L'invisibile canto del silenzio
Andrea Aschedamini, Davide Sapienza, Davide Sapienza
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L'invisibile canto del silenzio
Andrea Aschedamini, Davide Sapienza, Davide Sapienza
Ă propos de ce livre
In un'epoca in cui spesso giĂ il concetto di "diversitĂ " genera rifiuto o diffidenza, Ăš utile riflettere al proposito adottando un'ottica antropologica, rivendicando il diritto a liberare il nostro pensiero da ogni sorta di pregiudizi.
La diversitĂ (ricordiamone le accezioni di movimento, cambiamento) molto prima che nell'aspetto somatico e nella cultura Ăš individuabile nella nascita dell'universo, nel ciclo vitale delle creature e della natura, nella crescita, nell'essere nella storia. L'uomo Ăš ogni giorno diverso da se stesso sia fisicamente che psicologicamente lungo tutto l'arco della sua esistenza. Tutto ciĂČ che Ăš, Ăš nella diversitĂ . Dunque, se il diverso a volte ci fa paura Ăš perĂČ il nostro humus e nel profondo lo desideriamo come l'aria e come il cibo: il creato dipende dalla diversitĂ , l'uomo non ne puĂČ fare a meno, tanto che a volte credendo di fuggirla in realtĂ la insegue. E questo Ăš tanto piĂč vero quanto piĂč ci si addentra nell'ambito del simbolico e del sacro.
Alberto Bevilacqua, scrittore di grande sensibilitĂ , ha ricordato come nell'infanzia il suo desiderio di straordinario, di diverso dal quotidiano, sia stato soddisfatto dall'atmosfera dell'interno della chiesa dove spesso lo portavano le donne della sua famiglia. Grandi spazi, silenzio, penombra, luci, drappi colorati, fregi dorati, belle statue, affreschi. Bevilacqua bambino si era incontrato con emozione con i segni della piĂč grande, della piĂč profonda e positiva delle diversitĂ , quella della sacralitĂ e della fede.
Ecco perchĂ© le immagini di questo libro e la realtĂ a cui si riferiscono ci catturano e ci parlano, proprio perchĂ© rappresentano ciĂČ che Ăš completamente diverso dall'ordinario del nostro quotidiano, nel quale hanno purtroppo gran posto sia l'eccesso (di parole, di immagini, di rumori, di cibo, di beni, di distrazioni vuote) che la volgaritĂ , che insieme ci aggrediscono e ci allontanano dalle veritĂ essenziali, nutrite di pensiero silenzioso.
Come ogni Abbazia, Chiaravalle Ú un piccolo mondo nel vasto mondo esterno; Ú, varcata la soglia, altro, cosicché la soglia, secondo l'elaborazione di van Gennep, divide e unisce nello stesso tempo due diversità , due territori naturali e due spazi dell'anima.
Gli scorci valorizzano un patrimonio d'arte molto suggestivo, l'austeritĂ degli ambienti, manufatti antichi e pregevoli. Nella sua imponenza l'Abbazia Ăš anche un vero inno di lode per le maestranze che nei secoli hanno contribuito a renderla in ogni parte delle sue strutture un messaggio vivo di fede e di intelligente laboriositĂ . Attraverso l'umanitĂ di tante schiere di lavoratori il mondo "di dentro" e il mondo "di fuori"si sono sempre incontrati e confrontati, fecondamente.
Anche oggi, ciĂČ che sta attorno alla bellissima Chiaravalle (e in particolare le realtĂ piĂč critiche e sofferenti: gruppi Rom e poveri e disagiati dimenticati dalla societĂ ) Ăš anche "dentro", nelle preghiere, nel pensiero e nell'azione sollecita dei monaci. Che con lo strumento del silenzio vincono i rumori confusi provenienti dall'esterno e creano i linguaggi del riscatto spirituale e sociale, della solidarietĂ , del rispetto universale, per un'esistenza comune dotata di significato e di senso. Tratto dalla Presentazione di Giovanna Salvioni