Sorgo rosso
eBook - ePub

Sorgo rosso

  1. 496 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

La storia epica, grandiosa di questo capolavoro della letteratura cinese contemporanea, si staglia sullo sfondo degli sconfinati campi di sorgo «che in autunno scintillano come un mare di sangue». Dal banditismo degli anni Venti, alla cruenta invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta, fino al periodo che precedette la Rivoluzione culturale, Sorgo rosso racconta le avventure e gli amori del bandito Yu Zhan'ao e della sua famiglia, in un affresco che ritrae un intero popolo, tutto un Paese. Un Paese dalle campagne brulicanti di anime sperdute - contadini, soldati, monaci buddisti, maghi taoisti - in cui «un vento maschio spazza una terra femmina» e il sangue versato è «morbido e liscio come piume d'uccelli».
Da questo romanzo Zhang Yimou ha tratto il film omonimo, «Orso d'oro» al Festival di Berlino nel 1988.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Sorgo rosso di Mo Yan,Renata Pisu, Rosa Lombardi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Classici. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2012
Print ISBN
9788806178529
eBook ISBN
9788858407325
Argomento
Letteratura
Categoria
Classici

Libro secondo

Vino di sorgo

Capitolo primo

Come fa il sorgo della zona a nord-est di Gaomi a trasformarsi in un vino dall’aroma fragrante, dal retrogusto dolce come il miele, che dopo una sbornia non danneggia le cellule del cervello? Mia madre me lo disse, e mi esortò a non lasciarmi sfuggire il segreto che si tramandava nella nostra famiglia. Perché innanzitutto ci avrebbe screditati e, in secondo luogo, perché se i nostri discendenti avessero riaperto una distilleria avrebbero perso il vantaggio dell’esclusiva. Gli artigiani delle mie parti trasmettevano le loro conoscenze alle nuore e non alle figlie, era questa una pratica ferrea, quanto le leggi in altri paesi.
Mia madre mi disse che quando la distilleria era gestita dalla famiglia Shan era già piuttosto importante; il vino che producevano non era cattivo, ma non aveva la fragranza di quello che si sarebbe prodotto in seguito, e sicuramente neanche quel retrogusto dolce come il miele. Il vino distillato della mia famiglia acquistò un sapore particolare, che lo rese superiore a quello di decine di distillerie del distretto di Gaomi, per un fatto avvenuto dopo che il nonno uccise gli Shan, padre e figlio, e dopo che la nonna, trascorso un breve periodo di confusione e terrore, si rimboccò le maniche e usò il suo talento per affrontare la situazione. Come molte grandi scoperte sono frutto del caso, o di una burla, la singolarità del nostro vino era dovuta al fatto che il nonno aveva pisciato dentro un fusto. Come poteva una pisciata trasformare un vino comune in un vino scelto e di qualità superiore? Questo riguarda la scienza, e io non oso dire sciocchezze: lascio agli esperti di fermentazione il giudizio.
In seguito, la nonna e lo zio Liu fecero ulteriori esperimenti cercando di sciogliere il mistero; alla fine decisero di sostituire l’urina con gli alcali urici che si depositavano nell’orinale, un espediente semplice, efficace e corretto. Questo procedimento restò un segreto assoluto, di cui solo la nonna, il nonno e lo zio Liu erano a conoscenza. All’epoca, gli alcali venivano aggiunti a tarda notte, quando tutti dormivano, la nonna accendeva candele e incensi nel cortile, bruciava trecento monete di carta1, dopodiché prendeva un recipiente panciuto ricavato da una zucca e ne versava il contenuto nei tini. L’operazione era stata resa pubblica di proposito dalla nonna, che le aveva dato una veste estremamente misteriosa per far credere ai curiosi che la mia famiglia comunicava con gli spiriti per ottenerne l’aiuto negli affari. Il vino di sorgo da noi prodotto superò tutti gli altri, e quasi monopolizzò il mercato.
1 Carta moneta rituale offerta agli antenati o al Buddha.

