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Anna Karenina
Lev Tolstoj
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Anna Karenina
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Insieme a Madame Bovary ed Effi Briest, Anna Karenina Ăš l'adultera piĂč famosa della letteratura mondiale. Sposata con Alexis KarĂ©nin, alto ufficiale dell'amministrazione imperiale dal carattere austero e orgoglioso, l'affascinante, intelligente e sensibile Anna si innamora di Vronsky, un ufficiale brillante ma frivolo. Quella che sembrava essere l'avventura vertiginosa di una notte, presto si trasforma in un amore irresistibile, a cui Anna sarĂ disposta a sacrificare ogni cosa. Opera tra le principali del XIX secolo, capolavoro assoluto della letteratura russa e mondiale, Anna KarĂ©nina Ăš uno straordinario affresco sociale in cui l'autore esplora con meravigliosa maestria la tragica psicologia dell'amore colpevole.
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Literatura rusaPARTE SECONDA
I
Alla fine dellâinverno si tenne un consulto in casa Ć cerbackij per accertare quali fossero le condizioni di salute di Kitty e decidere cosa fare per ristabilirne le forze sempre piĂč deboli. Il medico curante le aveva prescritto lâolio di fegato di merluzzo, poi il ferro, poi il nitrato di argento; ma poichĂ© nĂ© questo, nĂ© quello, nĂ© lâaltro avevano giovato ed egli consigliava di condurla allâestero, nella primavera fu fatto venire un medico di grido. Costui, bellâuomo ancor giovane, volle visitare lâammalata. Insisteva con particolare compiacimento sul fatto che il pudore verginale Ăš solo un residuo di barbarie, e che non vi Ăš nulla di sconveniente che un medico, se pur non del tutto vecchio, visiti una ragazza tastandone il corpo svestito. Gli pareva del tutto naturale, gli capitava ogni giorno, e non sentiva e non pensava che potesse esservi nulla di male: e perciĂČ considerava il pudore di una fanciulla non solo un residuo di barbarie, ma unâoffesa alla propria persona.
Era necessario piegarvisi, perchĂ©, sebbene anche gli altri medici avessero frequentato la stessa scuola e studiato sugli stessi libri e tutti fossero in possesso di una stessa scienza, e pur avendo costui presso alcuni fama di medico inetto, tuttavia nella casa della principessa e nella sua cerchia, chi sa perchĂ©, si riteneva che solo questo medico famoso sapesse qualcosa di speciale e solo lui potesse salvare Kitty. Dopo aver visitato e tastato attentamente lâammalata, smarrita e stordita per la vergogna, il medico famoso, lavatesi accuratamente le mani, rimase in piedi nel salotto a parlare col principe. Il principe aggrottava le sopracciglia e tossiva nellâascoltarlo. Come uomo vissuto, non sciocco e di sana costituzione, non credeva alla medicina e nellâanimo suo si irritava contro tutta quella commedia, tanto piĂč che egli era forse il solo a capire in pieno la causa del malanno di Kitty. âEccolo, lo spadellatore!â pensava, adattando nel pensiero il termine venatorio al medico di grido e ascoltandone le dissertazioni sui sintomi della malattia della figlia. Il medico, da parte sua, tratteneva a stento unâespressione di dispregio verso il vecchio gentiluomo e si abbassava con degnazione al livello dellâintelligenza di lui. Capiva che col vecchio non câera nulla da fare e che in quella casa il capo era la madre. Dinanzi a costei si proponeva quindi di profondere le sue millanterie. In quel momento la principessa entrĂČ in salotto col medico curante. Il principe si allontanĂČ, cercando di non far notare quanto per lui fosse ridicola tutta quella commedia. La principessa era smarrita e non sapeva cosa fare. Si sentiva colpevole di fronte a Kitty.
â Ebbene, dottore, decidete la nostra sorte â disse la principessa. â Ditemi tutto. â E voleva dire: âCâĂš speranza?â, ma le labbra le tremarono, e non potĂ© pronunciare la domanda. â Dunque, dottore? â
â Subito, principessa; conferirĂČ con il mio collega e poi avrĂČ lâonore di dirvi la mia opinione.
â Allora vi dobbiamo lasciare?
â Come volete.
La principessa, dopo aver sospirato, uscĂŹ.
Quando i dottori rimasero soli, il medico curante cominciĂČ timidamente a sottoporre la sua opinione che consisteva nellâammettere un principio di processo tubercolare, ma... e via di seguito. Il medico famoso lo ascoltava e, nel mezzo del discorso, guardĂČ lâorologio dâoro massiccio.
â GiĂ , â disse â ma...
Il medico curante tacque rispettosamente, a metĂ discorso.
â Come voi sapete, un principio di processo tubercolare noi non possiamo diagnosticarlo; fino alla comparsa delle caverne non vi Ăš nulla di positivo. Possiamo fare solamente delle ipotesi. E sintomi ce ne sono: denutrizione, eccitamento nervoso, ecc. La questione si pone in questi termini: supposto un processo tubercolare, che cosa bisogna fare per sostenere la nutrizione?
