eBook - ePub
Amore liquido
Sulla fragilitĂ dei legami affettivi
Zygmunt Bauman, Sergio Minucci
This is a test
Partager le livre
- 238 pages
- Italian
- ePUB (adapté aux mobiles)
- Disponible sur iOS et Android
eBook - ePub
Amore liquido
Sulla fragilitĂ dei legami affettivi
Zygmunt Bauman, Sergio Minucci
DĂ©tails du livre
Aperçu du livre
Table des matiĂšres
Citations
Ă propos de ce livre
Un libro prezioso per capire la societĂ in cui viviamo. Corrado Augias
La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazionesentimentale. In una relazionepuoi sentirti insicuroquanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomiche dai alla tua ansia. FinchĂ© dura, l'amoreĂš in bilico sull'orlo della sconfitta. Man manoche avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa puĂČ serbargli il futuro. Non acquisterĂ mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l'ansia. L'amore Ăš un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile.
Foire aux questions
Comment puis-je résilier mon abonnement ?
Il vous suffit de vous rendre dans la section compte dans paramĂštres et de cliquer sur « RĂ©silier lâabonnement ». Câest aussi simple que cela ! Une fois que vous aurez rĂ©siliĂ© votre abonnement, il restera actif pour le reste de la pĂ©riode pour laquelle vous avez payĂ©. DĂ©couvrez-en plus ici.
Puis-je / comment puis-je télécharger des livres ?
Pour le moment, tous nos livres en format ePub adaptĂ©s aux mobiles peuvent ĂȘtre tĂ©lĂ©chargĂ©s via lâapplication. La plupart de nos PDF sont Ă©galement disponibles en tĂ©lĂ©chargement et les autres seront tĂ©lĂ©chargeables trĂšs prochainement. DĂ©couvrez-en plus ici.
Quelle est la différence entre les formules tarifaires ?
Les deux abonnements vous donnent un accĂšs complet Ă la bibliothĂšque et Ă toutes les fonctionnalitĂ©s de Perlego. Les seules diffĂ©rences sont les tarifs ainsi que la pĂ©riode dâabonnement : avec lâabonnement annuel, vous Ă©conomiserez environ 30 % par rapport Ă 12 mois dâabonnement mensuel.
Quâest-ce que Perlego ?
Nous sommes un service dâabonnement Ă des ouvrages universitaires en ligne, oĂč vous pouvez accĂ©der Ă toute une bibliothĂšque pour un prix infĂ©rieur Ă celui dâun seul livre par mois. Avec plus dâun million de livres sur plus de 1 000 sujets, nous avons ce quâil vous faut ! DĂ©couvrez-en plus ici.
Prenez-vous en charge la synthÚse vocale ?
Recherchez le symbole Ăcouter sur votre prochain livre pour voir si vous pouvez lâĂ©couter. Lâoutil Ăcouter lit le texte Ă haute voix pour vous, en surlignant le passage qui est en cours de lecture. Vous pouvez le mettre sur pause, lâaccĂ©lĂ©rer ou le ralentir. DĂ©couvrez-en plus ici.
Est-ce que Amore liquido est un PDF/ePUB en ligne ?
Oui, vous pouvez accĂ©der Ă Amore liquido par Zygmunt Bauman, Sergio Minucci en format PDF et/ou ePUB ainsi quâĂ dâautres livres populaires dans Social Sciences et Popular Culture. Nous disposons de plus dâun million dâouvrages Ă dĂ©couvrir dans notre catalogue.
Informations
Sujet
Social SciencesSous-sujet
Popular Culture1. Innamorarsi e disamorarsi
«Mio caro amico, vi mando unâoperetta di cui solo ingiustamente si potrebbe dire che non ha nĂ© capo nĂ© coda, poichĂ©, al contrario, tutto in essa Ăš, nello stesso tempo, e testa e coda, alternativamente e reciprocamente. Considerate, vi prego, quali mirabili comoditĂ questa combinazione offre a tutti noi, a voi, a me e al lettore. Possiamo tagliare dove vogliamo: io la mia fantasticheria, voi il manoscritto, il lettore la sua lettura; infatti, la riluttante volontĂ di questâultimo non la sospendo allâinterminabile filo di un intreccio superfluo. Staccate pure una vertebra, e i due pezzi di questa tortuosa fantasia si ricongiungeranno senza sforzo. Spezzatela in numerosi frammenti e vedrete che ognuno di essi puĂČ esistere separatamente. Nella speranza che alcuni di questi tronconi resteranno vivi abbastanza da piacervi e divertirvi, oso dedicarvi lâintero serpente».
