La scuola dei dittatori
eBook - ePub

La scuola dei dittatori

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La scuola dei dittatori

Informazioni su questo libro

Nella primavera del '39, al termine di un viaggio di studio in Europa, arrivano a Zurigo due americani: Mr Doppio Vu, che molti ritengono il futuro dittatore d'America, e il suo consigliere, il professor Pickup, un ideologo inventore della pantautologia. Nei loro incontri con i personaggi ufficiali del fascismo e del nazismo non riescono ad apprendere nulla di nuovo sulle tecniche per la conquista del potere. Sarà invece un emigrato politico italiano, Tommaso detto il Cinico, esule antifascista, a fornire loro aiuto. Sotto forma di un "manuale per aspiranti dittatori", Silone ha composto un saggio per demistificare le forme di inganno e violenza che, anche in paesi e organismi che si definiscono democratici, insidiano la libertà dell'individuo.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La scuola dei dittatori di Ignazio Silone in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2018
Print ISBN
9788804701866
eBook ISBN
9788852090356

XIV

Sul consenso plebiscitario, la compenetrazione stato-partito e l’allevamento intensivo di capri espiatori.
MR DOPPIO VU
Permettete, signor Cinico, che sia io, questa volta, a proporre dati. Un anno prima dell’avvento del nazismo al potere, nelle elezioni presidenziali del 10 aprile 1932, Hitler soccombé con 13 milioni di voti contro ben 19 milioni dati a Hindenburg. Nelle stesse elezioni del marzo 1933, il partito nazista raccolse solo il 43,8% dei voti. Potete indicarmi dove siano andati a finire quei milioni di avversari del nazismo?
TOMMASO IL CINICO
La minor parte di essi è ora nei campi di concentramento, in esilio, o nella cosiddetta emigrazione interna, con la quale si usa indicare la non collaborazione col regime e il ritiro a vita privata; la maggioranza invece si è accodata al carro del vincitore.
MR DOPPIO VU
Come spiegate il comportamento della maggioranza?
TOMMASO IL CINICO
Vedo che oggi vi divertite a pormi domande retoriche. Non sapete che il potere crea facilmente il consenso? A ciò si aggiunga che quelle masse erano state educate dai loro capi democratici a obbedire senza discutere.
MR DOPPIO VU
Quest’è bella. Pretendereste che dei capi politici educhino i loro seguaci a pensare con la propria testa? Andrebbero contro i propri interessi. E poi la massa non può che ubbidire. Prenderla a pretesto per giustificare la molteplicità dei partiti è una finzione. Le divisioni politiche giungono alla massa dal di fuori. Infatti, come ci dimostrano i paesi di dittatura, la massa può benissimo farne a meno.
PROF. PICKUP
Il problema è semplice, ci ha detto Bernard Shaw che abbiamo incontrato a Stresa dove si trova in villeggiatura. Si tratta di voltare le spalle alle piccole minoranze di uomini di partito, liberali repubblicani sindacalisti socialisti bolscevichi anarchici liberi pensatori, eccetera, e di organizzare senza di loro l’immensa maggioranza che mai non sogna di cospirare contro l’ordine stabilito, che va in chiesa o al tempio tutte le domeniche con i suoi stracci migliori addosso, o che gioca al golf o al tennis con abiti eleganti da sport, che affluisce in massa alle incoronazioni e ai matrimoni reali e alle parate militari, che fa cinque miglia per vedere un monarca defunto nella sua cappella ardente, che crede di avere un credo e un codice, ma che in realtà fa quello che tutti fanno e si scandalizza con colui che non lo fa, che esercita il suo cervello sulle parole incrociate, nelle partite di bridge, o simili. Si rinnova così il significato del consiglio di Periandro a Trasibulo, di recidere le spighe le quali emergevano sulle altre. La soppressione degli apparati faziosi restituisce alla massa la sua unità naturale. È il primo compito d’ogni dittatura.
TOMMASO IL CINICO
Non illudetevi però che l’impiego della forza possa limitarsi al periodo iniziale della dittatura e alla distruzione degli apparati avversari. Non tutte le differenze d’opinioni e di interessi sono artificiose. Per mantenere il consenso o almeno la disciplina, il terrore dev’essere durevole. Quel tale Bernard Shaw, che si professa laburista e nella sua ammirazione accomuna Mussolini con Stalin e Pilsudski, è un libertino intellettuale che di queste cose conosce ben poco.
