Forme dell'estetica
eBook - ePub

Forme dell'estetica

Dall'esperienza del bello al problema dell'arte

Fabrizio Desideri

Partager le livre
  1. 176 pages
  2. Italian
  3. ePUB (adapté aux mobiles)
  4. Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub

Forme dell'estetica

Dall'esperienza del bello al problema dell'arte

Fabrizio Desideri

DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations

À propos de ce livre

Una mappa concettuale, chiara e originale, dell'estetica come disciplina filosofica di frontiera. La prima parte Ăš dedicata all'esperienza del bello attraverso un'analisi delle tematiche della percezione, dell'emozione e del giudizio estetico. La seconda parte affronta il problema dell'arte e risponde a sfide teoriche sollecitate dall'oggi. Nell'epoca della svolta multimediale e della diffusione delle tecnologie digitali Ăš ancora possibile parlare di unitĂ  dell'arte? Come riconosciamo un'opera d'arte? In che rapporto sta la fruizione delle opere artistiche con la nostra piĂč generale esperienza? Quale relazione Ăš ancora pensabile tra finzione artistica e realtĂ ?

Foire aux questions

Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier l’abonnement ». C’est aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via l’application. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă  la bibliothĂšque et Ă  toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode d’abonnement : avec l’abonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă  12 mois d’abonnement mensuel.
Qu’est-ce que Perlego ?
Nous sommes un service d’abonnement Ă  des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă  toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă  celui d’un seul livre par mois. Avec plus d’un million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce qu’il vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Écouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez l’écouter. L’outil Écouter lit le texte Ă  haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, l’accĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Forme dell'estetica est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă  Forme dell'estetica par Fabrizio Desideri en format PDF et/ou ePUB ainsi qu’à d’autres livres populaires dans Philosophie et Philosophische Essays. Nous disposons de plus d’un million d’ouvrages Ă  dĂ©couvrir dans notre catalogue.

