Uno scooter nero, a bordo una coppia vestita di scuro con tanto di casco integrale, precedeva le automobili. Giunti sul luogo, gli scooteristi si piazzarono fuori, ai lati della porta.
Dalla prima auto scesero tre uomini. Presero posto a un tavolino allâinterno, a poca distanza da quello al quale erano sedute due donne. Non câerano altri avventori. Il mare sembrava una distesa di cristallo, mentre accoglieva i raggi del sole al tramonto.
Era uno di quei bar-ristorante presi dâassalto dâestate dai pendolari della spiaggia. Ora, col freddo che faceva, era invece deserto, ma abbastanza di passaggio da garantire una relativa sicurezza in caso di escandescenze.
Dalla seconda auto uscirono due figure circospette. Un omone di una certa etĂ , dal colorito rosso e dai capelli candidi; e uno piĂș giovane e magro, con un cappotto troppo largo dal quale si intravedeva la cravatta e spesse lenti da vista che tendevano ad appannarsi. Ricevuto un cenno di assenso dagli scooteristi di guardia, entrarono e si accomodarono al tavolo delle donne.
Il giovane salutĂČ sbrigativo.
â Non credo sia il caso di mettersi a fare presentazioni, lâimportante Ăš che ci conosciamo noi due, collega. Sei dâaccordo?
Greta estrasse dallâimmancabile borsa in pelle una busta a sacco bianca.
â Sono dâaccordo. La mia cliente, qui, pensa di aver chiarito con la corrispondenza degli ultimi due giorni lâincresciosa situazione. E desidera sapere che cosa proponete.
Il viso dellâuomo dai capelli candidi era attraversato da una vistosa cicatrice violacea sul lato sinistro, ma non era quella la cosa piĂș impressionante. Erano gli occhi a incutere timore: lanciavano lampi di assoluta ferocia.
Lâavvocato tossicchiĂČ.
â Collega, il mio cliente non Ăš abituato a cedere a ricatti di nessun tipo. Vuole sapere piuttosto come siete entrati in possesso di⊠del materiale, e che cosa avete intenzione di farne. Come puoi immaginare, la faccenda deve essere risolta presto. In un modo o nellâaltro.
Greta rispose al giovane ma fissava il vecchio.
â Prima di tutto, e per quanto ovvio, spero che tu, collega, abbia spiegato al tuo cliente chi sono io e da quanto tempo faccio, credo abbastanza bene, questo mestiere. Ho difeso in piĂș processi anche persone legate alla sua famiglia, e con successo. Ă importante per non perdere tempo in schermaglie, minacce, tentativi di accordi e cosĂ via. Quando ti ho inviato il materiale chiedendoti questo incontro, non ho affatto detto che si trattava di una vendita o roba del genere. Sarei stata esplicita, nel caso.
Lâavvocato restĂČ impassibile, ma le orecchie gli si colorirono.
â Ah. Allora avevo capito male, ti chiedo scusa. Ma sai, non dirmi chi rappresenti lasciava un poâ il dubbio. Se volessi ragguagliarciâŠ
Greta indicĂČ la quarantenne tarchiata seduta al proprio fianco. Enormi occhiali neri le coprivano metĂ del volto lasciando scoperte la mandibola volitiva e le labbra strette a filo. Portava un cappello in feltro con la tesa, quasi maschile, e i capelli scuri raccolti in una coda. Se ne stava a gambe accavallate e braccia conserte, e non aveva mai cambiato posizione.
â La mia cliente non desidera dire a quale famiglia appartiene. La persona che câĂš qui, â picchiettĂČ sulla busta con lâunghia curatissima, â anzi, a essere precisi una delle persone che ci sono qui, appartiene a lei.
â Apparteneva, â disse la donna.
La singola parola, pronunciata con un lugubre accento flegreo, rimbombĂČ nel locale e fece tremare la lastra di una finestra. I guardaspalle che sedevano vicino alla porta trasalirono.