PROF. PICKUP
Non fate questioni di lana caprina, ve ne prego. La differenza tra il consenso che si manifesta per intima persuasione e quello mediante la forza è solo tecnica e non regge alla riflessione. Abbiamo discusso a lungo su questo argomento col filosofo fascista Giovanni Gentile, incontrato a Roma. La distinzione tra forza morale e materiale, egli ci ha detto, è ingenua. Ogni forza è forza morale, perché si rivolge sempre alla volontà. Qualunque sia l’argomento adoperato, predica o manganello, la sua efficacia non può essere altra che quella che sollecita interiormente l’uomo e lo persuade a consentire. Quale debba essere la natura dell’argomento persuaditore, se la predica o il manganello, non è materia di discussione astratta. Passare da un regime politico ad un altro è come disfare un edificio e con i materiali della demolizione edificarne uno nuovo. I colpi di piccone sono inevitabili.
TOMMASO IL CINICO
Tuttavia, fate attenzione, al neo-dittatore non conviene mostrarsi sfrontato. Anche alla dittatura è utile ostentare titoli di legittimità, e tra essi i soli che oggi abbiano corso, sono quelli che si richiamano alla volontà popolare. È una menzogna, d’accordo, ma la dittatura totalitaria non può farne a meno. Rappresenta anzi una delle caratteristiche essenziali per cui le dittature moderne si differenziano dai regimi assolutisti del passato. Il neo-dittatore lascerà dunque ai suoi filosofi la riabilitazione etica delle bastonate e si preoccuperà di mascherare come spontanei e sinceri i consensi procuratigli dal terrore. Dopo aver ucciso o imbavagliato gli avversari, il dittatore moderno ha bisogno di qualificare il proprio regime come una forma superiore di democrazia, addirittura come la vera democrazia, la democrazia diretta, e a questo scopo farà promuovere quotidiane manifestazioni di folla e ogni tanto qualche plebiscito. È un omaggio inevitabile al principio degli avversari, ma di questo non c’è da preoccuparsi. Anche per gli avversari, in fin dei conti, era solo una frase, e sono licenze che non scandalizzano alcuno.
PROF. PICKUP
Nondimeno è una pericolosa disinvoltura. Non può evitarsi? Nella contesa tra Bonifazio VIII e Filippo il Bello, Giovanni di Parigi pronunziò la famosa formula “populo faciente et Deo ispirante”. A me pare che sarebbe una divisa da riprendere.
MR DOPPIO VU
Le vostre chiacchiere, miei signori, francamente mi annoiano. La volontà popolare è un’entità almeno tanto misteriosa quanto Dio. Essenziale è poter manovrare il meccanismo adatto a fabbricarla. Se il plebiscito austriaco della primavera dell’anno scorso fosse stato indetto da Schuschnigg, certamente avrebbe dato una maggioranza per l’indipendenza dell’Austria; poiché è stato convocato da Hitler ha dato una maggioranza all’unione con la Germania. Immaginate un momento che la macchina delle elezioni generali possa essere manovrata, in Russia, invece che da Stalin, da Trotzkij. Colui che oggi è esule nel Messico avrebbe dietro di sé l’unanimità del partito e del paese, e dovrebbe impartire severe istruzioni per impedire che le “libere votazioni” esprimano più dell’unanimità.
TOMMASO IL CINICO
Voi non ignorate che vi sono paesi in cui il governo esce battuto dalle elezioni, senza che succeda il finimondo.
MR DOPPIO VU
Battuto da chi? Dall’apparato dell’opposizione, non dalla massa. Chi sceglie i candidati? Chi sovvenziona la campagna elettorale?
PROF. PICKUP
Aristotele criticò il metodo di elezione dei magistrati in uso a Creta, che si basava sulla quantità d’applausi che nell’assemblea seguiva alla proposta di ogni candidato. Egli criticò anche che a Sparta per essere eleggibili occorresse partecipare ai frequenti banchetti pubblici e pagare il proprio coperto, la cui spesa non era da tutti. Che ammirevole semplicità. Gli applausi e i banchetti non hanno nelle democrazie moderne un ruolo inferiore che nei tempi d’Aristotele, ma di essi non si parla nei trattati politici.
MR DOPPIO VU
