L'autore assente
eBook - ePub

L'autore assente

L'anonimato nell'editoria italiana del Settecento

Lodovica Braida

Partager le livre
  1. 224 pages
  2. Italian
  3. ePUB (adapté aux mobiles)
  4. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

L'autore assente

L'anonimato nell'editoria italiana del Settecento

Lodovica Braida

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

L'editoria europea conosce nel corso del Settecento una fase di straordinario fermento: accanto all'estensione del mercato del libro, cresce sempre piĂč l'affermazione della personalitĂ  creativa degli autori, e non Ăš un caso che in quegli anni si inizi a riconoscere, almeno in Inghilterra, il diritto d'autore. L'Italia partecipa a questa vivacitĂ  intellettuale, ma accanto all'esigenza degli scrittori di affermare la propria identitĂ , si affianca un'altra tendenza, sempre esistita, di segno contrario: la scelta di far circolare le proprie opere in forma anonima. Quali le ragioni dell'anonimato? Il silenzio d'autore Ăš certamente legato a una logica di controllo per i generi su cui pesa il giudizio negativo della censura ecclesiastica. Ma c'Ăš di piĂč: scrivere libri che potevano essere considerati di basso profilo culturale, come molti romanzi o altri libri di larga circolazione, poteva nuocere al buon nome dell'autore. Meglio dunque rifugiarsi nell'anonimato. Un capitolo fondamentale e fin qui poco studiato della storia dell'editoria italiana.

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que L'autore assente est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  L'autore assente par Lodovica Braida en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans Storia et Storia moderna. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Éditeur
Editori Laterza
Année
2019
ISBN
9788858138656
Sujet
Storia
Sous-sujet
Storia moderna

I.
Le ambiguitĂ 
della «funzione autore»

1. La riflessione sul mercato del libro

Tra tutti i mestieri legati al mondo del libro ve n’ù uno che gli storici della cultura hanno trascurato, lasciandolo per lo piĂč alla riflessione degli studiosi di letteratura: l’autore. Tale assenza Ăš dovuta anche alla tipologia delle fonti disponibili: per tutto l’Antico Regime raramente disponiamo di serie di contratti, accordi o corrispondenze che documentino con continuitĂ  il rapporto tra l’autore e il suo editore. Inoltre il percorso di affermazione dell’autore non ha avuto ovunque gli stessi tempi e le stesse tappe, e dunque la presenza o l’assenza di fonti Ăš legata anche al peso e all’importanza che la «funzione autore»30 ha assunto in contesti diversi.
Se per il mondo inglese e francese il XVIII secolo rappresenta il momento in cui gli autori, dopo un lungo e travagliato dibattito, vedono riconosciuta la proprietĂ  letteraria (sin dal 1710 in Inghilterra e dal 1793 in Francia)31, negli Stati italiani d’Antico Regime la situazione Ăš ben diversa. Bisogna attendere la stagione napoleonica affinchĂ© il diritto di proprietĂ  letteraria faccia ingresso in Italia, e in ogni caso esso vale soltanto per i territori della Repubblica cisalpina32. Il contrasto tra gli spazi in cui vige il diritto d’autore e quelli in cui l’autore non ha nessun riconoscimento finisce per creare due realtĂ  fortemente separate, tra le quali il dialogo resterĂ  a lungo difficile, come ben si vedrĂ  nella Convenzione austro-piemontese del 1840. Tale Convenzione, preparata da anni di trattative diplomatiche, aveva come primo scopo quello di porre un argine alla diffusione delle ristampe pirata e delle contraffazioni, denunciate nelle loro diverse forme sia dagli scrittori sia da molti editori, che trovarono, proprio su questo terreno, una forma di alleanza33. Ma Ăš altrettanto noto che la tanto attesa Convenzione ebbe scarse possibilitĂ  di risolvere i problemi italiani a causa di due rifiuti: quello del Canton Ticino e quello, ancor piĂč grave, del Regno delle Due Sicilie. Ed Ăš proprio il tema della pirateria editoriale a caratterizzare, prima e dopo la Convenzione del 1840, gran parte del dibattito italiano ottocentesco, in relazione al difficile sviluppo del diritto d’autore. Va detto che Ăš anche la prima volta che i letterati italiani affrontano una sorta di tema tabĂč: quello della proprietĂ  letteraria, su cui gli autori del Settecento risultano alquanto silenziosi. O meglio, molti di loro ammettono che il mercato del libro si Ăš rafforzato, ma non abbastanza per rivendicare un ritorno economico anche per l’autore. L’unico letterato che esce allo scoperto con un vero e proprio braccio di ferro con il suo editore-stampatore e con il suo capocomico Ăš Carlo Goldoni, ma nel 1756 sarĂ  condannato dal Tribunale dei Riformatori dello Studio di Padova a risarcire il danno a Giuseppe Bettinelli, il suo stampatore veneziano, per aver deciso di pubblicare le proprie commedie a Firenze, presso la stamperia Paperini, mentre ancora l’edizione veneziana era in corso34.
Questa analisi parte da una domanda precisa: quale consapevolezza rivelano gli autori italiani rispetto a un mercato del libro che a partire dalla metĂ  del Settecento sembra, almeno a giudicare dai cataloghi dei librai, sempre piĂč vivace e aperto all’editoria europea? In un celebre articolo pubblicato nel 1765 sulle pagine del «CaffÚ», Pietro Verri scrive:
Nel secolo decimottavo in cui viviamo non hanno certamente ragione i letterati davvero di lagnarsi [...]. Il pubblico legge assai piĂč di quello che non si sia mai letto forse dacchĂ© s’ù inventata l’arte dello scrivere [...].
Ora, sĂŹ tosto che universalmente si legge, ogni autore che sappia scrivere, cioĂš che scriva cose che paghino della fatica di leggere o che le scriva con ordine, con chiarezza e con grazia, ogni autore, dico, che sappia scrivere Ăš sicuro di ottenere tosto o tardi la stima e la considerazione del pubblico35.
Le sue parole rivelano un certo ottimismo sulle possibilitĂ  del letterato di farsi strada nella «repubblica delle lettere». CiĂČ che colpisce nel suo articolo Ăš che le maggiori opportunitĂ  per l’autore non sono messe in relazione nĂ© con il sistema di produzione del libro nĂ© con il sistema mecenatistico. La novitĂ  del suo discorso sta nel collegare il miglioramento della condizione dell’autore con l’aumento del numero dei lettori: il libro ha perso parte della sua sacralitĂ , non Ăš piĂč riservato a pochi dotti, ma Ăš accessibile a fasce di pubblico piĂč ampie, a cui si sono aggiunte negli ultimi anni anche le donne:
Un libro – scrive – non Ăš piĂč riservato a quelle sole caverne dove al pallido lume d’una lampada se ne stava un irsuto sapiente ne’ secoli scorsi, come un mostro della specie umana. Un libro Ăš un mobile che si trova nelle stanze piĂč elegantemente adornate; un libro trovasi sulle pettiniere delle piĂč amabili dame; un libro perfine Ăš letto per poco che l’autore abbia avuto talento di scriverlo36.
La crescente presenza di «avvisi ai lettori» nell’editoria settecentesca testimonia che la risposta del pubblico Ăš tenuta in grande considerazione37. E quando si fa riferimento al «pubblico» non si tratta, come Ăš stato osservato, «nĂ© della sua identificazione sociologica, nĂ© delle dimensioni quantitative o della diffusione geografica di un insieme che appare comunque in espansione; quanto del significato simbolico che il riferimento al pubblico tende ad assumere nell’attivitĂ  degli operatori piĂč avvertiti»38. È noto il giudizio di Giuseppe Aubert, editore di Livorno, sul potere rappresentato ormai dal pubblico dei lettori, un potere che l’Inquisizione non poteva contrastare: «Non Ăš Roma – scriveva a Pietro Verri il 15 marzo 1766 – che colle sue proibizioni decida del merito dei libri; Ăš il pubblico che ne decide»39.
Negli stessi anni Sessanta anche il letterato e giornalista Gasparo Gozzi riscontrava un aumento della produzione del libro e il trionfo di generi indipendentemente dal loro valore cultura­le. Sulle pagine dell’«Osservatore veneto» egli intervenne a piĂč riprese sulle principali tendenze dell’editoria veneziana, un ambito in cui era perfettamente inserito e che gli consentiva di superare le difficoltĂ  economiche, grazie alla collaborazione con alcuni dei piĂč importanti stampatori veneziani. Ma a differenza della visione ottimistica del Verri, Gozzi non credeva affatto che l’ampliamento della produzione editoriale portasse con sĂ© anche un miglioramento della condizione dell’autore. Anzi, la logica del mercato finiva per schiacciare l’autore che era costretto a scrivere in tempi rapidi. E nelle Lettere diverse, il cui primo libro uscĂŹ nel 1750 e il secondo nel 1752 presso Giambattista Pasquali, lasciava affiorare i suoi giudizi a volte ironici e moralistici, a volte impietosi e inaspettati, quasi per stupire il lettore di tanta franchezza e immediatezza40. Osservava il mondo del libro e dei giornali, in cui era pienamente inserito, e il mondo dei lettori, con una sorta di sdoppiamento. Era al...

Table des matiĂšres