LIBRO SECONDO1
1.2 [1377b 16] Questi sono i luoghi dai quali bisogna prendere le mosse per esortare e dissuadere, lodare e biasimare, accusare e difendersi3, ed ecco quali sono le opinioni e le premesse utili per i mezzi di persuasione che riguardano queste cose. Infatti gli entimemi riguardano queste cose e si traggono da questi luoghi [20] in maniera da parlare in modo specifico per ogni genere di discorso.
PoichĂ© la retorica Ăš in vista di un giudizio (infatti si giudicano le cose deliberate, e il processo Ăš un giudizio), Ăš necessario non solo vedere in che modo il discorso sarĂ dimostrativo e persuasivo, ma anche dare una certa immagine di se stessi e del giudice. [25] Infatti fa grande differenza per la persuasione, soprattutto nelle deliberazioni e poi anche nei processi, se lâoratore si mostra con certe qualitĂ e se fa pensare di essere disposto in un certo modo nei confronti degli ascoltatori, e inoltre se anche costoro si trovano disposti in un certo modo, dunque il fatto che lâoratore appaia in un certo modo [30] Ăš piĂč utile nelle deliberazioni, mentre il modo in cui Ăš disposto lâascoltatore Ăš piĂč utile nei processi4. Infatti le cose non appaiono le stesse a coloro che provano amicizia e a coloro che odiano, o a coloro che sono adirati e a coloro che sono calmi [1378a], ma appaiono o diverse del tutto, o diverse per importanza. Infatti a chi prova amicizia per qualcuno che deve giudicare, sembra che costui o non abbia commesso una colpa o abbia commesso una colpa piccola, mentre a chi prova odio sembrerĂ il contrario. E, se deve prodursi una cosa piacevole, [5] a chi la desidera e ha buone speranze sembra che accadrĂ e che sarĂ una buona cosa, mentre a chi Ăš indifferente e a chi Ăš di cattivo umore, sembrerĂ il contrario.
Ora, le cause per cui gli oratori stessi sono credibili sono tre, dato che altrettante sono le cause che ci inducono a credere al di fuori delle dimostrazioni; esse sono: la saggezza, la virtĂč e la benevolenza5. Infatti se gli oratori falliscono6 nelle cose che dicono [10] o che consigliano, ciĂČ accade per tutte le seguenti ragioni o per qualcuna di esse: o non formano correttamente unâopinione per mancanza di saggezza o, pur avendo unâopinione corretta, non dicono ciĂČ che pensano per cattiveria, oppure, pur essendo saggi e onesti, non sono benevoli, poichĂ© Ăš possibile, pur conoscendo il meglio, non consigliarlo. E non vi sono altre cause oltre a queste, [15] quindi Ăš necessario che colui che sembra possedere tutte queste virtĂč risulti persuasivo per chi lo ascolta.
I mezzi per mostrarsi uomini saggi e per bene sono da ricavare dalle nostre divisioni delle virtĂč7, infatti sono identici ai mezzi che ci permettono di dare una certa immagine di noi stessi, o di un altro. Quanto alla benevolenza e allâamicizia, bisogna trattarle nella discussione [20] sulle passioni8.
Le passioni sono le cause per cui gli uomini, subendo un cambiamento, differiscono nei loro giudizi, e che implicano9 dolore o piacere, come ad esempio, la collera, la pietĂ , la paura e tutte le altre simili o contrarie a queste10. Ă necessario distinguere in ciascuna di esse tre aspetti. Voglio dire, per esempio, a proposito della collera11: in quale disposizione dâanimo si Ăš adirati, [25] contro chi si Ăš soliti adirarsi, e a proposito di quali oggetti12. Se infatti noi disponiamo soltanto di uno o di due di questi elementi, ma non di tutti, ci sarĂ impossibile provocare in qualcuno la collera, e lo stesso vale anche per le altre passioni. Come dunque nelle parti precedentemente trattate abbiamo tracciato una lista delle premesse13, cosĂŹ anche riguardo alle passioni procederemo e distingueremo secondo [30] il metodo giĂ indicato14.
