Uomini e microbi: l'eterna battaglia
eBook - ePub

Uomini e microbi: l'eterna battaglia

Dalla preistoria al Coronavirus

Francesco Maria Galassi

Partager le livre
  1. 192 pages
  2. Italian
  3. ePUB (adapté aux mobiles)
  4. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

Uomini e microbi: l'eterna battaglia

Dalla preistoria al Coronavirus

Francesco Maria Galassi

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

Siamo tornati al punto di partenza oppure siamo destinati a una guerra infinita ai microbi? Anno 2020: l'Europa che sognava di raggiungere nuove vette tecnologiche e credeva in un benessere ormai garantito si risveglia assediata, espugnata e umiliata da un nemico nuovo e antico, un virus. Che cosa puĂČ dirci la storia al riguardo? Che cos'ha in comune l'emergenza Coronavirus con i grandi drammi del passato come la peste di Atene e quella Antonina, la Peste Nera del Trecento, le epidemie che seguirono la scoperta del Nuovo Mondo e la terribile spagnola, che alla fine della prima guerra mondiale, e cioĂš in pieno Novecento, provocĂČ decine di milioni di morti in tutto il mondo? Un saggio che, mediante l'analisi di fenomeni comparabili nella storia, ci condurrĂ  a comprendere meglio il dramma presente. Uno sguardo storico e scientifico necessario per collocare al suo giusto posto l'emergenza COVID-19. La finalitĂ  di quest'opera Ăš aiutare i lettori a comprendere come gli eventi epocali dei nostri giorni, che hanno alterato in modo straordinario il corso delle nostre vite, possano trovare un'originale ed efficace chiave di lettura nella riscoperta della storia delle malattie infettive e delle loro manifestazioni epidemico-pandemiche, al tempo stesso osservando come l'umanitĂ  abbia modificato – o non abbia affatto modificato – la propria maniera di reagire a questi fenomeni, tanto a livello pratico (prevenzione e cura della malattia) quanto teorico-comunicativo (comprensione del problema sanitario e sua comunicazione alle persone). Troppo spesso la lezione storico-medica e paleopatologica Ăš stata trascurata, quasi fosse poco piĂč che un'inutile forma di conoscenza, ormai del tutto slegata dalla realtĂ  contemporanea in cui viviamo. Mai errore avrebbe potuto essere maggiore. Qualcuno forse dirĂ : e come si puĂČ affermarlo? Questo libro si propone proprio di rispondere a questa domanda, alla luce dei fatti e delle esperienze passate, intraprendendo un percorso di approfondimento sia come osservatori di eventi lontani sia, un po' come guardandosi allo specchio, contemplando il lungo percorso della nostra specie dai suoi esordi fino ai giorni nostri.

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Uomini e microbi: l'eterna battaglia est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  Uomini e microbi: l'eterna battaglia par Francesco Maria Galassi en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans History et Social History. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Année
2021
ISBN
9791280134196
Sujet
History
Sous-sujet
Social History

