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Nessuno Ăš pazzo
Le vostre esperienze personali con il denaro rappresentano forse lo 0,0000001 per cento degli eventi accaduti nel mondo, ma circa lâ80 per cento di come pensate che il mondo funzioni.
VOGLIO PARLARVI DI un problema. Forse riuscirĂČ a farvi sentire meno in colpa per il modo in cui gestite i vostri soldi e meno inclini a giudicare gli altri per il modo in cui gestiscono i loro.
La gente fa pazzie con il denaro. Ma nessuno Ăš pazzo.
Ecco il punto: persone di generazioni diverse, educate da genitori diversi con redditi e valori diversi, in parti diverse del mondo, nate in economie diverse, inserite in diversi mercati del lavoro, con diversi incentivi e diversi gradi di fortuna, imparano lezioni molto diverse.
Ciascuno ha la sua esperienza di come funziona il mondo. E ciĂČ di cui facciamo esperienza lascia piĂč il segno rispetto a ciĂČ che impariamo di seconda mano. PerciĂČ tutti noi â io, voi, chiunque â nutriamo opinioni sul funzionamento del denaro che variano moltissimo da persona a persona. Quello che sembra folle a voi puĂČ apparire sensato a me.
Una persona cresciuta in povertĂ pensa al rischio e al guadagno in un modo che sarebbe impossibile per il figlio di un ricco banchiere.
Una persona cresciuta quando lâinflazione era alta ha avuto unâesperienza diversa dalla persona cresciuta in un periodo in cui i prezzi erano stabili.
Il broker che ha perso tutto nella Depressione ha vissuto un evento che sarebbe inimmaginabile per lâimprenditore che ha fondato una tech company nei gloriosi anni Novanta.
Un australiano, che non vede una recessione da trentâanni, ha accumulato esperienze che sono precluse agli americani.
E cosĂŹ via. La lista Ăš infinita.
Voi sapete cose sui soldi che io ignoro e viceversa. Affrontate la vita con diverse convinzioni, obiettivi e previsioni rispetto a me. Non Ăš perchĂ© uno di noi sia piĂč intelligente dellâaltro o disponga di informazioni migliori, ma perchĂ© abbiamo avuto vite diverse, plasmate da esperienze differenti e altrettanto persuasive.
Le vostre esperienze personali con il denaro rappresentano forse lo 0,00000001 per cento di tutti gli eventi accaduti nel mondo, ma circa lâ80 per cento di come pensate che il mondo funzioni. Quindi, due persone di pari intelligenza possono essere in disaccordo su come e perchĂ© si verifichino le recessioni, su come sia meglio investire i propri soldi, su come sia opportuno stabilire le prioritĂ , su quanti rischi correre e cosĂŹ via.
Nel suo libro sullâAmerica degli anni Trenta, Frederick Lewis Allen scrive che la Grande Depressione âlasciĂČ un segno indelebile su milioni di americani per il resto della loro vita.â Ma câĂš stata una vasta gamma di esperienze. Venticinque anni dopo, quandâera candidato alla presidenza, John F. Kennedy si sentĂŹ chiedere da un giornalista cosa ricordasse della Depressione. Rispose:
Questo fu un tema di primo piano nelle elezioni del 1960. La gente pensava: come possiamo affidare il Paese a una persona che non conosce lâevento piĂč importante che ha segnato lâeconomia nellâultima generazione? A salvare JFK fu il fatto che avesse combattuto nella Seconda guerra mondiale: lâaltro retaggio emotivo piĂč diffuso della generazione precedente, che il suo principale avversario Hubert Humphrey non aveva.
La difficoltĂ per noi Ăš che, per quanto possiamo studiare e tenere la mente aperta, Ăš impossibile riprodurre fedelmente la forza della paura e dellâincertezza.
Posso leggere le testimonianze di chi ha perso tutto durante la Depressione, ma non avrĂČ mai le cicatrici emotive di chi lâha vissuta davvero. E costui non riuscirĂ a immaginare perchĂ© uno come me possa detenere titoli azionari senza avere paura. Io e lui vediamo il mondo attraverso una lente diversa.
I calcoli matematici possono ricostruire la storia dei crolli del mercato azionario, ma non possono descrivere la sensazione di tornare a casa, guardare i nostri figli e chiederci se abbiamo commesso un errore che influenzerĂ la loro vita. Quando studiamo la storia ci sembra di capire qualcosa, ma finchĂ© non lâabbiamo vissuta e non ne abbiano sofferto personalmente le conseguenze, Ăš possibile che non la capiamo a sufficienza da modificare il nostro comportamento.
Tutti pensiamo di sapere come funziona il mondo ma, in realtĂ , ne conosciamo solo una piccolissima parte.
Come dice lâinvestitore Michael Batnick: âAlcune lezioni devono essere vissute per essere capite.â Siamo tutti vittime di quella veritĂ , ognuno a modo suo.
Nel 2006 gli economisti Ulrike Malmendier e Stefan Nagel, del National Bureau of Economic Research, hanno analizzato cinquantâanni di archivi del Sondaggio sulle finanze dei consumatori (Survey of Consumer Finances), un ritratto dettagliato di come gli americani usano i loro soldi.4
In teoria prendiamo le decisioni di investimento sulla base dei nostri obiettivi e delle opzioni che abbiamo a disposizione in un certo momento.
