dal nostro autore.
Profilo biografico
Jacques Louf nasce a Lovanio, nel Belgio fiammingo, il 28 dicembre 1929, terzo ed ultimo figlio. Dalla famiglia, profondamente cristiana, viene educato a una intensa vita sacramentale. In seguito, frequentando il collegio cattolico Saint Louis di Bruges e grazie alla guida di un padre spirituale, viene iniziato alla liturgia delle ore, alla vita spirituale, al gusto per lâinterioritĂ .
Partecipa attivamente al movimento della diocesi di Bruges Katholieke Studenten Aktie, in cui ricopre ruoli di responsabilitĂ , che rivelano le sue doti pastorali: facilitĂ di parola, spigliatezza nelle relazioni, assunzione delle responsabilitĂ .
Negli anni dellâadolescenza incomincia a pensare seriamente alla vocazione monastica. Nel maggio del 1945, quando Jacques ha diciassette anni, visita di nascosto con un amico lâabbazia trappista di Mont-des-Cats, situata vicino alla frontiera, ma giĂ in territorio francese, a pochi chilometri da Lille. Per la prima volta assiste allâufficio di Compieta e al canto della Salve regina. Ecco come AndrĂ© Louf, molti anni dopo, descriverĂ questo primo incontro con la vita monastica: «Fu un autentico colpo di fulmine. Alla fine di quellâufficio ero convinto che era lĂŹ, in quellâabbazia, che Dio mi attendeva. Nulla avrebbe potuto farmi cambiare parere». Nel 1947, allâetĂ di diciannove anni, entra nel noviziato di Mont-des-Cats, ricevendo il nome di AndrĂ©: con lui ci sono altri undici novizi.
Gli anni della formazione non sono facili. A causa del suo ipertiroidismo trova difficoltĂ a seguire il ritmo della Trappa come avrebbe voluto il suo fervore di novizio. Inoltre il bisogno di relazioni e il desiderio di impegnarsi nel ministero apostolico suggeriscono allâabate di rimandare lâimpegno definitivo nella vita monastica da parte di AndrĂ©. Presta provvisoriamente servizio allâospitalitĂ e segue alcuni corsi di teologia a Lovanio. Questo periodo di distanza dalla comunitĂ permette ad AndrĂ© di maturare il desiderio di impegnarsi in modo definitivo con la professione solenne. Tuttavia negli anni seguenti Ăš tormentato dal dubbio di aver compiuto tale passo con troppa fretta e con una non sufficiente libertĂ .
Viene inviato a Roma per compiere gli studi presso lâUniversitĂ Gregoriana e il Pontificio Istituto Biblico: qui rimane per tre anni. Sono anni vivaci che precedono il rinnovamento della vita monastica avviato in seguito dal Concilio. Alcune idee un poâ audaci sulla laicitĂ della vita monastica spingono i superiori di AndrĂ© a suggerire allâesuberante monaco di cercarsi unâaltra abbazia. AndrĂ© non si scoraggia, ridice il suo sĂŹ e ottiene di ritornare a Mont-des-Cats a condizione di occupare lâultimo posto:
Questo incidente, in sĂ© cosĂŹ contrariante, alla fin fine mi permise di pronunciare di nuovo, e liberamente, il mio sĂŹ definitivo. [âŠ]. In particolare mi aveva permesso di scoprire come questa situazione mi mettesse provvidenzialmente allâultimo posto: quello del piccolo, del debole, del povero che puĂČ alla fine abbandonarsi e aprirsi alla grazia. Cominciai allora ad accettare, in un certo senso, di non essere io a dettare le regole del gioco. Fu lâinizio di una seconda conversione.
