PARTE 1
Bitcoin: da sogno a realtĂ
a cura di Davide Capoti
La rivoluzione non è qualcosa legato allâideologia, nĂŠ una moda di una particolare decade. Ă un processo perpetuo insito nello spirito umano.
Abbie Hoffman
CAPITOLO 1
Le intenzioni di Satoshi Nakamoto
Adistanza di dieci anni dalla sua creazione, per spiegare che cosâè il Bitcoin non ci addentreremo in analisi di crittografia o in complessi calcoli matematici, piuttosto ci limiteremo a prenderne la definizione dallo stesso paper di Satoshi Nakamoto, per capire direttamente dalle sue parole quale fosse lo scopo della sua creazione.
E in effetti basterebbe tradurre il titolo e le prime due righe dellâintroduzione per capire cosa Satoshi Nakamoto avesse in mente.
GiĂ nel titolo il riferimento è chiaro: lo scopo del suo progetto era creare una âmoneta elettronicaâ, un sistema di pagamento per inviare e ricevere denaro senza frapporre intermediari finanziari.
Lâintenzione di Satoshi era quella di creare unâalternativa al funzionamento tradizionale del sistema finanziario, grazie alla tecnologia Bitcoin.
Tizio e Caio avrebbero potuto scambiare denaro tra loro senza aver bisogno di un terzo garante, in questo caso una banca.
Veniva a cadere quel vincolo di âfiduciaâ con lâistituto di credito, necessario fino ad allora per poter emettere o ricevere un pagamento.
Che tempismo potremmo dire!
Ci trovavamo nel bel mezzo della piĂš grande crisi di fiducia del sistema finanziario, causa diretta del collasso dei mercati finanziari, ed ecco che dal nulla era sbucato un âtaleâ che sotto uno pseudonimo giapponese presentava una soluzione che permetteva di superare il centenario problema della âfiduciaâ concessa a un terzo nellâemissione/ricezione di un pagamento, in favore di una ben piĂš certa e sicura prova crittografica.
Un estratto integrale direttamente dal paper afferma:
Ed è qui che Satoshi introduce il concetto di âpeer to peerâ.
I Bitcoin per funzionare necessitano di una forma di collaborazione tra âpeersâ o, piĂš semplicemente, di una comunicazione peer-to-peer, simile a quella utilizzata, per esempio, per scaricare e condividere i file online (BitTorrent).
Ogni computer diventa un nodo della rete alla pari con gli altri, senza la necessitĂ di un nodo centrale.
Ogni utente che detiene un nodo Bitcoin è connesso con tutti gli altri e detiene una copia di quello che può essere considerato come un libro mastro digitale â cioè un documento in cui sono contenuti tutti i conti di un sistema contabile â chiamato blockchain (catena di blocchi).
Nella blockchain sono registrate tutte le transazioni di tutti gli utenti a partire dal 3 gennaio 2009, quando vede la luce il primo blocco Bitcoin (il cosiddetto âGenesis Blockâ).
Vengono per la prima volta generati 50 Bitcoin.
Quindi è la blockchain a sostituirsi al compito normalmente svolto da un istituto bancario: prelevare dal conto dellâutente Tizio la quantitĂ di moneta richiesta da Tizio stesso e inviarla allâamico Caio, assicurandosi che Tizio non possa spendere piĂš soldi di quanti, in realtĂ , ne possegga.
Questo meccanismo, che appare in prima battuta molto complesso da digerire, è il cuore della soluzione trovata da Satoshi per risolvere il problema della verifica sulle transazioni economiche eseguite online, affinchĂŠ siano regolari senza che sia necessaria la presenza di unâautoritĂ centrale per certificarne lâautenticitĂ .
Risolvere il problema del âdouble spendingâ voleva dire, in parole povere, garantire che i destinatari dei pagamenti non imbrogliassero i mittenti, negandone le transazioni, o che i mittenti pagassero con denaro che in realtĂ non possedevano.
Ma cerchiamo di capire meglio come funziona questo processo di verifica delle transazioni. Nella blockchain Bitcoin, i nodi validatori e i âminerâ verificano tutte le transazioni: quando câè un trasferimento di Bitcoin, questa transazione viene inserita in un blocco insieme ad altre migliaia di transazioni.
Tale blocco, per essere validato, sottopone un problema crittografico a tutti i dispositivi collegati.
Per risolvere questo problema, è necessaria una grande potenza di calcolo: maggiore sarĂ tale potenza (hash rate) maggiori saranno le possibilitĂ di risolvere il quesito. Quesito che non necessita di essere risolto da tutti i miner, ma basta solo che un miner trovi una soluzione âlogicaâ a tale problema e sottoponga la soluzione a tutti i computer della rete che, a quel punto, non dovranno far altro che confermarla.
Ovviamente per il miner che per primo trova una soluzione al problema câè una ricompensa.
Indovinate in cosa consiste? Appunto, in Bitcoin.
Circa sei volte lâora viene creato un nuovo âbloccoâ di transazioni confermate, che viene aggiunto alla blockchain in ordine temporale.
Una transazione su Bitcoin, quindi, è registrata soltanto quando è effettivamente avvenuta, ed è registrata nellâunico posto che tiene il conto di quanti Bitcoin esistono e a chi appartengono, appunto la blockchain stessa.
Tale meccanismo impedisce che gli utenti possano spendere piÚ volte gli stessi Bitcoin, perchÊ il fatto che siano già stati spesi è registrato sulla blockchain ed è consultabile in tempo reale da chiunque e in qualunque momento.
Imbrogliare questo sistema falsificando Bitcoin è molto complicato: a oggi quasi impossibile. Servirebbe il 51% di tutta la potenza globale del network per effettuare un attacco.
Ci sarebbe molto da dire anche su questo tema e su come la concentrazione del âminingâ sia col tempo cambiata completamente.
Satoshi aveva concepito un paradigma basato sulla validazione delle transazioni grazie a una rete il piĂš distribuita possibile (CPU).
Oggi, invece, grazie alla creazione di macchine âdedicateâ al mining di criptovalute (Figura 1.1), tecnologie pensate e create solo per risolvere il problema crittografico alla base del protocollo Bitcoin, assistiamo a una concentrazione di potere nelle mani di una ĂŠlite di miner cinesi, che di fatto controllano quasi il 51% di tutta la potenza globale (Figura 1.2).
Ma questo argomento da solo potrebbe costituire il tema centrale di un intero capitolo di un nuovo libro, che potremmo intitolare âDal sogno di decentralizzazione di Satoshi allâincubo di centralizzazione cinese: il fallimento di una rivoluzione tecnologicaâ.
FIGURA 1.1 â Quanto costa minare il Bitcoin. Fonte: Business Insider Pro.
FIGURA 1.2 â Chi possiede i Bitcoin. Fonte: Business Insider Pro.
Tornando a noi, e cercando di concludere questa parte esplicativa sul funzionamento del protocollo, è necessario aggiungere che tutte le transazioni Bitcoin avvengono âallâoscuroâ delle persone davanti al computer: i proprietari di Bitcoin sono pseudo-anonimi e identificati soltanto da un codice, il loro wallet.
Ogni transazione (Figura 1.3) è identificata da una chiave pubblica â che identifica il ricevente e che è usata da tutti i dispositivi del sistema per verificare lâoperazione â e da una chiave privata, che serve agli utenti coinvolti ad autorizzare la transazione.
Il 12 gennaio avviene la prima transazione B...