â Ma voi sapete, del resto, come in questi casi si nascondano sempre ragioni morali, spirituali â si permise di far presente, con un sorriso delicato, il medico curante.
â GiĂ , sâintende â rispose il medico famoso, dopo aver guardato di nuovo lâorologio. â Ditemi, vi prego, Ăš stato rimesso il ponte Jauzskij o bisogna ancora fare il giro? â chiese. â Ah, Ăš a posto. Allora potrĂČ trovarmi lĂ in venti minuti. Dunque, dicevamo, la questione si pone in questi termini: sostenere la nutrizione e sistemare i nervi. Lâuna cosa Ăš legata allâaltra; bisogna battere sulle due parti del cerchio.
â E il viaggio allâestero? â chiese il medico curante.
â Io son nemico dei viaggi allâestero. E guardate un poâ: se câĂš un principio di processo tubercolare, cosa che non possiamo sapere, il viaggio allâestero non aiuta. Ă indispensabile un mezzo che sostenga la nutrizione senza far danno.
Il medico curante ascoltava attento e deferente.
â Ma in favore del viaggio allâestero io farei notare il cambiamento di abitudini, lâallontanamento da quanto puĂČ suscitare ricordi. E poi la madre lo desidera â disse.
â Ah, allora, in tal caso, che vadano pure; badino, perĂČ, che quei ciarlatani di tedeschi non abbiano a nuocere loro. Che si attengano... Ma che vadano pure.
E guardĂČ di nuovo lâorologio.
â Oh, Ăš giĂ ora â e andĂČ verso la porta.
Il medico famoso annunciĂČ alla principessa (un senso di convenienza glielo suggeriva) che aveva bisogno di visitare ancora una volta lâammalata.
â Come, osservarla ancora una volta? â esclamĂČ la madre spaventata.
â Oh, no, mi occorrono alcuni particolari principessa.
â Prego, favorisca.
E la madre, seguita dal dottore, entrĂČ nel salottino di Kitty.
Smagrita e arrossata, con un particolare luccichio negli occhi pel suo pudore violato, Kitty stava al centro della stanza. Quando il dottore entrĂČ, avvampĂČ tutta e gli occhi le si empirono di lacrime. La malattia e le cure le sembravano una cosĂŹ sciocca e risibile cosa! La cura poi le sembrava ridicola tanto quanto la ricomposizione di un vaso rotto. Il suo cuore era spezzato. PerchĂ© la volevano curare con polverine e pillole? Ma non si poteva dispiacere la mamma che del suo malessere si considerava colpevole.
â Abbiate la compiacenza di sedervi, principessina â disse il medico famoso.
Sedette di fronte a lei, con un sorriso le prese il polso e di nuovo cominciĂČ a far domande oziose. Ella gli rispondeva, ma a un tratto, indispettita, si alzĂČ.
â Scusatemi, dottore, ma tutto questo Ăš davvero inconcludente. Per tre volte mi avete chiesto la stessa cosa.
Il medico famoso non si offese.
â Irritazione morbosa â disse alla principessa quando Kitty fu uscita. â Del resto, ho finito...
E il dottore, come a una donna eccezionalmente intelligente, definĂŹ alla madre in termini scientifici lo stato della principessina, e concluse col prescrivere quelle acque che non erano necessarie. Alla domanda se si dovesse andare o no allâestero, si sprofondĂČ in meditazioni, come se dovesse decidere una questione difficile. La decisione infine venne fuori: andare e non prestar fede ai ciarlatani, e rivolgersi per tutto a lui.
Andato via il dottore, si ebbe la sensazione che fosse successo qualcosa di piacevole. La madre si mise di buon umore nel rientrare nella stanza della figlia, e Kitty finse di essere allegra. Le accadeva ormai spesso, anzi quasi sempre, di fingere.
â Sto bene, maman, davvero. Ma se voi volete andare, andiamo â disse e, cercando di prendere interesse al prossimo viaggio, cominciĂČ a parlare dei preparativi per la partenza.
II
Dopo il dottore giunse Dolly. Sapeva che in quel giorno si sarebbe tenuto il consulto e, pur avendo di recente lasciato il letto (aveva dato alla luce una bambina alla fine dellâinverno), pur avendo molte pene e affanni da parte sua, lasciata la neonata e una bambina che si era ammalata, era venuta per sapere della sorte di Kitty che in quel giorno si decideva.
â E allora? â chiese, entrando nel salotto e togliendosi il cappello. â Siete tutti di buon umore. Probabilmente, va bene?
Provarono a riferirle quello che aveva detto il dottore, ma si accorsero che, sebbene il dottore avesse parlato diffusamente e a lungo, in nessun modo si riusciva a ripetere quello che aveva detto. Risultava chiaro solo il fatto che era stato deciso di andare allâestero.
