Seconda parte
Come definire, oggi, a distanza di tempo, quellâevento unico e solo, tragico, drammatico e assurdo, nella storia umana, conosciuto come Shoah, Olocausto, Genocidio ecc., nel quale, oltre sei milioni di esseri umani, di donne, vecchi e bambini, furono crudelmente e orrendamente trucidati, massacrati, cremati nei forni crematori, asfissiati nelle camere a gas e arrostiti come carne alla brace?
In quale campo âdellâumano sapereâ si deve collocare quellâimmane tragedia, ritenuta da tanti impossibile e irrealizzabile in unâera di civiltĂ , di cultura e di progresso?
Eppure, nonostante tutte le âprevisioniâ umane, lâassurdo Ăš diventato realtĂ e lâimpossibile si Ăš avverato con una facilitĂ impressionante.
Dopo AUSCHWITZ, davvero niente Ăš piĂč impossibile, irrealizzabile o assurdo.
Adesso, dopo quello che si Ăš verificato, sotto gli occhi del mondo intero, la storia umana Ăš entrata davvero e a pieno titolo nel campo delle probabilitĂ .
A questo punto niente puĂČ piĂč sorprenderci, stupirci, o peggio ancora, coglierci alla sprovvista.
Ormai non serve neanche, tranne che per ricordare, addossare la colpa a Tizio o a Caio, poichĂ© la tragedia del Genocidio di massa Ăš stata rappresentata interamente, lâOlocausto Ăš stato consumato in tutta la sua orrenda e cruenta realtĂ .
Quello che Ăš successo, quello che si Ăš appena concluso e che la mente umana difficilmente riesce a descrivere in modo appropriato e veritiero,
nonostante lo scorrere del tempo, Ăš ancora cosĂŹ vivo e reale in coloro che ne vissero tutte le drammatiche fasi, le profonde ferite lasciate ancora aperte e sanguinanti, i gridi di dolore ancora
echeggianti nellâaria, i suoi perchĂ© ancora in attesa di una risposta, che, guarda caso, tarda a venire, a portare un poâ di chiarezza che dissipa i fumi del dubbio e del sospetto, legittimi e doverosi.
Un popolo intero, definiti a ragione âFigli dellâOlocaustoâ perchĂ© diretti discendenti dei sopravvissuti ai campi di sterminio, attende, da oltre settantâanni, una risposta concreta e reale dellâimmane tragedia che si Ăš abbattuta sul Popolo Ebreo.
Gli storici si sono chiesti, molto spesso, perchĂ© gli Ebrei non lasciarono la Germania nel decennio del 1930/1940, quando giĂ in quel periodo nellâaria si respirava profondamente lâodore di antisemitismo che, da lĂŹ a poco, sarebbe sfociato nellâimmane tragedia ormai tristemente nota.
Ăâ difficile dare una risposta concreta e obbiettiva a questa domanda, perchĂ© vi sono implicati unâinfinitĂ di fattori non sempre di facile individuazione anche se, di risposte gli storici e gli studiosi, che si occupano di queste tematiche, ne hanno date a migliaia; e fiumi dâinchiostro sono stati versati per cercare di focalizzare e descrivere lâaccaduto.
La famiglia, il lavoro, la posizione sociale raggiunta e conquistata molto spesso a spese di enormi sacrifici, come anche lâincertezza di non sapere dove andare, visto che, in quel tempo, non esisteva uno stato dâIsraele hanno avuto sicuramente un ruolo determinante nelle scelte fatte dal Popolo Ebreo in quegli anni, quando giĂ allâorizzonte si addensavano fitte e nere nubi di odio razziale.
Indubbiamente un ruolo importante e di primo piano, nellâesecuzione materiale e morale del Genocidio di massa lâha giocato lâistruzione e lâideologia del Popolo Tedesco.
Infatti, unâadesione cosĂŹ compatta, massiccia e radicale alle orribili macchinazioni della gerarchia politica, non si potevano ottenere in pochi anni di propaganda antisemita, ma sono stati, molto probabilmente, il frutto e il risultato di anni e anni di indottrinamento scolastico, civile e morale del Popolo Tedesco.
In questa breve riflessione sulla Shoah, cercheremo di ripercorrere, anche se sommariamente, le vicende storiche che portarono a quei terribili eventi analizzando anche un altro aspetto dellâintera vicenda molto spesso trascurato dagli âaddetti ai lavoriâ che Ăš quello prettamente dottrinale che investe e contrassegna profondamente la millenaria storia del Popolo Giudeo.
Mi rendo perfettamente conto che il presente lavoro, scritto con piena e totale convinzione, non Ăš altro che una piccola, piccolissima goccia in mezzo allâoceano sconfinato e profondo.
