Papà Goriot
eBook - ePub

Papà Goriot

  1. 352 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Papà Goriot

Informazioni su questo libro

Eugène Rastignac, giovane ambizioso giunto a Parigi con l'obiettivo di entrare a far parte dell'alta società. Vautrin, malvivente privo di scrupoli pronto a sfruttare a suo vantaggio ogni debolezza altrui. E, soprattutto, Papà Goriot, pastaio in pensione consumato dagli sforzi per poter compiacere le continue richieste delle due figlie avide e capricciose. Sono loro i protagonisti di uno dei romanzi più potenti di Balzac, in cui il grande narratore francese parte dalle vicende che si intrecciano nella pensione Vauquer per rappresentare il conflitto tra lo sterile snobismo delle classi agiate e la feroce avanzata di una borghesia in costante tensione fra l'aspirazione a condizioni migliori e il terrore di ricadere nella povertà. Un'opera di spietato realismo, che ci porta nel cuore della Parigi del primo Ottocento e dà voce al dramma di un'umanità schiacciata dalla lotta per affermare se stessi.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Papà Goriot di Honoré de Balzac in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
BUR
Anno
2013
Print ISBN
9788817000475
eBook ISBN
9788858651056

IV

LA MORTE DEL PADRE

L’indomani Goriot e Rastignac attendevano soltanto la buona volontà di un facchino per andarsene dalla pensione borghese, quando verso mezzogiorno il rumore di una carrozza che si fermava esattamente alla porta della casa Vauquer risuonò nella rue Neuve-Sainte Geneviève. La signora de Nucingen scese dalla carrozza, chiese se suo padre si trovasse ancora lì e, alla risposta affermativa di Sylvie, salì rapidamente le scale.
Eugène era in camera sua senza che il vicino lo sapesse. All’ora di colazione, infatti, aveva pregato papà Goriot di trasportagli la sua roba dicendo che si sarebbero ritrovati alle quattro in rue d’Artois; ma, mentre il vecchio era andato a cercare dei facchini, Eugène, dopo aver subito risposto all’appello della lezione, era rincasato senza che nessuno lo vedesse, per regolare il conto con la signora Vauquer, non volendo lasciare quel compito a Goriot che, nel suo fanatismo, avrebbe sicuramente pagato per lui. Siccome però la padrona di casa era uscita, Eugène era risalito in camera per vedere se non avesse dimenticato nulla, e si era congratulato con se stesso per quella precauzione quando scorse nel cassetto del tavolo la cambiale in bianco rilasciata a Vautrin, ch’egli aveva sbadatamente gettato là dentro il giorno in cui l’aveva saldata. Poiché il fuoco non era acceso stava per strapparla in piccoli pezzi quando, riconoscendo la voce di Delphine e non volendo fare alcun rumore, si fermò ad ascoltare, pensando che lei non dovesse avere alcun segreto per lui. Poi, sin dalle prime parole, giudicò che quella conversazione tra padre e figlia fosse troppo interessante per non ascoltarla.
«Ah, padre mio» diceva la donna «grazie al Cielo avete avuto l’idea di chieder conto del mio patrimonio appena in tempo perché io non fossi rovinata! Posso parlare?»
«Sì, la casa è vuota» disse Goriot con voce alterata.
«Ma che avete, papà?» riprese la signora de Nucingen.
«Mi hai dato una mazzata sul capo» rispose il vecchio; «Dio ti perdoni, figlia mia! Tu non sai quanto bene ti voglio; se lo sapessi, non mi avresti detto certe cose così bruscamente, soprattutto se nulla è ancora perduto. Che è accaduto di così urgente perché tu sia corsa a cercarmi, mentre tra qualche istante saremmo stati in rue d’Artois?»
«Ah, papà, si è forse padroni del primo impulso in una catastrofe? Divento pazza! Il vostro avvocato ci ha fatto scoprire un poco prima la sciagura che certamente esploderà più tardi. La vostra antica esperienza commerciale diventerà necessaria e io sono corsa a cercarvi come ci si aggrappa a un ramo quando si sta per annegare. Quando il signor Derville ha visto che Nucingen gli opponeva un’infinità di cavilli, l’ha minacciato di un processo, dicendo che l’autorizzazione del presidente del tribunale sarebbe stata ottenuta rapidamente. Stamane Nucingen è venuto da me per chiedermi se volevo la sua e la mia rovina e io gli ho risposto che non capivo nulla di queste cose, che possedevo un patrimonio e volevo essere in grado di disporne, che tutto quanto riguarda questo pasticcio è di competenza del mio avvocato e che io mi trovavo nella più assoluta ignoranza dei fatti e quindi nell’impossibilità di giudicarli in alcun modo. Non è così che mi avevate raccomandato di rispondere?»
