Margherita sorrise e guardandolo da vicino gli dette ragione, anche se lei si divertiva a essere cosĂ impegnata e non poteva stare con le mani in mano. Amava parlare, stare tra la gente, comunicare le sue idee. Ma le piaceva anche fare esperienze nuove: recentemente aveva partecipato a uno spettacolo musicale in cui, tra un brano tradizionale e lâaltro, Margherita interveniva commentando i testi delle canzoni, i fatti di cronaca e di politica, levandosi in questo modo qualche sassolino dalle scarpe, come amava ripetere. Poteva dire quello che voleva seguendo i contenuti delle canzoni, che le davano la possibilitĂ di parlare di tutte le storture di questo mondo. Ma era un impegno importante che si era aggiunto a tutti gli altri. Conferenze, presentazioni, lezioni. E poi le telefonate! Le radio, gli editori, i politici.
â Son diventata una sorta di Madonna Pellegrina... â disse.
â Una Madonna coraggiosa! â si inserĂ Aldo che poi, per rendere lâatmosfera piĂș leggera, tornĂČ a punzecchiarla sulle solite cose, rivolto a Marco:
â Lo sai che lei Ăš tedesca?
â Vai! Di nuovo! MacchĂ© tedesca, son fiorentina! â ribattĂ© lei arrabbiandosi.
â Non vuole si dica che Ăš mezza tedesca... â ripetĂ© Aldo, piegandosi leggermente in avanti, mentre sottovoce, rivolgendosi a Margherita, disse ancora:
â Non vuoi che si dica, ma dâorigine sei mezza tedesca!
Ma si corresse subito sorridendo e dicendo che era svizzera.
â Son fiorentina! â ribadĂ lei. â Bocca larga, mele strette e nessuno me lo mette... in tasca! â Si riprese per un pelo mentre gli altri la guardavano male, come si fa con un bambino che dice parolacce.
â Significa questo, no... â riprese lâastronoma, facendo finta di niente e parlando compunta. «Significa che uno dice quel che gli pare prendendo tutte le misure necessarie per non farsi fregare, per non farsi mettere in mezzo.
â Senti come parla benino... la tedesca! â osservĂČ Aldo punzecchiandola.
â Ora, se tu continui, ti tiro un nocchino! âUn ho mica paura!
â La Marga âun ha paura di nulla. LâĂš sempre stata una donna forte, â confermĂČ il marito.
Si era fatto buio ed era freddo, sempre piĂș freddo. La chiacchierata stava degenerando e oramai era tutto un ridere e scherzare, mentre Aldo e la sua Marga si prendevano in giro a vicenda e battibeccavano, come spesso succedeva.
Lei, tra sĂ© e sĂ©, continuava a ripetere di non aver paura, quando Aldo, dopo essere rimasto un poâ in silenzio, disse:
â Paura di qualcosa ce lâavrai anche te.
â No. Io âun ho neanche paura di morire! Te invece sĂ, te tu haâ paura di morire!
â Io sĂ, ho paura di morire. E allora? â disse Aldo alzando il mento, fingendo una certa supponenza, mentre interveniva Marco difendendolo:
â Ma quella Ăš una paura umana. Chi Ăš che non ha paura di morire?!
â Mah! Io paura non ce lâho. PerchĂ© dovrei aver paura di morire finchĂ© son viva? FinchĂ© son viva non son morta, e quando son morta non ci sono piĂș... e non me ne accorgo neanche!
Il ragionamento non faceva una piega. Ma Aldo insistette:
â E ma te ne accorgi... te ne accorgi!
â Forse! Ma tanto Ăš un momento...
â Ma se Ăš un momento lungo... lo vedi! â disse ancora lui, lugubre e minaccioso.
Margherita ritrattĂČ in parte, cedendo dalla sua posizione iniziale: â Magari ho paura di soffrire. Ecco, di soffrire sĂ, ho paura. Morire e soffrire. Morire soffrendo.
Poi esclamĂČ:
â Ovvia! E ora che si parla di tutte queste cose allegre⊠â fece per alzarsi, ma poi restĂČ seduta, piegata in avanti, appoggiata al bastone che teneva con tuttâe due le mani.