Lâuomo dai capelli candidi la fissĂČ, inquieto: era abituato a riconoscere subito lâattitudine al comando, e quella era di sicuro una donna abituata a dare ordini e ricevere rispetto. Lâinflessione peraltro qualificava un territorio nel quale non aveva molti amici, governato da clan forti e spietati.
Il giovane avvocato, che aveva incassato la testa nelle spalle come una testuggine, riemerse dal bavero del cappotto.
â E tuttavia, collega, capisci bene che si tratta di cosa assai delicata, per via⊠per via dellâaltro soggetto. Quindi, dobbiamo essere sicuri cheâŠ
Greta si inserĂ, cordiale.
â La natura del problema, credimi, Ăš nota alla mia cliente. E la discrezione Ăš di primaria importanza anche per noi. Per questo abbiamo voluto lâincontro, e ci dispiace se il tuo cliente si Ăš dovuto scomodare di persona. Abbiamo considerazione del suo tempo.
Il vecchio si voltĂČ verso i guardaspalle e schioccĂČ le dita, indicando la porta col mento. I tre si alzarono e si aggregarono agli scooteristi allâesterno. Poi il vecchio parlĂČ, con pacatezza ma risultando comunque minaccioso.
â Avvocaâ, vediamo questo materiale. Ho visto soltanto quellâimmagine che avete mandato sul telefonino allâavvocato mio, e siete troppo in gamba per non sapere che devo controllare tutto. Tutto.
Greta non ne fu impressionata.
â Certo, don Pasquale. Ma devâessere chiaro, e a questo punto spero lo sia, che non siamo qui per ricattare nessuno.
AprĂ la busta e tirĂČ fuori la stampa cartacea di sei fotografie. Le immagini erano nitide: una donna su un letto, a gambe spalancate, e un uomo in diverse inequivocabili posizioni, come inequivocabili erano le espressioni di lei. Parevano scattate da un punto defilato, come dallâesterno della stanza, ma sufficientemente vicino.
Il viso dellâuomo non compariva mai. Se ne vedevano le spalle, le gambe e le mani, si intuiva un fisico longilineo, atletico, la chioma castana. Della donna, invece, il volto era fin troppo evidente, tanto da strappare allâanziano un gemito sordo.
Greta fu impietosa.
â Riconosce i mobili, i quadri, gli oggetti, vero, don Pasquale?
Lâuomo annuĂ. La cicatrice era diventata ancora piĂș viola. Il giovane avvocato aveva distolto lo sguardo e fissava il mare, come se solo posare gli occhi su quegli scatti potesse renderlo cadavere. E magari, pensĂČ Greta, era proprio cosĂ.
Il vecchio ripose le stampe nella busta. La mano gli tremava leggermente. Poi si rivolse a Greta.
â Che volete, avvocaâ?
Greta fece per rispondere, ma lâaltra lâanticipĂČ.
â Non lei. Io. Che voglio io. PerchĂ© quello che Ăš successo scotta a me. Non a lei. A me.
La voce tonante, la rabbia che vibrava, lâaccento che riempiva di dittonghi persino le parole che ne erano prive fecero di nuovo sussultare tutti.
â E allora spiegatevi, signoâ. CosĂ fate capire pure a me.
La donna fece cenno a Greta di intervenire.
â Dunque, don Pasquale, la situazione Ăš molto semplice. CâĂš stata questa relazione, non sappiamo di quanti incontri, fra il compagno della mia cliente e sua figlia. Lâincontro documentato in queste fotografie, scattate da un⊠un addetto della mia cliente, Ăš avvenuto a casa di lei, e credo si riconosca lâambiente come mi ha confermato.
â Andate avanti, avvocaâ.
â Sua figlia, come sappiamo bene, Ăš sposata. Ă stata sola per molto tempo a causa della⊠vacanza del marito, per cui una debolezza Ăš consentita. La mia cliente crede sia stato il suo compagno a corteggiarla e irretirla, pare sia un suo modus agendi, per dire cosĂ. Quindi non se la sente di dare giudizi morali su di lei, e se possibile vorrebbe che nemmeno leiâŠ
Il vecchio mosse una mano a taglio, nellâaria.