«Benissimo» confermò papà Goriot.
dp n="281" folio="251" ?
«Ebbene» riprese Delphine «lui mi ha messo al corrente dei suoi affari: ha messo tutte le sue sostanze e le mie in alcune imprese appena iniziate e per le quali si sono dovute investire somme ingenti; ora, se lo costringessi a restituirmi la dote, si troverebbe nella necessità di dichiarare fallimento; mentre se posso attendere un anno si impegna sul suo onore a rendermi una cifra doppia o tripla della mia, investendo il mio capitale in operazioni immobiliari alla fine delle quali sarei padrona di tutti i beni. Mio caro papà, era sincero e mi ha spaventata; mi ha chiesto perdono del suo comportamento, mi ha reso la libertà, mi ha dato il permesso di agire a mio piacimento, a condizione di lasciarlo interamente padrone di gestire gli affari sotto il mio nome. Per provarmi la sua buona fede mi ha promesso di chiamare il signor Derville ogni volta che lo desidererò, per giudicare se gli atti in forza dei quali mi nominerebbe proprietaria siano debitamente redatti. Insomma, si è messo totalmente nelle mie mani. Ha chiesto inoltre di poter dirigere la casa per altri due anni e mi ha supplicato di non spender per me più di quanto mi accorda. Mi ha provato che tutto quanto poteva fare era di salvare le apparenze, che aveva congedato la sua ballerina e che si sarebbe sottoposto alla più stretta e rigida economia allo scopo di arrivare al termine delle speculazioni senza intaccare il suo credito. Io l’ho maltrattato, ho messo in dubbio tutto quanto mi diceva per mandarlo su tutte le furie e saperne di più: mi ha mostrato i registri, e poi ha pianto. Non ho mai visto un uomo in simili condizioni: aveva perduto la testa, diceva che voleva uccidersi, delirava; insomma, mi ha fatto pena!»
«E tu credi alle sue fandonie!» esclamò papà Goriot. «È un commediante! In affari ho avuto rapporti con molti tedeschi: sono individui quasi tutti in buona fede e pieni di candore; ma quando, sotto la loro apparenza schietta e bonacciona, si mettono a essere maligni e ciarlatani, lo sono più degli altri. Tuo marito ti inganna perché si trova con le spalle al muro, e allora fa il morto, vuoi rimanere padrone col tuo nome più di quanto non sia col suo, e approfitterà di questa circostanza per mettersi al riparo dai rischi del suo commercio. È tanto astuto quanto perfido, è un mascalzone.
No, non me ne andrò al Père-Lachaise lasciando le mie figlie prive di tutto. M’intendo abbastanza di affari, e poiché egli sostiene di aver impegnato i suoi fondi in certe imprese, i suoi interessi saranno rappresentati da valori, da ricevute, da contratti: ebbene, che li esibisca questi documenti, e liquidi la tua parte. Sceglieremo le migliori speculazioni, rischieremo, e avremo titoli nominali intestati a Delphine Goriot, moglie separata quanto al beni dal barone de Nucingen. Ma ci prende forse per degli imbecilli? Crede che io possa sopportare per due giorni l’idea di lasciarti senza mezzi, senza pane? Non lo sopporterò neppure un giorno, né una notte, e nemmeno due ore! Se quest’idea fosse vera, non potrei sopravvivere. Ma come? Avrei lavorato per quarant’anni, avrei portato sacchi sulla schiena, avrei superato i peggiori rovesci, mi sarei lesinato il centesimo durante tutta la vita, per voi, angeli miei, che mi rendevate leggero ogni lavoro, ogni peso; e oggi il mio patrimonio, la mia vita, se ne andrebbero in fumo! Ne morirei di disperazione. Per tutto quello che c’è di più sacro sulla terra e in Cielo, metteremo in chiaro ogni cosa, verificheremo i registri, la cassa, le imprese! Non dormirò più, non mi coricherò più, non mangerò più finché non avrò la prova che il tuo denaro esiste ancora, tutto intero.
Grazie al Cielo, i tuoi beni sono separati; avrai come avvocato il signor Derville, il quale fortunatamente è un galantuomo. Per la miseria, conserverai il tuo bel milioncino, le tue cinquantamila lire di rendita, fino alla fine dei tuoi giorni, o io solleverò un pandemonio in tutta Parigi. Ah, ah, e se i tribunali ci daranno torto, mi rivolgerò alle Camere. Saperti tranquilla e felice per quanto riguarda il denaro... questo pensiero alleviava tutti i miei malanni e calmava i miei dolori. Il denaro è la vita, col denaro si ottiene tutto. E di che viene a cianciare ora, quel balordo di un alsaziano? Delphine, non concedere neppure un quarto di centesimo a quel mostro che ti ha legata alla catena e ti ha reso infelice. Se ha bisogno di te, lo lavoreremo per benino e lo faremo rigar dritto. Dio mio, ho la testa in fiamme, sento nel cranio qualcosa che brucia. La mia Delphine sul lastrico! Oh, Fifine mia, proprio tu! Per tutti i diavoli, dove sono i miei guanti? Su, andiamo, voglio veder tutto, i registri, gli affari, la cassa, la corrispondenza: immediatamente. Non mi calmerò fino a quando non avrò le prove che il tuo patrimonio non corre più rischi, e non lo vedrò coi miei occhi.»