Che bisogno c’è di tirare sempre in ballo quei greci? Nei primordi della democrazia americana l’elettorato era ufficialmente diretto dai corpi legislativi, i quali nominavano degli speciali comitati (Congressional oppure Legislative Caucus) per la scelta e la presentazione dei candidati. Sembrò un progresso, e fu invece decadenza, quando verso il 1825 il compito di “fare” le elezioni fu abbandonato alla libera iniziativa del popolo. Sorsero allora istrioni del genere di Aaron Burr. Le elezioni sono diventate un affare costoso, essendo manovrate da apparati di politicanti professionali senza princìpi e senza programmi, che s’impongono all’opinione pubblica come trusts sul mercato. Non si può dire che la libertà e la moralità pubblica v’abbiano guadagnato qualcosa. Tra i due sistemi, l’antico è certamente il più semplice.
PROF. PICKUP
Così si giustifica la nostra parola d’ordine: “Torniamo alle origini”.
TOMMASO IL CINICO
È indubbiamente suggestiva. Il ritorno alle origini rievoca l’immagine della pura sorgente dei fiumi in un paesaggio alpestre, il ricordo innocente della culla in cui ogni neonato passa i primi mesi di vita, la reminiscenza felice dell’età dell’oro. In più, ha un senso aristocratico e tradizionalista evidente. “Torniamo alle origini” è una risposta magnifica ed evasiva a ogni problema, anche per questioni di cui non si conosce l’origine o che devono ancora averne una.
MR DOPPIO VU
In quanto al ritorno al sistema del Congressional o Legislative Caucus, parlarne fin da ora non nuoce, ma non vorrei mettere il carro avanti ai buoi. Il da fare si vedrà in seguito.
TOMMASO IL CINICO
Questo è il proposito più saggio che io vi abbia udito esprimere nel corso delle nostre conversazioni. Per il neo-dittatore la forma istituzionale del potere importa assai meno della piena disponibilità di esso. In altre parole, la forma preferibile è quella che consente la disponibilità più ampia e sicura. Voi ne troverete conferma nella storia di tutte le dittature. Quello che talvolta può sembrare incertezza e contraddizione mentale è invece il segno di prudente empirismo. Ma l’esempio più istruttivo, in materia di scelta istituzionale, ci è offerto da Lenin, il quale univa, in grado forse insuperabile, un senso concreto del potere e una spregiudicatezza senza limiti. Egli cominciò, nel 1917, col dichiararsi disposto ad accettare i risultati della Costituente, ma vi rinunziò appena poté constatare di esservi in minoranza; sciolse la Costituente con la violenza, opponendo a essa il motto “Tutto il potere ai soviet”; quando però si persuase che gli era impossibile sloggiare dai soviet i menscevichi i social-rivoluzionari gli anarchici, liquidò anche i soviet, conservandone solo il nome per occultare l’egemonia nuda e cruda del suo partito.
PROF. PICKUP
Va bene, va bene, ma egli aveva dietro di sé un partito adeguato, capace di impossessarsi di tutte le leve dell’amministraz...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Ignazio Silone
  4. LA SCUOLA DEI DITTATORI
  5. I. Incontro dell’autore con l’americano Mr Doppio Vu, aspirante dittatore, e col suo consigliere ideologico, il famoso professor Pickup, venuti in Europa alla ricerca dell’uovo di Colombo.
  6. II. Sulla tradizionale arte politica e le sue deficienze nell’epoca della civiltà di massa.
  7. III. Su alcune condizioni che nella nostra epoca favoriscono le tendenze totalitarie.
  8. IV. Schema d’un colpo di stato dopo una rivoluzione mancata.
  9. V. Sull’amore non corrisposto dell’aspirante dittatore per le Muse, sull’insignificanza degli alberi genealogici e l’inevitabilità delle emicranie.
  10. VI. Molti sono i chiamati, pochi gli eletti.
  11. VII. Sul partito dell’aspirante dittatore.
  12. VIII. Sull’inutilità dei programmi e la pericolosità delle discussioni e sulla tecnica moderna per suggestionare le masse.
  13. IX. Come la democrazia divora sé stessa, con qualche utile esempio sull’arte di pescare nel torbido.
  14. X. L’arte del doppio giuoco e il pericolo di credere nei propri inganni.
  15. XI. Sulla nausea della vocazione totalitaria e le nostalgie della vita privata.
  16. XII. Sui pericoli dei complotti e delle rivolte senza l’appoggio della polizia e dell’esercito.
  17. XIII. Sull’operazione piatto di lenticchie e il colpo di stato con l’assistenza delle autorità.
  18. XIV. Sul consenso plebiscitario, la compenetrazione stato-partito e l’allevamento intensivo di capri espiatori.
  19. Postfazione. di Claudio Marabini
  20. Copyright