Grammatica
4Il nome e lâaggettivo
4.1Parole variabili e parole invariabili
In ittita, come in molte altre lingue, si riconoscono due gruppi o âclassiâ di parole: quelle variabili e quelle invariabili. Alla prima classe si ascrivono tutte quelle parole che possono cambiare la loro forma, (nomi, aggettivi, pronomi, verbi), mentre alla seconda, tutte quelle che restano immutate (avverbi, congiunzioni, preposizioni, interiezioni, negazioni).
Dato che i nomi, gli aggettivi e i pronomi cambiano la loro forma allâinterno di uno schema detto declinazione, mentre i verbi operano i cambiamenti morfologici allâinterno della coniugazione, tali parole variabili possono essere piĂč specificamente definite parole declinate e parole coniugate. Per le parti invariabili del discorso parleremo invece di parole indeclinate.
In questo capitolo ci occuperemo di due classi di parole declinate, i nomi e gli aggettivi, mentre ai pronomi, ai verbi e alle parole invariabili saranno dedicati i capitoli successivi.
4.2La formazione delle parole
Prima di passare alla trattazione del nome e dellâaggettivo, perĂČ, Ăš importante fare alcune considerazioni di carattere generale sul processo di formazione delle parole.
Ogni parola ittita Ăš costituita da una parte per lo piĂč invariabile, detta radice, che porta il significato di base. A questa radice spesso si uniscono degli affissi, cioĂš degli elementi aggiuntivi che possono precederla (prefissi), seguirla (suffissi), o anche trovarsi allâinterno di essa (infissi). Lâunione della radice con uno o piĂč affissi prende il nome di tema.
A seconda del tipo di morfemi coinvolti nel processo di formazione delle parole, queste possono essere classificate come:
âąparole primitive: comprendono tutte quelle parole formate dalla semplice radice, a cui si legano direttamente le desinenze nominali o verbali (talora per mezzo di una vocale tematica).
âąparole derivate: si tratta di quelle parole formate attraverso lâaggiunta di un affisso o per mezzo del raddoppiamento della radice. Lâittita non conosce prefissi o infissi per la formazione dei nomi, ma solo suffissi. I pochissimi prefissi e infissi di cui la lingua dispone intervengono esclusivamente nella formazione dei verbi.
âąparole composte: sono quelle costituite dallâunione di due o piĂč parole.
4.3La formazione dei nomi e degli aggettivi
I tre meccanismi di formazione delle parole illustrati nel paragrafo precedente riguardano, ovviamente, anche la formazione dei nomi e degli aggettivi ittiti:
âąesempi di nomi primitivi sono watar âacquaâ, eĆĄhar âsangueâ, paltana- âspallaâ, nata- âcannaâ, ecc. Aggettivi primitivi sono, per esempio, arawa- âliberoâ, nÄwa- ânuovoâ, marĆĄa- âfalsoâ, kappi- âpiccoloâ, ecc.
âąNomi e aggettivi derivati con lâaggiunta di un suffisso sono molto numerosi e la classe dei suffissi Ăš estremamente produttiva. A titolo esemplificativo, ne presentiamo alcuni molto frequenti: i nomi astratti si formano generalmente con i suffissi -Ätar- e -eĆĄĆĄar- (per es. idalawÄtar âcattiveriaâ < idalu- âcattivoâ; hanneĆĄĆĄar âgiudizioâ < hanna- âgiudicareâ); i nomina actionis impiegano spesso, tra gli altri, i suffissi -ul- e -ai- (per es. waĆĄtul- âpeccatoâ < waĆĄta- âpeccareâ; lengai- âgiuramentoâ < lenk- âlegareâ); i nomina agentis possono formarsi con suffissi come -tara-, -(a)t(t)alla-, -ĆĄepa-/-zipa- (per es. weĆĄtara- âpastoreâ < weĆĄiya- âpascolareâ; arĆĄanatalla- âinvidiosoâ < arĆĄaniya- âinvidiareâ; daganzipa- âgenio della terraâ). Bisogna inoltre menzionare lâesistenza di un suffisso -ĆĄara-, poco produttivo, che serve a derivare sostantivi di genere comune con referenti femminili (si trattava, in origine, di un antico nome per âdonnaâ), per es. iĆĄhaĆĄĆĄara- âsignoraâ < iĆĄha- âsignoreâ; haĆĄĆĄuĆĄara- âr...