C'Ăš speranza se questo accade al Vho
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C'Ăš speranza se questo accade al Vho

Mario Lodi

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C'Ăš speranza se questo accade al Vho

Mario Lodi

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Mario Lodi Ăš stato uno dei protagonisti di quella straordinaria stagione di rinnovamento della scuola italiana che ha tentato di superare il vecchio modello autoritario per realizzare tra i banchi i valori della comunitĂ  democratica repubblicana. Questi diari, che ripercorrono la sua esperienza di maestro elementare tra il 1951 e il 1962, sono diventati una lettura fondamentale per tutti coloro che hanno a cuore non solo la scuola ma piĂč in generale le sorti delle nuove generazioni. E in una fase storica come quella attuale, in cui crescono le aree di disagio (purtroppo anche per i bambini), in cui dilaga la retorica sulla formazione d'eccellenza e in cui Ăš concreto il rischio di un ritorno alla scuola di classe, ricordare la lezione di Mario Lodi Ăš piĂč che mai urgente. Come ricordava Tullio De Mauro: «Nella scuola che Mario ha vissuto e che propone non c'Ăš posto per bambini considerati piĂč dotati o per quelli giudicati meno dotati, ma per bambini ciascuno dei quali ha un particolare potenziale da coltivare e sviluppare e mettere in comune». Un grande classico per ricordare che occuparci dei bambini vuol dire avere a cuore il futuro di tutti.

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Informations

Éditeur
Editori Laterza
Année
2021
ISBN
9788858147931

Scopriamo «Cooperazione Educativa»

28 ottobre 19551.

Discussione degli alunni della quarta classe sul dipinto I falciatori del loro compagno Luigi Maffezzoni:
Luigi (autore): – Il disegno rappresenta un uomo che falcia l’erba... 3
Voci: – Due sono!
Luigi: – L’altro rastrella. Sulla strada del campo c’era un trattore con attaccato un carro e in cima c’era un uomo col tridente e la falce.
Bonazzi: – Dov’ù il tridente?
Luigi: – Eccolo lĂ . (Indica.) PerchĂ© Ăš impiantato nell’erba non si vede. Non sono soddisfatto di questo disegno perchĂ© ho dato male il rosso; il trattore e il carro sono un po’ pasticciati. Vorrei rifarlo cambiando i colori: al posto del rosso metterei il giallo, lascerei perĂČ l’azzurro. Farei il trattore tutto nero con le ruote rosse e al carro dipingerei le ruote marron. CosĂŹ sembra quasi sera, verso le otto, mentre invece era di pomeriggio. Cambierei il colore della tuta agli uomini, le farei una celeste e una gialla. Prenderei un foglio bianco, perchĂ© i colori vengono meglio, non restano o troppo scuri o troppo chiari.
Alida: – Se fossi Luigi, farei l’erba piĂč fitta, poi farei gli uomini... (Ride.)
Giuseppe: – ... senza petùra4.
Alida: – ... ecco, io farei un po’ piĂč in su il sacchetto dei pantaloni.
Luigi: – Aveva la tuta un po’ lunga...
Natalia: – Questo disegno mi piace, ma non molto l’uomo sul carro.
Oneda: – Io non ho mai visto trattori piĂč alti del carro carico di fieno. Le erbe non stanno ritte da sole, si chinano. E poi cosĂŹ alta... Appena ho visto l’erba credevo che fosse il suo nome.
Luigi: – L’erba era alta, erano andati a segarla per dare alle mucche, l’altra l’han lasciata lì per far seccare.
Giancarlo: – Quel dipinto Ăš triste, perchĂ© gli uomini hanno la faccia seria, e poi il quadro Ăš tutto scuro e sembra che sia notte.
Luigi: – L’uomo che rastrellava non gli piaceva tanto andare nei campi, glielo faceva andare per forza suo papà. Era Bini, che adesso ù andato nei carabinieri.
Oneda: – L’uomo vestito di nero tiene la falce in piedi, invece dovrebbe essere chinata e le braccia staccate una dall’altra.
Giuseppe: – C’ù l’uomo attaccato al sole.
Galli: – Pare che lo vada a rubare.
Luigi: – È proprio vero. (Ride.) Sembra che... che...
Bonazzi: – ... che vada a prenderlo e portarlo giĂč per far luce.
Gianni: – È proprio vero.