Capitolo secondo

La nonna ritornò a casa dei genitori. Tre giorni trascorsero in fretta e giunse il momento di tornare a casa del marito. In quei giorni non aveva mostrato appetito, e si era sentita confusa. La bisnonna le aveva preparato dei buoni piatti e le aveva detto parole dolci, ma la nonna l’aveva ignorata, comportandosi come una marionetta. Pur avendo mangiato pochissimo in quei tre giorni, il suo viso era radioso: la fronte bianca, le gote rosate, gli occhi circondati da orbite scure sembravano due lune in un alone di nebbia. La bisnonna continuava a brontolare: – Tesoro mio, non mangi, non bevi, sei diventata un immortale o un Buddha? Mi farai morire di dolore! – Guardando la nonna seduta immobile come la Dea Guanyin1, le spuntarono agli angoli degli occhi due piccole lacrime, perle bianche come la neve. Il bisnonno si riebbe dalla sbronza il giorno dopo il ritorno della nonna. La prima cosa che gli tornò in mente fu che Shan Tingxiu aveva promesso di regalargli un gran mulo nero con un bel pelo. Era come se nelle sue orecchie risuonasse continuamente il rumore ritmato prodotto dagli zoccoli del mulo che, correndo, battevano il terreno. Quel mulo nero aveva occhi come lanterne e zoccoli simili a coppe. La bisnonna gli aveva detto preoccupata: – Vecchio stupido, nostra figlia non mangia, che dobbiamo fare? – Il bisnonno l’aveva guardata di traverso con i suoi occhi ebbri e aveva detto: – Si è montata la testa, e pure tanto, chi si crede di essere?
In piedi di fronte alla nonna, le gridava arrabbiato: – Cosa hai intenzione di fare, ragazza? Quelli destinati a sposarsi sono legati da un filo, anche se sono distanti. Non si diventa marito e moglie se non c’è affetto, e nemmeno se non c’è odio. Se sposi un gallo segui il gallo, se sposi un cane segui il cane. Tuo padre non è un alto funzionario, né un nobile, e del resto neanche tu sei un ramo d’oro o una foglia di giada; trovare un uomo cosí ricco è stata una fortuna per te e anche per tuo padre; tuo suocero ha detto subito che mi avrebbe regalato un grande mulo nero, che stile…
La nonna rimase seduta, non si mosse, e chiuse gli occhi. Le sue ciglia umide sembravano coperte da uno strato di miele, cosí folte e forti, si sovrapponevano formando una linea ricurva simile alle code di rondine. Il bisnonno, fissando le ciglia della nonna, disse infuriato: – È inutile che sbatti le palpebre fingendo di essere sorda o muta, anche da morta sarai uno spirito della famiglia Shan, nella tomba dei Dai non c’è posto per te!
La nonna sogghignò.
Lui le dette un ceffone.
Con il suono dello schiaffo, scomparve dalle sue guance il colore rosato, il viso le divenne cinereo, poi riprese gradualmente colore, sino ad apparire come un rosso sole nascente. Gli occhi lampeggiarono, digrignò i denti, e sorridendo freddamente gettò uno sguardo pieno d’odio al padre, dicendo: – Temo soltanto che se… non vedrai neanche un pelo di quel mulo!
La nonna abbassò il capo, prese le bacchette e, come vento che spazza le nuvole, fece piazza pulita delle pietanze ancora fumanti. Poi lanciò in alto una tazza, che roteò mandando una luce opaca. All’altezza della trave, la tazza si tirò dietro due vecchie ragnatele, poi cadde lentamente a terra, dove rotolò ancora una volta, fece un mezzo giro su se stessa e si fermò infine con la bocca rivolta verso il pavimento e il fondo verso il cielo. La nonna prese un’altra tazza e la lanciò contro la parete: questa cadde spaccandosi in due. Il bisnonno, spaventato, restò per un pezzo senza parlare con la bocca aperta e il pizzo che gli tremava.
– La mia bambina finalmente riconosce il cibo! – disse la bisnonna.
