PARTE SECONDA
LE APPLICAZIONI
Intelligenza artificiale e norme antiabuso: il ruolo dei
sistemi âintelligentiâ tra funzione amministrativa
e attivitĂ giurisdizionale
Stefano Dorigo*
ABSTRACT: Lâuso dellâintelligenza artificiale nel contesto del diritto tributario Ăš oggi al centro di un ampio dibattito. Da un lato, se ne auspica un piĂč massiccio impiego per meglio dominare lâaccresciuta quantitĂ di informazioni che ogni operatore ha a disposizione; dallâaltro, si paventano i rischi per gli effetti della sostituzione della valutazione tipica dellâessere umano. Un fecondo ambito di riflessione riguarda gli impieghi dellâIA nel diritto tributario internazionale ed in particolare per lâapplicazione delle clausole generali anti-abuso introdotte a livello internazionale ed interno: esse, infatti, sono per loro natura vaghe e richiedono unâinterpretazione che difficilmente, allo stato, puĂČ essere garantita da un apparato meccanizzato. La questione Ăš vieppiĂč complicata dalla natura pubblicistica del rapporto tributario, ciĂČ che impone la possibilitĂ di ricostruire, anche tramite la motivazione, lâiter argomentativo sia dellâamministrazione che del giudice per non pregiudicare il diritto di difesa del contribuente: una situazione che difficilmente pare poter essere garantita tramite un algoritmo. In questo senso, si auspica un ruolo solo ausiliario dellâintelligenza artificiale, a sostegno di attivitĂ che devono in ultima analisi rimanere responsabilitĂ dellâoperatore umano.
ABSTRACT: The use of artificial intelligence in tax law is a topic of discussion today. On the one hand, a larger use of AI is advocated to increase control of the huge amount of information at the disposal of the tax authorities; on the other hand, risks are envisaged in relation to the replacing of the human assessment. A fruitful field of research is the application of AI to international tax law and in particular to general anti-abuse clauses (at international and domestic level). GAARs are by nature vague and require an interpretation that can hardly be guaranteed at present by a mechanized apparatus. The issue is increasingly complicated by the public nature of the tax relationship, which requires the possibility to reconstruct, also through the motivation, the argumentative process of both the administration and the judge to preserve the right of defense of the taxpayer. Such situation hardly seems to be guaranteed by an algorithm. In this sense, the author envisages that AI will play a merely auxiliary role, to support activities that must ultimately remain responsibility of the human operator.
KEYWORDS: Diritto tributario â Norme generali antiabuso â Interpretazione
SOMMARIO: 1. Introduzione: intelligenza artificiale e diritto tributario. â 2. Il possibile ruolo dellâintelligenza artificiale nellâinterpretazione delle Convenzioni contro le doppie imposizioni. â 3. In particolare; il caso problematico delle clausole antiabuso. â 4. Sistemi di intelligenza artificiale e interpretazione delle clausole antiabuso di natura pattizia. â 5. Il âchiâ: lâutilitĂ dei sistemi di intelligenza artificiale per lâamministrazione finanziaria al fine dellâindividuazione di fattispecie abusive. â 5.1. Segue: un utilizzo âragionevoleâ dellâintelligenza artificiale per lâamministrazione finanziaria. â 6. Segue: intelligenza artificiale e giudice tributario. â 7. Conclusioni.
1. Introduzione: intelligenza artificiale e diritto tributario.
Il tema delle modalitĂ e dei limiti dellâutilizzo dellâintelligenza artificiale nel mondo del diritto Ăš, attualmente, uno dei piĂč dibattuti1. CiĂČ Ăš ascrivibile, in prima battuta, al travolgente sviluppo degli studi scientifici sullâintelligenza artificiale, i quali in tempi recenti hanno portato al proliferare di applicazioni pratiche percepite in misura crescente come utilmente impiegabili nella vita e nelle occupazioni quotidiane. Allo stesso tempo, si intuisce il possibile impatto di queste tecniche sul modo di essere dellâattivitĂ giuridica: lâenorme quantitĂ di dati ed informazioni di cui ogni giurista deve tenere conto e la spasmodica specializzazione che connota ogni figura professionale nel mondo del diritto paiono concorrere nella direzione della valorizzazione di strumenti, fondati appunto sullâintelligenza artificiale, capaci di elaborare un maggior numero di informazioni in un tempo estremamente breve.
Risulta peraltro interessante notare che, se quello appena tratteggiato Ăš un fenomeno piuttosto nuovo, la riflessione sugli impieghi dellâintelligenza artificiale nel campo del diritto tributario Ăš ben piĂč risalente. Il primo esperimento in tal senso risale a circa quaranta anni fa2 e nel tempo si Ăš assistito a numerosi altri studi, fino al piĂč recente Blue J Legal del quale ci occuperemo nel dettaglio nel prosieguo del presente scritto3. Insomma, a differenza che in altri rami del diritto, pare che la frontiera tecnologica legata agli sviluppi applicativi dellâintelligenza artificiale sia stata da piĂč tempo ritenuta particolarmente adatta per il diritto tributario.