Capitolo 1

Peste, piaga, pestilenza, epidemia e pandemia

In procinto ormai di salpare alla volta di tempi, civiltĂ  e mondi sconosciuti, con il desiderio di scoprire l’antichitĂ  della battaglia tra uomini e microbi, bisogna innanzitutto evitare di commettere un errore: quello di credere che la nostra cultura contemporanea e le nostre conoscenze, in quanto piĂč avanzate di quelle degli antichi, siano sufficienti a farci muovere con grande disinvoltura nelle epoche e nei contesti che ci hanno preceduto. Nulla di piĂč falso. Sarebbe come credere che, una volta catapultati indietro nel tempo all’epoca dell’impero romano, ci trovassimo a conversare amabilmente per strada con i passanti, forti delle nostre conoscenze liceali di latino. Per conoscere il passato, bisogna in un certo senso riviverlo, immergendosi nella realtĂ  antica e utilizzando gli strumenti linguistici e teorici che caratterizzarono i secoli passati. Un simile ragionamento va senz’altro applicato alla storia delle malattie e dell’arte medica, imparando sin dal principio a riconoscere le parole che gli antichi utilizzavano per descrivere le malattie infettive, in particolar modo le loro manifestazioni epidemico-pandemiche.
Oggi siamo soliti indicare una malattia con un nome scientifico ben preciso, derivato dall’agente patogeno che ne ù responsabile o dalla sua presentazione clinica, in alcuni casi esplicitandone la denominazione, in altri utilizzando acronimi, come accaduto per esempio con la nuova malattia pandemica, la COVID-19.
In passato non sarebbe andata cosĂŹ. I nostri antenati, per lunghissimo tempo ignari delle cause e della natura delle malattie infettive, avrebbero utilizzato termini molto piĂč vaghi, generici e impiegati anche in altri ambiti della vita. Avrebbero parlato di una «calamità», di una «sciagura», di una «peste». Ai giorni nostri il termine peste si riferisce tanto alla pericolosissima malattia infettiva causata dal batterio Yersinia pestis (di cui parleremo abbondantemente nei capitoli successivi), quanto Ăš utilizzato nel linguaggio quotidiano per indicare una persona, in particolare un bambino o un ragazzino, troppo vivace. Nei secoli passati, invece, peste indicava una malattia capace di sconvolgere intere civiltĂ  e sovvertirne l’ordine naturale e civile, una vera e propria rovina.
Il vocabolo pestis (da cui deriva la parola italiana «peste») Ăš affine alle forme comparative (peior, peius) e superlative (pessimus, -a, -um) dell’aggettivo latino malus, -a, -um («brutto», «cattivo», «malvagio»), e si Ăš conservato nelle principali lingue europee: peste in francese, peste in spagnolo, peste in portoghese, Pest in tedesco, pest in olandese. Tuttavia, in inglese si utilizza una forma alternativa, plague, che sino al XIV secolo indicava una «calamità», una «sciagura», un’«afflizione», mentre a partire dal XV secolo iniziĂČ a specializzarsi, finendo per caratterizzare una «malattia a decorso maligno», quindi una malattia (infettiva) mortale. Plague non Ăš altro che l’evoluzione del vocabolo latino plaga, che significa «percossa» o «ferita», ed Ăš affine alla forma Ï€Î»Î·ÎłÎź [pleghĂ©] in greco antico (dialetto dorico), entrambe derivate dalla radice protoindoeuropea *plak-, con il significato di «colpire».
Pertanto, nei due vocaboli piaga e peste Ăš racchiusa l’idea del colpire con brutalitĂ , ferendo e arrecando grande sofferenza. Questa Ăš l’accezione in cui va intesa la celebre frase con la quale il Signore annuncia a MosĂš l’imminente liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitĂč in Egitto (Antico Testamento, Esodo, 11.1): «Ancora una piaga manderĂČ contro il faraone e l’Egitto; dopo di che egli vi lascerĂ  partire di qui. Vi lascerĂ  partire senza condizioni, anzi, vi caccerĂ  via di qui». È interessante notare come piaga (in questo caso la morte dei primogeniti maschi) in ebraico sia
i023-1
[nagĂ ], vocabolo che, al pari di quelli di derivazione indoeuropea visti sopra, Ăš collegato all’idea del «toccare», dell’«imporre le proprie mani su» qualcosa o addirittura – e qui ritroviamo il significato da noi ricercato – toccare con violenza, quindi «punire», «distruggere».
PoichĂ©, com’ù noto, le famose piaghe d’Egitto furono ben dieci, di varia natura, e non certo tutte eventi morbosi, s’intuisce come gli antichi raggruppassero sotto la macrocategoria delle sciagure-calamitĂ  naturali una serie di fenomeni che occasionalmente potevano indicare epidemie. In quest’ultimo senso va intesa la frase dell’oratore romano Marco Tullio Cicerone (De Natura Deorum I, XXXVI) «[i]bes [
] avertunt pestem ab Aegypto» («Gli ibis [