â Queste sono cose mie, avvocaâ. Andate avanti.
â Certo. Mi scusi. La cosa va comunque sistemata, e con la massima discrezione. Nessuno, in nessun caso, deve sapere niente.
â Nessuno, â tuonĂČ lâaltra donna, e perfino don Pasquale sobbalzĂČ per la sorpresa.
Il giovane avvocato si intromise, come per giustificare la sua presenza.
â Quindi, per avere queste immagini, voi chiedeteâŠ
La donna tarchiata esplose in una risata macabra che fece venire la pelle dâoca ai presenti. Greta la guardĂČ accigliata, e quella smise.
â Non mi sono spiegata, collega. La mia cliente ha una situazione economica piĂș solida di quella di tutti noi messi insieme, incluso don Pasquale. La sua famiglia governa⊠lasciamo perdere. Non sono certo i soldi a interessarle.
â Proprio non mi interessano, â soggiunse lâaltra in puteolano stretto.
Don Pasquale provo a capirne di piĂș.
â Allora quali sarebbero i termini dellâaccordo, avvocaâ?
â La mia cliente vorrebbe che la signora, il marito e il figlio, si allontanassero dalla cittĂ . Meglio se dalla regione. Meglio se dal Meridione. Ci risulta che il marito, suo genero, non sappia nulla e nulla deve sapere, la mia cliente ci tiene a non rovinare una famiglia, conoscendo quanto il compagno sia stato scorretto e fedifrago. Ma la presenza su piazza della signora la metterebbe in difficoltĂ . Siamo convinte che lei, don Pasquale, capisca. Suo genero si Ăš laureato, a quanto sappiamo: perchĂ© non lo fa andare al Nord, dove ha studiato? Potrebbe esercitare la professione, sarebbe ignaro di ogni cosa e saremmo tutti piĂș contenti.
â E se non lo faccio? Se lascio tutto come sta, faccio una faccia di paccheri a mia figlia e li tengo qua?
â In quel caso, don Pasquale, non ci potremmo assumere responsabilitĂ sul fatto che Rosario Contini possa prima o poi venire in possesso di queste immagini i cui originali sono depositati fra cassette di sicurezza e archivi notarili. Ă un rischio che non correrei. CosĂ le consiglierei, fossi il suo avvocato. Ma non lo sono. Non in questa circostanza, almeno.
Sentendosi chiamato in causa, il giovane avvocato bofonchiĂČ:
â Beâ, certo Ăš un pericolo. La collega non ha torto.
Don Pasquale domandĂČ:
â E come si fa con⊠col signore che sta in queste fotografie? Pure lui Ăš un rischio.
Greta non fece in tempo a rispondere. La donna tarchiata si produsse in un sorriso agghiacciante, che scoprĂ denti bianchi e forti simili a quelli di una belva feroce.
â Guardate quantâĂš bello il mare, don Pasquaâ. Azzurro, grande, freddo. E accogliente. Se lo volete, andatevelo a cercare.
Il vecchio le restituĂ un ghigno sghembo.
â Va bene. Avete la mia parola. Entro tre giorni risolviamo la situazione, a patto che lâonore del mio nome non venga sporcato e che soprattutto mio genero, che Ăš astuto come una volpe e determinato come una tigre, non sappia mai niente â. Si alzĂČ e si rivolse alla donna tarchiata, ammirato. â Complimenti, signoâ. Siete meravigliosa, mi dispiace di non essere piĂș tanto giovane: femmine cosĂ non ne nascono piĂș. Il vostro defunto compagno doveva essere un deficiente.
Uscirono, dando il via a una coreografia di guardaspalle che salivano sui veicoli. Macchine e scooter si allontanarono sgommando. Greta si voltĂČ verso la donna tarchiata e proruppe con aria di rimprovero:
â Il mare azzurro, grande, freddo e accogliente? Andatevelo a cercare?
Delfina Fontana Solimena dei baroni Brancaccio di Francofonte tolse occhiali e cappello e urlĂČ, preoccupata:
â Dici che mi sono fatta prendere la mano?