Dopo aver lanciato le tazze, la nonna proruppe in un forte pianto dal suono dolce e pieno di sentimento, un fiume di lacrime, che la stanza non poteva contenere, si riversò fuori, spargendosi nei campi e unendosi al fruscio del sorgo già umido in quella fine d’estate. Durante quel pianto accorato, prolungato e cristallino, la nonna fu attraversata da mille pensieri: le tornarono piú volte alla mente gli eventi di quei giorni, dalla partenza da casa nella portantina nuziale al ritorno in groppa al mulo. Ogni immagine, ogni suono, ogni odore di quei tre giorni riapparve nella sua mente: la tromba e la suona… e quelle melodie… didi-dada… moumou-haha… mali-wala… yiyi-yaya… jili-chuala… avevano continuato a risuonare finché il verde sorgo era divenuto rosso, finché nel cielo azzurro non era apparsa una cortina di pioggia, seguita da due tuoni e un lampo: pioggia disordinata e fitta che aveva messo il suo cuore sottosopra. Una pioggia fitta e continua era caduta obliqua, o d’improvviso diritta… La nonna ripensò all’incontro con il bandito a Hama Keng, al comportamento coraggioso del giovane portatore, era il capo dei portatori, simile in tutto a un capobranco. Poteva avere al massimo ventiquattro anni, non c’era nemmeno una ruga sul suo volto duro. La nonna ripensò a quando il viso di lui le era stato cosí vicino, alle labbra, dure come conchiglie, che avevano stretto le sue. A quel pensiero il sangue le si era fermato all’improvviso, per poi traboccare come rompendo gli argini, e scorrere veloce facendo pulsare ogni capillare. Le vennero i crampi alle dita dei piedi, e l’addome fu scosso da spasmi. Il sorgo pieno di vita aveva incoraggiato la loro rivolta, il polline, spargendosi quasi impercettibilmente dai fusti, aveva riempito l’aria avvolgendo la testa di lei e quella del portatore… Avrebbe voluto fermare quell’attimo di passione giovanile che scorreva via, dileguandosi come in un lampo. Le riappariva invece di continuo il viso da ravanello marcio del lebbroso, con le dita uncinate come artigli di uccello, e il vecchio col codino, che teneva il mazzo di chiavi di lucido rame appeso alla cintura. La nonna sedeva quieta, una decina di li la separavano da quel luogo, ma era come se il forte aroma del vino di sorgo e l’odore aspro della feccia le aleggiassero intorno alle labbra. Ricordò i due uomini che svolgevano mansioni di «domestiche» e quanto fossero simili a oche ubriache ripescate nel vino, il vino gli usciva dai pori… Aveva tagliato con quel pugnale dalla lama curva un gran numero di fusti di sorgo, i cui monconi a forma di zoccolo, inclinati, stillavano una linfa vischiosa verde scuro, che sembrava sangue di sorgo. La nonna ricordò le parole di lui: «Qualunque cosa accada, torna qui tra tre giorni!» Ricordò che i suoi occhi neri e sottili avevano mandato una luce tagliente nel pronunciare quelle parole. La nonna ebbe una premonizione: qualcosa di importante e assolutamente straordinario la stava attendendo.
In un certo senso, l’eroismo è qualcosa di innato, è un fluido latente che venendo a contatto con fattori esterni si trasforma in atti eroici. La nonna a quel tempo aveva soltanto sedici anni, da piccola aveva imparato a ricamare e a fare lavori di cucito. In quegli anni le avevano fatto compagnia gli aghi appuntiti per ricamare, le forbici per ritagliare i fiori, le bende per fasciare i piedi, l’olio d’osmanto per i capelli e altri oggetti femminili e aveva avuto contatti solo con le ragazze del vicinato. Come si generarono allora l’energia e il coraggio con cui affrontò i grandi eventi che seguirono? Da dove scaturí quello spirito eroico che le fece superare la paura di fronte al pericolo? È difficile spiegarlo.
In quel pianto lungo e accorato, la nonna non provò un dolore profondo, ma al contrario una sorta di felicità per aver liberato il petto dall’oppressione; piangendo ritornò con la mente alle gioie, ai piaceri, ai dolori e alle sofferenze del passato. Quel pianto non sembrò uscire dalle sue labbra: era una musica che giungeva da lontano per accompagnare le immagini belle e orribili che si sovrapponevano nella sua mente. Pensò infine che la vita umana era breve quanto quella delle piante, se si era pronti a rischiarla cos’altro si poteva mai temere?
– Bisogna andare, Nona2 – disse la bisnonna, chiamandola con il soprannome che aveva da piccola.