] allontanano l’epidemia dall’Egitto»). Ciononostante, il latino conosceva anche un altro vocabolo, pestilentia (da cui l’italiano pestilenza), molto piĂč specifico e adatto a descrivere un fenomeno epidemico. Giulio Cesare ci ha lasciato un esempio molto chiaro dell’utilizzo di questo termine (Commentarii de Bello Civili, II.22): «Massilienses gravi pestilentia conflictati» («Gli abitanti di Marsiglia tormentati da una grave pestilenza»).
Gustave Doré, La quinta piaga: malattia del bestiame, incisione, 1866.
Gustave Doré, La quinta piaga: malattia del bestiame, incisione, 1866.
Storicamente il termine peste ha avuto il sopravvento su pestilenza e ha finito per essere utilizzato come vocabolo di scelta per indicare le maggiori presentazioni di malattie infettive, soprattutto la celebre peste che devastĂČ l’Europa del Trecento, altrimenti nota come «Peste Nera», «Grande Peste» o, piĂč correttamente, «Morte Nera». Quest’ultima pare individuare le proprie origini linguistiche nell’accostamento generico dell’aggettivo «nero» al concetto della morte sin dai poemi omerici e dalla letteratura latina (atra mors), mentre un suo utilizzo in riferimento a una pestilenza si fa strada a partire dal Medioevo. SarĂ  tuttavia l’opera scientifica del medico tedesco Justus Friedrich Karl Hecker (1795-1850) Der schwarze Tod im vierzehnten Jahrhundert (La Morte Nera nel XIV secolo), pubblicata a Berlino nel 1832, a decretare in ultima analisi il successo di questa espressione.
Bisogna perĂČ fare attenzione ancora a due aspetti: la moltiplicazione delle denominazioni delle malattie e l’uso in passato di termini che, al giorno d’oggi, si riferiscono a malattie del tutto diverse.
Il primo problema Ăš giĂ  evidente dalla gran copia di nomi usati per descrivere la peste del XIV secolo, e si aggiunga a esso il fatto che poteva essere definita anche soltanto «peste bubbonica (orientale)», lasciando intendere che la forma bubbonica fosse la sola a presentarsi, mentre quello che gli antichi cronisti facevano era adottare la figura retorica della sineddoche, ossia significavano l’insieme delle costellazioni cliniche di una malattia infettiva utilizzando una sola parte, cioĂš la forma piĂč diffusa e probabilmente quella piĂč appariscente. Il secondo problema Ăš invece ben esemplificato dall’altro nome usato per riferirsi alla peste causata da Yersinia pestis: «tifo pestilenziale orientale» (si noti il ritorno di «pestilenza» sotto forma di aggettivo), come si puĂČ trovare scritto in alcuni trattati medici dei primi decenni del XIX secolo. Ebbene, tifo (dal greco Ï„áżŠÏ†ÎżÏ‚, tĆ·phos) Ăš un termine molto aspecifico che indica «febbre», «torpore». Oggi non indica piĂč in alcun modo la «peste», ma viene utilizzato in riferimento ad altre malattie infettive, quali il tifo esantematico (o petecchiale), causato dal batterio Rickettsia prowazekii e trasmesso dal pidocchio umano, il tifo itteroide (o piĂč comunemente «febbre gialla»), causato dal virus della febbre gialla, e il tifo addominale (o «febbre tifoide»), malattia sistemica provocata dal batterio Salmonella enterica typhi.
Guangzhou, Cina, 12 marzo 2020: un gruppo di persone con sul volto la mascherina chirurgica per prevenire il contagio della nuova malattia.
Guangzhou, Cina, 12 marzo 2020: un gruppo di persone con sul volto la mascherina chirurgica per prevenire il contagio della nuova malattia.
Non solo le malattie e gli agenti che le causano mutano nel corso del tempo, ma anche il modo di descrivere questi fenomeni e le parole utilizzate per farlo. Sebbene ciĂČ possa apparire strano, non deve sorprendere. Pensiamo solo al giĂ  visto lockdown, di scarsissimo utilizzo prima della pandemia di COVID-19, ma oggi diffusissimo, al punto da trovarlo, utilizzato a sproposito, anche in campi del sapere che nulla hanno a che fare con le strategie di contrasto alle epidemie.
Altri termini sono invece molto meno vaghi e traggono la propria origine nella lingua greca: epidemia e pandemia. La prima (da áŒÏ€ÎŻ, epĂ­, «sopra», e ÎŽáż†ÎŒÎżÏ‚, d
i026-1
mos
, «popolo») indica qualcosa che riguarda il popolo e che incombe sullo stesso, mentre la seconda (da παΜ-, pan-, «tutto», e ÎŽáż†ÎŒÎżÏ‚, d
i026-1
mos
, «popolo») fa riferimento a qualcosa che riguarda tutto il popolo. Si puĂČ capire come epidemia descriva la diffusione di una malattia infettiva limitata ad alcune regioni del globo, mentre pandemia faccia riferimento a una ben piĂč ampia diffusione, certo intercontinentale, se non addirittura coinvolgente il mondo intero.
L’eterna battaglia tra uomini e microbi non Ăš infatti solo la storia di una lotta tra specie per la sopravvivenza, ma anche la storia di un conflitto globale senza confini definiti dai mari e dagli oceani, uno scontro che affonda le proprie origini nella preistoria dell’umanitĂ , allorchĂ© grandi minacce iniziarono, per l’appunto, a incombere sulle popolazioni del pianeta.