â O Marga, ora che son tornato indietro, dopo un monte di tempo che vi aspettavo, tu vuoi andar via? â chiese Aldo quasi preoccupato. â Guarda che bel mare. Guarda come scintillano le luci del porto, â disse per invogliarla a restare.
â La sâĂš inquietata a parlare di morire, â disse Marco ad Aldo, facendogli lâocchiolino. â Tu haâ ragione te, lâha paura, lâha paura!
Margherita, impermalita, in quello che ormai era un botta e risposta, ribadĂ di non essersi inquietata per nulla.
â LâĂš una cosa naturale. PerchĂ© mi dovrei inquietare? E poi ve lâho detto, non ho paura, io! Non ho paura di nulla!
â O allora facciamo un gioco... â suggerĂ Marco cercando con gli occhi il consenso di Aldo e guardando verso Margherita subito dopo. â Prova a pensare dâessere in una stanza buia, chiusa, senza uscite. E nel buio câĂš qualcosa di spaventoso...
Aldo intanto borbottava, in sottofondo.
Marco proseguĂ:
â Cosa ti immagini che ci sia?
â Nulla! â rispose lei, incerta. â âUn mâimmagino proprio nulla. Ma, forse, mi darebbe noia perdere lâorientamento!
â Ma âun Ăš qualcosa di spaventoso quello. Io intendevo... â Marco provĂČ a spiegarsi meglio, ma venne interrotto.
â Tu lo dici te che âun Ăš pauroso perdere lâorientamento! â E subito iniziĂČ a raccontare, mentre giĂ si tratteneva dal ridere.
â A volte mi Ăš capitato, quando siamo in albergo. La notte mi sveglio, mi scappa la pipĂ, non voglio svegliare Aldo perchĂ© lo sento che russa, russa, russa... Allora mi alzo al buio, e vo pianino pianino...
AnsimĂČ, poi, sorridendo, riprese:
â Ora, a casa mi ci ritrovo bene. Ma negli alberghi, invece, con le stanze grandi, che âun conosco, mi Ăš capitato di non sapere piĂș dovâero! E mi fa una certa impressione... son lĂ al buio e âun so piĂș dove sono.
â Mezza addormentata! â disse Aldo.
â No! Son sveglia bene! â ribattĂ© lei, â ma non vedo nulla e mi scappa la pipĂ. Brancolo. Smanacco, ma non riesco a toccare nulla e non so dove sono. Poi magari trovo una porta, apro e... glâĂš lâarmadio! Oppure la porta che dĂ sul corridoio! E io invece ho bisogno del bagno e âun so come fare...
Ridevano tutti e tre mentre lei continuĂČ gesticolando animatamente:
â Poi câĂš lâaggravante che a volte un giorno si Ăš in un albergo, il giorno dopo in un altro. A volte il bagno era lĂ. A volte era lĂ . Io non me ne ricordo e âun so piĂș dove andare. Noi ora si ride, ma quando son lĂ che âun trovo piĂș nulla Ăš angosciante davvero, â disse sforzandosi di essere seria e restando in silenzio. Poi, spiegandosi meglio:
â A volte se âun trovo iâ bagno, torno indietro e cerco di ritrovare il letto. Ma non trovo piĂș neanche quello! E allora brancolo neâ buio e âun riesco neppure a ripartire da zero per ritrovare la strada giusta! MâĂš capitato! E âun Ăš una bella sensazioneâŠ
Continuarono a ridere e ad agitarsi sulla panchina. E dopo un poâ Aldo, con estrema dolcezza, chiese:
â Ma io mi sveglio?
â No palle, tu dormi... vado al buio per non svegliarti, â rispose lei premurosa. â A volte, se câĂš un orologio di quelli con i numeri luminosi, un poâ mi oriento. Oppure la lucina della televisione. Aiuta. Ma tante volte non ci sono nemmeno quelli e il buio Ăš proprio buio. E uno si perde. Perde lâorientamento.
â Come con un cielo senza stelle, â commentĂČ Marco. â ChissĂ che effetto avrebbe fatto.
â Quello di una camera al buio... â disse Margherita ridendo ancora. Subito dopo guardĂČ lâora, poi si alzĂČ, seguita da Aldo che, con difficoltĂ , si tirĂČ su, aiutato da Marco che nel frattempo si era alzato anche lui.