Informations

Éditeur
Editori Laterza
Année
2015
ISBN
9788858122495

Capitolo secondo.
Il senso dell’opera e la verità dell’arte

II.1. Generi e stili nell’opera d’arte

II.1.a

Finora abbiamo cercato di cogliere l’unitĂ  del fare artistico nella congiunzione intenzionale tra dimensione estetica e tecnica. Possiamo anche ammettere che si tratta di una definizione. In ogni modo, non Ăš certo una definizione a priori, tale da precedere ogni relazione estetica con l’opera. Il punto di vista che abbiamo assunto Ăš stato il riconoscimento dell’esplicarsi di una funzione artistica, della quale si sono indagati i presupposti concettuali. CosĂŹ si Ăš potuto evitare lo scoglio essenzialistico, che pretende di ridurre all’unitĂ  di un concetto quella che Ăš una pluralitĂ  eterogenea di pratiche e di linguaggi. Nello stesso tempo, perĂČ, non ci siamo incagliati nei fondali di differenze incomunicabili tra di loro.
L’unitĂ  che cosĂŹ si Ăš riconosciuta Ăš un’unitĂ  di senso, che puĂČ fungere da regola indeterminata, seppur con alcuni vincoli concettuali, ad un orientamento nel giudizio: alla possibilitĂ  di scoprire, di volta in volta, somiglianze di famiglia. Se questo Ăš il criterio del riconoscimento dal punto di vista ‘dinamico’ del farsi d’ogni opera, il suo pendant dal punto di vista ‘statico’ del risultato – dell’oggetto artistico come ‘prodotto’ – Ăš l’unificazione armonica (non importa quanto tesa o irrisolta essa sia) tra la sua organizzazione sintattica e quella semantica. Ogni opera, alla luce di questi due criteri e del loro necessario intreccio nell’instaurarsi di una relazione estetica, vale certo di per sĂ©. Questo perĂČ non vuol dire che sia inclassificabile, che non sia, cioĂš riconducibile, a generi d’appartenenza. La polemica crociana contro i generi artistici ha certamente avuto il merito di spostare l’attenzione della riflessione estetica sul carattere per cosĂŹ dire insulare di ogni opera, sulla sua singolare autonomia. Ma proprio la risoluzione di quest’autonomia nel circolo ‘spirituale’ tra intuizione ed espressione ha lasciato in ombra come i generi artistici non sono affatto estrinseci nĂ© alla genesi dell’opera nĂ© al rapporto tra quelli che tradizionalmente sono chiamati forma e contenuto di essa, termini che abbiamo preferito tradurre nei due livelli dell’organizzazione dell’opera: sintattico e semantico.
È merito di Adorno, sulla scorta di alcune precedenti osservazioni di Benjamin, aver difeso la tesi di un rapporto non necessariamente estrinseco o puramente nominalistico tra opera d’arte e genere artistico. Seguendo Benjamin, Adorno, nella Teoria estetica, intende il genere come idea dotata di una forza storica intrinseca, influente sulla nascita stessa dell’opera, piuttosto che un battesimo retrospettivo. Da questo punto di vista, il genere, nel momento in cui si impone, riguarda il problema estetico-formale a cui l’opera vuol rispondere. In quanto idea, il genere Ăš cosĂŹ il correlato oggettivo di cui l’intenzione artistica Ăš alla ricerca. Adorno ricorre ad un esempio di tipo musicale: la forma della fuga. L’invenzione di Bach Ăš la risposta ad esigenze relative ai materiali musicali dell’epoca ed ai compiti compositivi che ne scaturivano. La forma della fuga sarebbe cosĂŹ da mettere in relazione con il «potere assoluto» acquisito dalla tonalitĂ  e con il problema del suo rapporto con la polifonia. Essa si afferma, perciĂČ, «non appena la polifonia tradizionale si vede confrontata col nuovo compito di superare la forza di gravitĂ  omofona della tonalitĂ  e di integrare la tonalitĂ  nello spazio polifonico tanto quanto di introdurre il pensiero graduale contrappuntistico e armonico»1.
Proprio perchĂ© scaturisce dall’interno di problemi legati alle dimensioni tecniche ed estetiche del fare artistico, il genere Ăš destinato a costituire uno schema immanente alla produzione artistica, rappresentando per essa il vincolo ereditato di leggi organizzative per i modi del suo significare. Un’analoga riflessione sull’affermarsi di un genere artistico, come stabilizzarsi di un modello e come sviluppo e soluzione formale di esigenze e problemi sorti da pratiche preesistenti, la troviamo giĂ  nella Poetica di Aristotele, con riferimento alla nascita di tragedia e commedia:
Entrambe nacquero dall’improvvisazione: la tragedia da quelli che intonavano il ditirambo, la commedia dalle processioni falliche che tuttora restano in uso in molte cittĂ . Poi la tragedia crebbe a poco a poco, mano a mano che i poeti ne sviluppavano le manifestazioni, e dopo aver attraversato molti mutamenti si stabilizzĂČ, avendo raggiunto la propria natura2.
Sottolineare l’appartenenza di ogni opera ad un qualche genere, e talvolta a piĂč di uno, sottrae la produzione artistica alla falsa mitologia di una creativitĂ  senza presupposti e ne libera l’intento da ogni psicologismo. Fare i conti con i vincoli sintattici e semantici imposti da un genere, anche per abbandonarli o modificarli, significa, per un autore, venire a capo di problemi oggettivamente immanenti alla dimensione tecnico-formale dell’opera.
Dal punto di vista del suo disporsi all’interno di un genere – sia esso la forma di fuga, la tragedia o il western – l’opera, oltre che qualcosa di singolarmente autonomo, puĂČ essere considerata anche elemento di un processo unificabile secondo schemi. Dunque, nonostante il suo indubbio costituire un’entitĂ  a sĂ©, ogni opera puĂČ valere come membro di una serie ‘aperta’, che si accresce fintanto che lo schematismo del genere funziona come legge di sviluppo della produzione artistica. Come riconosce lo stesso Adorno, l’appartenenza ad un genere rappresenta, per un’opera d’arte, quell’elemento d’universalitĂ , riguardo al quale deve affermarsi, anche polemicamente, il suo carattere singolare. Se Ăš vero che nel genere si accumula «l’autenticitĂ  delle singole creazioni artistiche»3, d’altra parte il suo schematismo – il suo carattere cogente per l’operari artistico nell’immanenza della sua dimensione tecnico-costruttiva – resiste come un universale non cancellabile dal farsi compositivo. Il genere resiste e persiste anche in forma astrattamente schematica e addirittura nominalistica. Riconoscere questo, significa anche riconoscere la funzione che esso esercita sul versante della ricezione dell’opera.