«Mio caro papà, siate prudente! Se voi metteste in questo affare la minima velleità di vendetta, se mostraste intenzioni troppo ostili, io sarei perduta. Lui vi conosce, ha trovato assolutamente naturale che, consigliata da voi, mi preoccupassi della mia fortuna, ma vi giuro che la tiene ben salda nelle sue mani, e vuole conservarla. È il tipo capace di fuggire con tutti i capitali e di piantarci in asso. È uno scellerato! Sa bene che non sarei mai capace di denunciarlo, disonorando così il nome che porto. È forte e debole allo stesso tempo. Ho considerato tutto: se lo esasperiamo, sono rovinata.»
«Ma allora è proprio un farabutto?»
«Ebbene, sì, padre mio» disse la donna, accasciandosi in lacrime su di una sedia. «Non volevo confessarvelo per risparmiarvi il dolore di avermi maritata a un individuo del genere. Vizi nascosti e senso morale, anima e corpo, tutto si accorda in lui! È spaventoso: lo odio e lo disprezzo. Sì, non posso più stimare quel vile di Nucingen dopo tutto quello che m’ha detto: un individuo capace di gettarsi nelle speculazioni di cui mi ha parlato non possiede la minima delicatezza, e i miei timori vengono dal fatto che ho letto a fondo nel suo animo. Mi ha chiaramente proposto, lui, mio marito, la libertà — e sapete che significa questo? — qualora accettassi di essere, in caso di fallimento, uno strumento nelle sue mani, insomma se volessi servirgli da prestanome.»
«Ma ci sono le leggi! Ma esiste una place de Grève per gli individui di quella specie» gridò papà Goriot; «ma lo decapiterei con le mie stesse mani se non ci fosse il boia!»
«No, papà, non ci sono leggi contro di lui. Vi riassumo in due parole il suo discorso, lasciando da parte tutte le circonlocuzioni che lo avvolgevano: “O tutto è perduto, e voi non avete più un soldo e siete rovinata, perché non potrei scegliere altro complice che voi, oppure mi lascerete condurre a termine i miei affari”. È chiaro? Tiene ancora a me, perché la mia lealtà lo tranquillizza; sa che gli lascerei il suo patrimonio e mi accontenterei del mio. È un’associazione disonesta e ladresca alla quale devo acconsentire pena la miseria. Mio marito compra la mia coscienza, e la paga consentendomi di essere liberamente la donna di Eugène. “Ti permetto di commettere delle colpe, e tu lasciami perpetrare i miei delitti, anche se rovineranno della povera gente!” Non ti sembra abbastanza chiaro questo linguaggio? E sapete in che cosa consistono quelle che lui chiama le sue operazioni? Acquista sotto il proprio nome terreni abbandonati e vi fa costruire case da uomini di paglia; questi poi concludono le trattative per la costruzione con tutti gli appaltatori, pagandoli con cambiali a lunga scadenza, e consentono, mediante una piccola somma, a rilasciar quietanza a mio marito, il quale diviene così proprietario delle case, mentre quegli uomini si sdebitano con le imprese truffate dichiarando fallimento. Il nome dei Nucingen serve ad abbagliare i poveri costruttori, l’ho ben capito; e ho capito anche che per provare, in caso di bisogno, il pagamento di enormi somme, Nucingen ha inviato cifre notevoli ad Amsterdam, a Londra, a Napoli, a Vienna. Come faremmo a rintracciarle?»
dp n="285" folio="255" ?
Eugène udì il tonfo sordo delle ginocchia di papà Goriot, che sicuramente si era lasciato cadere sul pavimento della camera.
«Dio mio, che ti ho fatto? Mia figlia fra le mani di quel miserabile che esigerà tutto da lei, se vuole!... Perdonami, figlia mia!» gridò il vecchio.
«Sì, se mi trovo in un baratro forse la colpa è anche un po’ vostra» sospirò Delphine. «Capiamo così poco, quando ci maritiamo! Conosciamo forse il mondo, gli affari, gli uomini, i costumi? Toccherebb...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. INTRODUZIONE
  5. I - UNA PENSIONE BORGHESE
  6. II - L'INGRESSO IN SOCIETÀ
  7. III - TROMPE-LA-MORT
  8. IV - LA MORTE DEL PADRE