Parte quarta La politica della salute
La controproduttivitĂ specifica
Si potrĂ vincere la iatrogenesi unicamente se si comprende che essa Ăš solo un aspetto del rovinoso dominio dellâindustria sulla societĂ , un esempio di quella controproduttivitĂ paradossale che viene emergendo in tutti i principali settori industriali. Al pari dellâaccelerazione che fa perdere tempo, dellâistruzione che istupidisce, della difesa; militare che si autodistrugge, dellâinformazione che disorienta, dei piani urbanistici che creano disordine, la medicina patogena Ăš il risultato di una sovrapproduzione industriale che paralizza lâazione autonoma. Per cogliere con precisione questa controproduttivitĂ specifica dellâindustria contemporanea, occorre distinguere chiaramente la sovrapproduzione frustrante da altre due specie di pesi economici con cui si tende a confonderla, e cioĂš lâutilitĂ marginale decrescente e lâesternalitĂ negativa. Se la particolare frustrazione in cui consiste la controproduttivitĂ non viene tenuta distinta dalla crescita dei prezzi e dai costi sociali opprimenti, la valutazione sociale di qualunque impresa tecnica, si tratti della medicina, del trasporto, dei media o dellâistruzione, resterĂ limitata a un calcolo del costo/ricavo e ben lontana da una critica radicale dellâefficacia strumentale di questi vari settori.
I costi diretti rispecchiano gli oneri della rendita, le spese di manodopera e materiali, altre remunerazioni. Il costo di produzione di un chilometro/passeggero comprende tanto le spese che si sono sostenute per costruire e tenere in esercizio il veicolo e la strada, quando il profitto che va a quelli che detengono il controllo del trasporto: lâinteresse imposto dai capitalisti che possiedono gli strumenti di produzione, e i diritti pretesi dai burocrati che monopolizzano il capitale di conoscenze che viene utilizzato nel corso dellâoperazione. Il prezzo Ăš la somma di queste varie rendite, indipendentemente dal fatto che venga pagato di tasca propria dal consumatore o da un ente pubblico che acquista per conto del privato.
La esternalitĂ negativa Ăš la denominazione dei costi sociali che non sono compresi nel costo monetario; Ăš il termine comune per indicare gli oneri, le privazioni, le scomoditĂ e i danni che io impongo agli altri per ogni chilometro/passeggero che percorro. La sporcizia, il rumore e la bruttezza che la mia automobile apporta alla cittĂ ; il danno causato dagli scontri e dallâinquinamento; la degradazione dellâintero ambiente per lâossigeno che io brucio e i veleni che diffondo; la crescente dispendiositĂ delle forze di polizia; e altresĂŹ la discriminazione a scapito dei poveri connessa al traffico: sono tutte esternalitĂ negative che fanno parte di ogni chilometro/passeggero. Alcune si possono rendere facilmente interne caricandole sul prezzo dâacquisto, per esempio i danni provocati dagli incidenti, che vengono pagati attraverso lâassicurazione. Altre esternalitĂ che adesso non figurano nel prezzo di mercato potrebbero essere trasferite allâinterno in maniera analoga: il costo della terapia del cancro causato dai tubi di scappamento potrebbe essere caricato su ogni litro di carburante, e destinato allâindividuazione e al trattamento chirurgico del cancro o alla prevenzione mediante sistemi anti-inquinamento e maschere antigas. Ma la maggior parte delle esternalitĂ non si puĂČ quantificare e scaricare allâinterno: se il prezzo della benzina venisse aumentato in modo da ridurre lâimpoverimento delle riserve petrolifere e dellâossigeno atmosferico, ogni chilometro/passeggero diverrebbe piĂč costoso e avrebbe ancora di piĂč un carattere di privilegio; diminuirebbe il danno ambientale ma aumenterebbe lâingiustizia sociale. Al di lĂ di un certo grado dâintensitĂ della produzione industriale, le esternalitĂ non si possono ridurre ma solo spostare.
La controproduttivitĂ Ăš qualcosa di diverso sia dal costo individuale sia da quello sociale; Ăš distinta dallâutilitĂ decrescente ottenuta per unitĂ monetaria e da tutte le forme di disservizio esterno. Si verifica ogni volta che, paradossalmente, lâuso di una istituzione toglie alla societĂ quelle cose che lâistituzione era destinata a fornire. Ă una forma di frustrazione sociale intrinseca, incorporata. Il prezzo di una merce o di un servizio Ăš la misura di ciĂČ che lâacquirente Ăš pronto a spendere per quello che riceve; le esternalitĂ indicano ciĂČ che la societĂ Ăš disposta a tollerare per consentire questo consumo; la controproduttivitĂ segna il grado della dissonanza cognitiva dominante che deriva dallâoperazione: Ăš un indicatore sociale del funzionamento intrinsecamente controintenzionale di un settore economico. LâintensitĂ iatrogena dellâimpresa medica contemporanea Ăš solo un esempio particolarmente doloroso delle frustrazioni generate dalla sovrapproduzione, le quali si manifestano, in eguale misura, sotto forma di accelerazione del traffico che si risolve in perdita di tempo; di staticitĂ nelle comunicazioni; di addestramento a una perfetta incompetenza nellâistruzione; di sradicamento come risultato dello sviluppo urbanistico; di supernutrizione distruttiva. Questa controproduttivitĂ specifica Ăš un effetto collaterale indesiderato della produzione industriale, che non si puĂČ scaricare allâesterno del particolare settore economico che lo produce. Fondamentalmente essa non Ăš dovuta nĂ© a errori tecnici nĂ© a sfruttamento di classe bensĂŹ alla distruzione, provocata dal regime industriale, delle condizioni ambientali, sociali e psicologiche che sono necessarie per lo sviluppo dei valori dâuso non-industriali e non-professionali. La controproduttivitĂ Ăš il risultato di una paralisi delle capacitĂ pratiche autonome, indotta dal modo di vita industriale.
La distorsione industriale del nostro comune senso della realtĂ ci ha reso ciechi al grado di contraddittorietĂ raggiunto dallâimpresa contemporanea. Viviamo in unâepoca in cui lâapprendere Ăš pianificato, lâabitare standardizzato, lo spostamento motorizzato, la comunicazione programmata, e in cui per la prima volta nella storia dellâumanitĂ gran parte delle derrate alimentari che si consumano proviene da mercati lontani. In una societĂ cosĂŹ intensamente industrializzata, la gente Ăš condizionata a ricevere le cose anzichĂ© farle; Ăš educata ad apprezzare ciĂČ che si puĂČ comprare e non ciĂČ che essa stessa puĂČ creare. Vuol essere istruita, trasp...