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Cento ricette per genitori efficaci. Ingredienti e creativitĂ di due chef educati
Roberto Gilardi, Max Pisu
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Cento ricette per genitori efficaci. Ingredienti e creativitĂ di due chef educati
Roberto Gilardi, Max Pisu
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Un libro che si puĂČ leggere insieme o separatamente.Giocando sull'idea della ricetta, con ingredienti da combinare e pietanze da gustare, attraversa la complessitĂ delle relazioni familiari e prova, sdrammatizzando, a dire cose serie e importanti.Poi ognuno, come al solito, saprĂ trovare l'ingrediente vincente per rendere unico il suo piatto.
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Education GeneralTimballo di figli
Sul fondo della strada strani nuvoloni neri si stanno accorpando gli uni agli altri. Che sia un presagio? Le ruote della utilitaria terminano lentamente lâultimo giro prima della fermata. Due portiere che si aprono con lo stesso rumore cigolante, una cinquantina di passi, sette gradini ed ecco lâingresso del condominio.
â Ho fameee.
â Ma sĂŹ, ho capito, adesso arriviamo.
â Ma io ho fame.
â Cambia qualcosa se lo ripeti in continuazione?
â No, ma chissene, io lo dico, non si puĂČ neanche dire? Vietato esprimersi e parlare? Sei peggio della prof. di Italiano, mummie ci vuole. Tutti occhi e orecchie per le sue panzane.
â Come parli bene oggi, panzane, cosa ti hanno fatto a scuola? E poi la prof. ha ragione, a scuola si sta attenti alla spiegazione.
â E la chiami spiegazione? Comunque âpanzaneâ lâho letto in un capitolo di quelli lĂ .
â PerchĂ©? Cosâha che non va la spiegazione della Prof. di Italiano? Ma hai letto un pezzo del libro? Di questo libro?
â Parla, parla, parla, non si puĂČ fare nemmeno una domanda o parlare di qualcosa perchĂ© altrimenti dice che perde il filo⊠e ti zittisce con una trombetta che sembra un cinquantino smarmittato. Stronza.
â Kevin basta con queste parolacce. Ho detto basta!
â PerchĂ©? Le dice anche il papĂ .. PerchĂ© non dovrei dirle io?! SĂŹ, ho guardato qua e lĂ le vignette e qualche riga.
â Il papĂ le dice perché⊠perché⊠Vai alla pagina (pag. 133 del Capitolo 6) e capirai perchĂ©. Ma ti Ăš piaciuto?
â Dobbiamo parlare ancora per tanto? Non ce la faccio piĂč.
Stairway to heaven, come la canzone dei Led Zeppelin, le scale della casa di Kevin sembrano arrivare in Paradiso, e non finire mai. Per quello in Paradiso ci arrivano in pochi.
Quando hai fame poi Ăš un calvario, lo zainetto al posto della croce, i gradini poco graditi che diventano sempre piĂč alti, le gambe di piombo fuso e la lingua talmente lunga che striscia per terra lasciando la scia, come quella delle lumache in giardino. Sembra giĂ di vedere la folla ai lati che incita, urla e disprezza. Lo sguardo che vaga alla ricerca di un qualsiasi Simone di Cirene per lâaiutino del pubblico, ma oggi deve essersi preso una giornata di ferie, non si vede nei paraggi. Stamattina doveva guastarsi lâascensore, proprio oggi? GiĂ câĂš stata la brutta figura con il prof. di Mate, poi lâascensore guasto, a seguire il programma pomeridiano da favola con Denis e le ricette di mamma per la torta di papĂ e le buone persone, manca solo che il menĂč di pranzo sia âLâinsalatona con la soia e il tofu che ti fa tanto beneâ. Puah.
â Quale brutta figura?
â âŠ
â Quale brutta figura?
â Adesso leggi anche nei pensieri degli altri?!
â Ma tu non sei altri. Sei mio figlio, e io devo sapere.