CosĂŹ Charles Baudelaire presentĂČ Le spleen de Paris ai propri lettori. Che peccato. Altrimenti avrei tanto desiderato poter scrivere un preambolo piĂč o meno come questo per introdurre quanto seguirĂ . Ma purtroppo lo ha giĂ fatto lui, e quindi posso soltanto citarlo. Walter Benjamin espungerebbe ovviamente la parola «soltanto» da questâultima frase. E ripensandoci, anche io farei altrettanto.
«Spezzatela in numerosi frammenti e vedrete che ognuno di essi puĂČ esistere separatamente». Lâopera uscita dalla penna di Baudelaire aveva certamente questa dote; se lo stesso puĂČ dirsi di questa sorta di zibaldone non sta a me deciderlo, bensĂŹ ai lettori.
La famiglia dei pensieri Ăš piena di nani. Ecco perchĂ© furono inventati la logica e il metodo, e una volta inventati, accolti a braccia aperte e con riconoscenza dai pensatori. I nani possono mascherare e alfine dimenticare il proprio nanismo se avvolti nellâimponente splendore di colonne in marcia e schieramenti di battaglia. Una volta serrati i ranghi, chi mai si accorgerĂ della minuscola statura dei soldati? Si puĂČ creare un esercito dallâaspetto terrificante allineando in ordine di battaglia file su file di pigmei...
Forse, fosse soltanto per compiacere i maniaci della metodologia, avrei dovuto fare altrettanto con questi frammenti sparsi. Ma non avendo tempo a sufficienza per completare una simile opera, sarebbe stato folle da parte mia pensare prima allâordine dei ranghi e lasciare a un secondo momento la chiamata alle armi...
Ripensandoci: forse il tempo a disposizione mi Ăš parso troppo breve non a causa della mia ormai veneranda etĂ , ma perchĂ© quanto piĂč vecchi si diventa tanto piĂč si impara che per quanto grandi i pensieri possano sembrare, non lo saranno mai abbastanza da inglobare, e tanto meno trattenere, la munifica prodigalitĂ dellâesperienza umana. CiĂČ che sappiamo, desideriamo sapere, cerchiamo di sapere, dobbiamo tentare di sapere a proposito dellâamore o del suo rifiuto, dellâessere soli o in compagnia e del morire soli o in compagnia: puĂČ tutto ciĂČ essere ottimizzato, messo a posto, puĂČ soddisfare gli standard di coerenza, coesione e completezza stabiliti per le questioni di minor importanza? Forse sĂŹ, ma chissĂ quando.
Non Ăš forse vero che una volta che Ăš stato detto tutto sulle piĂč importanti questioni della vita umana, rimangono ancora da dire le cose piĂč importanti?
Lâamore e la morte, i due protagonisti di questa storia che non ha trama nĂ© epilogo ma condensa in gran parte lâurlo e il furore della vita, consentono piĂč di qualunque altro tema questa sorta di riflessione/scrittura/lettura
Sostiene Ivan KlĂma: poche cose si avvicinano alla morte quanto lâamore corrisposto. Ciascuna apparizione dellâuna o dellâaltro Ăš un evento unico ma anche definitivo, che non ammette repliche, non concede appelli, non consente deroghe. Ciascuna di esse deve essere ed Ăš un evento a sĂ© stante. Ciascuna di esse nasce per la prima volta, o rinasce, ogni qual volta entra in scena, sempre spuntando dal nulla, dallâoscuritĂ del non-essere, senza un passato nĂ© un futuro. Ciascuna di esse, ogni volta, parte dallâinizio, mettendo a nudo la superfluitĂ di trame passate e la vacuitĂ di ogni trama futura.
Nessuno puĂČ sperimentare due volte lo stesso amore o la stessa morte â cosĂŹ come, ci diceva Eraclito, nessuno puĂČ bagnarsi due volte nello stesso fiume. Entrambi sono eventi definitivi, irriguardosi e indifferenti a tutto il resto.
Bronislaw Malinowski era solito dileggiare i diffusionisti, accusati di confondere le collezioni museali con altrettante genealogie: bastava che vedessero dei rozzi utensili di selce in teche di vetro allineati dinanzi a manufatti piĂč raffinati, per parlare di «storia degli utensili». CiĂČ equivaleva a dire, ironizzava Malinowski, che unâascia di pietra ne avesse generata unâaltra, allo stesso modo in cui, poniamo, lâhipparion aveva dato alla luce lâequus caballus in tempi remotissimi. Le origini dei cavalli sono certo riconducibili ad altri cavalli, ma gli utensili non sono antesignani o discendenti di altri utensili. A differenza dei cavalli, gli utensili non hanno una storia propria: essi per cosĂŹ dire cadenzano le singole biografie umane e le storie collettive; sono effusioni o sedimenti di tali biografie e storie.