Margherita guardĂČ verso lâalto, verso il cielo buio, riparandosi gli occhi dalla luce del lampione, e disse:
â Non si sarebbe sviluppata tanta scienza, tanta curiositĂ , se non ci fossero state le stelle. Se non ci fosse stato il Sole, non ci sarebbe stata nemmeno la vita. Quindi il Sole bisogna lasciarlo... Ma se ci fosse stato solo il Sole, senza le altre stelle...
â ⊠sarebbe stato come cercare il bagno al buio! â disse Marco, e risero ancora.
â Certo ci sarebbero state tante difficoltĂ in piĂș. Per esempio per la navigazione. Orientarsi in mare sarebbe stato...
Margherita sâinterruppe sentendosi addosso gli sguardi severi di Aldo e Marco che la fissavano con aria di rimprovero, trattenendosi perĂČ dal ridere.
â âI che câĂš?! Ma cosa volete voi due! â disse alzando la voce.
In silenzio, la guardarono immobili, aspettando che dicesse qualcosa.
â Mamma mia! E va bene, sono anche belle. Aveva ragione Seneca, sĂ, mi pare proprio Seneca, quando scrisse che se si vedessero solo da una certa regione della Terra, tutti vorrebbero andar lĂ a osservarle.
â E poi le costellazioni... â aggiunse Marco provocatorio.
E Aldo, annuendo: â I miti, le leggende...
â La composizione chimica, â ribattĂ© allora Margherita con aria di sfida, â le leggi fisiche, la massa, i gas, gli spettri, la luce che ha viaggiato migliaia e migliaia di anni...
Erano in piedi sotto al lampione, rivolti gli uni verso lâaltra. Aldo a braccetto di Marco.
â Ci piace scherzare, eh Margherita? SâĂš sempre scherzato e giocato un monte io e lei. SâĂš riso tanto! â disse Aldo con la voce leggermente rotta dallâemozione. â Ma ci siamo anche picchiati! â aggiunse.
â Davvero! â ammise lei. â Anche a cazzotti, sâĂš fatto... eâ ci siam tirati dei bei sommommoli!
â Per gioco... â buttĂČ lĂ Marco.
â A volte per gioco, â confermĂČ lei. â Ma a volte sul serio. Mica botte da orbi! No, quelle no! Ma qualche spintoncina, stando sempre attenti a non farsi male.
Ridevano e quando lui le appoggiĂČ una mano sul braccio, lei lo schiaffeggiĂČ con delicatezza, su una guancia. Lui socchiuse gli occhi e si lasciĂČ sfiorare alzando leggermente il mento e stringendole il braccio. Si vedeva che era felice.
â CâĂš stata tanta ironia, tra di noi. Anche perchĂ© Margherita Ăš brava. Son tanto contento che sia molto meglio di me. In tutto!
â Eeeh! â fece lei, imbarazzata.
â La conosco fin da bambino, vero Marga? Quanti anni avevamo?
â Undici io e tredici te. Avevo fatto la prima ginnasio, â disse sobbalzando, perchĂ© si era accorta che qualcosa non tornava. â O no? Boh?! Ora mi confondo, sono stanca...
â A me Margherita piaceva molto perchĂ© saliva sugli alberi, â disse di nuovo lui, ironico. â Io invece avevo paura. Specialmente a scendere, non a salire.
â Anche i gatti hanno paura a scendere, a volte. Forse perchĂ©... â iniziĂČ a spiegare Margherita.
â Mi piaceva perchĂ© era coraggiosa, â la interruppe di nuovo Aldo, senza ascoltare quello che lei stava dicendo. â Ă una donna coraggiosa, mentre invece io avevo paura a scendere dagli alberi. Anche perchĂ© non si vede dove mettere i piedi. Non sono mai stato coraggioso come lei.
Margherita allora, affettuosamente, cercando di rassicurarlo e sistemandogli il colletto del giubbotto, disse che non era vero e che era sempre stato molto bravo anche lui.
Ma Aldo non stava piĂș ascoltando. Si era improvvisamente isolato, allontanandosi dalla realtĂ mentre si immergeva in pensieri strani e in lontani ricordi.
Mentre Margherita e Marco, che con gli occhi cercavano ...