Il Medioevo
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Il Medioevo

Alle origini dell'identità europea

  1. 130 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il Medioevo

Alle origini dell'identità europea

Informazioni su questo libro

Un maestro della storiografia contemporanea sintetizza con grande chiarezza ed efficacia tutti gli aspetti della storia medievale, con particolare attenzione a quegli elementi che da allora hanno costituito l'identità europea.

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Informazioni

eBook ISBN
9788858134221
Argomento
Storia

IX. Arte e letteratura

L’Europa medievale non dispone di parole per designare l’arte e la letteratura, le quali per gli uomini e le donne del Medioevo non costituiscono un ambito o un’attività ben definiti. Persiste a lungo la percezione dell’arte come di qualcosa che assomiglia all’artigianato (come indica la parola latina ars). Essa è la sfera delle immagini, dipinte o scolpite, che rinviano a una verità nascosta di cui sono il riflesso. È uno specchio in cui l’uomo medievale si guarda e cerca di scorgere il mondo. Il movimento iconoclastico, che sarà fortissimo nel mondo bizantino, toccò molto meno la cristianità latina; e alla fine dell’VIII secolo l’intervento di Carlomagno sarà decisivo per il trionfo delle immagini. A differenza del giudaismo e dell’Islam, il cristianesimo ammette la rappresentazione figurata dell’uomo, e di Dio sotto una forma antropomorfica. Quest’atteggiamento farà dell’arte una delle componenti essenziali dell’umanesimo cristiano.
Dopo la fine del X secolo, i castelli fortificati in pietra si svilupperanno secondo piante differenti a partire dal mastio centrale (Langeais, nella valle della Loira, 994). Tra l’XI secolo e il Quattrocento, l’evoluzione del castello esprimerà la progressiva scomparsa della funzione militare dinanzi alla funzione residenziale, del signore feudale dinanzi al nobile e al principe del Rinascimento. Il castello fortificato isolato sarà sempre più soppiantato dal palazzo urbano.
Due forme d’arte si diffonderanno, in successione, in tutta la cristianità: l’arte romanica nell’XI secolo e nella prima metà del secolo successivo; l’arte gotica a partire dalla metà del XII secolo.
Una «prima arte romanica» ecclesiastica, fortemente segnata dalle influenze antiche, si sviluppò intorno all’Anno Mille soprattutto nell’Europa meridionale e in Lombardia, ma più ancora in Catalogna (San Michele di Cuxa, San Martino di Canigou, San Pietro di Roda, 1022; Santa Maria di Ripoll, 1032). L’architrave di Saint-Génis-des-Fontaines (1019-1020) segna la nascita della grande scultura monumentale romanica. Questo stile conquista la Borgogna (San Filiberto di Tournus, dopo il 1007; San Benigno di Digione, 1018; Cluny, l’abbazia a capo del nuovo, potente ordine monastico, in cui tre chiese costruite in successione daranno luogo al più vasto complesso architettonico religioso della cristianità).
Una «seconda età romanica» (XII secolo) creò chiese in tutta la cristianità lungo i grandi itinerari dei pellegrinaggi (San Marziale di Limoges, 1095; Santa Fede di Conques, circa 1130; Saint Sermin di Tolosa, 1096 e anni successivi; San Giacomo di Compostella, dopo il 1078), nonché in Alvernia, in Provenza, in Borgogna (l’abbazia cistercense di Fontenay), in Normandia («abbaye aux Hommes» e «abbaye aux Femmes» di Caen), in Inghilterra (Durham, dove tra il 1093 e il 1104 compare la prima crociera di ogive), in Germania (le grandi cattedrali imperiali di Spira, Magonza e Worms). L’Italia, sempre originalissima nelle realizzazioni architettoniche medievali, offre tipi differenti in Lombardia (Sant’Ambrogio a Milano e San Michele a Pavia), in Toscana (San Miniato a Firenze, l’insieme della cattedrale di Pisa), in Sicilia (cappella palatina di Palermo), e, sul modello della chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, San Marco a Venezia.
L’arte romanica dette prova di un’identica energia creatrice nel campo della scultura (in cui la fioritura del fantastico suscitò nella prima metà del XII secolo una polemica orchestrata dal cistercense san Bernardo) e della pittura (affreschi e miniature).
Non si deve pensare che l’aspetto spoglio oggi esibito da molte chiese romaniche costituisca un carattere genuino dell’arte romanica. Queste chiese erano in realtà coloratissime e ricche di ornamenti, le pareti erano coperte da tendaggi e tappezzerie, le sculture erano policrome.