Ma teniamo presente, altresĂŹ, che anche lâimmenso oceano Ăš formato da tante, tantissime, piccole gocce dâacqua, senza le quali non esisterebbe nemmeno.
Ancora oggi, nonostante sia trascorso piĂč di mezzo secolo, da quei terribili eventi, la gente, soprattutto gli ultra ottantenni e i giovani studenti, rimane attonita, stupita, inorridita, nel ricordare e nellâapprendere ciĂČ che si Ăš verificato in seno alla civilissima e cristiana Europa durante lâultimo conflitto mondiale.
Le guerre, i massacri, le distruzioni, ecc. Ăš vero, ci sono sempre stati, fin da quando lâessere umano cominciĂČ a popolare il nostro pianeta.
Ma, se andiamo a ritroso nel tempo, noteremo, senza ombra di dubbi o di smentite, che nessun popolo prima e, mi auguro di tutto cuore, nessuna nazione dopo, Ăš stato cosĂŹ crudele e sadico come lo Ăš stato il regime totalitario nazista, contro lâinerme e innocente Popolo Ebreo.
CrudeltĂ e atrocitĂ a buon mercato, volutamente e intenzionalmente ricercate con cura e meticolositĂ scrupolose, oggetto di ricerche, di perfezionamenti, di pseudo esperimenti scientifici, il cui risultato Ăš un numero immenso, impensabile, che lascia ancora oggi attoniti e atterriti: oltre sei milioni di esseri umani, di donne, vecchi e bambini orrendamente immolati sullâaltare dellâodio e del pregiudizio razziale.
Dopo un ânon so come definirloâ del genere, documentato e documentabile in vari modi, il mondo, lâumanitĂ e la nostra stessa civiltĂ non sono piĂč state, nĂ© potranno essere, piĂč le stesse. Questo lavoro, oltre a essere un tributo doveroso e sincero alla memoria di tutte le vittime innocenti della Shoah, del Genocidio e dellâOlocausto, vuole essere anche un omaggio dovuto al Popolo dâIsraele, alla sua fede e alla sua cultura.
Inoltre, sia ben chiaro fin dallâinizio, questo libro non Ăš e nĂ© deve essere considerato, nel modo piĂč assoluto e autentico del termine, unâaccusa o una condanna per nessuno, nĂ© deve essere interpretato come tale, anche se Ăš ferma intenzione dellâautore di esporre i fatti con la maggiore chiarezza possibile e per ciĂČ che effettivamente sono stati, senza nascondere o minimizzare niente che possa far luce e chiarezza e che possa fornire le giuste risposte che si attendono da anni.
Il mio, infatti, Ăš solo uno spunto di riflessione sulle atrocitĂ perpetrate a danno, di un popolo, indirizzato soprattutto ai grandi della terra che reggono le sorti del nostro pianeta e dei suoi abitanti, decretandone, molto spesso, le sorti e i destini.
Un invito e una richiesta perchĂ© adoperino il meglio di loro stessi e usino il massimo dei loro sforzi per impedire che episodi del genere non debbano mai piĂč verificarsi nella pacifica e civile convivenza dei popoli.
Una tragedia come la Shoah, il Genocidio, lâOlocausto ecc. per quanto terribili e disumane possano essere stati, non devono,
in nessun modo, provocare nella coscienza dei popoli e di quello Ebreo in modo particolare, lo scopo che, volutamente e intenzionalmente, si cerca proprio di suscitare.
E cioĂš insinuare il dubbio, lo sconforto e la paura nei cuori a tal punto da minare completamente ogni forma di fede, ogni genuina speranza di fraterna e pacifica convivenza.
A far perdere definitivamente la fede nellâEterno, Dio dâIsraele il Quale a tempo debito e nonostante tutte le apparenze, contrarie e negative, saprĂ dare la giusta ricompensa (Ger. 51:56).
Ecco perché tutto questo non deve succedere in nessun modo, altrimenti la Shoah e il sacrificio di oltre sei milioni di essere umani sarà stato inutile e vano.
Il Popolo Giudeo che Ăš direttamente interessato e coinvolto in questi eventi, cosĂŹ orrendi e disumani, sa benissimo che il Dio dei Padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, non abbandonerĂ mai il Suo Popolo, qualunque cosa gli si possa fare, anche unâatrocitĂ cosĂŹ mostruosa come lâOlocausto (Amos 8:11-12).
Nessuno perda la speranza e la fede dunque, sapendo bene in Chi sono riposte, da millenni, le aspettative e la giusta retribuzione dei Figli dâIsraele, fiduciosi che verranno tempi migliori, tempi di refrigerio, di restauro e di pace duraturi e perenni (Isaia 54:13).
Il Popolo dâIsraele, lo sappiamo benissimo dai libri di storia e soprattutto dalle Sacre Scritture, divinamente ispirate, Ăš avvezzo alla sventura fin dal suo nascere come naz...