2.15 Sia dunque16 la collera il desiderio, accompagnato da dolore, di vendetta manifesta, causato da ciĂČ che appare17 come una mancanza di riguardo rivolta a noi stessi o ai nostri18, da parte di chi non ne ha il diritto19. Se dunque Ăš questo la collera, ne consegue necessariamente20: che colui che si mette in collera, si metta sempre in collera contro qualcuno di determinato, [35] contro Cleone, per esempio, e non contro un uomo in generale21, perchĂ© egli ha fatto o sta per fare qualcosa [1378b] contro noi stessi o contro qualcuno dei nostri, e che ogni collera implichi un certo piacere, derivante dalla speranza di vendicarsi, infatti Ăš piacevole pensare che si otterrĂ ciĂČ che si desidera, e nessuno desidera cose che gli appaiono come impossibili, mentre lâuomo in collera desidera cose che gli sono [5] possibili*22. PerciĂČ Ăš stato detto bene a proposito dellâimpetuositĂ 23: «Molto piĂč dolce del miele stillante, cresce nel petto degli uomini»24. Infatti consegue25 anche un certo piacere sia per questa ragione sia perchĂ© ci si crogiola nella vendetta col pensiero, e quindi la rappresentazione26 che si produce in quel momento genera piacere, come fa la rappresentazione che si produce nei sogni [10]. PoichĂ© la mancanza di riguardo Ăš lâattualizzazione dellâopinione che qualcosa appare privo di valore (e infatti, noi consideriamo come degni di attenzione i beni, i mali e tutte le cose che vi tendono, invece non degniamo di alcuna attenzione tutto ciĂČ che non ha nessuna importanza o ne ha poca), tre sono le specie di mancanza di riguardo: il disprezzo, il dispetto e [15] lâoltraggio27.
Infatti colui che disprezza manca di riguardo (noi disprezziamo tutte le cose che non riteniamo degne di valore, e la gente non ha riguardo per le cose che non hanno valore), e anche chi Ăš dispettoso sembra disprezzare*28, in quanto il dispetto Ăš un ostacolo posto alla volontĂ altrui, non per ottenere qualcosa, ma perchĂ© lâaltro non ottenga nulla; non Ăš dunque in vista di ottenere un vantaggio personale [20] che uno manca di riguardo. Ă infatti manifesto che chi disprezza non ritiene che lâaltro lo possa danneggiare, altrimenti ne avrebbe paura e non gli mancherebbe di riguardo, e nemmeno che possa essergli di qualche utilitĂ degna di nota, altrimenti si preoccuperebbe di essergli amico.
Anche chi oltraggia manca di riguardo, in quanto lâoltraggio consiste nel fare e nel dire cose che siano motivo di vergogna per chi lo subisce, e non per ottenere [25] per sĂ© qualche altro vantaggio nĂ© perchĂ© qualcosa sia accaduto29, ma per provare piacere30; infatti coloro che rendono la pariglia non oltraggiano, ma si vendicano. La causa del piacere provato da coloro che oltraggiano sta nel fatto che essi credono, facendo del male, di essere superiori. PerciĂČ i giovani e i ricchi sono portati allâoltraggio, infatti, commettendo oltraggio, credono di essere superiori31. Proprio dellâoltraggio Ăš il disonore [30], in quanto colui che infligge disonore manca di riguardo. Infatti ciĂČ che non ha valore non ottiene nessuna stima nel bene come nel male, perciĂČ dice Achille adirato: «Mi ha oltraggiato, perchĂ© sâĂš preso e si tiene lui ciĂČ che mi spetta»32 e «Come se fossi un qualunque vagabondo senza stima»33, perchĂ© Ăš adirato per quelle ragioni.
Gli uomini infatti pensano di aver diritto ad essere tenuti in considerazione34 da coloro che sono [35] inferiori o per nascita, o per potere35, o per virtĂč o, in generale, [1379a] in ciĂČ in cui sono essi stessi di gran lunga superiori: ad esempio nella ricchezza il ricco Ăš superiore al povero, nei discorsi lâesperto di retorica Ăš superiore a chi non sa parlare, chi comanda rispetto a chi Ăš comandato e chi si ritiene atto a comandare rispetto a chi Ăš atto ad ubbidire. PerciĂČ Ăš stato detto: «...