Ma non Ăš cosĂŹ che ci comportiamo davvero.
Gli economisti hanno scoperto che le decisioni di investimento che prendiamo nellâarco della vita sono fortemente connesse alle esperienze che abbiamo vissuto nella nostra generazione, e in particolare nella prima parte dellâetĂ adulta.
Se siete cresciuti quando lâinflazione era alta, piĂč avanti nella vita avrete investito meno in obbligazioni rispetto a chi Ăš cresciuto quando lâinflazione era bassa. Se durante la vostra giovinezza il mercato azionario era forte, da adulti avrete investito maggiormente in azioni rispetto a chi Ăš stato ragazzo quando i titoli erano deboli.
Scrivono i due studiosi: âI nostri risultati suggeriscono che la tolleranza al rischio del singolo investitore dipende dalla sua storia personale.â
Non dallâintelligenza, dal livello di istruzione o dalla sofisticatezza. Solo dalla pura fortuna di essere nati in un certo tempo e in un certo luogo.
Nel 2019 il Financial Times ha intervistato Bill Gross, il famoso gestore di obbligazioni. âGross ammette che probabilmente non si troverebbe dovâĂš oggi se fosse nato dieci anni prima o dieci anni dopoâ, diceva lâarticolo. La carriera di Gross Ăš coincisa quasi perfettamente con un calo generazionale dei tassi dâinteresse, che ha messo il vento in poppa ai prezzi delle obbligazioni. Questo genere di evento non influenza soltanto le opportunitĂ che incontriamo, ma anche il modo in cui le interpretiamo. Per Gross, le obbligazioni erano macchine sforna-soldi. Alla generazione di suo padre, cresciuta con unâinflazione piĂč alta, potevano apparire come inceneritori di banconote.
Il rapporto con il denaro puĂČ variare molto anche tra persone che appaiono piuttosto simili tra loro.
Prendiamo i titoli azionari. Se siete nati nel 1970, lo S&P 500 al netto dellâinflazione Ăš quasi decuplicato nellâarco della vostra adolescenza e fino ai vostri trentâanni. Ă un rendimento straordinario. Se siete nati nel 1950, invece, il mercato Ăš rimasto del tutto stabile tra i vostri 13 anni e i 30, al netto. Due gruppi di persone, che differiscono tra loro soltanto per lâanno di nascita, maturano idee completamente diverse su come funziona il mercato azionario:
Lo stesso vale per lâinflazione. Se siete nati in America negli anni Sessanta, lâinflazione ha fatto triplicare i prezzi durante la vostra adolescenza e fino ai vostri trentâanni: lâetĂ in cui si Ăš giovani e impressionabili, in cui si accumula un patrimonio di conoscenze su come funziona lâeconomia. Ă un aumento molto significativo. Ricorderete le file per la benzina e gli stipendi che non arrivavano a fine mese. Ma se siete nati nel 1990, nel corso della vostra vita lâinflazione Ăš sempre rimasta cosĂŹ bassa che probabilmente non ci avete neppure fatto caso.
Nel novembre 2009, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti si aggirava intorno al 10 per cento. Ma il tasso di disoccupazione per i maschi afroamericani tra i 16 e i 19 anni senza un diploma di scuola superiore era pari al 49 per cento. Per le donne caucasiche laureate sopra i 45 anni era al 4 per cento.
I mercati azionari in Germania e in Giappone furono spazzati via durante la Seconda guerra mondiale. Intere regioni vennero bombardate.
Alla fine della guerra la produzione agricola tedesca riusciva a fornire ai cittadini del Paese non piĂč di mille calorie al giorno. Negli Stati Uniti, invece, il mercato azionario era piĂč che raddoppiato tra il 1941 e la fine del 1945, e lâeconomia non era mai stata cosĂŹ forte da quasi ventâanni.
Non dovremmo aspettarci che tutte queste persone nutrano la stessa opinione sullâinflazione, o sul mercato azionario, o sulla disoccupazione, o sui soldi in generale.
Non dovremmo aspettarci che reagiscano alla stessa maniera alle informazioni sui temi finanziari. Non dovremmo pensare che siano influenzati dagli stessi incentivi.
Non dovremmo aspettarci che accettino consigli dalle stesse fonti.
Non dovremmo aspettarci che siano dâaccordo tra loro su quali sono le cose importanti, cosa vale la pena di fare, cosa Ăš probabile che accada Ăš qual Ăš la strada migliore da imboccare.
La loro idea del denaro si Ăš formata in mondi diversi. Di conseguenza, unâopinione che un gruppo di persone considera assurda puĂČ apparire perfettamente sensata a un altro gruppo.
Qualche anno fa il New York Times ha pubblicato un articolo sulle condizioni di lavoro in Foxconn, il gigantesco produttore di elettronica di Taiwan. La situazione di molti operai Ăš atroce, e i lettori si sono giustamente indignati. Una reazione affascinante, perĂČ, Ăš stata quella del nipote di unâoperaia cinese, che ha commentato sotto lâarticolo: