Parte seconda
DisponibilitĂ e impieghi della risorsa idrica
I. Lo stato dei corpi idrici in Europa
di Ronan Uhel
Breve panoramica: definizione delle sfide idriche permanenti, sistemiche ed emergenti in Europa
Lâacqua Ăš vita; nonostante questa fondamentale realtĂ esistenziale, lo stato e il futuro delle acque europee sono a rischio. Per garantire laghi, fiumi e mari puliti e sani dobbiamo cambiare radicalmente il modo in cui utilizziamo e trattiamo lâacqua. Per sostenere questo cambiamento, lâUnione europea ha messo in atto da decenni varie politiche per migliorare la qualitĂ dellâacqua e ridurre le pressioni sui corpi idrici europei: eppure, lâeffetto Ăš ancora limitato e frammentato, dal momento che, purtroppo, il modo in cui utilizziamo e trattiamo questa preziosa risorsa non solo influisce sulla nostra salute, ma ha anche conseguenze su ogni aspetto della vita dipendente dallâacqua.
Attualmente, le attivitĂ economiche e quelle domestiche in Europa utilizzano in media circa 243000 hm3 di acqua allâanno. La maggior parte di questâacqua ritorna direttamente nellâambiente, ma spesso con impuritĂ o inquinanti, comprese alcune sostanze chimiche pericolose. Fiumi, laghi e zone umide soffrono a causa dellâeccesso di sostanze nutrienti e di habitat alterati. Lâinquinamento chimico danneggia sia le acque dolci che lâambiente marino.
Lâacqua Ăš parte dellâeconomia europea, Ăš essenziale per il benessere e la salute, e rappresenta una risorsa vitale per famiglie, animali e piante; richiede perciĂČ un approccio olistico, quindi uno sguardo piĂč attento alla situazione idrica delle cittĂ , ai problemi causati dalle sostanze chimiche e dai rifiuti di plastica e alle conseguenze del cambiamento climatico (stress idrico). Inoltre, questo implica la definizione di varie politiche e modelli per la gestione dei corpi idrici e delle loro risorse al di lĂ dei confini geopolitici.
Nel corso della storia, le popolazioni si sono insediate vicino a fiumi, laghi e coste. Fiumi e torrenti fornivano acqua pulita ed eliminavano i rifiuti. Man mano che gli insediamenti umani crescevano aumentava anche il loro uso di acqua pulita e lo scarico di acque inquinate. Dal XVIII secolo in poi, i corpi idrici europei hanno iniziato a ricevere inquinanti anche dallâindustria. Grazie ai sistemi fognari, agli impianti di trattamento delle acque reflue e alla regolamentazione degli inquinanti provenienti dallâindustria e dallâagricoltura, lâEuropa ha fatto molta strada nella riduzione delle emissioni nei corpi idrici. Tuttavia, lâinquinamento delle acque continua a essere un problema, a causa dello sfruttamento eccessivo, delle alterazioni fisiche, delle concentrazioni di sostanze chimiche e dei cambiamenti climatici che continuano a influire sulla qualitĂ e sulla disponibilitĂ di acqua.
Lo stato dei corpi idrici europei: un quadro eterogeneo
Circa lâ88% dellâuso europeo di acqua dolce proviene da fiumi e acque sotterranee. Il resto proviene da bacini idrici (circa il 10%) e laghi (meno del 2%). Come qualsiasi altra risorsa vitale o organismo vivente, lâacqua puĂČ trovarsi sotto pressione. Questo succede quando la domanda di acqua supera la sua offerta o quando lâinquinamento ne riduce la qualitĂ . Il trattamento delle acque reflue e la riduzione delle perdite di azoto e fosforo provenienti dallâagricoltura hanno portato a miglioramenti significativi nella qualitĂ dellâacqua. Tuttavia, solo il 44% delle acque superficiali europee raggiunge uno stato ecologico buono o elevato, in parte a causa dellâinquinamento. La situazione delle acque sotterranee Ăš leggermente migliore: il 75% di esse mantiene un «buono stato chimico».
Lotta allâinquinamento idrico: acque reflue e inquinamento diffuso
In Europa, si Ăš fatto molto per consentire la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane. La maggior parte dei paesi europei raccoglie e tratta a livello terziario le acque reflue di gran parte della popolazione. Tuttavia, in alcuni paesi europei, meno dellâ80% della popolazione Ăš collegata a sistemi pubblici per il trattamento delle acque reflue urbane. Nel frattempo, le infrastrutture esistenti necessitano di manutenzione, e nuove forme di pressione richiedono investimenti sostanziali, tra cui lâadattamento ai cambiamenti climatici, la fornitura di migliori impianti per le acque reflue e la lotta a nuove problematiche, come le sostanze medicinali o le cosiddette sostanze chimiche mobili nelle acque reflue. Oltre allâinquinamento da fonti puntuali, causato dallâindustria e dagli impianti di trattamento delle acque reflue, i corpi idrici soffrono anche di inquinamento diffuso, ad esempio a causa dei trasporti, dellâagricoltura, della silvicoltura e degli insediamenti rurali. Gli inquinanti che allâorigine vengono rilasciati nellâaria e nel suolo spesso finiscono anche nei corpi idrici.
Covid-19 e inquinamento delle acque
La minore attivitĂ economica registrata durante i lockdown porterĂ probabilmente a minori emissioni di inquinanti in acqua da parte dellâindustria, mentre Ăš probabile che le emissioni delle scuole e dei luoghi di lavoro si sposteranno verso le famiglie. In Europa potrebbe verificarsi un minore stress idrico in aree specifiche, a seconda dellâimpatto sullâagricoltura e sulla produzione di energia. La riduzione del turismo porterĂ probabilmente anche a minori emissioni nelle acque lungo le coste europee e in altre mete turistiche.
Una nuova fonte di preoccupazione Ăš la resistenza agli antimicrobici (Amr)
La resistenza agli antimicrobici deriva dallâuso di antimicrobici, come gli antibiotici, in medicina umana e veterinaria. Lâuso e lâescrezione di agenti antimicrobici ha portato allâevoluzione di batteri, virus e microbi resistenti, che possono causare malattie e ora resistono al trattamento medicinale. Di conseguenza, Ăš diventato sempre piĂč difficile affrontare alcune infezioni. Gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane potrebbero trasferire geni antimicrobici allâambiente, ma attualmente vi sono informazioni molto limitate sul percorso che questi agenti seguono per raggiungere lâuomo e quanto essi siano significativi; Ăš necessaria una continua vigilanza per affrontare tempestivamente le nuove sfide che si presenteranno nel campo delle acque reflue.
Agricoltura intensiva
Lâagricoltura intensiva si basa sui fertilizzanti per aumentare le rese delle colture. Queste sostanze spesso introducono azoto, fosforo e altre sostanze chimiche nel terreno. Lâazoto Ăš un elemento chimico abbondante in natura ed Ăš essenziale per la crescita delle piante. Tuttavia, parte dellâazoto destinato alle colture non Ăš utilizzato dalle piante. La quantitĂ di fertilizzante utilizzata potrebbe essere superiore a quella che la pianta puĂČ assorbire o potrebbe non essere stata somministrata durante il periodo di crescita della pianta. Lâazoto in eccesso si fa strada nei corpi idrici e stimola la crescita di alcune piante dâacqua e alghe, secondo un processo noto come eutrofizzazione. Questa eccessiva vegetazione esaurisce lâossigeno nellâacqua, rendendola inabitabile per altre specie animali e vegetali. I pesticidi utilizzati in agricoltura mirano a proteggere le colture da parassiti invasivi, garantendo la crescita delle coltivazioni. Tuttavia, il loro effetto puĂČ andare oltre gli obiettivi prefissati, danneggiando altre specie e riducendo la biodiversitĂ . Spesso, queste sostanze chimiche finiscono nei corpi idrici.
Prodotti chimici e preoccupazioni relative allâ«effetto cocktail»
Le sostanze chimiche sono una parte essenziale della nostra vita quotidiana e migliaia di esse vengono utilizzate quotidianamente. Tuttavia, alcuni composti chimici presentano rischi per le piante e gli animali che vivono nellâacqua, per gli animali che se ne nutrono e per lâuomo. Le sostanze chimiche possono arrivare nelle acque superficiali in vari modi. Possono essere rilasciate nellâaria, tornando piĂč tardi sulla superficie terrestre sotto forma di pioggia o polvere. Possono anche essere scaricate direttamente nelle acque dallâindustria o dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, o essere utilizzate in agricoltura. I rischi presentati da alcune sostanze chimiche, come i metalli e gli inquinanti organici persistenti come il lindano, usato come pesticida, sono noti da decenni. Tuttavia, vengono continuamente identificati nuovi rischi costituiti da altre sostanze chimiche, come alcuni pesticidi o prodotti farmaceutici, da soli o in combinazione. Per diverse sostanze prioritarie elencate nella Direttiva quadro sulle acque, come il cadmio, il piombo e il nichel, e pesticidi come il clorfenvinfos e la simazina, le misure europee volte a prevenire le emissioni nellâambiente sono state efficaci nel ridurre significativamente la loro presenza nei corpi idrici. Ma sono molte altre le sostanze chimiche presenti nellâambiente, per le quali sono necessarie maggiori informazioni e conoscenze per accertare se presentano un rischio per i laghi, i fiumi e le altre acque superficiali.
Una preoccupazione fondamentale riguarda i microinquinanti e il cosiddetto «effetto cocktail», in base al quale miscele di singole sostanze chimiche, che individualmente potrebbero essere presenti a concentrazioni innocue, possono combinarsi e rappresentare un rischio per la salute. Nellâambiente, le sostanze chimiche che penetrano nelle acque superficiali possono mescolarsi con sali minerali naturali e composti organici, nonchĂ© con nutrienti provenienti dalle acque di scarico, da flussi agricoli e altre acque reflue. Le sostanze chimiche che contaminano lâacqua a causa delle emissioni atmosferiche si aggiungono alla miscela. Ă frequente lâindividuazione di diverse centinaia di sostanze chimiche organiche a basse concentrazioni in un singolo campione di acqua dolce e il livello di rischio che ciĂČ potrebbe presentare non Ăš ancora abbastanza conosciuto. Una panoramica dei rischi noti e potenziali per la salute umana e per lâambiente rappresentati dalle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) mostra che queste sostanze artificiali estremamente persistenti sono utilizzate in una varietĂ di prodotti di consumo e applicazioni industriali per alcune proprietĂ peculiari, ad esempio quella di aumentare la repellenza a petrolio e acqua, ridurre la tensione superficiale o resistere ad alte temperature e ad altre sostanze chimiche. Attualmente esistono piĂč di 4700 Pfas diversi che, a causa della loro estrema persistenza, si accumulano nelle persone e nellâambiente. Sebbene in Europa non si effettui una mappatura e un monitoraggio sistematico dei siti potenzialmente inquinati, le attivitĂ nazionali di monitoraggio hanno rilevato Pfas nellâambiente in tutta Europa, e la produzione e lâuso di Pfas hanno anche portato alla contaminazione dellâapprovvigionamento di acqua potabile in vari paesi europei.
La plastica nellâacqua: le dimensioni contano
La plastica Ăš diventata parte integrante di quasi tutti gli aspetti della nostra vita e il problema della presenza di materie plastiche nei nostri corsi dâacqua, nei laghi e nei mari Ăš drammatico e ben documentato. La rimozione dei rifiuti di plastica visibili da fiumi, spiagge e persino dal mare potrebbe essere ancora possibile ma, con il tempo e lâesposizione alla luce solare, questi materiali si frammentano in pezzi sempre piĂč piccoli, noti come micro e nanoplastiche. Gli impianti di trattamento delle acque reflue possono filtrare la maggior parte di queste minuscole particelle, ma i fanghi di depurazione rimanenti sono spesso sparsi sul terreno, per cui le particelle di plastica a volte vengono convogliate nei corpi idrici dalle precipitazioni. Le particelle piĂč piccole sono difficilmente visibili a occhio nudo e le loro conseguenze sulla natura e sulla nostra salute sono ancora poco noti.
Molte plastiche sono anche altamente adsorbenti, e attirano altri agenti inquinanti che, una volta scaricati nelle acque di transizione e in quelle marine, possono portare a concentrazioni di contaminanti nei frammenti di microplastiche migliaia di volte superiori rispetto allâacqua di mare circostante. CiĂČ influisce sulla catena alimentare, sino ad arrivare sulle nostre tavole.
Verso lâinquinamento zero delle acque
Negli ultimi decenni, lâEuropa ha compiuto sforzi significativi per migliorare la qualitĂ dellâacqua, trattare le acque reflue e proteggere gli habitat e le specie dâacqua dolce. Oggi, le politiche dellâUe affrontano unâampia gamma di questioni che riguardano lâacqua, come quelle relative allâacqua potabile, alle acque reflue urbane, alla qualitĂ delle acque di balneazione, alla plastica monouso, alle emissioni industriali e alle sostanze chimiche pericolose; queste ultime, in particolare, rappresentano una sfida immensa. A causa del gran numero di Pfas, ad esempio, valutare e gestire individualmente i rischi che queste sostanze comportano diviene un compito difficile e dispendioso in termini di tempo, il che puĂČ portare a un inquinamento diffuso e irreversibile. In Europa, i costi sociali dovuti ai danni alla salute umana e allâazione di risanamento sono...