II.1.b

Attraverso il paradigma estetico-concettuale del genere agisce, in ogni giudizio estetico relativo ad opere d’arte, la potenza cognitiva delle convenzioni. Classificare un’opera in base ad un genere, non sostituisce certo il problema dell’apprezzamento e della valutazione della sua singolaritĂ . Questo, perĂČ, non significa che il genere faccia da schermo nei confronti dell’opera. Dal punto di vista estetico-ricettivo, il genere significa anche il sedimentarsi di singole esperienze estetiche. C’ù, in altri termini, un effetto estetico della struttura generica di un’opera che orienta le modalitĂ  di recepirla e di giudicarla esteticamente. Tale effetto non ha un senso soltanto inerziale, nĂ© l’orientamento concettuale del giudizio ha il valore di un esonero. La convenzionalitĂ  del genere, insomma, non si oppone necessariamente alle esigenze espressive della relazione estetica, ma Ăš espressione essa stessa.
Analoga riflessione puĂČ esser fatta riguardo alla cifra stilistica di un’opera. Come identifichiamo l’appartenenza di un’opera ad un genere, indipendentemente dall’apprezzarla o meno, cosĂŹ possiamo identificarne lo stile. Se nel primo caso il giudizio, nel suo intento classificatorio, ha un peso ‘oggettivamente’ cognitivo (l’opera vale come elemento di una serie), nel secondo il criterio del giudicare Ăš prevalentemente estetico. Riconoscendo uno stile come proprio di un’opera, esprimiamo un giudizio relativo al rapporto che, in essa, si stabilisce tra la sua dimensione sintattica e quella semantica. Nella modalitĂ  di questo rapporto consiste la sua valenza espressivo-formale; non, dunque, semplicemente il suo aspetto solo formale, astratto da ogni contenuto, bensĂŹ il modo con cui ogni contenuto si esprime esteticamente in una forma. Non necessariamente, perĂČ, lo stile di un’opera deve essere ricondotto all’orizzonte intenzionale dei propositi e delle decisioni. Qui, piĂč che la scelta dell’autore, vale il ‘come’ l’opera si presenta alla ricezione: vale la sua effettivitĂ  estetica. Lo stile Ăš l’elemento di soggettivitĂ  che s’incarna oggettivamente in ogni opera.
Talvolta i paradigmi stilistici cui ricorriamo nei nostri giudizi sono per cosĂŹ dire storicamente estratti dai generi, come fossero un sedimento di esperienze relative alle opere ad essi appartenenti. Possiamo, cosĂŹ, definire tragico o romanzesco lo stile di un’opera pittorica, musicale o letteraria anche quando non ci troviamo di fronte ad una tragedia o ad un romanzo. Il ciclo di dipinti dedicato da William Hogarth alla Carriera di un libertino o quello che ha per titolo Matrimonio alla moda possono venir giudicati come romanzeschi per la loro raffigurazione, in sequenza temporale e narrativa, delle vicende e delle azioni di individui designati con nome e cognome, cosĂŹ come accadeva nei contemporanei romanzi di Sterne e di Fielding. In questo, certo, siamo confortati dal paragone che lo stesso Fielding, nella prefazione al romanzo Joseph Andrews, fa tra la propria scrittura e la pittura dell’amico. Ma non sempre c’ù bisogno di tale conforto. Non necessariamente i nostri giudizi derivano dalla possibilitĂ  di rilevare analogie stilistiche tra opere che pur usando mezzi espressivi diversi respirano, perĂČ, una comune atmosfera culturale, sia essa vagamente epocale o piĂč circoscritta e determinata nello spazio e nel tempo. In molti casi, ad esempio quando definiamo tragico lo stile di un film (per i tipi di conflitti che mette in scena e per il modo in cui lo fa) oppure epico (per la coralitĂ  e lo spessore storico del suo intreccio narrativo), non facciamo altro che usare estensioni analogiche di generi poetici giĂ  consolidate nell’uso linguistico quotidiano. Lo stesso vale per quelle aggettivazioni desunte dallo stile che caratterizza un’intera epoca o un determinato movimento, rappresentando quello che Ăš stato chiamato il suo Kunstwollen, il ‘volere artistico’ capace di caratterizzare sia linguaggi tra loro assai diversi sia le opere di differenti autori4. È quello che succede quando giudichiamo ‘barocco’ lo stile del regista inglese Peter Greenway e, senza andare troppo per il sottile, ‘romantico’ quello della regista australiana Jane Campion. Non necessariamente, poi, il nostro giudizio Ăš formulato proiettando in avanti nel tempo, oltre la sua effettivitĂ  storica, un modello di unitĂ  stilistica. Possiamo anche proiettarlo all’indietro, prima della sua...

Table des matiĂšres