Rime
eBook - ePub

Rime

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Tutto il canzoniere di Guido Cavalcanti, il più grande e drammatico poeta dello Stilnovo, uno dei culmini della poesia medioevale europea. Protagonisti sono gli 'spiriti' e gli 'spiritelli'; cioè le varie facoltà dell'anima personificate, che agiscono nell'ambito di un mondo irreale e astratto, senza spazio e senza tempo. Accanto al motivo dell'amore tragico, che annienta le potenze vitali, si colloca l'altro motivo principe della poesia stilnovista, la bellezza sovrumana della donna, contemplata con estatico stupore. I contemporanei giudicarono questo malinconico e ironico capo di parte guelfa 'sottilissimo dialettico e filosofo"; 'cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio' e 'troppo tenero e stizzoso': Il lettore di oggi troverà i suoi versi singolarmente moderni: versi atroci, 'parole adornate di pianto, dolorose e sbigottite' che rappresentano la terribile realtà dl\more, che vince le resistenze naturali e le capacità razionali dell'uomo.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2014
Print ISBN
9788817121729
eBook ISBN
9788858657300
Argomento
Literature
Categoria
Poetry

RIME

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I [vi]

Fresca rosa novella,
piacente primavera,
per prata e per rivera
gaiamente cantando,
vostro fin presio mando — a la verdura.

Lo vostro presio fino
in gio’ si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno camino;
e cantin[n]e gli auselli
ciascuno in suo latino
da sera e da matino
su li verdi arbuscelli.
Tutto lo mondo canti,
po’ che lo tempo vène,
sì come si convene,
vostr’altezza presiata:
ché siete angelicita — crïatura.

Angelica sembranza
in voi, donna, riposa:
Dio, quanto aventurosa
fue la mia disïanza!
Vostra cera gioiosa,
poi che passa e avanza
natura e costumanza,
ben è mirabil cosa.
Fra lor le donne dea
vi chiaman, come sète;
tanto adorna parete,
ch’eo non saccio contare;
e chi poria pensare — oltra natura?

Oltra natura umana
vostra fina piasenza
fece Dio, per essenza
che voi foste sovrana:
per che vostra parvenza
ver’ me non sia luntana;
or non mi sia villana
la dolce provedenza!
E se vi pare oltraggio
ch’ ad amarvi sia dato,
non sia da voi blasmato:
ché solo Amor mi sforza,
contra cui non val forza — né misura.
I — Sicuramente uno dei primi componimenti del Cavalcanti, che appare qui ancora legato al gusto siciliano del paragone naturalistico (cfr. la canzonetta Quando la primavera e, in area toscana, Quando apar l’aulente fiore, del lucchese Bonagiunta); a fianco però del registro puramente descrittivo e laudativo è possibile riconoscere alcuni motivi che saranno tipici del Cavalcanti più maturo: dall’incapacità conoscitiva dell’innamorato (vv. 29-31), al tentativo di razionalizzare il confronto tra piano reale e piano metafisico (vv. 32-44).

Metro: è una ballata di cui ogni strofa, con fronte a schema ABBA, BAAB e sirma uguale alla ripresa (CDDE(E)X), vede l’endecasillabo finale legato per ripetizione di termini al primo settenario della strofa successiva, secondo la tecnica provenzale delle coblas capfinidas.

