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Meduse: gli aquiloni del mare
Alberto Prandi
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Meduse: gli aquiloni del mare
Alberto Prandi
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La notte porta consiglio⊠infatti, Ú proprio di notte che l'autore di questa raccolta ha trovato ispirazione per lasciarsi travolgere dai ricordi e dalle sensazioni che il suo viaggio intorno al mondo gli ha donato. Un'avventura che lascia in eredità un'inestimabile ricchezza: il fascino dei luoghi, la loro storia, l'infinita bellezza della gente che vi si incontra.
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Information
Thema
LiteratureThema
PoetryCenni salienti ai luoghi visti,
alla posizione geografica delle poesie naturaliste
In alcuni luoghi sono avvenuti fatti storici risalenti al passato, in altri il tempo Ăš rimasto pressochĂ© immutato, lasciando i territori in uno stato primordiale, come a Komodo, o come a Pitcairn dove avvenne lâammutinamento del Bounty.
Inizio da Israele, con due poesie che mi piacciono molto.
Tralascio Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv, viste in altre occasioni anche se molto interessanti, mi sono concentrato sulla valle che dal sud di Israele va verso il Mar Morto partendo da Eilat.
La fortezza di Masada, con la sua storia, Ăš stata per me unâemozione fortissima, stessa suggestione per Petra in terra giordana, lungo la valle di MosĂš, e il deserto rosso Wadi Rum, spettacolare.
I due territori confinano, e morfologicamente hanno una differenza enorme, per avere poi in comune il Mar Morto.
Sensazionali sono i colori e gli scenari di queste due terre, che scorrono fianco a fianco da sud verso nord.
Israele con un paesaggio lunare verso il Mar Morto, la cui depressione Ăš unica al mondo, lâaltra desertica, differente per scenario, sale lungo unâampia valle in direzione della Strada dei Re, passa a fianco di un deserto di colore rosso mattone, tono che accompagna lo spettatore fino ai monti, dove le valli sono di roccia dâarenaria dal color cannella e miele dorato, il tutto illuminato dal sole che fa risplendere ogni cosa rendendola una magia in uno spettacolo unico.
Ci sâinnamora al mattino quando viene lâalba e al tramonto quando viene sera, la vista Ăš beata dai giochi cromatici che non passano inosservati.
Masada, baluardo su cui era edificata la storica fortezza fatta costruire dal re Erode, doveva essere la sua dimora inattaccabile, dal torrione ancora ora si domina la valle del Mar Morto, una terra arida e massacrata da temperature elevatissime.
La fortezza, genialmente costruita, ha cisterne dâacqua scavate nelle rocce molto capienti, se ne contano ben cinque enormi, riserva essenziale per la vita, e poteva contenere immense quantitĂ di cibo per resistere ad assedi lunghissimi.
Accadde che Masada fu difesa dagli Zeloti, una frangia di combattenti israeliani, ribelli allâImpero Romano, molto preparati e determinati a combattere e lĂŹ furono assediati dalla legione romana condotta da Lucio Flavio Silva.
Nel 66 d.C. Masada fu presa da un migliaio di Sicarii che vi sâinsediarono con donne e bambini; quattro anni piĂč tardi gli ultimi guerrieri, gli Zeloti che combatterono a Gerusalemme si rifugiarono nella fortezza.
Gerusalemme fu conquistata dallâImpero Romano nel 70 d.C., ed Elazare, comandante ribelle che capeggiava la rivolta contro Roma, riparĂČ trovando rifugio in una fortezza a Masada con il suo gruppo militare.
Accolto dai Sicarii, tutti quanti resistettero allâassedio romano per quasi tre anni al comando di Elazare, gli Zeloti capitolarono dopo anni dâassedio.
Allo stremo della resistenza, vista lâimminente sconfitta da parte dei legionari romani, nella fortezza fu presa una decisione tragica e molto dura, loro stessi decisero la loro fine. Infatti si compĂŹ il massacro di Masada, compiuto quindi con ragione per non cadere nella vergogna della schiavitĂč, e tortura certa per donne e bimbi, cosicchĂ© si uccisero tra loro.
I Sicarii trucidarono le loro mogli e i loro figli, e quando, rimasti in dieci, tra i piĂč valorosi, sorteggiarono la loro morte, seguendo lâordine del sorteggio esalarono lâultimo respiro accanto ai corpi
delle loro donne e bambini. Immagino che lâultimo guerriero rimasto si tolse la vita conficcando lâelsa della spada al muro, in una fessura tra due sassi, e gettandovisi contro, come se fosse caduto in battaglia.
delle loro donne e bambini. Immagino che lâultimo guerriero rimasto si tolse la vita conficcando lâelsa della spada al muro, in una fessura tra due sassi, e gettandovisi contro, come se fosse caduto in battaglia.
Quando entrĂČ allâalba il comandante romano Silva, non trovĂČ che corpi stesi a terra ancora sanguinanti, lui non ebbe lâonore nella battaglia e qui, io credo abbia pianto rendendo onore ai combattenti Zeloti.
Il tutto avvenne nella notte del 16 aprile del 73 d.C. Ora Masada Ăš simbolo di culto e patriottismo israeliano e i militari nel giuramento di fedeltĂ alla patria ripetono le parole âMasada non cadrĂ mai piĂčâ.
Le due poesie che fanno riferimento a questi fatti sono Tragedia â Masada lâultimo guerriero; Elazar.
Al confine di Israele, partendo da Aqaba a fianco di Eilat, la terra di Giordania, con paesaggi desertici dai colori fantastici, il Wadi Rum il pianeta della luna, percorrendo la Strada dei Re si giunge a Petra, ovvero a Reqem, âla screziataâ in lingua aramaica, fu abitata da un popolo ora scomparso, i Nabatei, che lasciarono in ereditĂ agli uomini una bellezza sconvolgente: il Wadi Musa, ovvero il fiume di MosĂš abilmente incanalato, erano maestri in questâarte.
Il popolo era dedito agli scambi commerciali, su quel territorio passavano, attraversandolo, provviste alimentari come i datteri, frutta della regione, granaglie, particolarmente fiorente era il commercio degli incensi, provenienti da Yemen, Oman e Sud Arabia, usati per riti religiosi, quindi beni di particolare valore come la Mirra.
Quello dei Nabatei fu un popolo di pace, non risulta che mossero guerra contro altri popoli, comunque sapevano difendersi, possedevano una grande quantitĂ di cammelli, e alla vista, chi li vedeva da lontano immaginava che avessero un esercito di molti uomini, in quelle zone gruppi di persone appartenenti alla stessa stirpe usavano razziare, quindi evitavano di affrontare gruppi piĂč numerosi di loro. I Nabatei davano sepoltura ai loro re con un rito propiziatorio, e questo valeva per le genti beduine.
I cortei funerari accompagnavano la salma da seppellire lungo una stretta e tortuosa gola con pareti altissime, il ventre della madre terra. Se si volge lo sguardo al cielo, sâintravvede la luce solare che entra e regala ancor oggi giochi cromatici con effetti di...