Lo stesso puĂČ dirsi a proposito dellâamore e della morte. ConsanguineitĂ , affinitĂ , relazioni causali sono tutti elementi della individualitĂ (selfhood) e/o dellâaggregazione umana. Amore e morte non hanno una storia propria: sono eventi che accadono nella storia dellâuomo â ciascuno di essi autonomo, non connesso (e tanto meno in modo causale) ad altri eventi «simili», se non in ricostruzioni umane bramose di individuare â inventare â a posteriori le connessioni e comprendere lâincomprensibile.
E dunque non si puĂČ imparare ad amare; cosĂŹ come non si puĂČ imparare a morire. NĂ© si puĂČ imparare lâelusiva â inesistente, per quanto ardentemente desiderata â arte di non rimanerne impigliati e tenersene alla larga. A tempo debito, lâamore e la morte colpiranno; solo che non abbiamo la benchĂ© minima idea di quando tale ora scoccherĂ . In qualsiasi momento giunga, ti coglierĂ impreparato. Amore e morte sbucheranno dalle tue preoccupazioni quotidiane ab nihilo, dal nulla. Tutti noi siamo naturalmente inclini a guardarci indietro per acquisire saggezza dalle esperienze passate; tenteremo di scovare gli antecedenti, di applicare lâinfallibile principio di un post hoc che Ăš sicuramente il propter hoc, di tracciare una genesi «significativa» dellâevento, e il piĂč delle volte ci riusciremo. Abbiamo bisogno di riuscirci per il conforto spirituale che tale successo arreca: esso infatti resuscita, seppur in modo indiretto, la fede nella regolaritĂ del mondo e nella prevedibilitĂ degli eventi, indispensabile per la propria salute mentale. Produce anche unâillusione di saggezza acquisita, di apprendimento, e soprattutto di una saggezza che Ăš possibile imparare, cosĂŹ come si impara a impiegare i canoni dellâinduzione di John Stuart Mill, a guidare lâauto, a mangiare con i bastoncini cinesi o a fare una buona impressione in un colloquio di lavoro.
Nel caso della morte lâapprendimento Ăš ovviamente confinato allâesperienza altrui e dunque si tratta di unâillusione in extremis. Lâesperienza altrui non puĂČ essere realmente appresa come esperienza; nel prodotto finale dellâapprendimento dellâoggetto non si puĂČ mai separare lâErlebnis originale dal contributo creativo delle capacitĂ di immaginazione del soggetto. Lâesperienza altrui puĂČ essere appresa solo nella veste di una storia elaborata, interpretata, di quanto Ăš stato vissuto da altri. Forse qualche gatto ha davvero, come il Tom del cartone animato Tom e Jerry, nove vite o piĂč, e forse qualche convertito puĂČ davvero finire col credere di essersi reincarnato, ma resta il fatto che la morte, come la nascita, avviene una sola volta; non câĂš modo di imparare a «fare meglio la prossima volta» da un evento che non sarĂ mai piĂč rivissuto.
Lâamore sembra godere di uno status diverso rispetto agli altri eventi irripetibili
Certo, Ăš possibile innamorarsi piĂč di una volta, e câĂš chi si vanta â o si lamenta â di innamorarsi e disamorarsi fin troppo spesso. Ciascuno di noi avrĂ certamente conosciuto o sentito parlare di tali persone particolarmente «facili a innamorarsi» o «vulnerabili allâamore».