1. rosa novella: è la donna, identificata tradizionalmente con un elemento della natura. Cfr. Rosa fresca aulentissima di Cielo d’Alcamo.
2. piacente: aggettivo stilnovistico che indica il fascino promanante dalla bellezza; v. XXIV, 2; XXXV, 41.
primavera: In Vita Nuova, XXIV, Dante riconosce nel termine un senhal, cioè uno pseudonimo della donna amata da Guido (Primavera = prima verrà), ad indicare quella Giovanna che aveva preceduto sulla terra l’arrivo della mirabile Beatrice.
3. prata: prati.
rivera: distesa pratile; è unito a prato anche in III, 7.
5. fin presio: raffinato valore.
mando — a la verdura: comunico alla vegetazione (primaverile); per verdura v. II, 1.
7. In gio’ si rinovelli: sia rinnovato con gioia nel canto.
8. zitelli: piccoli.
9. per ciascuno camino: in ogni sentiero (e quindi luogo). Cfr. XLVIIIa, 12.
11. in suo latino: nel suo dolce linguaggio. Per questa accezione di latino v. PERCIVALLE DORIA, Come lo giorno, 3; BONAGIUNTA, Quando apar l’aulente fiore, 3-4.
15. po che lo tempo vène: dopo l’arrivo della primavera.
17. vostr’altezza presiata: la vostra riconosciuta superiorità spirituale.
19. Angelica sembranza: un aspetto angelico; per questo valore cfr. XXXVI, 13; XXXVIII, 3.
21. aventurosa: temeraria. In antico avventura aveva anche la sfumatura di «pericolo»: cfr. RUSTICO FILIPPI, Fastel, messer fastidio, 4.
22. disianza: desiderio.
23. cera: volto. Cfr. XLVI, 4.
24. passa e avanza: supera di gran lunga e quindi «trascende».
25. natura e costumanza: le condizioni naturali e l’abitudine cortese.
30. contare: riferire in poesia.
31. oltra natura: al di là dei limiti razionali. V. MARINO CECCO-LI, Come per ghiaccio, 5-6: «Per che oltra natura se produce, / e il razional sentir devén sommiso...».
32. vostra fina piasenza: la vostra ricercata bellezza.
34. per essenza / che voi foste sovrana: affinché voi foste superiore a tutto.
36. per che: perciò. parvenza: manifestazione sensibile della bellezza spirituale.
37. luntana: sdegnosa.
39. provedenza: prudenza.
40. oltraggio: offesa, eccesso. Cfr. DANTE, Paradiso, XXXIII, 57.
41. sia dato: sia dedito.
42. blasmato: biasimato.
43-44. sforza — forza: rima derivativa.
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II [iii]

Avete ’n vo’ li fior’ e la verdura
e ciò che luce od è bello a vedere;
risplende più che sol vostra figura:
chi vo’ non vede, ma’ non pò valere.

In questo mondo non ha creatura
sì piena di bieltà né di piacere;
e chi d’amor si teme, lu’ assicura
vostro bel vis’ a tanto ’n sé volere.

Le donne che vi fanno compagnia
assa’ mi piaccion per lo vostro amore;
ed i’ le prego per lor cortesia

che qual più può più vi faccia onore
ed aggia cara vostra segnoria,
perché di tutte siete la migliore.
II — Anche questo è un sonetto ancora tradizionale, in cui Cavalcanti riprende moduli già guinizzelliani (Io voglio del ver la mia donna laudare; Tegno de folle ’mpres’a lo ver dire etc.) affini al plazer (per cui V. sonetto III). In effetti il rapporto instaurato tra la figura femminile ed altri elementi naturali (fior, verdura, sol), il tema aulico della compagnia d’amore (vv. 9-14), le espressioni di composta ammirazione servono a stendere una tonalità emotiva media, non ancora orientata a definire le situazioni di eccesso proprie della poesia cavalcantiana.

Metro: sonetto secondo lo schema ABAB, ABAB, CDC, CDC.

1. verdura: cfr. I, 5.
4. ma’ non pò valere: in nessun modo può ottenere il valore necessario all’amante.
5. ha: (impersonale) è.
6. piacere: cfr. I, 2; VI, 6; XIV, 9; XX, 12; XXV, 13 etc.
7. e chi: e se qualcuno. lu’ assicura...: il vostro bello sguardo lo rende capace di accogliere in sé un sentimento così elevato.
8. vis’: sguardo.
12. Ripetizione non casuale di più, in un contesto che vuol mettere in evidenza la accoglienza particolarmente intensa fatta alla donna, centro di attenzione e di irraggiamento di virtù.
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III [v]

Biltà di donna e d...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. INTRODUZIONE
  4. LA VITA
  5. LA STRUTTURA DELLE RIME
  6. LA CANZONE « DONNA ME PREGA » (XXVII)
  7. LA FORTUNA
  8. DOCUMENTI
  9. GIUDIZI CRITICI
  10. PREMESSA AL TESTO
  11. BIBLIOGRAFIA
  12. AVVERTENZA
  13. RIME
  14. APPENDICE