Come ben sanno i lettori di Sitchin, quando si tratta di spiegare il settore di suo interesse â antichi alieni e antiche civiltĂ â Ăš davvero difficile, se non impossibile, riassumere lâargomento in poche frasi senza renderlo banale.
Per molti, le idee che proponeva erano fantasiose, se non addirittura bizzarre. Per tutti gli altri, la sua opera rappresenta un importante passo avanti nella ricostruzione di un puzzle che dĂ vita a una narrativa coerente, plausibile, supportata da prove reali e testi antichi.
Quando racconto che mio zio era uno scrittore e mi chiedono cosa scrivesse, esordisco col dire che si occupava di antiche civiltĂ e che ha pubblicato ben 14 libri prima della sua morte, avvenuta nellâottobre 2010. Senza dubbio i miei interlocutori rimangono colpiti. Proseguo poi spiegando che il suo primo libro, Il Pianeta degli dei, era particolarmente istruttivo, ma â pur se affascinante â di difficile lettura. Le prime cento pagine onestamente rappresentano uno scoglio proprio per via dellâapproccio cosĂŹ rigoroso. Consiglio tuttavia di non scoraggiarsi e di affrontare questo piccolo ostacolo, perchĂ© poi la lettura diventa talmente avvincente da non riuscire piĂč a smettere. Per molti, questo libro rappresenterĂ una svolta nella vita.
Solo a questo punto inizio a descrivere le premesse del lavoro di mio zio, a raccontare la storia dei Nefilim (come li chiamava nel primo libro): chi sono, perché sono giunti sulla Terra e cosa hanno fatto.
Pubblicato come prologo allâedizione paperback del 1978 de Il Pianeta degli dei, il testo che segue presenta, con le parole di Sitchin, un riassunto dei principali argomenti affrontati. Offre uno spaccato del suo pensiero, della sua cosmologia e, dunque, il primo passo per nuove teorie.
LâAntico Testamento1 ha riempito la mia vita fin da bambino. Si puĂČ dire che i primi semi di questo libro siano stati piantati quasi cinquantâanni fa: a quel tempo non sapevo assolutamente nulla delle polemiche sulle incompatibilitĂ tra Bibbia e teoria dellâevoluzione, ma, da giovane studente quale ero, studiando la Genesi nellâoriginale ebraico, cominciai a pormi delle domande per conto mio. Un giorno, per esempio, leggemmo nel capitolo VI che, quando Dio decise di distruggere lâumanitĂ con il Diluvio Universale, sulla Terra si trovavano âi figli delle divinitĂ â, che avevano sposato le figlie degli uomini. Lâoriginale ebraico li chiamava Nefilim e lâinsegnante ci spiegĂČ che significava âgigantiâ; ma io obiettai: non significava letteralmente âcoloro che sono stati gettati giĂčâ, che sono discesi sulla Terra? Venni subito rimproverato, e mi fu intimato di attenermi allâinterpretazione tradizionale.
Negli anni seguenti, dopo che ebbi imparato le lingue, la storia e lâarcheologia dellâantica regione corrispondente allâodierno Medio Oriente, i Nefilim divennero unâossessione. I ritrovamenti archeologici e lâinterpretazione di testi e racconti epici di popoli quali Sumeri, Babilonesi, Assiri, Ittiti, Cananei confermavano sempre piĂč lâassoluta precisione dei riferimenti biblici a regni, cittĂ , condottieri, luoghi, templi, strade commerciali, prodotti artigianali, oggetti e usanze di quelle genti. E dunque, perchĂ© non accettare nel suo preciso significato letterale la parola con cui quegli stessi testi biblici chiamavano i Nefilim, e cioĂš visitatori della Terra provenienti dai cieli?