Dolly sospirĂČ involontariamente. La sua amica migliore, la sorella, partiva. E la sua vita non era allegra. I rapporti con Stepan Arkadâic, dopo la riconciliazione, erano divenuti umilianti. La saldatura fatta da Anna era risultata precaria, e lâaccordo familiare si era spezzato di nuovo nello stesso preciso punto. Non vâera nulla di concreto, ma Stepan Arkadâic non era mai in casa; e quasi mai câera denaro, e i sospetti delle infedeltĂ tormentavano continuamente Dolly, ed ella li allontanava, temendo le pene giĂ provate della gelosia. Il primo accesso di gelosia, una volta superato, non poteva piĂč ripetersi, e anche la scoperta di unâaltra infedeltĂ non avrebbe prodotto su di lei lo stesso effetto della prima. Una scoperta di questo genere avrebbe soltanto sconvolto le sue abitudini familiari, e perciĂČ si lasciava ingannare, disprezzando lui e piĂč di tutto se stessa per la propria debolezza. Oltre a questo, le cure di una famiglia numerosa la tormentavano incessantemente: ora lâallattamento della neonata non andava bene, ora la balia si licenziava, ora infine, come in quel momento, sâammalava uno dei bambini.
â Beâ, come stanno i tuoi? â chiese la madre.
â Ah, maman, di pena da noi ce nâĂš sempre tanta. Lily sâĂš ammalata e io temo che sia scarlattina. Sono venuta solo ad informarmi, ma poi mi chiuderĂČ in casa senza piĂč uscire se, Dio ne liberi, dovesse essere scarlattina.
Il vecchio principe, dopo che il dottore se ne era andato, era uscito anche lui dal suo studio e, dopo aver offerta la guancia a Dolly e aver parlato con lei, si era rivolto alla moglie:
â Cosa Ăš stato deciso, allora, andate? Beâ, e di me che ne volete fare?
â Io ritengo che tu debba restare, Aleksandr â disse la moglie.
â Maman, e perchĂ© papĂ non puĂČ venire con noi? â disse Kitty. â E per lui e per noi sarĂ piĂč piacevole.
Il vecchio principe si alzĂČ e carezzĂČ con la mano i capelli di Kitty. Ella aveva sollevato il viso e, sorridendo forzatamente, lo guardava. Le sembrava sempre châegli la capisse meglio degli altri in famiglia, benchĂ© parlasse poco con lei. Come ultima figlia era la preferita del padre, e a lei sembrava che quel grande affetto lo rendesse perspicace. E quando il suo sguardo incontrĂČ quei suoi buoni occhi azzurri che la guardavano fissi, le sembrĂČ châegli la vedesse da parte a parte e che capisse tutto il tormento che avveniva in lei. Arrossendo si protese verso di lui, aspettando un bacio, ma egli le battĂ© soltanto sui capelli e disse:
â Questi stupidi chignons! Non carezzi i capelli di tua figlia, ma quelli di femmine giĂ morte. Beâ, Dolinâka, che fa il tuo bel tomo?
â Nulla, papĂ â rispose Dolly, comprendendo che lâallusione si riferiva al marito. â Ă sempre fuori e non lo vedo quasi â aggiunse con un sorriso ironico.
â E che, non Ăš ancora partito per la campagna a vendere il legname?
â No, si prepara sempre.
â Ecco â disse il principe. â CosĂŹ allora anchâio devo prepararmi? Ai vostri ordini, signora â disse alla moglie, sedendosi. â E tu, ecco cosa devi fare, Katja â aggiunse, rivolgendosi alla figlia minore: â un bel mattino, quando parrĂ a te, svegliati e diâ a te stessa: ecco io sto perfettamente bene e sono di ottimo umore; andiamo di nuovo con papĂ a spasso sul ghiaccio di buonâora. Eh?
Sembrava molto semplice quello che diceva il padre, ma Kitty a queste parole si confuse e si smarrĂŹ, come un delinquente colto in fallo. âSĂŹ, egli sa tutto, capisce tutto e con queste parole mi dice che, per quanto sia vergognoso quello che mi Ăš accaduto, tuttavia bisogna sopravvivere alla propria vergognaâ. Non riuscĂŹ a riprendersi per rispondere qualcosa. Stava incominciando quando improvvisamente scoppiĂČ a piangere e scappĂČ via dalla stanza.
â Ecco, tu con i tuoi scherzi â disse la principessa, investendo il marito. â Sei sempre... â e cominciĂČ a rimproverarlo.
Il principe ascoltĂČ a lungo le recriminazioni della principessa e tacque, ma il viso gli si faceva sempre piĂč scuro.
â Fa tanta pena, la poveretta, tanta pena, e tu non ti accorgi che le fa male ogni accenno a quello che ne Ăš la causa. Ah, sbagliarsi cosĂŹ sul conto della gente! â disse la principessa e, dal cambiamento di tono, Dolly e il principe capirono che alludeva a Vronskij. â Non capisco come non vi siano delle leggi contro esseri cosĂŹ disgustosi e ignobili.
â Ah, se aveste dato retta a me! â esclamĂČ cupo il principe, alzandosi dalla poltrona e desiderando andarsene; ma, fermandosi poi sulla porta: â Le leggi! ci sono, ...