*Sindonologa
La suggestiva statua di Sergio Rodella [1] non poteva avere collocazione migliore: sotto il Crocifisso, fulcro dello stupendo salone che lascia senza fiato il visitatore della Scuola Grande di San Marco a Venezia. Il titolo dellâevento, che si Ăš svolto dal 17 luglio al 17 ottobre 2020, era molto efficace: âIl Cristo della Sindone [2] - Una sacra anatomia tridimensionaleâ. Finalmente lâUomo della Sindone ha avuto un nome, grazie alla determinazione dellâorganizzatore, il Dott. Mario Poâ, Direttore del Polo Culturale e Museale.
Nonostante le ricerche scientifiche e storiche abbiano dimostrato che il Sacro Lino non puĂČ aver avvolto un altro crocifisso, si prosegue â purtroppo anche in ambito cattolico â con la timida definizione di Uomo della Sindone, anzi addirittura ridotto a uomo della Sindone, con la minuscola: un uomo qualunque. La maiuscola Ăš ritenuta giĂ troppo allusiva a un certo Personaggio, che ha diviso in due la storia ma di cui non si deve parlare.
La Sindone stessa, autenticata ormai da centinaia di indagini e studi, nel corso degli anni Ăš stata invece via via declassata da Santa Sindone a Sacra Sindone e infine a semplice Sindone, per arrivare alla minuscola, sindone, perchĂ© altro non si poteva togliere. Si sente ancora oggi lâeffetto dellâinfelice test radiocarbonico [3] del 1988, che collocava lâorigine della Sindone nel Medioevo, nonostante quel verdetto sia stato ampiamente criticato [4] e smentito definitivamente in ambito scientifico [5] ; ma di questo pochi sono a conoscenza, perchĂ© i mass media, tanto solerti a diffondere le notizie contrarie allâautenticitĂ della Sindone, divengono stranamente reticenti quando quelle notizie vengono autorevolmente sconfessate.
Quel lenzuolo, ormai Ăš innegabile, ha avvolto il corpo di un uomo seviziato e ucciso proprio come i Vangeli ci descrivono. Chi puĂČ essere quel crocifisso, se non Cristo? Quale altro sventurato sarebbe stato sepolto in un lino cosĂŹ prezioso? PerchĂ© sarebbe stato conservato il sudario funebre di un qualsiasi ladrone, che doveva invece finire in una fossa comune? Le risposte a queste domande sono scontate.
In concomitanza allâesposizione della statua di Rodella, era possibile ammirare un crocifisso bronzeo dellâartista Albano Poli e altre opere messe a disposizione da Progetto Arte Poli, laboratorio di arte sacra di Verona [6] . Inoltre il Portego delle Colonne ha ospitato, da settembre a novembre 2020, una grande mostra fotografica intitolata âLa Sacra Sindone, dono e misteroâ. Le visite guidate sono state condotte dal dr. Giovanni Capitanio, anatomopatologo dellâOspedale Civile di Venezia. Le iniziative hanno avuto lâappoggio della ULSS 3 Serenissima, della Confraternita Scuola Grande di San Marco, dellâAssociazione Rivela, del Terra Sancta Museum â Jerusalem, del Sovrano Militare Ordine di Malta â Gran Priorato di Lombardia e Venezia e il patrocinio dellâAssociazione Culturale Ospedali Storici Italiani.
La ricostruzione tridimensionale del corpo di GesĂč Ăš stata ricavata dalla Sindone grazie alla collaborazione di Rodella con un gruppo di scienziati dellâUniversitĂ e dellâOspedale di Padova [7] . Arrivare a un modello 3D partendo dalle informazioni presenti sul Sacro Lino non Ăš stato semplice. In generale, uno scultore produce la sua opera o copiando da un soggetto reale, magari aggiungendo qualche interpretazione artistica soggettiva, o producendo unâopera dâarte basata sulla sua ispirazione. Questo caso Ăš invece particolare e in qualche modo opposto: lâobiettivo dello scultore e del gruppo scientifico di supporto Ăš stato quello di produrre rigorosamente un modello tridimensionale partendo solo dalle informazioni ottenibili dalla doppia immagine umana presente sul lenzuolo e dai dati relativi alla morfologia corporea e alla taglia di un uomo normale. Le informazioni 3D relative allâintensitĂ di colore dellâimmagine corporea sono state invece utilizzate per identificare le distanze tra il telo e il corpo, e quindi di conseguenza la sua postura.