LâAntico Testamento ripeteva in piĂč punti: «Il trono di Yahweh Ăš nel cielo» â «dal cielo il Signore contemplĂČ la Terra». Il Nuovo Testamento invocava «Padre nostro, che sei nei cieli». Ma la credibilitĂ della Bibbia fu scossa dallâavvento della teoria evoluzionistica, che venne subito universalmente accolta. Se dunque lâuomo era frutto di un processo evolutivo, allora, evidentemente, non poteva essere stato creato in un solo istante da una divinitĂ che, premeditatamente, avesse detto: «Facciamo Adamo a nostra immagine e somiglianza». Tutti i popoli antichi credevano in dei che erano scesi sulla Terra e che, quando volevano, potevano tornare in cielo; ma a tutti questi racconti non era stata mai data alcuna credibilitĂ , poichĂ© fin dallâinizio gli studiosi li avevano bollati come âmitiâ.
Le testimonianze scritte dellâantico Medio Oriente, tra le quali figura un gran numero di testi astronomici, parlano chiaramente di un pianeta dal quale questi astronauti o âdeiâ erano arrivati sulla Terra. Tuttavia, quando gli studiosi, negli anni â20, decifrarono e tradussero gli antichi elenchi dei corpi celesti, i nostri astronomi non conoscevano ancora lâesistenza di Plutone (che venne localizzato solo nel 1930). Come si poteva pretendere, allora, che accettassero lâevidenza di un ulteriore membro del nostro Sistema solare? Ora, perĂČ, che anche noi, come gli antichi, sappiamo che esistono dei pianeti oltre Saturno, perchĂ© non credere alle antiche testimonianze che ci parlano dellâesistenza del Dodicesimo Pianeta?
Ora che degli astronauti sono scesi sulla Luna, e che delle navicelle spaziali sono state inviate a esplorare altri pianeti, non Ăš piĂč impossibile credere che, in un passato imprecisato, una civiltĂ sorta su un altro pianeta piĂč avanzato del nostro sia stata in grado di mandare attraverso lo spazio degli esploratori sul pianeta Terra.
In veritĂ , alcuni scrittori popolari hanno giĂ avanzato lâipotesi che certe costruzioni dellâantichitĂ , come le piramidi o le gigantesche sculture in pietra, possano essere opera di genti progredite provenienti da un altro pianeta: sembra infatti alquanto difficile credere che un uomo certamente primitivo potesse disporre delle necessarie conoscenze tecnologiche. Inoltre, per fare un altro esempio, come Ăš possibile che la civiltĂ dei Sumeri sia nata improvvisamente dal niente, quasi 6.000 anni fa, senza un precursore, un antecedente? Alcuni autori si sono giĂ posti questi problemi, ma poichĂ© di solito non ci dicono quando, come e soprattutto da dove questi antichi astronauti sarebbero venuti, le loro domande, per quanto interessanti, rimangono speculazioni senza risposta.
Mi ci sono voluti trentâanni di ricerche, in cui sono piĂč volte tornato a esaminare le fonti antiche, cercando di accettarle letteralmente, per ciĂČ che davvero esse dicevano, prima di riuscire a ricreare nella mia mente una ricostruzione cronologica continua e plausibile degli eventi preistorici. Il Pianeta degli dei, dunque, cerca di fornire al lettore una narrazione che dia delle risposte a domande specifiche (quando, come, perchĂ© e da dove). Le prove alle quali farĂČ riferimento sono in primo luogo gli antichi testi e raffigurazioni artistiche. Ne Il Pianeta degli dei ho cercato di decifrare una sofisticata cosmogonia che spiega, forse proprio come fanno le moderne teorie scientifiche, in che modo il Sistema solare si sia formato, come un pianeta âinvasoreâ sia rimasto intrappolato nellâorbita solare e come si sia arrivati alla formazione della Terra e di altre parti del Sistema solare.