Ma fammi capire, Ăš scritto nella nuova legge sul diritto di famiglia che la mamma debba sapere tutto quello che mi riguarda? Manco fosse una spia del servizio segreto russo sotto copertura: impermeabile grigio scuro, mani serrate nelle tasche, scarpe chiuse con tacco basso e punta rinforzata in acciaio per le emergenze, borsalino scuro in testa messo sulle ventitrĂ© (che io a quellâora tra lâaltro giĂ dormo), mozzicone di sigaretta spento che pende dalle labbra, occhiali neri, anzi no, a specchio, che quando ti avvicini fanno lâeffetto retrovisore panoramico con inquadratura a 270 gradi e microcamera nascosta nella bacchetta.
â Quale brutta figura?!
â Voglio il mio avvocato.
So bene a chi rivolgermi, ho visto a scuola il manifesto dellâUnicef sui diritti dellâinfanzia, ci sarĂ un avvocato a disposizione per i casi di violazione del segreto dâufficio. La brutta figura Ăš mia e me la gestisco io. Devo andare in manifestazione con le mani giunte sopra la testa a forma di utero come le femministe sessantottine?
Lâultimo gradino, centoventottesimo per la precisione, anzi no, centotrentacinquesimo con i sette dellâingresso. Ă tutto un trascinare di membra, zainetti, gambe e lingua. Sembra che Kevin segua ondulato la forma dei gradini, come quando succede nei cartoni animati.
Croc, croc, croc, croc⊠trek trek trek⊠dovrebbero chiamarla Alcatraz, non casa, per quante serrature bisogna aprire prima di entrare.
â Allora? Quale brutta figura?!
Le parole suonano distanti, come ovattate, la mamma Ăš in cucina, ma Ăš come se fosse in una sperduta valle laterale a cercare funghi e a chiamare per darsi voce con gli altri del gruppo. Lo zainetto arranca e si affloscia lentamente nel primo posto libero che incontra, sembra dire âLasciatemi dormire in pace che mi hanno tormentato per tutta la mattinataâ. Kevin apre la porta di camera sua e la richiude emettendo uno sbuffo svuota polmoni e rilassa membra. Poi accende il computer.
â E non accendere il computer che tra poco Ăš pronto!
Le labbra di Kevin rifanno il verso e si muovono in contemporanea a quelle di sua mamma, sillabando esattamente le stesse parole, con la stessa cadenza e sottolineatura di vocali, ma senza emettere alcun suono. Poi guarda nello specchio appeso alla parete, avvicina la mano aperta verticale sul fianco della bocca come quando si grida per sentire lâeco della valle, socchiude un poâ gli occhi e sillaba altre parole che sembrano un: âHai capito?!â.
â Hai capito?!
â SĂŹ mamma, ho capito, ho capito.
Ă un guaio serio quando una mamma diventa prevedibile al millimetro. Un guaio serio.
Nel pronunciare le ultime parole il tono di voce di Kevin Ăš basso, come se la mamma fosse lĂŹ a fianco, non câĂš bisogno di gridare, perchĂ© sprecare fiato, energie, saliva e usura di corde vocali per niente? Tanto non ascolta. Il computer attende pensieroso mentre manda cenni di vita sonori. Due passi, strisciata con sedia a rotelle che viaggia veloce verso la scrivania, un browser che si apre sul social preferito.
â Hai lavato le maniii?
â âŠ
â Sai cosa ti ho preparato di buono oggiii?
â SantâU2 fai che non sia cosÏ⊠che altrimenti mi vengono i Maroon 5.
â Allora vieni che Ăš prontooo?!
â âŠ
Lâandatura Ăš quella del condannato a morte che avanza silenziosamente verso il patibolo. Ciabatte striscianti, sguardo cadente con calata di palpebre, spalle ricurve in avanti: Ăš arrivata la tua ora amico. Kevin si appoggia lentamente con la spalla allo stipite della cucina, si affaccia con una parte del viso per non avere lâimpatto totale e paralizzante, e orienta lo sguardo verso la tavola alla ricerca della temuta pietanza.
â Dai, non fare quella faccia, non sarĂ la fine del mondo per una figuraccia a scuola, e poi ti ho fatto lâinsalatona con la soia e il tofu ch...