Esistono fondati motivi per considerare lâamore, e in particolare lo stato di «innamoramento», come una condizione â quasi per sua natura â ricorrente, soggetta a ripetersi o che addirittura solleciti ripetuti tentativi. Quasi tutti noi potremmo citare un certo numero di volte in cui abbiamo pensato di esserci innamorati e di amare qualcuno. Si puĂČ supporre (ma Ăš una supposizione fondata) che oggigiorno si vadano rapidamente ampliando i ranghi di chi tende ad assegnare il nome di amore a piĂč di una delle proprie esperienze di vita, di chi non Ăš disposto a giurare che lâamore attualmente vissuto sarĂ lâultimo, e di chi si aspetta altre esperienze simili in futuro. Qualora la supposizione dovesse rivelarsi esatta, ci sarebbe ben poco da sorprendersi. Dopo tutto, la definizione romantica dellâamore come vincolo che dura «finchĂ© morte non ci separi» Ăš decisamente fuori moda â resa obsoleta dal radicale sconvolgimento delle strutture di parentela su cui fondava e dalle quali traeva vigore e rilevanza. Ma la caduta in disuso di tale nozione ha finito inevitabilmente con lâabbassare il livello di difficoltĂ delle prove che unâesperienza deve superare per fregiarsi del titolo di «amore». Non sono le persone che raggiungono gli alti standard dellâamore ad essere aumentate: sono gli standard ad essersi abbassati; di conseguenza, lâorizzonte delle esperienze cui si attribuisce la parola amore si Ăš espanso a dismisura. Le avventure di una notte vengono classificate col nome in codice «fare lâamore».
Questa improvvisa abbondanza e palese disponibilitĂ di «esperienze amorose» potrebbe alimentare e di fatto alimenta la convinzione che lâamore (lâinnamorarsi, il chiedere amore) sia unâarte che si puĂČ imparare e la cui padronanza aumenti in base al numero di esperimenti e allâassiduitĂ di esercizio. Si potrebbe finanche credere (e fin troppo spesso lo si fa) che le capacitĂ amatorie crescano via via che si accumula esperienza; che il prossimo amore sarĂ unâesperienza ancor piĂč entusiasmante di quella attualmente vissuta, ma sempre meno di quella che verrĂ ancora dopo.
Ma si tratta di unâaltra pia illusione... Il tipo di conoscenza che cresce di volume via via che lâelenco delle storie dâamore si allunga Ăš quella dellâ«amore» vissuto come sequela di episodi distinti, brevi e appassionanti, consumati con la consapevolezza a priori di fragilitĂ e brevitĂ . Il genere di capacitĂ che si acquisisce Ăš quella di «finire subito e cominciare daccapo» di cui, secondo SĂžren Kierkegaard, il Don Giovanni di Mozart era il massimo archetipo. Ma benchĂ© guidato dalla compulsione a ritentare e ossessionato dallâimperativo di impedire che ciascun tentativo presente fosse un ostacolo a tentativi futuri, Don Giovanni fu anche un archetipo di uomo «incapace di amare». Se il fine dellâinfaticabile ricerca e sperimentazione di Don Giovanni fosse stato lâamore, la compulsione a sperimentare avrebbe sconfitto tale fine. Si sarebbe tentati di dire che il risultato della pretesa «acquisizione di capacità » sia destinato a essere, come nel caso di Don Giovanni, il dis-imparare ad amare: una «addestrata incapacità » di amare.
Siffatto esito â la vendetta dellâamore, per cosĂŹ dire, contro chi osa sfidarne la natura â era ben prevedibile. Si puĂČ imparare a svolgere unâattivitĂ laddove esista una serie di regole fisse riferite a uno scenario stabile, monotonamente ripetitivo, che ne favorisce lâapprendimento, la memorizzazione e il successivo espletamento. In un ambiente instabile, la capacitĂ di ricordare e lâacquisizione di abitudini â marchi di fabbrica di un apprendimento coronato da successo â sono non soltanto controproducenti, ma potenzialmente letali. CiĂČ che, col passare del tempo, continua a dimostrarsi fatale per i topi che infestano le fogne delle cittĂ â quelle creature intelligentissime capaci di imparare subito a distinguere i bocconi buoni da quelli avvelenati â Ăš lâelemento di instabilitĂ , di sovvertimento delle regole, introdotto nella rete di cunicoli e canali sotterranei dalla irregolare, inapprendibile, imprevedibile, assolutamente impenetrabile «alterità » di altre creature intelligenti: gli esseri umani, creature note per la loro inclinazione a infrangere la routine e a scompaginare qualunque distinzione tra regolaritĂ e contingenza. Se tale distinzione viene a mancare, lâapprendimento (nella misura in cui con questo termine si intende lâacquisizione di consuetudini utili) Ăš impossibile. Chi si ostina a decidere le proprie azioni sulla base dei precedenti â come i generali, noti per la loro inclinazione a reiterare sempre lâultimo genere di guerra dimostratosi vincente â corre rischi suicidi e va incontro a un mare di guai.
Ă insito nella natura dellâamore il fatto che â come Lucano osservĂČ duemila anni fa e Francis Bacon ripetĂ© molti secoli dopo â esso non possa che significare il consegnarsi in ostaggio al destino
Nel Simposio di Platone, la profetessa Diotima di ...