Intorno alla metà del XII secolo cominciò a diffondersi, a partire dall’Ile-de-France (di qui il nome talvolta attribuitogli di «arte francese»), uno stile nuovo, che i suoi detrattori (da Lorenzo Valla nel Quattrocento fino ai classici secenteschi e agli uomini dei Lumi nel Settecento) chiamarono «gotico», ossia «barbarico» – un termine che venne invece ripreso con una connotazione elogiativa dai romantici ottocenteschi. Tale è la sorte delle mode estetiche in Europa. Questo stile è caratterizzato da un elemento architettonico nuovo (l’ogiva, ovvero un arco spezzato che permette di accentuare l’altezza dell’edificio e di movimentare le volte), dalla ricerca della luce (di qui il trionfo delle vetrate, aiutato dagli alti finestroni, come a Chartres nel Duecento), e da una struttura che obbedisce a un ordine razionale (lo storico dell’arte americano Panofsky ha paragonato l’ordine gotico alla ragione degli scolastici). Quest’arte, definita «intellettuale», scientifica, è però anche, nelle forme scolpite e nei colori, un’arte che ha una forte evidenza sensoriale. Essa trionfa nei grandi edifici e punta alla prodezza tecnica, realizzando dimensioni che sono talvolta eccessive, e producono crolli (coro della cattedrale di Beauvais nel 1284). È l’arte delle cattedrali. La cattedrale di Amiens, costruita tra il 1220 e il 1270, ha una lunghezza di 143 metri e un’altezza di 42 (le volte poi crollate di Beauvais s’innalzavano fino a 48 metri).
Qui possiamo soltanto menzionare qualcuna delle grandi cattedrali dell’Europa gotica. Per la Francia ricordiamo la chiesa abbaziale di Saint-Denis, costruita sotto l’abate Suger a partire dal 1144; Sens, 1164; Laon, metà del XII secolo; Notre-Dame a Parigi, costruita tra il 1163 e il 1200; Chartres, tra il 1194 e il 1220; Reims, Amiens e Bourges nel Duecento; Albi a partire dal 1282. Per l’Inghilterra citiamo Canterbury, costruita dopo il 1174; Lincoln, edificata tra il 1192 e il 1235; Salisbury, tra il 1220 e il 1258; Wells a partire dal 1185-1190. Nei paesi germanici troviamo la cattedrale incompiuta di Colonia, iniziata nel 1248, e la cattedrale di Strasburgo, che risale alla seconda metà del Duecento; nel Hainaut Tournai, costruita tra il 1243 e il 1255. In Spagna, ecco nascere a metà Duecento le cattedrali di Toledo, Burgos e León, massicciamente influenzate dalle grandi cattedrali francesi. In Italia, dove il nuovo stile viene importato soprattutto dall’ordine monastico cistercense, sono alcune grandi abbazie a rappresentare i primi modelli dell’ordine gotico (Fossanova, San Galgano, Casamari). Le chiese cittadine riprenderanno ed elaboreranno tali modelli: ricordiamo il Duomo di Orvieto (la cui costruzione ha inizio nel 1290), quello di Siena (fine XII secolo), Santa Maria del Fiore a Firenze (1296), il Duomo di Milano (1386).
Intorno al 1200 si sviluppa una nuova polemica che ha per oggetto le grandi dimensioni e il lusso delle più recenti chiese gotiche; una polemica che continua nel corso del nuovo secolo in seno agli ordini mendicanti, i cui conventi urbani esibiscono chiese che, contrariamente agli auspici dei fondatori, raggiungono anch’esse dimensioni gigantesche. Il gusto architettonico dell’Europa non cesserà di oscillare tra la propensione per i grandi edifici e la preferenza, motivata con ragioni estetiche e morali, per strutture più modeste.
Il gotico fiorisce anche negli edifici civili, sia pubblici che privati: palazzi municipali (in particolare nelle città tedesche, e più ancora italiane: Siena, Firenze, Venezia, ecc.), mercati (Ypres, Cracovia), castelli isolati e palazzi urbani nobiliari e principeschi, case in pietra di ricchi borghesi (a Reims la «casa dei musicisti», costruita nel Duecento).
Arte architettonica (segnatamente delle grandi strutture), il gotico è però altrettanto brillante nella scultura (cantieri scultorei delle grandi cattedrali) e nella pittura (affreschi e miniature). In questo campo l’Italia brilla con uno splendore speciale. Nella seconda metà del Duecento, Nicola e Giovanni Pisano (padre e figlio) eseguono le sculture dei pulpiti del Duomo di Siena, del Duomo di Pistoia e del Battistero di Pisa. È l’affermazione del grande stile monumentale classico in scultura. Giotto (circa 1266-1337), artista completo (per la pittura ricordiamo, tra le altre sue opere, gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, di Santa Croce a Firenze, della basilica di San Francesco ad Assisi), sarà considerato a partire dal Cinquecento il primo vero artista moderno.
Le forme gotiche trionfano anche nelle arti minori: in oreficeria, nel trattamento dell’avorio e dell’alabastro, nelle arti domestiche. Tutto ciò testimonia un affinamento crescente dell’abitazione: mobilio, tappezzerie, vetri, ceramiche, stoffe. Comincia a prendere forma il décor europeo.
Il gotico illustra l’affermazione dell’individuo e della vita privata. Al principio del Trecento compare il ritratto realistico; e il progresso decisivo costituito dalla pittura a olio (attribuito ai fratelli van Eyck, fioriti nel Quattrocento) si unisce allo sviluppo della pittura su cavalletto. L’arte conquista gli interni.
Un’altra grande evoluzione segna tanto l’arte quanto la letteratura. È il ritorno alla narrazione, il gusto per le «storie». I cicli pittorici descrivono la vita di Gesù e le vite dei santi. La pittura esprime nuove sequenze temporali.
A partire dalla metà del Duecento, l’arte gotica comincia ad esagerare. È il passaggio dal gotico rayonnant al gotico fiammeggiante, a una sorta di barocco gotico, di cui il déhanchement* delle vergini scolpite può essere considerato il contrassegno stilistico. Un capolavoro audace ma armonioso inaugura questa svolta del gotico: la Sainte-Chapelle che san Luigi fa costruire nel suo palazzo parigino per ospitare le reliquie della Passione del Cristo.
Questi eccessi artistici sono stati talvolta accostati alla crisi che colpisce l’Europa trecentesca. È chiaro che la penuria di fondi blocca numerosi cantieri impegnati nella costruzione di chiese (per esempio Narbona e il gigantesco progetto del nuovo Duomo di Siena). Nella pittura (affreschi di Santa Maria Novella a Firenze), e più generalmente nel gotico tardo, si è vista l’eco delle devastazioni sociali e morali provocate dalla Grande Peste, che comincia a infuriare nel 1348. Comunque sia, questa fase del gotico intorno al 1400 è più che mai europea, come testimonia l’etichetta di gotico «internazionale».
Tramiti delle arti, i cinque sensi degli uomini e delle donne evolvono nel corso del Medioevo: la vista muta, e a partire dal Duecento ricorre al sistema della prospettiva; l’odorato e il gusto aggiungono profumi più profani all’incenso, e la cucina si arricchisce di sapori nuovi; il tatto si diletta di contatti più dolci: dell’accarezzare il corpo femminile, «che è tanto tenero», scrive nel Quattrocento il poeta francese Villon; delle pellicce e delle stoffe di panno fine; delle sete e dei velluti. L’udito ha incessantemente sollecitato gli uomini e le donne del Medioevo. La musica, considerata come una scienza (fa parte del quadrivium), è insieme con l’architettura la grande arte europea; e i progressi degli strumenti vi hanno una parte decisiva (organo, liuto, ghironda, arpa, tromba, e ben presto il virginale, e soprattutto la voce umana).
In un quadro per lungo tempo fortemente segnato dalle tradizioni dell’Antichità greca, un canto nuovo si elabora nell’ambiente romano: è il canto gregoriano, di cui Carlomagno assicura la diffusione e il successo. Quindi, nel XII e XIII secolo compare la polifonia (segnatamente con la grande scuola di Notre-Dame a Parigi). La musica non sfugge alla crisi generale della sensibilità che attraversa il Trecento, ma l’ars nova che ne esce è un’arte moderna. Accanto a questa musica dotta, la musica popolare prosegue un suo cammino mal noto, talvolta più o meno indipendente, talaltra compiendo incursioni nella musica dotta che hanno un’impronta parodistica e carnevalesca.
Nel campo delle lettere, il latino rimane una lingua letteraria lungo tutto il Medioevo, anche se a partire dal XII secolo rifluisce davanti alle lingue vernacole, le quali non soltanto trov...

Indice dei contenuti

  1. I. La Chiesa cattolica e gli Stati
  2. II. I monasteri e la cultura monastica
  3. III. Il sistema feudale
  4. IV. Regioni e nuovi Stati dell’Europa medievale
  5. V. Le città
  6. VI. Lo sviluppo economico
  7. VII. Lo sviluppo tecnologico
  8. VIII. Istruzione e sapere
  9. IX. Arte e letteratura
  10. X. Idee, sensibilità, mentalità
  11. Bibliografia