Capitolo 2

Dalla preistoria all’ira di Apollo

Ricostruire l’antichitĂ  delle malattie significa non solo rintracciare la fonte da cui scaturirono i morbi e i loro agenti causanti, ma anche ricostruire la storia stessa dell’umanitĂ . Il lungo percorso evolutivo della specie umana, a partire dalle sue forme piĂč ancestrali sino all’uomo anatomicamente moderno, Ăš stato caratterizzato da una continua interazione con i microbi, molti dei quali patogeni, che hanno finito per colonizzare gli organismi e trovare in essi fertile terreno in cui moltiplicarsi. Si puĂČ ben dire che l’evoluzione delle civiltĂ , la crescitĂ  delle comunitĂ  abitative e l’industrializzazione siano state foriere di un radicale mutamento di quelle originarie condizioni di vita che caratterizzavano i primi uomini, che sino al Paleolitico vissero in comunitĂ  ristrette, nutrendosi soprattutto dei prodotti della caccia degli animali selvatici e della raccolta di vegetali e frutti reperibili in natura. Fu invece quando la specie umana capĂŹ di poter aggiogare la natura, vegetale e animale, al proprio desiderio, che si crearono le condizioni per cui malattie che non avevano ancora colpito Homo sapiens sapiens finirono per dare terrificanti manifestazioni epidemiche.
Il momento cruciale Ăš infatti rappresentato dalla «rivoluzione agricola neolitica» (detta anche «prima rivoluzione agricola»), risalente a circa 12.000 anni fa. Fu in questa fase che si verificĂČ una transizione di proporzioni maggiori in molte popolazioni e culture umane da una vita da nomadi che, come visto sopra, vivevano di caccia e di raccolta, a una in cui s’imponeva il modello della sedentarietĂ , condizione resa possibile dalla coltivazione delle piante e da pratiche quali l’irrigazione, la deforestazione, la domesticazione degli animali, la lavorazione della ceramica e, in ultima analisi, l’invenzione della scrittura. Il nuovo regime di sedentarietĂ  permise l’accumulo di un surplus alimentare che consentĂŹ alle popolazioni di fiorire, raggiungendo livelli di espansione demografica mai visti in precedenza.
In queste nuove condizioni lo sviluppo di malattie sino a quel momento sconosciute, originate negli animali, e dallo spiccato carattere epidemico, divenne possibile. Era iniziata la grande stagione delle zoonosi, patologie che avrebbero accompagnato l’umanità, falcidiandola e assottigliandone i ranghi, nel suo percorso sino ai giorni nostri: soprattutto quando non si trattava di un semplice, sporadico, passaggio di una malattia animale agli umani, bensì di un vero e proprio...

Table des matiĂšres