Antologia di Spoon River
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Antologia di Spoon River

Edgar Lee Masters

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Antologia di Spoon River

Edgar Lee Masters

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La famosissima - e incredibilmente bella - Antologia di Spoon River ( Spoon River Anthology ) è una raccolta di poesie che il poeta statunitense Edgar Lee Masters pubblicò fra il 1914 e il 1915 sul “Mirror” di Saint Louis. Come è noto, le poesie portano come titoli i nomi di immaginari defunti e raccontano, in forma di epitaffi, la vita dei residenti della fantasiosa cittadina di Spoon River (l’omonimo fiume - davvero esistente - scorreva vicino a Lewistown, città di residenza di Masters) e sepolti nel cimitero locale. Ad alcune delle poesie contenute in questo libro si ispira l’album Non al denaro non all’amore né al cielo di Fabrizio De Andrè.

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Informations

Année
2020
ISBN
9788835366874
Sous-sujet
PoesĂ­a

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

LA COLLINA
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l’ubriacone, l’attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno morĂŹ di febbre,
uno bruciato in miniera,
uno ucciso in una rissa,
uno morĂŹ in prigione,
uno cadde da un ponte mentre faticava per moglie e figli -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizzie e Edith,
il cuore tenero, l’anima semplice, la chiassosa, la superba, l’allegrona? -
tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morĂŹ di parto clandestino,
una di amore contrastato,
una fra le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio
infranto, inseguendo il desiderio del cuore,
una dopo una vita lontano a Londra e Parigi
fu riportata nel suo piccolo spazio accanto a Ella e Kate e Mag -
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono zio Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva parlato
con i venerandi uomini della rivoluzione? -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Li portarono figli morti in guerra,
e figlie che la vita aveva spezzato,
e i loro orfani, in lacrime -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov’ù il vecchio Jones, il violinista
che giocĂČ per novant’anni con la vita,
sfidando il nevischio a petto nudo,
bevendo, schiamazzando, infischiandosi di moglie e parenti,
e danaro, e amore, e cielo?
Eccolo! Ciancia delle sagre di pesce fritto di tanti anni fa,
delle corse di cavalli di tanti anni fa a Clary’s Grove,
di ciĂČ che Abe Lincoln disse
una volta a Springfield.

HOD PUTT
Giaccio qui accanto alla tomba
del vecchio Bill Piersol,
che s’arricchì trafficando con gli indiani, e
poi con la legge sul fallimento
se la cavĂČ piĂč ricco di prima.
Io m’ero stancato di fatiche e miseria
e vedendo che il vecchio Bill e gli altri s’arricchivano,
una notte rapinai un passante dalle parti di Proctor’s Grove,
ma senza volere lo uccisi,
perciĂČ fui processato e impiccato.
Fu il mio modo di fare fallimento.
Ora noi che siamo falliti ciascuno a suo modo
riposiamo in pace fianco a fianco.

OLLIE MCGEE
L’avete visto in giro nel villaggio
un uomo con gli occhi bassi e il volto scavato?
È mio marito, Ú lui che per segreta crudeltà
innominabile, mi prese gioventĂč e bellezza;
cosĂŹ alla fine, avvizzita e coi denti gialli,
spezzata nell’orgoglio e in abietto avvilimento,
sprofondai nella fossa.
Ma sapete cos’ù che rode il cuore a mio marito?
Com’ero, e come mi ha ridotta!
Questo lo spinge al luogo dove giaccio.
Nella morte, dunque, sono vendicata.