29 ottobre 1955.

Discussione degli alunni della quarta classe sul dipinto a tempera Sci nautico del loro compagno Achille Bonazzi, di nove anni:
Bonazzi (autore): – Io, mio papà, mio zio e mia zia siamo andati a fare una passeggiata. Mio zio e mia zia non avevano mai visto Sirmione. In riva al lago abbiamo visto la corsa dello sci nautico. C’erano molti concorrenti e molti palloni sul lago...
Giorgio: – Sono specie di tappi per fare la strada, come sul mare.
Bonazzi: – ... e allora, qualche giorno dopo l’inizio della scuola, io disegnai lo sci nautico che avevo visto a Sirmione. Credevo che fosse facile dipingere, ma invece non ero capace di usare i colori che perĂČ ho scelto bene. È la prima volta che dipingo con le tempere. Il quadro non mi piace, c’ù rimasto del bianco, poi dentro la barca Ăš colato del rosso.
Guido: – Ha fatto l’uomo col colore preciso a quello del motoscafo e sembra che l’interno del motoscafo sia ancora l’uomo.
Bonazzi: – SĂŹ, perĂČ si conoscono le braccia, si vede il nero.
Luigi: – A questo uomo sembra che gli cadano i calzoni.
Bonazzi: – Quale?
Luigi: – Il primo. Poi non vanno sull’acqua vestiti.
Bonazzi: – Io ho fatto il vestito giallo, perchĂ© l’hanno di gomma.
Natalia: – Cosa sono quelle macchie nel cielo?
Bonazzi: – Sono nubi.
Giuseppe: – Dopo la terra gialla sembra che il lago continui.
Bonazzi: – Ma Ăš piĂč scuro, il blu.
Giorgio: – SĂŹ, Ăš piĂč scuro, si conosce. Ha fatto i motoscafi che sembrano vasche da bagno e poi non si conoscono gli sci e l’uomo in basso ha una pancia tanto grossa...
Bonazzi: – È il salvagente!
Giorgio: – Allora il primo non ce l’ha!
Bonazzi: – Ma l’altro non l’aveva, perchĂ© quello dicevano che era capace di nuotare.
Malinverno: – Se uno non ù capace di nuotare, non lo mettono in gara. Sicuro! Io li ho visti nel cinema: non avevano il salvagente.
Alida: – Ce l’hanno tutti il salvagente!
Ceretti: – Che cos’ù quella riga gialla che divide il mare dal cielo?
Bonazzi: – È la sponda del lago, dall’altra parte.
Giuseppe: – Io il colore del cielo l’avrei fatto azzurrino.
Bonazzi: – Allora sembrava ancora il lago!
Giuseppe: – Sulla riva non c’era niente, neanche una persona, neanche una pianta?
Bonazzi: – La sponda si vedeva appena.
Giuseppe: – Se tu vedi la sponda di là, vedi quello che c’ù.
Bonazzi: – Non puoi farti un’idea tu del lago, non l’hai visto!
Giuseppe: – A Como l’ho visto.
Bonazzi: – Ma il lago di Garda Ăš piĂč grande di quello di Como!
Alida: – I motoscafi hanno il timone dietro!
Bonazzi: – Sterzano col piede legato a un legno.
Guido: – Quelli da corsa hanno tutti il motore fuori bordo.
Bonazzi: – Se ce l’hanno, ù sott’acqua!
(Nasce una discussione sui motori e interviene il maestro.)
Alida: – Io non ho mai visto dei motoscafi da corsa che ha...

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