Via, via, via!
La nonna chiese una bacinella d’acqua per lavarsi il viso, poi si mise la cipria e il belletto. Di fronte allo specchio, sciolse la retina che raccoglieva i capelli liberando la grande e pesante crocchia, e i capelli si sparsero coprendole le spalle. In piedi sul kang, la chioma le ricadeva come seta sino alla curva delle gambe. Nella mano destra aveva un pettine di legno di pero, con la sinistra prese i capelli e li passò oltre la spalla facendoli ricadere sul petto, poi cominciò a pettinarli ciocca per ciocca. I suoi capelli erano straordinariamente folti, lucidi e di un nero corvino, leggermente piú chiari solo sulle punte. Quando furono ben pettinati li legò in una coda, poi attorcigliò le ciocche per formare un grande fiore che infilò in una retina di seta nera a maglia stretta, puntandola con quattro forcine d’argento. Pareggiò con le forbici la frangia che le arrivava sino alle sopracciglia. Si rifasciò i piedi, infilò calze lunghe di cotone bianco, strinse i pantaloni alle caviglie e calzò scarpe ricamate che mettevano in particolare risalto i suoi piccoli piedi.
Erano stati quei piedi ad attirare per primi lo sguardo di Shan Tingxiu, e a risvegliare il desiderio nel cuore del portatore Yu Zhan’ao. La nonna ne era orgogliosa. Se si avevano piedi piccoli, anche col viso butterato non era difficile trovare un marito; i piedi grandi invece nessuno li voleva, anche se si aveva un viso da dea. La nonna, che aveva i piedi piccoli e un bel viso, ai suoi tempi era una bellezza.
Per lungo tempo i piedi femminili furono considerati quasi come organi genitali. I piccoli piedi a punta, cosí belli e delicati, davano agli uomini dell’epoca una sorta di piacere estetico pervaso di sensualità.
Una volta pronta, la nonna uscí di casa. Il bisnonno tenne fermo l’asino per posargli una coperta sulla groppa. Negli occhi lacrimosi della piccola bestia si rifletteva la bella figura della nonna. Ella vide che l’asino la guardava con un’espressione intelligente, umana e comprensiva. Gli montò sopra. Non cavalcava come voleva il costume femminile sedendo di lato, ma stringeva tra le gambe il dorso dell’animale. La bisnonna voleva che lei sedesse di lato, ma la nonna batté i talloni sul ventre dell’asino e quello si incamminò. Cavalcava a testa alta, con il petto in fuori e lo sguardo fisso in avanti.
Una volta partita, non si voltò piú indietro. Sul principio era il bisnonno a tenere le redini, ma una volta usciti dal villaggio la nonna se ne impossessò. Il bisnonno camminava saltellando dietro l’asino.
In quei tre giorni c’era stato un altro temporale. La nonna vide sul lato destro della strada una sezione di sorgo grande quanto una macina, con le foglie bruciate il cui biancore spento risaltava nel verde circostante. Intuí che in quel punto si era abbattuto un grosso fulmine e ripensò al fulmine che l’anno prima aveva folgorato la sua amica Qing’er, una ragazza di diciassette anni, bruciandole i capelli e riducendole i vestiti in cenere. Sulla schiena le avevano trovato dei segni, si disse che era una scrittura celeste3. Si mormorava che Qing’er fosse morta a causa della sua avidità, perché aveva lasciato morire un bambino abbandonato. La storia era piena di particolari: nell’andare al mercato, Qing’er aveva udito un pianto di bambino all’imbocco di una strada, si era avvicinata e aveva visto un neonato in fasce. Dopo avergli tolto le fasce, sul corpo tutto arrossato del bimbo aveva trovato un biglietto con su scritto: «Il padre ha diciotto anni, la madre diciassette, la luna era allo zenit e le tre stelle a occidente quando nacque un bimbo di nome Lu Xi4. Il padre aveva già sposato la seconda sorella Zhang, una ragazza dai pied...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Sorgo rosso
  3. Libro primo. Sorgo rosso
  4. Libro secondo. Vino di sorgo
  5. Libro terzo. Le vie dei cani
  6. Libro quarto. Il funerale del sorgo
  7. Libro quinto. Pelli di cane
  8. Appendice
  9. Copyright