La documentazione che presento ai lettori comprende mappe della sfera celeste che illustrano il viaggio nello spazio da quel Pianeta, il Dodicesimo, verso la Terra. Subito dopo spiegherĂČ come i Nefilim abbiano fondato i loro primi insediamenti sulla Terra; darĂČ un nome ai loro capi e descriverĂČ i loro rapporti, gli amori, le gelosie, le lotte e i risultati che essi conseguirono; illustrerĂČ infine la natura della loro âimmortalitĂ â.
PiĂč di ogni altra cosa, perĂČ, Il Pianeta degli eii intende spiegare i grandiosi eventi che portarono alla creazione dellâuomo e i metodi estremamente progrediti con i quali tale impresa fu compiuta.
Il testo tratterĂ inoltre degli stretti rapporti tra lâuomo e i suoi âsignoriâ e cercherĂ di gettare nuova luce sul significato di concetti come il giardino dellâEden, la torre di Babele, il Diluvio Universale. Infine, illustrerĂ come lâuomo, mettendo a frutto i doni biologici e materiali che gli avevano dato i suoi stessi creatori, finĂŹ per costringere i suoi dei a restare per sempre fuori dalla Terra.
Questo libro insinua lâidea che non siamo soli nel nostro Sistema solare. Eppure esso puĂČ accrescere, anzichĂ© affievolire, la fede nellâesistenza di unâentitĂ assoluta e onnipotente: perchĂ©, se furono davvero i Nefilim a creare lâuomo sulla Terra, nel far questo non poterono che adempiere a un piĂč ampio progetto universale.
Sitchin ha approfondito lâargomento trattato ne Il Pianeta degli Dei in questo articolo del 1982, The 12th Planet: The Book as a Story, dove evidenzia importanti eventi storici a cominciare dalla creazione del cosmo, del Sistema solare e del pianeta Terra, per poi proseguire riassumendo lâevoluzione del genere umano. In questo libro ci soffermeremo ad analizzare alcuni argomenti specifici appena accennati in questa panoramica per poi chiudere il cerchio alla fine del libro stesso ponendoci la domanda: il Dodicesimo Pianeta si trova attualmente nellâorbita di ritorno verso la Terra, e cosa significa ciĂČ per noi? Come scopriremo, il Dodicesimo Pianeta del Sistema solare torna in prossimitĂ della Terra ogni 3.600 anni. Il periodo del suo ritorno Ăš caratterizzato da caos generale e da sconvolgimenti naturali sulla Terra che, al momento, sembrano essere caratteristiche del nostro tempo.
Cerchiamo di conoscere un poâ meglio allora questo Dodicesimo Pianeta e i presupposti per il suo possibile ritorno nei pressi del pianeta Terra nel prossimo futuro.
Il Pianeta degli dei si basa2 interamente su testi mesopotamici e raffigurazioni artistiche attribuite alla prima civiltĂ conosciuta vissuta a Sumer nel IV millennio a.C. Al contempo, fa continui confronti con lâAntico Testamento, rendendo terribilmente attuale il libro della Genesi.
Escludendo le numerose dissertazioni e prove scientifiche, Il Pianeta degli dei presenta le informazioni trasmesse negli antichi scritti analizzati alla luce dellâera spaziale.
CREAZIONE DEL SISTEMA SOLARE: Prima il Sole, Mercurio e un pianeta chiamato Tiamat; poi Venere e Marte; infine Giove e Saturno, Urano e Nettuno.
CATACLISMA O âBATTAGLIA CELESTEâ: Fa la sua comparsa dallo spazio esterno un pianeta di grosse dimensioni, attirato allâinterno del Sistema solare fino a entrare in collisione con Tiamat, spaccandola in due. Nascono cosĂŹ la fascia degli asteroidi, le comete, e la Terra con la sua Luna.
ORIGINE DELLA VITA: Il pianeta invasore â il Dodicesimo Pianeta â ha portato la vita allâinterno del nostro Sistema solare. Circa 3,8 miliardi di anni fa, la sua collisione con Tiamat ha impiantato sulla Terra (la metĂ di Tiamat) il seme della vita del Dodicesimo Pianeta.