FLETCHER MCGEE
Mi prese la forza minuto per minuto,
mi prese la vita ora per ora,
mi svuotĂČ come luna di febbre
che fiacchi la trottola del mondo.
I giorni trascorsero come ombre,
i minuti ruotarono come stelle.
Mi cavĂČ dal cuore la pietĂ ,
e la mutĂČ in sorrisi.
Era un grumo di creta di scultore,
i miei segreti pensieri erano dita:
volarono dietro la sua fronte assorta
e vi scavarono solchi di pena.
Le fecero labbra serrate, guance cadenti,
occhi bassi di dolore.
La mia anima era entrata in quella creta,
e lottava come sette diavoli.
Non era mia, non era sua;
lei la teneva, ma quella lotta
le plasmĂČ un volto che odiava,
un volto che temevo di guardare.
Battei alle finestre, scossi i paletti.
Mi nascosi in un angolo -
e allora morĂŹ e mi ossessionĂČ,
e mi ossessionĂČ per la vita.

ROBERT FULTON TANNER
Se si potesse mordere la mano gigante
che ci afferra e distrugge,
come io fui morso da un topo
il giorno che alla ferramenta
mostravo la mia trappola brevettata.
Ma non ci si puĂČ vendicare
Di quell’orco mostruoso che ù la Vita.
Tu entri nella stanza - cioĂš nasci;
e poi devi vivere - logorarti l’anima,
ecco! L’esca che brami ù in vista:
una donna coi soldi che vuoi sposare,
prestigio, posizione, potere nel mondo.
Ma bisogna darsi da fare e superare ostacoli -
Eh, sì! le sbarre davanti all’esca.
Finalmente ce l’hai fatta - ma si sente un passo:
l’orco, la Vita, entra nella stanza,
(era in agguato e ha sentito lo scatto della molla)
e ti guarda rosicchiare il bellissimo formaggio,
e ti fissa con occhi ardenti,
e si fa torvo e ride, e ti beffa e maledice,
mentre corri su e giĂč per la trappola,
finché il tuo tormento gli viene a noia.

CASSIUS HUEFFER
Sulla mia pietra hanno inciso le parole:
“La sua vita fu generosa, e gli elementi in lui così commisti
che la natura potrebbe levarsi a dire al mondo intero:
questi fu un uomo”.
Coloro che mi conobbero sorridono
leggendo questa vuota retorica.
Il mio epitaffio doveva essere:
“La vita non fu generosa con lui,
e gli elementi in lui cosĂŹ commisti
che fece guerra alla vita,
e ne fu ucciso”.
Da vivo ho dovuto soccombere alle malelingue,
ora che sono morto mi tocca sopportare un epitaffio
scolpito da uno sciocco!

SEREPTA MASON
Il fiore della mia vita sarebbe sbocciato d’ogni lato
se un vento crudele non avesse appassito i miei petali
dal lato che vedevate voi del villaggio.
Dalla polvere levo la mia protesta:
il mio lato in fiore voi non lo vedeste!
Voi, i vivi, siete davvero degli sciocchi
e non sapete le vie del vento
e le forze invisibili
che governano i processi della vita.

AMANDA BARKER
Henry mi mise incinta
sapendo che non potevo generare una vita
senza perdere la mia.
Quindi in gioventĂč varcai i portali di polvere.
Viandante, nel villaggio dove vissi credono
che Henry mi amasse con amore di consorte,
ma dalla polvere proclamo
che mi uccise per appagare il suo odio.

CONSTANCE HATELY
Tu lodi la mia abnegazione, Spoon River,
perché ho cresciuto Irene e Mary,
orfane della mia sorella piĂč grande!
E biasimi Irene e Mary
per il loro disprezzo per me!
Ma non lodare la mia abnegazione,
e non biasimare il loro disprezzo:
io le ho cresciute, mi sono curata di loro, Ăš vero! -
ma ho avvelenato le mie buone azioni
rinfacciandogli sempre che m’erano di peso.

CHASE HENRY
In vita fui l’ubriacone del villaggio;
da morto il prete mi negĂČ sepoltura
in terra consacrata.
La cosa tornĂČ a mio vantaggio,
perché i Protestanti comprarono questo pezzetto di terra
e ci seppellirono il mio corpo,
accanto alla tomba del banchiere Nicholas,
e di sua moglie Priscilla.
Visto? anime prudenti e pie,
come le avverse correnti della vita
onorano i morti vissuti nell’onta?

