Il Novecento - Filosofia
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Il Novecento - Filosofia

Storia della CiviltĂ  Europea a cura di Umberto Eco - 71

Umberto Eco

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Storia della CiviltĂ  Europea a cura di Umberto Eco - 71

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In questo ebook si dispiega il variegato panorama del pensiero filosofico novecentesco, cosĂŹ complesso nella sua valutazione data la mancanza della distanza storica necessaria per filtrare con adeguata luciditĂ  eventi, teorie e proposte di un secolo carico di drammatici eventi storici e profonde inquietudini: l'ereditĂ  dell'idealismo continua ancora quasi sino a metĂ  secolo, e con particolare successo in Italia attraverso il pensiero di Croce e di Gentile, mentre contemporaneamente si sviluppa un'intensa rivisitazione del pensiero di Marx, da Gramsci alla Scuola di Francoforte, a LukĂĄcs fino al Diamat, ovvero a quella scolastica del materialismo dialettico che ha dominato per decenni la cultura sovietica. Difficile poi eleggere una corrente a modello della filosofia novecentesca quando si contendono la scena sin dall'inizio neokantismo, storicismo, fenomenologia, bergsonismo, psicoanalisi, neospiritualismo, esistenzialismo e nuova filosofia della scienza, ed Ăš curioso notare che i pensatori piĂč interessanti non sono filosofi ma fisici come Einstein e Heisenberg. Questo ebook attraversa cosĂŹ tutto un universo ancora in movimento, un magma ancora vivo di riflessioni accese, in cui le differenti posizioni di Husserl e Whitehead, Heidegger e Adorno, Sartre e Habermas, Maritain e Foucault fanno conflagrare l'impropria contrapposizione tra filosofia analitica e continentale in un pulviscolo di pensieri che permeano e condizionano indiscutibilmente tutta la letteratura novecentesca e la percezione che l'uomo del Novecento ha di sĂ© e del mondo.

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Informations

Année
2014
ISBN
9788898828043

Orientamenti e tradizioni

L’eredità ottocentesca: neokantismo e neoidealismo a confronto
Carmen Dal Monte

Il ritorno a Kant nasce sia in reazione alle difficoltĂ , da parte del pensiero hegeliano, di interpretare gli sviluppi della scienza moderna, sia per contrastare la corrente positivista. I centri piĂč importanti per questa tradizione sono in Germania: Marburgo, dove operano Cohen e Cassirer, e Heidelberg con Windelband. In Italia il tentativo di reagire al dissolvimento dei grandi sistemi filosofici produce un ritorno all’idealismo, con Croce e Gentile. Un neoidealismo di marca metafisica, in contrapposizione con l’empirismo e con il pensiero di Mill, illumina invece la scena filosofica inglese, con l’ereditĂ  di Bradley raccolta da filosofi come Collingwood e McTaggart.

Neocriticismo: la scuola di Marburgo e quella del Baden

Ernst Cassirer

I simboli

Nello sviluppo immanente dello spirito, l’acquisizione del simbolo costituisce sempre un primo e necessario passo per l’acquisizione della conoscenza obiettiva dell’essenza. Il simbolo costituisce per la conoscenza, per cosĂ­ dire, il primo stadio e la prima prova dell’obiettivitĂ  perchĂ©, grazie a esso, per la prima volta viene offerto un punto fermo al perenne mutare del contenuto della coscienza, perchĂ© in esso viene determinato e messo in rilievo un elemento permanente. Nessun mero contenuto della coscienza ritorna come tale in una determinatezza rigorosamente identica dopo essersi dileguato ed essere stato sostituito da altri contenuti. Esso Ăš passato per sempre riguardo a ciĂČ che era, una volta svanito dalla coscienza. Ma a questo incessante mutare delle qualitĂ  del suo contenuto, la coscienza contrappone adesso l’unitĂ  di se stessa e della sua forma. La sua identitĂ  si dimostra realmente non in ciĂČ che essa Ăš o ha, ma solo in ciĂČ che essa fa. Per mezzo del simbolo, legato a un contenuto, questo acquista in se stesso una nuova consistenza e una nuova durata. PerchĂ© al simbolo, in opposizione al reale mutarsi del contenuto singolo della coscienza, compete un determinato significato ideale, che come tale permane. Esso non Ăš, al pari della semplice sensazione data, un fatto assolutamente singolo e irrepetibile, ma si presenta come rappresentante di una totalitĂ , di un complesso di contenuti possibili, di fronte a ciascuno dei quali esso rappresenta quindi un primo “universale”. Nella funzione simbolica della coscienza, quale si attua nel linguaggio, nell’arte, nel mito, si elevano per la prima volta dal flusso della coscienza determinate forme fondamentali che permangono sempre uguali, in parte di natura concettuale, in parte di natura puramente intuitiva; al posto del contenuto fluente sottentra l’unitĂ  chiusa in sĂ© e in sĂ© permanente della forma.
E. Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, Firenze, La Nuova Italia, 1988
Ernst Cassirer

