Una Sirena a Settembre
eBook - ePub

Una Sirena a Settembre

Maurizio de Giovanni

Partager le livre
  1. 272 pages
  2. Italian
  3. ePUB (adapté aux mobiles)
  4. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

Una Sirena a Settembre

Maurizio de Giovanni

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un'anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; Ăš la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertĂ  estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura. No, a Mina i conti non tornano proprio. CosĂ­, con l'aiuto dell'innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo piĂș bello dell'universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis, decide di indagare. Solo che deve stare attenta, perchĂ© di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano. Per fortuna, a far da guida tra inganni e malintesi, c'Ăš la Signora, straordinario personaggio che attraversa tutto il romanzo, una delle invenzioni piĂș poetiche nate dalla fantasia di Maurizio de Giovanni.«Una delle croci che la dottoressa Settembre Gelsomina doveva trasportare in cima al monte era senz'altro il tragitto per arrivare al Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest, dove impavida e sprezzante del pericolo prestava il proprio servizio in qualitĂ  di assistente sociale. Il motivo principale era che non aveva le physique du rĂŽle. La realtĂ  era che Mina aveva un'anima e una mente rinchiuse, per un qualche errore di fabbrica o per la divertita perfidia del Celeste Architetto, nell'involucro sbagliato. Passione civile, istanze sociali, un senso della giustizia che rasentava l'ossessione, una determinazione feroce a osteggiare qualsiasi sopruso; e un corpo e un viso di fronte ai quali si scatenavano i piĂș bassi istinti, e che non accennavano, nonostante il passare degli anni, a sottostare alla legge di gravità».

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Una Sirena a Settembre est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  Una Sirena a Settembre par Maurizio de Giovanni en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans Literatura et Literatura de crĂ­menes y misterio. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Éditeur
EINAUDI
Année
2021
ISBN
9788858436868

XII.

La ripetitività dei gesti, una volta arrivata in ufficio, era per Mina di gran conforto. Aveva un’indole ordinata e precisa, forse un riflesso del desiderio di mettere le cose a posto secondo giustizia, per cui nel suo habitat pretendeva di potersi muovere anche bendata.
Accese il computer – un reperto di archeologia industriale che presto avrebbe raggiunto un certo valore sul mercato del vintage – consentendo alla macchina di dare inizio ai quaranta minuti necessari per l’avviamento; sistemĂČ il telefonino nell’unico spazio sfuggito alla totale assenza di campo, l’angolo destro del davanzale dell’unica finestra che dava forse su un cortile interno (la formula dubitativa era dovuta agli strati di sporco che rendevano la lastra trasparente quanto l’acciaio); appese l’impermeabile a un chiodo che un tempo, secondo la volontĂ  di chi l’aveva preceduta, aveva sorretto la fotografia di un presidente del Consiglio da lei ritenuto antitetico ad alcune attivitĂ  che si portavano avanti in quel luogo; depose la borsa dal contenuto sedimentario, per gran parte ignoto a lei stessa ma dal peso specifico affine all’osmio. Sedette, riscuotendo il solito gemito dell’antica sedia con lo schienale alto e miracolosamente confortevole, cercando di spiegarsi lo strano comportamento rilevato lungo il tragitto verso il consultorio.
UdĂ­ un bussare discreto alla porta. Da uno spiraglio si affacciĂČ il sosia di Brad Pitt in In mezzo scorre il fiume, che con aria smarrita chiese se poteva entrare. All’interno della cassa toracica, Mina sentĂ­ confrontarsi due emozioni di segno opposto, come sempre le accadeva quando si trovava a tu per tu con il dottor Gammardella Domenico: la voglia di baciarlo e di costringerlo a una sessione di sesso estremo contro la parete, e il desiderio di prenderlo a calci nelle stesse parti basse in precedenza agognate.
Di volta in volta, le ragioni della seconda istanza variavano con decisione. Quella mattina non era intenzionata a perdonargli il defunto fidanzamento con Viviana e l’aver corteggiato in sogno la fidanzata bionda dell’ex marito. Irrazionale? Assurdo? Campato in aria? Certo, avrebbe risposto. PerchĂ©, il mio stomaco deve rendere conto a qualcuno? La risultante fra i due sentimenti fu una distanza glaciale.
– Ah, sei tu, Gammardella. Prego, entra pure e dimmi. In fretta, perĂČ, chĂ© ho da fare.
Era una bugia bella e buona, non c’erano persone in attesa e non aveva adempimenti burocratici da compiere. Ma non riusciva proprio a essere cordiale con uno che nemmeno un’ora prima flirtava con una tizia nella foresta pluviale.
– Chiamami Mimmo, ti prego. Mi fai sentire un estraneo, cosí.
Mina emise un suono a metĂ  fra uno sbuffo e un grugnito. Il medico si strinse nelle spalle, sconfitto.
– Stamattina avevo una dozzina di appuntamenti, anche quattro clienti fisse di quelle ipocondriache, che non hanno niente ma vengono sempre, chissĂ  perchĂ©.
Mina emise di nuovo quel suono, piĂș spostato verso lo sbuffo che verso il grugnito.
– GiĂ , chissĂ  perchĂ©. SĂ­, sĂ­, so della tua clientela, in effetti. E allora?
– Be’, io sono mattiniero. Arrivo qui e non trovo nessuno. Saranno in ritardo, penso, e mi metto a compilare le cartelle, sono sempre in arretrato, queste utenti non mi lasciano mai il tempo, chissĂ  perchĂ©.
– GiĂ , chissĂ  perchĂ©. E allora?
– E allora passa una mezz’ora, ne passa un’altra. Vado giĂș, pensando che magari Trapanese ne sappia qualcosa, lui sa sempre tutto, chissĂ  perchĂ©.
Mina si domandĂČ come fosse possibile che l’uomo non sapesse di essere identico a Brad Pitt in Fuga dal mondo dei sogni, e lo odiĂČ un po’ di piĂș per questa inconsapevolezza.
– GiĂ , chissĂ  perchĂ©. E allora?
– E allora, non ci crederai: tu lo sai com’ù Trapanese, no? Basta dargli un dito e si prende tutta la mano, a volte ti tiene a parlare per ore dei suoi acciacchi, io cerco sempre di spiegargli che non sono il medico adatto per lui, ma lui risponde, be’? Sempre un dottore siete. E invece stavolta risponde a monosillabi, come se ce l’avesse con me. ChissĂ  perchĂ©.
Mina ebbe l’impressione di essere in una commedia musicale degli anni Sessanta, quelle in cui i protagonisti si dànno la battuta e poi cominciano a cantare. Resistette alla tentazione di rispondere in rima.
– Guarda, anche a me stamattina Ăš parso strano. Invece di venire a dare il solito fastidio, se ne stava per conto suo. Io perĂČ credo sia un fatto positivo e lo lascerei com’ù. Ora, se vuoi scusarmi

– Ah, ma io non sono qui per Trapanese, Mina, capirai, no, no; Ăš che poi sono arrivate queste tre donne che adesso stanno qui fuori. Credevo avessero bisogno di una visita, e ho detto: non avete appuntamento, ma poichĂ© credo di essermi liberato sono a vostra disposizione. Invece loro mi hanno detto che
 che

Mina si agitĂČ sulla poltrona. Uno puĂČ assomigliare pure al limite della clonazione a Brad Pitt in Sette anni in Tibet, ma non puĂČ mettersi a balbettare in conclusione di un concetto.
– Senti, qui dentro vige un principio: ognuno gestisce il proprio ambito professionale. Per cui mi dispiace, ma io adesso dovrei

Gammardella la fissĂČ amareggiato.
– Questo infatti Ăš un problema del consultorio, Mina. Non certo mio. Anzi, a voler essere precisi, Ăš piĂș un problema tuo. Molto di piĂș.
– Che vuoi dire, scusa?
Il medico aprĂ­ la porta. Al di lĂ , in attesa, c’erano tre donne di mezza etĂ . Una, i capelli tirati all’indietro in uno chignon noto nel luogo come tuppo, sembrava una matrioska allo stadio terminale: sferico l’addome, sferico il seno, sferico il collo, sferica la testa, teneva le mani incrociate sulla pancia come sul davanzale di una finestra, e gli occhi semichiusi avevano l’aspetto sferico anch’essi. Alle sue spalle, come due agenti di custodia, una seconda magrissima e allampanata dall’adunco naso d’uccello che accentuava l’impressione ornitologica muovendo la testa a scatti a destra e a sinistra, e una piĂș giovane che sembrava l’apprendista della prima ma con i cubi al posto delle sfere.
Le tre e Mina si squadrarono. Mancava la colonna sonora di Ennio Morricone per completare l’atmosfera da imminente duello. L’assistente sociale si rivolse a Mimmo, senza mostrare cedimenti.
– Be’, Domenico? C’ù qualcosa che non va?
La donna sferica rispose al posto del dottore, accreditandosi come portavoce della delegazione.
– Non parlate col dottore, signori’. Parlate con noi. PerchĂ© siamo noi che vi siamo venute a dire che sĂ­, c’ù qualcosa che non va. Qualcosa di grosso, per la precisione.
Mina annuĂ­, sollecita.
– Bene, allora siete nel posto giusto. Dica pure, signora, che succede? Abusi, violenze, usura?
L’uccello alle sue spalle fece un verso tipico della propria specie, che ricordĂČ lo stridio di un gabbiano.
– E per queste sciocchezze venivamo qua, quant’ù bella la signorina!
Mina guardĂČ Domenico che si guardĂČ le scarpe.
– Che vuol dire?
La portavoce rispose, lugubre:
– Che ù peggio, signori’. Peggio assai. E siccome siete voi ad aver combinato il guaio, adesso lo dovete mettere a posto.
Mina sentĂ­ montare la rabbia.
– Non capisco per quale motivo vi rivolgiate al mio collega col suo titolo, giustamente, e io devo essere solo signorina.
La donna cubo, che masticava una gomma da sei etti con un rumore che ricordava un mescolatore di calcestruzzo, disse:
– Uh, e come vi dobbiamo chiamare, se non tenete nemmeno un marito? Stronza rovinafamiglie?
Poco ci mancĂČ che Mina si mettesse a urlare.
– Maledizione, volete dirmi che accidenti volete stamattina?
Soddisfatta di aver suscitato la giusta emozione, la portavoce disse:
– Siamo qui per la trasmissione di ieri sera. Che avete da dire?
Mina guardĂČ di nuovo Domenico, che a propria volta scrutĂČ Mina con identica sorpresa.
– Quale trasmissione? Non ho visto nessuna trasmissione. La sera leggo, non guardo la televisione.
L’ammissione provocĂČ sconcerto nelle tre donne. Trasalirono, mormorarono incredulitĂ .
La piĂș giovane commentĂČ:
– Non guarda la televisione e legge, la sera. E poi dicono che i delinquenti siamo noi.
L’uccello assentí con vigore, parve sul punto di beccare a terra con sussiego.
La portavoce provĂČ a credere all’assurditĂ  che era stata appena pronunciata e disse a Domenico:
– Dotto’, allora spiegatecelo voi all’amica vostra.
Mimmo bilanciĂČ il peso da un piede all’altro.
– Veramente, signora, io ieri avevo degli argomenti di lavoro da approfondire e non ho potuto

La donna alzĂČ la mano. In quel gesto apodittico c’era tutta la consapevolezza dell’altrui ignoranza, e l’abbracciarsi la croce di dover portare la cultura nel mondo.
Riassunse dunque con affrante e sentite parole il contenuto di Il canto della Sirena, dilungandosi sulla scena del piccolo Geppino e della lotta per il pane col randagio rognoso. DimostrĂČ un’inaspettata attitudine al racconto immaginifico, cosĂ­ da incatenare l’attenzione dell’uditorio giĂ  alla seconda frase.
Quando concluse, nella stanza cadde un silenzio attonito. Mina balbettĂČ:
– Ma
 ma dove, come? In questo quartiere? E quella, quella conduttrice ha detto proprio che la colpa ù

Le tre annuirono come una sola. L’anziana disse:
– Sí. Ha detto che i primi responsabili sono i servizi sociali, che consentono questo
 come ha detto?
– Terribile degrado, – disse l’uccello.
– E siccome i servizi sociali siete voi, voi adesso dovete togliere questa vergogna dalla faccia del quartiere. PerchĂ© noi, cara signorina, siamo gente che fatica dalla mattina alla sera, che possiamo pure fare qualcosa di sbagliato ogni tanto

Il cubo riuscí nell’impresa di sussurrare masticando la gomma enorme.
– Sí, ma sono sciocchezze, che sarà mai

L’altra continuĂČ.
– Ma una cosa teniamo e ce l’abbiamo sempre avuta: alle creature ci stiamo attenti. Non le abbandoniamo a lottare coi cani per un pezzo di pane. Se la famiglia non puĂČ, allora ci pensa qualcun altro.
Mina sembrava non capire.
– E io che ci posso fare? Se que...

Table des matiĂšres