Luci irradianti in cielo e in terra

Maria Alberti

• Editore: Kimerik
• Anno: 2020
• ISBN:
  9788855163927
• Argomento: Literatur
• Categoria: Poesie

Un viaggio intimo, lirico, quello che ci propone Maria Alberti in questa intensa raccolta. La sua voce, infatti, è rivolta non solo a Cristo, ma anche a Maria, nel suo duplice volto. Da una parte la Madre celeste, ultraterrena, che appartiene alla collettività; dall'altra una madre terrena, la sua mamma, a cui rivolge un dolce e toccante ricordo.

Prefazione

Leggere Maria Alberti equivale a compiere un viaggio con un pieno di umiltà e con una profonda riflessione capaci di elevare l’animo verso auspicate vette superiori. Non è, quindi, una passeggiata amena né una pericolosa cavalcata di inconsulti sommovimenti, ma un ascendere verso atmosfere dove tripudiano luci che si espandono ovunque, persino verso la sfera terrena.

Maria Alberti rende ufficiale il proprio itinerario interiore sin dal 2011, data in cui ha pubblicato la silloge Quaerere Deum: Cercare Dio, fino a giungere a quella attuale che reca il titolo referente Luci irradianti in cielo e in terra suddivisa in tre sezioni: “La Trinità”, “La Madre Celeste” e “La Madre Terrena”.

Poiché l’autrice crede in Dio, si nutre e si disseta della Sua Parola, cercando di sperimentarLa e di viverLa con tutta se stessa, come il lettore può accorgersi attraversando questa particolare silloge.

Il compagno di viaggio della nostra, sin dall’incipit di questa esperienza spirituale, ascolta una voce martellante, intensa, che vibra nel sussurro di una solitaria confessione. Una voce che non ha argini fino a tracimare, con quell’impulso poetico che all’autrice è proprio, in ambiti di delicata natura teologica per i quali è fondamentale, tra l’altro, la dorata chiave della fede. Ella rafforza la propria fede attraverso la preghiera, l’invocazione e la riflessione, profuse nei suoi semplici ma caldi versi creati con la testa e con l’abbondanza del cuore, nonché con il sentimento della bellezza e dell’armonia.

L’autrice, senza alcuna esitazione, avvisa subito il fido compagno che, tra l’altro, è proprio obiettivo fondante elevare a Dio un canto sospinto da un profondo slancio di fede: «Mio Dio,/ quanto amore nel creato,/ quanta miseria e arroganza/ nelle tue creature». (Ho scritto). Il lettore avverte subito ossimori di lacerante contraddizione. Da un lato l’amore profuso a piene mani da Dio nella creazione del mondo, dall’altro la pochezza e la superbia che si annidano nel cuore umano, rendendolo lontano dalla retta via.

La nostra dialoga con assoluta franchezza con il lettore, in quanto, essendo «...figli di un unico Dio/ uniamoci nel palpito di un abbraccio e brillerà/ la luce divina» (La felicità).

Maria Alberti chiama Dio con il nome di Padre, non solo perché è fonte primigenia di tutto e autorità trascendentale, ma è anche, al tempo stesso, bontà, sollecitudine di amore per tutti gli esseri umani. La nostra, al di là di tutte le innumerevoli espressioni attribuite a Dio, confida al lettore che l’Ente Supremo è, inoltre, accanto a chi vive con lo spirito dei povero; a chi soffre nel corpo e nello spirito; a chi è umile e semplice; a chi non conta e non ha voce; a chi ha l’animo di un bambino; a chi tende verso il proprio simile con tutti i propri vizi e virtù.

L’autrice addita al lettore che Dio non solo assume l’atteggiamento di padre, ma anche di papà, termini che coniugano magicamente i lessemi di adorazione e di amicizia espressi nella fondante preghiera del Padre Nostro. Inoltre, intende sottolineare al lettore che Dio non solo è Padre, ma anche Madre, secondo l’espressione recitata da Papa Giovanni Paolo II, il quale sottolineava che la potenzialità che si occulta nel genere maschile si trova altresì nel genere femminile.

La nostra sa, infatti, che nella Bibbia di frequente Dio è paragonato a una madre amorevole e ciò Lo rende umanamente più comprensibile. Confortata dal supporto biblico, ella invoca Dio con tali accenti:

Dio, amore infinito, respiro di eternità,/ dono di vita, Padre e Madre./.../ Madre colma d’infinita bontà che/ avvolge i figli col Suo manto d’amore/ e quieta l’anima afflitta dal dolore./ Padre, Madre, Spirito purissimo,/ armonia di arcana dualità (Dio è padre e madre).

Il lettore non può non accorgersi di come l’autrice cerchi di mettere in evidenza la positiva valenza della donna laddove possa essere assente.

Maria Alberti, con uno slancio di pura fantasia, fa parlare Dio con tali accenti:

Vi ho lasciati liberi come il figliol prodigo,/ liberi di vivere e di essere,/ non vi ho detto d’imitarmi/ ma sarete giudicati./ Come Padre agisco con fermezza,/ come Madre vi/ stringo al seno/ e vi dono tutto il Mio cuore./ Sono al centro della vita,/ Padre e Madre,/ Spirito misericordioso,/ il Volto di Mio Figlio è Trinità d’amore (Padre misericordioso).

È alquanto evidente come la nostra fa entrare qui in

gioco il teorema del libero arbitrio mediante il quale l’uomo è assoluto responsabile delle proprie azioni, fonti di meriti e di demeriti.

Quale figlia credente e devota non può non esprimere parole di gratitudine! «Grazie Madre,/ per avermi resa nullità del Creato/ e fatto carpire il Fiore Eterno e profumato» (Grazie, Padre). È proprio un’immagine di ineccepibile delicatezza che evidenzia un sentito rapporto filiale di impronta umana.

Procedendo attraverso la seconda sezione, Maria Alberti al lettore f...