Critica della ragione, critica della civiltĂ 

Ogni vera funzione fondamentale dello spirito [...] non esprime in maniera meramente passiva un’entitĂ  esistente, ma racchiude in sĂ© un’energia autonoma dello spirito attraverso la quale la semplice esistenza dei fenomeni acquista un significato determinato, un peculiare valore ideale. CiĂČ vale per l’arte come per la conoscenza, per il mito come per la religione. [...] Accanto alla pura funzione conoscitiva si tratta di intendere la funzione del pensiero espresso nel linguaggio, la funzione del pensiero mitico-religioso e la funzione dell’intuizione estetica in tal maniera che risulti evidente come in esse si compia non tanto una ben determinata attivitĂ  formatrice avente per oggetto il mondo, quanto piuttosto un’attivitĂ  formatrice tesa verso il mondo, verso un oggettivo nesso sensibile, e verso un’oggettiva totalitĂ  intuitiva. La critica della ragione diviene cosĂŹ critica della civiltĂ . Essa cerca di intendere e di dimostrare come ogni contenuto della civiltĂ , in quanto Ăš piĂč di un semplice contenuto singolo, in quanto Ăš fondato su un generale principio formale, ha come presupposto una originaria attivitĂ  dello spirito.
E. Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, Firenze, La Nuova Italia, 1961
Giovanni Gentile