Per costruire il modello tridimensionale, Ăš stato ipotizzato in modo iterativo un avvolgimento del lenzuolo intorno a un corpo standard. Sono state eseguite misurazioni di distanze lineari tra punti caratteristici direttamente sullâimmagine corporea della Sindone e successivamente repliche flessibili di tali lunghezze sono state modellate secondo la pertinente morfologia del corpo, iterando il processo per raggiungere la convergenza tra le immagini frontale e dorsale. Una volta definita la sezione mediana bidimensionale, Ăš stata seguita una procedura per tentativi ed errori a partire dalla costruzione di uno scheletro in ferro ricoperto di argilla, che veniva ricoperto da una copia della Sindone per abbinare i punti caratteristici precedentemente riconosciuti sulle immagini bidimensionali del corpo. Una volta valutate le incongruenze, lâargilla veniva rimossa, lo scheletro era adattato anche sulla base di ulteriori modelli di testa, gambe, mani e piedi adeguatamente preparati per lo scopo e la procedura di avvolgimento Ăš stata ripetuta fino alla rilevazione di una congruenza dellâordine di un centimetro tra la copia della Sindone e il modello 3D. La compatibilitĂ delle informazioni dellâimmagine sindonica Ăš stata verificata con i dati relativi ad un uomo standard, tenendo conto anche delle distorsioni della Sindone prodotte dallâavvolgimento di un corpo umano tridimensionale.
Lo studio ha dimostrato che le due immagini umane presenti sulla Sindone sono perfettamente coerenti con le distorsioni provocate dallâavvolgimento del corpo nel lenzuolo. Questo modello ha confermato lâevidente rigor mortis e lâassenza di fenomeni putrefattivi. Ha inoltre evidenziato la particolare postura, corrispondente alla posizione sulla croce, a parte le braccia, la testa e i piedi che sono stati parzialmente spostati durante la procedura di sepoltura. I risultati di questo lavoro sono unâulteriore conferma che la Sindone ha davvero avvolto il corpo di Cristo.
Nel presentare la statua, la Direzione del Polo Culturale e Museale scrive, riferendosi alla Sindone: «Possiamo dire, tra lâaltro, che siamo di fronte alla prima e piĂč antica immagine, anatomicamente completa, di una persona morta; questa figura, da un punto di vista medico, Ăš ben comprensibile nella sua morfologia e nel suo cruento exitus, conforme alla narrazione evangelica. Ci aiuta a comprendere la straziante umanitĂ di questa morte lâeccezionale ambientazione della Mostra allâinterno del nostro Museo di storia della medicina, ove si racconta lâesperienza della malattia e della guarigione, della nascita e della morte, in oltre due millenni. La Sindone Ăš anche vera icona del dolore; Ăš un dono per cercare di comprendere lâincomprensibile sofferenza degli ammalati, dei terminali, dei morenti. Questo nostro luogo, ove cultura e cura ospedaliera trovano sintesi, non poteva essere quindi moralmente e scientificamente piĂč adatto per ospitare questa Mostra» [8] .
La statua di Rodella non Ăš il primo tentativo di ricostruzione del corpo di Cristo, ricavandolo dalla Sindone dopo studi scientifici. Il pioniere di questo tipo di statua Ăš senza dubbio lo scultore Lorenzo Ferri (1902-1975), che iniziĂČ a interessarsi della Sindone nel 1929. Dopo un lungo periodo di studio, realizzĂČ un primo modello in scala ridotta negli anni 1950-51 e la prima statua a grandezza naturale nel 1968. Tutto il percorso scientifico fatto dallâartista per arrivare alla realizzazione della sua opera Ăš stato descritto dal figlio Leonardo in un interessante volume [9] .
Risale alla fine degli anni â60 anche il crocifisso sindonico di Mons. Giulio Ricci (1913-1995), frutto di approfondite ricerche [10] . In tempi piĂč recenti, vanno ricordate le suggestive opere di Luigi Mattei [11] e di Juan Manuel Miñarro LĂłpez [12] , anchâesse create come punto di arrivo di unâindagine multidisciplinare. Ma la semplice ispirazione artistica non risulta inferiore come suggestione: basta ricordare il Cristo Morto (1939) [13] del Beato Fraâ Claudio Granzotto (1900-1947), che nasce dopo un pellegrinaggio a Torino dello scultore e la sua successiva osservazione delle fotografie della Sindone.
La Sindone Ăš fonte continua di ispirazione per gli scultori: Ăš di questâanno la testa di Cristo coronato di spine âEcce homo secondo la Sindoneâ [14] dellâartista non vedente Andrea Bianco, opera di forte impatto emotivo. Ma si puĂČ trovare una chiara ispirazione alla Sindone anche nelle icone, nei mosaici, negli affreschi che da secoli ritraggono GesĂč proprio con alcuni particolari che si vedono nellâimmagine impressa dal suo corpo nel Sacro Lino [15] . E dopo aver influenzato gli artisti, la Sindone ha cominciato a parlare agli scienziati alla fine dellâ800.
Una svolta decisiva nel cammino delle indagini scientifiche sulla Sindone avvenne nel 1898, quando lâavvocato Secondo Pia fotografĂČ con successo il prezioso lenzuol...