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Che cos'Ăš un dispositivo?
Giorgio Agamben
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Che cos'Ăš un dispositivo?
Giorgio Agamben
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"Il mondo si presenta come una gigantesca proliferazione di dispositivi â cellulare, televisione, PC, automobile â al punto che non vi Ăš un solo istante della vita degli individui che non ne sia modellato, controllato o contaminato".
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FilosofiaSous-sujet
StrutturalismoChe cosâĂš un dispositivo?
1. Le questioni terminologiche sono importanti in filosofia. Come ha detto una volta un filosofo per il quale ho il piĂș grande rispetto, la terminologia Ăš il momento poetico del pensiero. CiĂČ non significa che i filosofi debbano ogni volta necessariamente definire i loro termini tecnici. Platone non ha mai definito il piĂș importante dei suoi termini: idea. Altri invece, come Spinoza e Leibniz, preferiscono definire more geometrico la loro terminologia.
Lâipotesi che intendo proporvi Ăš che la parola âdispositivoâ sia un termine tecnico decisivo nella strategia del pensiero di Foucault. Egli lo usa spesso soprattutto a partire dalla metĂ degli anni Settanta, quando comincia a occuparsi di quello che chiamava la âgovernamentalitĂ â o il âgoverno degli uominiâ. BenchĂ© non ne dia mai una vera e propria definizione, egli si avvicina a qualcosa come una definizione in unâintervista del 1977:
âCiĂČ che io cerco di individuare con questo nome, Ăš, innanzitutto, un insieme assolutamente eterogeneo che implica discorsi, istituzioni, strutture architettoniche, decisioni regolative, leggi, misure amministrative, enunciati scientifici, proposizioni filosofiche, morali e filantropiche, in breve: tanto del detto che del non-detto, ecco gli elementi del dispositivo. Il dispositivo Ăš la rete che si stabilisce fra questi elementiâŠ
âŠcol termine dispositivo, intendo una specie â per cosĂ dire â di formazione che in un certo momento storico ha avuto come funzione essenziale di rispondere a unâurgenza. Il dispositivo ha dunque una funzione eminentemente strategicaâŠ
Ho detto che il dispositivo Ăš di natura essenzialmente strategica, il che implica che si tratti di una certa manipolazione di rapporti di forza, di un intervento razionale e concertato nei rapporti di forza, sia per orientarli in una certa direzione, sia per bloccarli o per fissarli e utilizzarli. Il dispositivo Ăš sempre iscritto in un gioco di potere e, insieme, sempre legato a dei limiti del sapere, che derivano da esso e, nella stessa misura, lo condizionano. Il dispositivo Ăš appunto questo: un insieme di strategie di rapporti di forza che condizionano certi tipi di sapere e ne sono condizionatiâ.
(Dits et Ă©crits, vol. III, pp. 299-300)
Riassumiamo brevemente i tre punti:
a. Ă un insieme eterogeneo, che include virtualmente qualsiasi cosa, linguistico e non-linguistico allo stesso titolo: discorsi, istituzioni, edifici, leggi, misure di polizia, proposizioni filosofiche ecc. Il dispositivo in se stesso Ăš la rete che si stabilisce tra questi elementi.
b. Il dispositivo ha sempre una funzione strategica concreta e si iscrive sempre in una relazione di potere.
c. Come tale, risulta dallâincrocio di relazioni di potere e di relazioni di sapere.
2. Vorrei ora provare a tracciare una sommaria genealogia di questo termine prima allâinterno dellâopera di Foucault e poi in un contesto storico piĂș ampio.
Alla fine degli anni Sessanta, piĂș o meno al momento in cui scrive Lâarcheologia del sapere, per definire lâoggetto delle sue ricerche Foucault non usa il termine dispositivo ma quello, etimologicamente vicino, âpositivitĂ©â, positivitĂ , anche questa volta senza definirlo.
Mi sono spesso ...