L’attualismo

La filosofia attualistica Ăš cosĂŹ denominata dal metodo che propugna: che si potrebbe definire “metodo della immanenza assoluta”, profondamente diversa dalla immanenza, di cui si parla in altre filosofie, antiche e moderne, e anche contemporanee. Alle quali tutte manca il concetto della soggettivitĂ  irriducibile della realtĂ , a cui si fa immanente il principio o misura della realtĂ  stessa. Immanentista Aristotele rispetto all’idealismo astratto di Platone, la cui idea nella filosofia aristotelica diviene forma della stessa natura: forma inscindibilmente connessa con la materia, nella sintesi del concreto individuo: dal quale l’idea, suo principio e misura, non si puĂČ separare se non per astrazione. Ma l’individuo naturale per la filosofia attualistica Ăš esso stesso qualche cosa di trascendente: perchĂ© in concreto non Ăš concepibile fuori di quel rapporto, in cui esso, oggetto di esperienza, Ăš indissolubilmente congiunto col soggetto di questa, nell’atto del pensiero mediante il quale l’esperienza si realizza. Tutto il realismo fino al criticismo kantiano rimane sul terreno di trascendenza. Vi rimane ogni filosofia la quale, anche se riduca tutto all’esperienza, questa intenda come qualche cosa di oggettivo, e non come l’atto dell’Io pensante in quanto pensa, realizzando la realtĂ  dello stesso Io: una realtĂ  fuori della quale non Ăš dato pensare nulla di indipendente e per sĂ© stante.
[...] L’atto pertanto di cui si parla in questa filosofia non Ăš confondibile con l’atto (enĂ©rgheia) di Aristotele e della filosofia scolastica. L’atto aristotelico Ăš anch’esso pensiero puro, ma un pensiero trascendente, presupposto dal nostro pensiero. L’atto della filosofia attualistica coincide appunto col nostro pensiero; e per questa filosofia, l’atto aristotelico, nella sua trascendenza, Ăš semplicemente una astrazione, e non un atto: Ăš logo, ma logo astratto, la cui concretezza si ha solamente nel logo concreto, che Ăš il pensiero che attualmente si pensa
G. Gentile, Introduzione alla filosofia , Firenze, Sansoni, 1933
Il neocriticismo si sviluppa essenzialmente come una corrente filosofica tedesca e ha nelle due importanti universitĂ  di Marburgo e Heidelberg i centri piĂč prestigiosi. Per quanto riguarda la scuola di Marburgo, gli esponenti piĂč importanti sono certamente Hermann Cohen, Paul Natorp ed Ernst Cassirer; mentre la scuola del Baden si rifĂ  soprattutto all’opera di Wilhelm Windelband e Heinrich Rickert.
Il ritorno al pensiero di Immanuel Kant contraddistingue il neocriticismo, insieme a una posizione critica nei confronti del positivismo ottocentesco e all’esigenza di non accettare aprioristicamente metodi e fondamenti della scienza, bensĂŹ di sottoporli a un esame serrato. Cohen, ad esempio, riprende la riflessione kantiana sul problema della conoscenza proprio al fine di evitare le contraddizioni emerse sia dal positivismo sia dall’idealismo. La sua opera maggiore resta il Sistema di filosofia, suddiviso in tre sezioni: Logica della conoscenza pura (1902); Etica del volere puro (1904); Estetica del sentimento puro (1912). La principale preoccupazione di Cohen Ăš quella di prescindere da ogni riferimento alla soggettivitĂ  della conoscenza: se da un lato egli rifiuta la sintesi a priori, composta dal dato fenomenico e dalle forme a priori dell’intelletto, dall’altro propone una lettura “logicistica” di Kant, in nome della quale arriva ad annullare la separazione fra sensibilitĂ  e intelletto e tra estetica e logica trascendentale. Dato che, secondo Cohen, non esistono dati della conoscenza che non siano posti dal pensiero, viene cosĂŹ a cadere la distinzione kantiana tra conoscere e pensare, e con questa anche il concetto di noumeno: questi Ăš, al piĂč, una sorta di concetto-limite che segna l’infinitezza connaturata al processo della conoscenza. Il pensiero viene definito come la struttura logica dei suoi contenuti, che sono indipendenti dal soggetto: da qui l’interesse per la logica matematica e la riflessione sul calcolo infinitesimale, che diviene il prototipo di una ragione a priori infinitesimale (Il principio del metodo infinitesimale e la sua storia, 1883).
Allievo di Cohen, Paul Natorp ne amplia il concetto di esperienza. Essa non Ăš piĂč limitata al contesto strettamente scientifico, non appare piĂč fondata esclusivamente su una struttura logica, ma la morale, l’arte e la religione possono, a suo avviso, essere portatrici di un identico grado di valore, benchĂ© fondato sui principi della psicologia piuttosto che su quelli della scienza strettamente intesa. Natorp dedica numerosi saggi non solo alla filosofia kantiana, ma anche a Pestalozzi e Herbart. Di particolare rilievo, tuttavia, Ăš La dottrina platonica delle idee (1903). Le idee platoniche vengono qui considerate come “pensabilità” della realtĂ ; distanziandosi cosĂŹ in senso platonizzante da quella che sarĂ  la concezione delle “forme simboliche” di Cassirer, esse vengono intese come funzioni del conoscere nel tentativo di associarle alle categorie kantiane. Natorp avvia infine la rivalutazione di una psicologia non empirica, intesa come una scienza che ha il compito di ricondurre le diverse esperienze culturali all’unitĂ  della coscienza.
L’impronta formalista, che aveva caratterizzato il movimento nei primi anni, tende a sfumare per aprirsi all’esperienza e a un approccio psicologico non privo di una forte tensione etica. Ne emerge una dicotomia tra esperienza e ragione che presto sarebbe apparsa ineludibile. Tale atteggiamento ù particolarmente evidente negli studi giuridici, nel quali risalta in modo chiaro la relazione tra pure forme giuridiche e le forme della vita sociale. Nel pensiero di Rudolph Stammler (1856-1938) e, soprattutto in quello di Hans Kelsen, tale dicotomia assumerà l’aspetto di una relazione tra mera forma sistematica del pensiero ed esperienza, sia essa psicologica oppure legata alla dialettica tra il “dover essere” (Sollen) e il contenuto della convivenza organizzato dal diritto.
Ma l’esponente della scuola di Marburgo che piĂč ha influenzato la cultura del Novecento Ăš Ernst Cassirer. Rispetto alla scuola in senso stretto, Cassirer pone attenzione all’importanza del linguaggio e alle forme simboliche che costituiscono il mondo dell’uomo. Cassirer propone un’interpretazione originale del concetto di “funzione”, con la convinzione che le strutture che garantiscono validitĂ  agli oggetti della scienza e delle alt...

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