SOVRANITĂ DEL CIELO: Catturato nellâorbita del Sole, il Dodicesimo Pianeta ruota in unâorbita simile a quella di una cometa. Lâorbita ha una durata di 3.600 anni e lo riporta sempre nel âLuogo dellâattraversamentoâ tra Marte e Giove. Si tratta di un pianeta radiante, che genera il proprio calore e la propria atmosfera. Nel corso di miliardi di anni, la vita sul pianeta si Ăš evoluta. Alcuni milioni di anni fa questa evoluzione Ăš culminata nella creazione di esseri intelligenti e antropomorfi.
UNA CIVILTĂ SUPERA SE STESSA: La civiltĂ /le civiltĂ si sviluppano. Nascono cittĂ , tribunali, palazzi, scienza, tecnologia, esplorazione dello spazio. E anche tutta la gamma di emozioni âumaneâ: amore, odio, gelosia. Viene creata una serie complessa di linee guida per la successione al trono. I figli detronizzano i padri, e i fratelli si combattono in guerre intestine. Si manifestano tutti i vantaggi/svantaggi materiali legati a una tecnologia avanzata. Poi cominciano a scarseggiare alcuni minerali di vitale importanza, alcuni minerali radioattivi, ma soprattutto lâoro, necessario alla sofisticata elettronica. La civiltĂ del Dodicesimo Pianeta si autodistruggerĂ ?
UNA MINIERA DâORO CHIAMATA âTERRAâ: Mentre il Dodicesimo Pianeta Ăš dilaniato da lotte intestine per la successione al trono, la sua orbita lo avvicina al âLuogo dellâAttraversamentoâ tra Giove e Marte. Un sovrano deposto si mette in salvo decollando a bordo di una navicella spaziale e andandosi a schiantare sul vicino pianeta Terra. Lâequipaggio di astronauti scopre con gioia che anche sulla Terra câĂš vita, meno evoluta, certo, ma molto simile a quella del loro pianeta. Trova anche pepite dâoro nel letto dei fiumi. Trascorrono nove anni di Nibiru. Lâusurpatore al trono viene deposto. I fuggiaschi vengono tratti in salvo e fanno ritorno annunciando grandi novitĂ : lâoro, il metallo cosĂŹ importante per la sopravvivenza Ăš a portata di mano⊠proprio sulla Terra!
ATTERRAGGIO SUL PIANETA TERRA: âColoro che dal Cielo erano giunti sulla Terraâ (la Genesi li chiama cosĂŹ, Nefilim in ebraico) tornano sul nostro pianeta per estrarre lâoro. Mentre le loro navicelle spaziali orbitano intorno alla Terra, il primo gruppo viene fatto scendere a bordo di capsule spaziali che ammarano nel Golfo Arabo, al largo del Golfo Persico. Guidati dal capo ingegnere/scienziato, i Nefilim approdano sulla terraferma. Marciando allâinterno raggiungono il limitare delle paludi. Stabiliscono lĂŹ la Stazione Terra I e la chiamano Eridu. Tutti questi episodi si sono verificati circa 445.000 anni fa, quando la Terra era serrata nella morsa di unâera glaciale.
CITTĂ DEGLI DEI: Mentre la Terra orbita 3.600 volte intorno al Sole, il Dodicesimo Pianeta orbita una sola volta attorno al Sole. CosĂŹ, dunque, mentre sulla Terra trascorrono decine di migliaia di anni, per i Nefilim lâattesa Ăš decisamente breve nella loro scala temporale. In poco tempo lâera glaciale lascia spazio a un clima piĂč caldo. I Nefilim creano ulteriori insediamenti: un porto spaziale, un centro di controllo della missione, un centro medico e un centro di lavorazione dei metalli. Fondano âcittĂ â seguendo uno schema che, visto dallâalto, forma un corridoio di atterra...