Nel 1955 Ăš ordinato sacerdote e, poco tempo dopo essere rientrato da Roma, Louf viene incaricato di seguire la redazione di Collectanea cisterciensia, svolgendo tale compito con impegno e passione. Durante questo periodo chiede piĂč volte ai suoi superiori di potersi dedicare a una vita di maggior solitudine in una comunitĂ camaldolese: tale desiderio non incontra il parere favorevole nĂ© dellâabate di Mont-des-Cats nĂ© dellâabate generale, il quale suggerisce ad AndrĂ© di attendere ancora un anno.
Alla fine del 1962 lâabate muore e la comunitĂ â che allâepoca contava circa ottanta monaci â elegge alla sua guida AndrĂ© Louf: ha solo trentatrĂ© anni e il diritto canonico prevedrebbe per questo incarico almeno trentacinque anni di etĂ . AndrĂ© accetta giurando a se stesso che avrebbe svolto quellâincarico solo per dieci anni. Trascorsi dieci anni AndrĂ© domanda, col parere favorevole della comunitĂ e del padre spirituale (un monaco ortodosso), di lasciare la Trappa per la Certosa. Lâabate generale e il suo consiglio respingono la richiesta. Ugualmente si comporta il Priore generale dei Certosini. AndrĂ© resta abate di Mont-des-Cats per ancora oltre venticinque anni, guidando la comunitĂ negli anni fecondi del rinnovamento postconciliare. PiĂč volte partecipa ai capitoli generali dellâOrdine trappista in qualitĂ di moderatore.
Nel 1967, insieme a dom Poiron, procuratore generale dei certosini, e al confratello Thomas Merton, invia al Sinodo dei vescovi riunito a Roma un messaggio su I contemplativi e la crisi di fede. Agli inizi degli anni Settanta, per conoscere meglio il monachesimo orientale, compie un viaggio in Grecia e in Romania. Louf ha modo di visitare anche il Monte Athos e di vivere una profonda esperienza di comunione con diversi monaci ortodossi, tra i quali Gondikakis, Charalambos e Theoklitos.
Nel 1998 André Louf lascia il servizio abbaziale e sceglie di vivere come eremita in Provenza, nei pressi del monastero di benedettine di Simiane-Collongue.
Dedica poi i suoi studi soprattutto a due amati autori: il mistico fiammingo Jan van
Ruusbroec, di cui ha curato la traduzione delle opere dal medio-neerlandese al francese presso le edizioni dellâAbbazia di Bellefontaine, e il monaco del VII-VIII secolo Isacco il Siro, di cui ha tradotto alcuni testi inediti presso la prestigiosa collana di Lovanio Corpus Scriptorum Christianorum Orientalium. La facoltĂ di Lovanio ha inoltre conferito a Louf il titolo di dottore honoris causa.
Nel 2004 Ăš stato invitato da Giovanni Paolo II
a comporre i commenti e le preghiere alle stazioni della Via Crucis svoltasi al Colosseo il VenerdĂŹ santo dello stesso anno.
Gli scritti
Presentiamo ora, in ordine cronologico, i principali scritti di André Louf, le cui opere vere e proprie sono relativamente poche. Molti dei testi che hanno Louf per autore, infatti, sono raccolte di omelie, articoli, conferenze o contributi in opere collettive. Ai testi che ora indicheremo occorre ovviamente aggiungere numerosi articoli, non solo in lingua francese, apparsi in diverse riviste di spiritualità cistercense o monastica.
Lo Spirito prega in noi (Heer, leer ons bidden, 1973). Ă il primo libro scritto da Louf, dopo i primi dieci anni di servizio abbaziale. Si tratta di una testimonianza sulla preghiera da parte di un uomo di preghiera. Il linguaggio scelto Ăš nello stesso tempo semplice e inconsueto. Louf attinge non solo alla sua esperienza personale, ma soprattutto alla Scrittura e ai testi della tradizione monastica di tutti i tempi: Antonio, Isacco il Siro, Climaco, Evagrio, Cassiano, Bernardo di Chiaravalle. Il tema della preghiera Ăš affrontato nel suo rapporto con la Parola di Dio, i salmi so...