HARRY CAREY GOODHUE
Nessuna meraviglia, sciocchi di Spoon River,
quando Chase Henry votĂČ contro i saloon
per vendicarsi d’essere stato messo alla porta.
Ma nessuno di voi fu tanto furbo
da seguire le mie tracce e smascherarmi
come fratello spirituale di Chase.
Vi ricordate quando mi battei
contro la banca e la cricca del tribunale,
perché intascavano gli interessi sui fondi pubblici?
E quando mi battei contro i notabili
che avevano ridotto i poveri a bestie da soma del fisco?
E quando mi battei contro l’impresa dell’acquedotto
che s’impadroniva delle strade e rincarava le tariffe?
E quando mi battei contro gli uomini d’affari
che m’avevano avversato in quelle lotte?
E allora ricorderete
che barcollando tra le rovine della sconfitta
e quelle di una carriera distrutta
estrassi dal mantello il mio ultimo ideale,
finora nascosto agli occhi di tutti,
come la preziosa mandibola dell’asino
e punii la banca e l’impresa dell’acquedotto
e gli uomini d’affari col proibizionismo,
e feci pagare a Spoon River il prezzo
delle battaglie che avevo perduto.

IL GIUDICE SOMERS
Come mai, ditemi,
io, il piĂč dotto degli avvocati,
che conoscevo Blackstone e Coke
quasi a memoria, che feci la piĂč bella arringa
mai sentita in tribunale, e scrissi
una difesa che meritĂČ l’elogio del giudice Breese -
come mai, ditemi,
mi trovo qui senza un segno, dimenticato,
mentre Chase Henry, l’ubriacone del villaggio,
ha un blocco di marmo, sormontato da un’urna,
su cui la Natura, in vena d’ironia,
ha seminato un’erbaccia in fiore?

KINSEY KEENE
Ascoltate, Thomas Rhodes, presidente della banca;
Coolbaugh Whedon, direttore dell’“Argus”;
Reverendo Peet, pastore della chiesa principale;
A.D. Blood, piĂč volte sindaco di Spoon River;
e infine tutti voi, membri della SocietĂ  per la Morale Pubblica -
ascoltate le ultime parole di Cambronne,
fermo fra gli eroici superstiti
della Guardia di Napoleone a Mont Saint Jean
sul campo di battaglia di Waterloo,
quando Maitland, l’inglese, gli gridĂČ:
“Arrendetevi, prodi Francesi!” -
lĂ  sul finire del giorno, la battaglia irrimediabilmente perduta,
e orde di uomini, non piĂč l’esercito
del grande Napoleone,
si rovesciavano dal campo come lembi laceri
di nubi tonanti nella tempesta.
Bene, quello che Cambronne disse a Maitland
prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
contro la luce morente del giorno
io dico a voi, a tutti voi,
e a te, mondo.
E vi impongo di scolpirlo
sulla mia pietra.

BENJAMIN PANTIER
Riposano insieme in questa tomba Benjamin Pantier, avvocato,
e Nig, il suo cane, fedele compagno, conforto e amico.
Lungo la strada grigia, amici, figli, uomini e donne,
uscendo a uno a uno dalla vita, finirono per lasciarmi solo
con Nig come amico, compagno di letto e di bevute.
Nel mattino della vita conobbi l’ambizione e scorsi la fama.
Poi lei, che mi sopravvive, catturĂČ la mia anima
con un laccio che mi dissanguĂČ a morte,
e io, un tempo risoluto, mi ritrovai finito, inerte,
a vivere con Nig nel retro d’uno squallido ufficio.
Sotto la mia mascella Ăš accoccolato il naso scarnito di Nig -
la nostra storia si perde nel silenzio. Seguita, folle mondo!

LA SIGNORA PANTIER
Lo so, che diceva che gli ...

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