Ci si deve chiedere allora quale sia la ragione di una simile peculiaritĂ . A tale quesito si Ăš talvolta risposto facendo riferimento allâelevato tecnicismo delle norme di diritto tributario, in special modo quelle relative al reddito di impresa4, ed alla redazione di esse in termini estremamente analitici, tali da renderne pressochĂ© automatica lâapplicazione5. Un tecnicismo che â quanto meno in astratto â ne rende lâapplicazione piĂč meccanica e, perciĂČ, puĂČ valorizzare il ricorso a sistemi capaci di immagazzinare, vagliare, incrociare ed elaborare dati in quantitĂ e con velocitĂ tali da sorpassare ogni capacitĂ umana. Si tratta di un assunto non del tutto convincente, dal momento che anche le norme sul reddito di impresa non si risolvono nella maggior parte dei casi nella mera attivazione di rigide formule statistico-matematiche, ma richiedono un quid pluris di tipo interpretativo: si pensi, solo per fare un esempio, alle regole sulle valutazioni delle rimanenze o sullâinerenza dei costi.
In ogni caso, quella appena richiamata pare essere la ragione dellâindubbio interesse che lâintelligenza artificiale ha da vari decenni suscitato tra gli studiosi e gli operatori del diritto tributario. Al di lĂ di quelle che possono esserne le ragioni, si coglie un crescente dibattito tra gli studiosi di questa materia circa gli utilizzi dellâintelligenza artificiale per guidare lâapplicazione in concreto delle astratte disposizioni normative. Non si tratta, peraltro, solo della particolare proiezione nella nostra materia di un atteggiamento diffuso in tutti i rami del diritto. La peculiaritĂ del diritto tributario, infatti, Ăš quella di applicarsi ad una fattispecie che vede coinvolta, oltre al privato, anche la pubblica amministrazione e che, proprio per questo, ha un carattere pubblicistico evidente. Lâinfluenza degli strumenti automatizzati deve quindi essere valutata con particolare cura, attesa sia lâimportanza della corretta attuazione delle norme fiscali per la finanza pubblica, sia lâesigenza di tutela del contribuente la cui posizione soggettiva viene incisa dallâatto amministrativo6.
Sotto questo profilo, vi Ăš in particolare in seno alla materia del diritto tributario un settore specifico che negli ultimi tempi appare essere possibile terreno di elezione di esperimenti applicativi legati appunto allâintelligenza artificiale: quello del diritto tributario internazionale. Due aspetti hanno, in particolare, attratto lâattenzione degli studiosi: la complessitĂ del sistema delle convenzioni contro le doppie imposizioni, in special modo dopo lâentrata in vigore della Convenzione multilaterale attuativa di taluni degli standard promossi dal progetto BEPS7; e lâintroduzione, anche il di fuori di tale Convenzione multilaterale, di clausole generali antiabuso, sia a livello internazionale che in ambito europeo.
Quanto al primo aspetto, la Convenzione multilaterale8 â mirando a realizzare la contemporanea modifica di un gran numero di convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni senza dover attendere i tempi di una revisione una per una delle stesse â lascia tuttavia un ampio margine di scelta agli Stati, sia quanto alle convenzioni âcoperteâ9 sia in relazione alla disciplina in concreto applicabile, a causa del possibile operare incrociato di riserve e opzioni10. Lâintreccio delle scelte unilateralmente compiute dai due Stati parte e la probabile diversitĂ dei regimi introdotti in conseguenza di quelle rendono quanto mai nebulosa lâindividuazione di quale norma sia applicabile e in che cosa essa si sostanzi.
A tale profilo di carattere generale si affianca, poi, quello legato come detto allâintroduzione nelle convenzioni bilaterali ma anche nelle normative nazionali di clausole generali antiabuso: esse, in quanto per lâappunto âgeneraliâ e quindi finalizzate ad applicarsi ad un numero indefinito di fattispecie, impiegano un linguaggio vago e valorizzano concetti generici. In tal modo, le incertezze interpretative si incrementano e si pone, perciĂČ, lâesigenza di verificare se, attraverso strumenti automatizzati, non sia possibile oggettivizzare, per quanto possibile, lâattivitĂ giuridica ad esse inerente e limitare perciĂČ lâincertezza che lâinevitabile approccio soggettivista dellâinterprete sembra alimentare.
Ebbene, Ăš proprio questo il contesto nel quale si muoverĂ la nostra indagine. Ci si propone, in altri termini, di appro...